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Charles Kupchan, professore di Relazioni Internazionali alla Georgetown University di Washington, spiega in questa intervista a Sergio Nava perchè l'Europa è destinata a compattarsi politicamente, divenendo il nuovo soggetto in grado di controbilanciare lo strapotere americano su scala mondiale.
L'INTERVISTA
Un anno fa la maggioranza della gente pensava che fosse folle scrivere un libro che parlava della possibile separazione fra l'Europa e l'America: ma ora questo sembra avverarsi, nel senso che gli europei, almeno quelli "continentali", sono profondamente divisi sul tema della sicurezza comune. E penso che questa divisione sia irreparabile, non c'è possibilità di ritorno alla tradizionale alleanza transatlantica. Penso che quello che sta succedendo con la crisi irachena rappresenti una specie di dimostrazione delle tesi che ho avanzato nel libro. E per quanto riguarda le attuali divisioni dell'Europa, forse sono stato troppo ottimista in pasato sull'unità europea e sulla sua capacità di progredire nel settore della difesa. Ma penso che questa crisi -alla fine- rafforzerà l'Unione Europea, perchè, decretando la fine della Nato, obbligherà l'Europa a prendersi più responsabilità e ricercare una maggiore unione... perchè glielo impongono le circostanze.
Ci sono due assi al momento in Europa, che si contrappongono, quello franco-tedesco e quello anglo-franco-spagnolo. Pensa che la futura Unione Europea sarà forgiata dall'asse politico vincente?
Sono d'accordo sul fatto che esistano due assi, ma l'asse che guarda all'America deve necessariamente avere un alleato sull'altra sponda dell'Atlantico disposto ad ascoltarlo. E se gli Stati Uniti dicono: "al diavolo l'Europa, l'Europa non è più il nostro partner, non ci appoggia più eccetto alcuni Paesi..." beh, allora penso che la visione polacca o italiana, che vuole un'Europa con una forte presenza americana, sarà un'opzione non più praticabile.
L'Europa è avanzata spesso attraverso una politica del compromesso, ma ora sembra profondamente divisa. Mi sembra di capire che lei rimane comunque ottimista sul fatto che queste divisioni alla fine rafforzerano l'Europa, non ne significheranno la fine...
No, non sono ottimista. Da questa situazione possiamo aspettarci di tutto. Ma la mia scommessa è che questa crisi rafforzerà l'Europa, solo per il fatto che preclude l'opzione di un'Europa sempre debole, dominata dagli Stati Uniti nel settore della politica di sicurezza. Se i tedeschi si svegliassero domani, e scoprissero che le truppe americane stano facendo le valigie, direbbero: "cosa facciamo ora?". E il fatto che i tedeschi, i francesi e i russi hanno mantenuto le loro posizioni sulla crisi irachena, mi fa ritenere che sono pronti a considerare un'Europa senza l'America.
Lei sostiene che la Nato è morta. Ma c'è l'impressione che molti Paesi dell'Est europeo -più che all'Unione Europea- guardino proprio alla Nato come vera potenza di riferimento...
Io penso che il fatto è, ed è un fatto triste, che la Slovenia, la Bulgaria, la Romania e la Slovacchia, vestiranno il loro smoking e si presenteranno a questa grande cerimonia di benvenuto giusto in tempo per vedere le luci della Nato abassarsi. Certo, ora vogliono la Nato, vogliono le truppe americane in Europa centrale, non vogliono quelle europee... ma non penso che gli Stati Uniti arriveranno, lo zio Sam dirà: "ciao ciao, Europa!".
Ma come può l'Europa diventare una controparte degli Stati Uniti, se -prendiamo l'esempio delle riforme economiche lanciate a Lisbona già in fase di stallo- tiene i motori fermi nel rilancio dell'economia e non ha voce in politica estera?
Non penso che la questione economica sia rilevante al momento. Stati Uniti ed Europa rimangono i due maggiori poli economici del mondo, i due centri di gravità, le due maggiori riserve monetarie. Per essere considerata seriamente come un partner, l'Europa ha bisogno di una voce unica in politica estera e avere maggiore capacità militare. Succederà? Non lo so. Questa crisi ritarderà il processo? Indubbiamente. Ma il tempo dirà se questa crisi ha rappresentato un punto di svolta per chè l'Europa faccia passi avanti.
Perchè, secondo lei, l'Europa dovrebbe divenire il nuovo potere politico su scala mondiale?
Non diventerà il nuovo potere politico nel mondo, ma diverrà l'unico posto al mondo in grado di fare da contrappeso agli Stati Uniti. E lo farà. L'Europa non sorpasserà gli Stati Uniti. L'America rimarrà il numero 1. Ma penso che il mondo che ci aspetta è un mondo di nessuno. Non sarà il mondo dell'America, nè dell'Europa, nè della Cina. Sarà un mondo dominato da nessuno, con relazioni di potere allentate, dove nessun potere comanda unilateralmente. Ciò potrebbe rappresentare un cambiamento ben visto da Europa, Russia e Cina, che hanno finora resistito all'unilateralismo americano... ma in realtà renderà il mondo più difficile, semplicemente perchè si tornerà a un sistema tradizionale di bilanciamento dei poteri.
28 marzo 2003 |
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