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INCHIESTA: IL FUTURO DEI FONDI STRUTTURALI NELL'EUROPA ALLARGATA | |||||||||||
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+++ INCHIESTA +++ E' un futuro dai contorni incerti quello che si profila per i fondi strutturali e di coesione, vera anima delle politiche di convergenza economica a favore delle regioni europee più svantaggiate. I fondi strutturali, varati per la prima volta 47 anni fa, rappresentano la seconda politica comunitaria in termini di spesa, con 213 miliardi di euro stanziati tra il 2000 e il 2006. Al momento i fondi sono quattro, e coprono tre obiettivi: il più conosciuto, l'obiettivo 1, finanzia progetti nelle regioni il cui pil pro-capite è inferiore al 75% della media comunitaria. Le regioni italiane interessate sono sei: Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Sardegna, che assommano oltre 19 milioni di cittadini interessati e 25 miliardi di euro elargiti. Il Molise è in una situazione di phasing out, fino al 2006. Ma i punti interrogativi nascono a partire dalle prossime prospettive finanziarie, che si aprono nel 2007: l'ingresso di 10 nuovi Paesi, tutti con un pil più basso rispetto ai vecchi membri, scompaginerà le carte in tavola. Sulla base di dati Eurostat del 2000, il numero delle regioni obiettivo 1 nell'Europa allargata passerebbe a 67, di cui solo quattro italiane. Sardegna e Basilicata entrerebbero infatti in un phasing-out graduale. Altra perdente la Germania, che per un mero effetto statistico perderebbe tre Laender dell'ex-Germania Est - 13 milioni i cittadini interessati, infine brutte notizie per altre tre comunità spagnole. Con rare eccezioni, la quasi totalità delle regioni dell'est Europa entrerebbe di diritto nell'obiettivo 1. Intervistata da Sergio Nava, La Commissaria alle Politiche Regionali, Danuta Hubner, preferisce non sbilanciarsi nelle previsioni... HUBNER: Alcune regioni dei vecchi Stati membri perderanno l'eleggibilità a ricevere fondi obiettivo 1 per effetti meramente statistici. Questo lo ritengo ingiusto, poiché il loro percorso di sviluppo non cambia: per questo abbiamo proposto uno status speciale per queste regioni all'interno dell'obiettivo 1, che permetterà loro di mantenere una quota sostanzialmente generosa di fondi. Abbiamo anche proposto di trasferire le regioni in uscita dall'obiettivo 1 all'obiettivo 2, che riguarda l'occupazione e la competitività. Godranno quindi di fondi strutturali, anche se in misura minore. Non possiamo ancora dire quali regioni -anche in Italia- usciranno dall'obiettivo 1. I dati definitivi Eurostat arriveranno solo all'inizio del 2006, prima di allora non potremo prendere alcuna decisione. NAVA: Riuscirete a garantire comunque un livello sostanziale di fondi per le regioni obiettivo 1? HUBNER: Questo è un tema importante, perché la quantità di denaro che avremo a disposizione dipenderà anche dal budget che verrà stabilito nelle prospettive finanziarie tra il 2007 e il 2013. La Commissione ha proposto un budget per i fondi strutturali pari a 336 miliardi di euro. Se lo otterremo, proporremo di destinare il 78% di questi fondi alle regioni obiettivo 1. Tra queste ci saranno oltre 30 regioni dei nuovi Stati membri, insieme a più di 30 regioni dei vecchi Stati membri. Per l'obiettivo 2 abbiamo proposto poco più del 17% del budget regionale. Vorremmo vedere questo denaro speso in competitività, tecnologie, innovazione e politiche del lavoro. Come annunciato dalla Commissaria Huebner, un ruolo importante nella definizione del budget per i fondi strutturali lo giocherà la definizione del bilancio globale dell'Unione tra il 2007 e il 2013. Sei Paesi lo vorrebbero portare all'1% del pil, con conseguenti tagli di spesa. Recentemente, un incontro a Bruxelles tra i rappresentanti del Governo e gli europarlamentari italiani ha registrato un'intesa comune per difendere il livello di fondi strutturali di cui gode il nostro Paese. |
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Una mappa degli Stati e delle regioni europee | |||||||||||
Milano, 21/1/2005 |