POLITICA ESTERA: IRAQ
Conclusioni del Consiglio europeo

Bruxelles, 17 febbraio 2003

Il Consiglio europeo ha tenuto una riunione straordinaria per discutere la crisi irachena. I membri hanno incontrato anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan e il Presidente del Parlamento europeo Pat Cox.
Riaffermiamo la validità delle conclusioni del Consiglio "Affari generali e relazioni esterne" del 27 gennaio e dei termini dell'iniziativa ufficiale del 4 febbraio 2003 riguardo all'Iraq.
Il modo in cui sarà gestita l'evoluzione della situazione in Iraq avrà importanti ripercussioni nel mondo per i prossimi decenni. In particolare siamo determinati ad affrontare efficacemente la minaccia della proliferazione delle armi di distruzione di massa.
Ribadiamo la centralità delle Nazioni Unite nell'ordine internazionale. Riconosciamo che spetta anzitutto al Consiglio di Sicurezza la responsabilità del disarmo dell'Iraq. Ci impegniamo a fornire pieno appoggio al Consiglio nell'esercitare le sue responsabilità.
L'obiettivo dell'Unione nei confronti dell'Iraq rimane il pieno ed effettivo disarmo in applicazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare della risoluzione 1441. Vogliamo raggiungere questo obiettivo in maniera pacifica. È chiaro che è proprio questo che vogliono i popoli d'Europa.
La guerra non è inevitabile. L'uso della forza dovrebbe essere solo l'ultima risorsa. È il regime iracheno che deve porre fine a questa crisi ottemperando alle richieste del Consiglio di Sicurezza.
Ribadiamo il pieno sostegno all'attuale missione degli ispettori ONU. Essi devono disporre del tempo e delle risorse ritenuti necessari dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Tuttavia le ispezioni non possono durare indefinitamente in mancanza di una totale cooperazione da parte dell'Iraq che deve fornire anche tutte le informazioni specifiche e supplementari sulle questioni sollevate nelle relazioni degli ispettori.
Bagdad non si deve illudere: deve disarmare e cooperare immediatamente e pienamente. L'Iraq ha un'ultima opportunità per risolvere la crisi in modo pacifico. Il regime iracheno sarà il solo responsabile delle conseguenze se continua a beffarsi della volontà della comunità internazionale e non coglie quest'ultima occasione.
Riconosciamo che l'unità e la fermezza della comunità internazionale, espresse con l'adozione all'unanimità della risoluzione 1441, e il concentramento delle forze militari sono stati fondamentali per ottenere il ritorno degli ispettori. Questi fattori resteranno essenziali se vogliamo ottenere la piena cooperazione che cerchiamo.
Opereremo con i paesi arabi e con la Lega araba. Li incoraggeremo, tanto insieme quanto separatamente, a far comprendere a Saddam Hussein l'estremo pericolo di una valutazione errata della situazione e la necessità di ottemperare integralmente alla risoluzione 1441. Esprimiamo sostegno alle iniziative regionali avviate dalla Turchia con i paesi limitrofi dell'Iraq e con l'Egitto.
In questo contesto regionale, l'Unione europea riafferma di essere fermamente convinta della necessità di infondere nuovo vigore al processo di pace in Medio Oriente e di risolvere il conflitto israelo-palestinese. Continuiamo a sostenere una rapida attuazione della tabella di marcia avallata dal "Quartetto". Il terrore e la violenza devono cessare, e così gli insediamenti. Le riforme palestinesi devono essere accelerate e, a questo proposito, la dichiarazione del Presidente Arafat con cui annuncia che designerà un Primo Ministro è un'iniziativa positiva nella giusta direzione.
Nell'affrontare questi problemi è di vitale importanza l'unità della comunità internazionale.
Ribadiamo il nostro impegno a operare con tutti i nostri partner, specialmente con gli Stati Uniti, per il disarmo dell'Iraq, per la pace e la stabilità nella regione e per un futuro dignitoso per tutta la sua popolazione.
Il presidente di turno dell'UE, il premier greco
Costas Simitis