INCHIESTA: LE POLITICHE DI IMMIGRAZIONE NELL'UE
QUINTA PUNTATA

Quinta e ultima puntata del viaggio all'interno delle politiche di immigrazione in Europa. Oggi spostiamo la nostra attenzione dai singoli Stati membri alle politiche europee di settore.

Esiste anche un'Europa della cooperazione nel settore delle politiche migratorie. A coordinarla è Frontex, l'agenzia comunitaria specializzata nella protezione dei confini. Non è una guardia di frontiera europea: normalmente si occupa anzi di identificare le rotte migratorie a rischio e ipotizzare soluzioni operative che -laddove approvate- danno origine a pattugliamenti congiunti delle acque comuni. Il loro numero nell'ultimo anno è raddoppiato: in questi giorni parte Nautilus, un programma di pattugliamento aereo e navale delle acque maltesi, che vede coinvolte anche Italia, Francia, Germania e Lussemburgo. Al centro del dibattito politico europeo il tema del momento è invece la discussione sulla direttiva per il rimpatrio degli immigrati clandestini. Per la prima volta Bruxelles punta a stabilire linee guida comuni a tutti i Paesi, che prevedano un periodo di quattro settimane per la partenza volontaria, cui far seguire un provvedimento coercitivo. Prevista anche la detenzione amministrativa. Il centrosinistra all'Europarlamento accusa: "è la direttiva della vergogna": sotto accusa la possibilità di detenzione fino a 18 mesi, oltre al possibile rimpatrio dei minori. Il relatore, l'eurodeputato popolare Manfred Weber, la difende così...

WEBER: "Il punto centrale della nostra direttiva è che vogliamo liberare gli immigrati illegali dalla loro condizione di illegalità, che altro non è che schiavitù. Con queste linee guida obblighiamo gli Stati membri a decidere: o forniscono a questi immigrati un titolo di soggiorno legale, o li rispediscono a casa. L'illegalità è la cosa peggiore, bisogna finirla".


I critici della direttiva sottolineano due punti: non fornisce sufficienti garanzie ai clandestini in attesa di rimpatrio e lascia troppo margine di manovra ai Paesi membri, soprattuto a quelli sospettati di violare i diritti umani.

Milano, 15/5/2008
L'eurodeputato Manfred Weber, PPE