+++ LE MIE INCHIESTE +++
ITALIA FUORILEGGE PER CINQUE DIRETTIVE EUROPEE SULLA QUALITA' DELL'ARIA

by SERGIO NAVA

Volete acquistare un'auto nuova e volete sapere quale vi farà risparmiare più carburante, oppure qual è la meno inquinante, in termini di biossido di carbonio? E' un vostro diritto, secondo l'Europa, ma al momento non lo potete fare, per via del mancato recepimento di una direttiva comunitaria, che il nostro Paese avrebbe dovuto trasporre in legge oltre due anni fa. Per questa mancanza la Corte di Giustizia Europea ha già avviato una procedura di infrazione, che ci vede imputati insieme a Francia e Germania. Ma la direttiva europea 99/94 non è l'unica, e -come Radio 24 ha scoperto- altre quattro direttive mancano all'appello del nostro recepimento legislativo. Riguardano tutte la
qualità dell'aria, argomento che -in periodi di blocchi del traffico e targhe alterne- interessa da vicino la vita di milioni di cittadini.

La prima direttiva
, la 99/13, mira a ridurre gli effetti delle emissioni di composti organici volatili, dovute all'uso dei solventi organici potensialmente nocivi. Doveva essere recepita entro l'aprile del 2001, ed attualmente l'Italia è l'unico Paese a non averlo fatto. Per questo rischiamo una condanna della Corte di Giustizia Europea.
Le ragioni della mancata trasposizione nella nostra legislazione deriverebbero, secondo, il Ministero da una difficoltà di armonizzazione della nostra direttiva con la nostra normativa nazionale. Entro la primavera, comunque, ultimata la fase di elaborazione del decreto, la direttiva dovrebbe essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

La seconda
, la 99/94, riguarda le informazioni, diciamo "ecologiche", sulle automobili di nuovo acquisto. Per sapere quanto consuma la vostra nuova auto e quanto biossido di carbonio emette non dovrete comunque aspettare molto: dopo un lungo iter legislativo al Ministero delle Attività produttive, il decreto di recepimento giungerà a giorni in Gazzetta Ufficiale.

Infine un pacchetto di
tre direttive, la 2000/76 sull'incenerimento dei rifiuti, la 2001/80 sulla limitazione delle emissioni dei grandi impianti di combustione e la 2001/81, che fissa un tetto nazionale di emissioni di inquinanti come il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto e l'ammoniaca. Dovevano essere recepite entro la fine dello scorso anno, ma l'Italia, come una buona metà degli altri Stati membri, non l'ha fatto.
Qui lo stato del recepimento nella normativa italiana è più confuso: se la direttiva sui tetti di emissione è stata inserita nella legge comunitaria 2002, e dovrebbe divenire legge entro l'anno, quella sulla limitazione di emissioni degli impianti di combustione dovrebbe essere recepita in via amministrativa. Ma i tempi non si conoscono, come non si conoscono neppure quelli con cui la direttiva sull'incenerimento dei rifiuti diverrà decreto legislativo. Intanto Bruxelles vigila, e avverte: dopo anni di buone performance italiane nel recepimento delle direttive ambientali, ora si intravede un rallentamento.

FEBBRAIO 2003