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4/10/2007 Accordo politico tra i Paesi dell'Unione Europea, per un inasprimento delle sanzioni contro la Birmania. Intanto prosegue l'ondata di arresti nel Paese. Nuove sanzioni economiche dall'Europa contro la Birmania: gli ambasciatori dei 27 hanno deciso un giro di vite sui già esigui canali commerciali con il Paese asiatico. L'approvazione definitiva dovrebbe arrivare tra due settimane dai Ministri degli Esteri: un palliativo, più che una misura realmente efficace. La bilancia commerciale tra Europa e Birmania ammonta infatti a soli 300 milioni di euro. Intanto l'Alto Rappresentante Javier Solana si è detto pronto a inviare un diplomatico a Rangoon, ma solo dopo aver volta ascoltato -venerdì- il rapporto dell'inviato Onu Gambari. Il tutto mentre, dopo il clamore dei giorni scorsi, la repressione in Birmania prosegue indisturbata: almeno otto camion pieni di prigionieri sono stati visti transitare per le strade di Rangoon, poche ore dopo la partenza dello stesso Gambari. Si parla di rastrellamenti casa per casa, di cacce ai monaci rimasti nascosti. Unico segnale di speranza, la notizia della defezione di un soldato del regime, scappato in Thailandia. "Da buddista, non potevo sopportare questo massacro", ha detto. 3/10/2007 I sei deputati della discordia: potremmo chiamare così la disputa che contrappone da ieri l'Italia all'Unione Europea. In palio ci sono i seggi nazionali all'Europarlamento. Dal 2009, in vista della riduzio ne a 750 dei deputati europei, i Paesi più grandi -Spagna esclusa- dovranno rinunciare a qualche seggio. Ieri la Commissione Affari Costituzionali ha approvato un testo che porta a 72 gli eurodeputati italiani, rispetto ai 78 attuali. Per la prima volta ci troveremmo ad avere meno rappresentanti -a Strasburgo- di Francia e Gran Bretagna, che ne perderebbero rispettivamente quattro e cinque. Tutto perché come base di calcolo sono stati presi i dati Eurostat sui residenti nei Paesi membri, non quelli sui cittadini, molto più favorevoli all'Italia. In serata alla battaglia si è unito anche il nostro Governo: in una nota dell'ambasciatore Cangelosi, l'annuncio che l'Italia difficilmente darà il proprio assenso a una proposta che viola i principi fondanti del nuovo Trattato. Riferimento esplicito all'ex-Costituzione Europea, sul cui testo ieri gli esperti legali dei 27 hanno raggiunto il sospirato accordo. Dopo la Polonia, guastafeste di professione, anche l'Italia -ora ufficialmente in rotta con Bruxelles- minaccia di far saltare l'accordo definitivo sul Trattato al vertice di Lisbona di metà ottobre. 2/10/2007 L'Italia verso una riduzione nei seggi all'Europarlamento, a partire dal 2009. Lo ha stabilito oggi la Commissione Affari Costituzionali. Ma un gruppo di eurodeputati protesta. 72 seggi, contro gli attuali 78: l'Italia perde per ora sei deputati europei, in vista del rimpasto dell'Europarlamento, previsto dopo le elezioni che si terranno fra due anni. I deputati europei scenderanno da 785 a 750, con 17 Paesi su 27 che soffriranno riduzioni nel numero di parlamentari. Tra i grandi, la riduzione maggiore riguarderà proprio il nostro Paese: una riduzione non solo numerica, ma anche simbolica, in quanto produrrà un dislivello con Francia e Gran Bretagna. Se attualmente Roma, Parigi e Londra hanno a Strasburgo lo stesso numero di rappresentanti, in futuro -anche se di poco- gli altri due partner ne avranno rispettivamente due e uno in più. La Germania scenderà a 96, tra i grandi non ne perde solo la Spagna. Il presidente della delegazione socialista italiana Gianni Pittella contesta però il metodo di calcolo usato per la redistribuzione dei seggi. L'Italia chiede un calcolo della popolazione basato sui cittadini: l'obiettivo è ribaltare la situazione entro il Consiglio Europeo di metà ottobre. 2/10/2007 Accordo raggiunto ieri al Consiglio Europeo dei Ministri delle Comunicazioni per una liberalizzazione completa dei servizi postali. Entro al più tardi il 2011, spedire una lettera di peso inferiore ai 50 grammi sarà possibile -in tutta Europa- con più operatori. Il via libera dei Ministri Europei, cui manca solo l'ok dell'Europarlamento per il suggello definitivo, significa -di fatto- la fine dei monopoli statali, che già da qualche anno avevano dovuto aprirsi alla concorrenza per le spedizioni al di sopra dei 50 grammi. In Europa Svezia, Finlandia, Gran Bretagna e Olanda hanno già abolito ogni tipo di monopolio. L'accordo di ieri prevede però una proroga per 11 Paesi, soprattutto dell'est Europa, che potranno godere di due anni in più, mentre per quanto riguarda gli obblighi per il servizio universale, i 27 hanno stabilito che ciascuna nazione potrà scegliere la miglior forma di finanziamento da destinare agli operatori pubblici. In parole povere, il diritto a inviare e ricevere posta per cinque giorni alla settimana, anche nei luoghi d'Europa più remoti, è confermato. Per il Ministro Paolo Gentiloni, "l'Italia ha già fatto molti passi avanti nella liberalizzazione: tra quattro anni Poste Italiane dovrà guadagnarsi il servizio in concorrenza con altri operatori". Il settore postale in Europa genera un giro d'affari pari all'1% del Pil comunitario e dà lavoro a quasi due milioni di persone. |
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