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INTERVISTA A EVELYNE GEBHARDT | ||||||||||||
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Evelyne Gebhardt (PSE), è la relatrice della "Direttiva Servizi" al Comitato Mercato Interno del Parlamento Europeo. Poco dopo la metà di aprile ha presentato i suoi primi emendamenti alla "Direttiva Bolkenstein" (clicca per saperne di più). Sergio Nava l'ha intervistata. | ||||||||||||
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NAVA: Onorevole Gebhardt, la prima accusa che viene rivolta ai suoi emendamenti sulla "Direttiva Servizi" è quella secondo cui queste proposte finiscono col portare ulteriore burocrazia proprio laddove andrebbe eliminata... GEBHARDT: Non penso che i miei emendamenti sui tipi di servizi interessati dalla direttiva producano maggiore burocrazia: lei può trovare molte di queste mie proposte nella proposta originale della Commissione. Ma nel testo della Commissione non sono trasparenti. Io le ho rese trasparenti: penso sia meglio, affinché tutti sappiano di cosa stiamo parlando. Lei propone di sostituire il "principio del Paese di origine" con quello di "mutuo riconoscimento". Qual è la differenza sostanziale tra i due? Col principio del riconoscimento reciproco facciamo un gosso passo avanti nell'apertura dei mercati: un'impresa stabilita in un Paese membro avrà la possibilità di fornire i propri servizi in tutta l'Unione, cosa che non avviene oggi, perché ci sono troppe regole protezionistiche e troppe barriere. E -con questo principio- la fornitura dei servizi dovrà rispettare prima di tutto le leggi in uno Stato membro, in prima istanza: in secondo luogo, quando avremo standard comuni e un'armonizzazione a livello europeo, arriveremo a un'apertura totale dei mercati. In questo vedo una riduzione della burocrazia, rispetto alla proposta originaria della direttiva. Nella seconda parte della direttiva tratterò la parte legata agli sportelli unici, dove gli imprenditori che vogliono prestare servizi in altri Paesi potranno ottenere informazioni su cosa possono fare e cosa non possono fare, senza presentarsi in 20 o 30 uffici. Si tratta di una semplificazione, che è ciò di cui hanno bisogno gli imprenditori oggi in Europa. La mia proposta implica un riconoscimento reciproco non troppo complesso, che porterà a meno burocrazia. Col principio di mutuo riconoscimento lei presuppone e auspica una maggiore armonizzazione a livello europeo di determinati settori. Quali, per essere precisi? Nello specifico di cosa va maggioremente regolamentato in Europa, penso agli standard di sicurezza, e anche al campo ambientale e sociale. Ma dobbiamo assicurarci che il modello sociale europeo venga rispettato all'interno dell'Unione, e venga visto con favore da tutti i 450 miloni di cittadini. Non pensa che alla base di tutta questa disputa vi sia un problema politico? La mancanza di fiducia reciproca tra i Paesi europei? C'è un problema di fiducia reciproca, dobbiamo lavorare per superarlo, ma è un problema che abbiamo in tutti i Paesi: ciascun cittadino pensa che il suo Paese sia il migliore, ma non è così. E' riuscita a capire la posizione italiana sulla "Direttiva Servizi"? Non so cosa pensi il Governo italiano di questa direttiva, non capisco perchè non ci sia alcuna discussione in Italia su questa normativa. Se ne parla in Germania, in Belgio, in Polonia, in Francia, in Spagna, in Portogallo, in Svezia, ma non in Italia. Bruxelles, 19/4/2005 |
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Evelyne Gebhardt | ||||||||||||