NEWS OF THE DAY
4/5 /2005

Un libro verde per integrare i servizi finanziari nell'Unione Europea: lo ha presentato a Bruxelles il Commissario al Mercato Interno Charlie McCreevy.


Integrare i mercati finanziari del Vecchio Continente, puntando in primo luogo su un consolidamento dei risultati finora raggiunti nel settore. Con questa filosofia il Commissario Charlie McCreevy ha presentato il piano quinquennale sui servizi finanziari: tra gli obiettivi,
l'abbattimento delle barriere agli investimenti transnazionali, la promozione di un'ulteriore integrazione del credito ipotecario, l'apertura alla concorrenza del settore dei conti bancari e
l'introduzione di prodotti finanziari standardizzanti nell'Unione.

1/5 /2005

Primo anniversario per l'Europa allargata: esattamente il primo maggio 2004 dieci Paesi, per la maggior parte provenienti dall'ex-blocco socialista, entravano a far parte dell'Unione Europea.


La sobria cerimonia in Piazza Pilsudski, a Varsavia, segnava un anno fa l'ultima tappa di avvicinamento della Polonia all'Europa:con lei, altri nove Paesi furono protagonisti del più grande allargamento nella storia dell'Unione. Un anno dopo, Bruxelles festeggia la ricorrenza diffondendo i primi dati sui risultati di questo big bang: dati che parlano di un incremento del Pil nei nuovi Paesi pari al 5% nel 2004, con ricadute positive per gli scambi interni dell'Europa a 25 e per gli investimenti diretti delle imprese occidentali a est. Persino gli incubi di emigrazioni di massa sono stati smentiti, soprattutto nei pochi Paesi che non hanno posto restrizioni ai loro mercati del lavoro. Ma l'anniversario cade in un momento critrico per l'Europa, terrorizzata da un possibile "no" francese alla Costituzione e senza un'idea precisa di quali debbano essere i suoi confini. Un'Europa che a giugno affronterà una battaglia per la spartizione delle risorse di bilancio e dei fondi strutturali: un'Europa dove l'asse franco-tedesco fatica a imporre la sua leadership. E' sull'identità stessa di questo progetto comune che si gioca oggi la vera sfida dell'Unione Europea.

28/4 /2005


La Commissione Europea ha dato via libera all'apertura di un'inchiesta su nove categorie di prodotti del tessile e dell'abbigliamento importati dalla Cina. L'indagine prenderà il via domani, e durerà al massimo due mesi.

La pressione di metà degli Stati membri, Italia e Francia in testa, ha portato la Commissione Europea a prendere le prime misure a salvaguardia dell'industria tessile comunitaria. E' stato infatti deciso l'avvio delle prime indagini su nove categorie di prodotti provenienti dalla Cina, tra i quali magliette, pullover, pantaloni e calze, i cui incrementi esponenziali nell'import hanno oltrepassato le soglie di allerta fissate da Bruxelles solo poche settimane fa. Le indagini dureranno al massimo due mesi, e faranno da preludio alle consultazioni con la controparte cinese. Se Pechino non dovesse collaborare, l'Europa potrà introdurre misure di salvaguardia temporanee, imponendo tetti alle quote di importazione dei prodotti sotto inchiesta. Restano invece in stand-by altre undici categorie di prodotti, prossime alla soglia di allerta, per le quali la Commissione è in attesa di dati ulteriori. Bruxelles ha anche smentito le dichiarazioni del premier Berlusconi, che in Senato aveva parlato di un'indagine relativa a venti categorie: "nessun documento menziona il numero venti", ha precisato la portavoce del Commissario Peter Mandelson.

28/4 /2005

Nove prodotti sotto indagine, undici ormai prossimi alla zona rossa di allerta. Sono questi, al momento, i risultati del monitoraggio avviato dalla Commissione Europea sulle importazioni di prodotti tessili e di abbigliamento dalla Cina.


Oggi in serata è previsto il via libera formale a un'indagine sull'export cinese di magliette, maglioni, camicette, calze, pantaloni uomo, giacche donna, reggiseni, filati  e tessuti di lino. Questi prodotti hanno registrato nei primi tre mesi dell'anno incrementi tra il 51 e il 534%. Altre undici categorie di prodotto si starebbero invece avvicinando alle soglie di allerta e potrebbero presto essere oggetto di un'indagine, passaggio considerato obbligato prima di avviare consultazioni con la Cina e -successivamente- imporre limitazioni all'export di Pechino. Ma due Paesi, Italia e Francia, spingono affiché Bruxelles imponga da subito misure di emergenza per frenare l'export tessile cinese: il Commissario al Commercio Peter Mandelson ha fino a questo punto cercato di seguire una linea prudente, preoccupato di non avviare uno scontro commerciale con Pechino, potenzialmente sanzionabile in sede Wto.
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