SPECIALE ROMANIA
+++PRONTI PER L'EUROPA?+++

"Non mi aspetto un esodo di massa dopo l'ingresso in Europa", ci dice Leonard Orban, sottosegretario agli Affari Europei "Secondo le nostre stime non saranno più di 300mila", aggiunge.

Fuori intanto decine di agenzie di viaggi offrono passaggi -ufficialmente turistici- verso l'Occidente. Francia, Spagna, Italia e Germania le mete più gettonate.

Nicolae lavora in una di queste agenzie: ci spiega che la gente emigra perché la situazione in generale è negativa. "La gente cerca un lavoro e una vita migliore", spiega. Le destinazioni preferite sono Italia e Spagna: per un viaggio in autobus sono sufficienti 175 euro, andata e ritorno, il salario mensile di un impiegato pubblico. "Quando emigrano, hanno già dei piani di vita all'estero?", chiedo. "Il 100% della gente che va in Italia sa già di trovare un lavoro là. Magari non legale, ma sa di averlo". Come fanno?, insisto. "A questo non posso rispondere", chiosa.

Se andate alla mastodontica Casa del Popolo, ora Palazzo del Parlamento, edificata da Nicolae Ceausescu a metà anni '80, una guida vi spiegherà che in cinque anni l'ex-dittatore vi ha buttato due-terzi del Pil nazionale… solo per un palazzo! … trascinando l'economia alla rovina. Di questo soffre ancora oggi la Romania che si affaccia all'Europa: un Paese che deve colmare un forte gap economico, politico e sociale. Risulta difficile credere -tra le altre cose- che una nazione possa permettersi il lusso di lasciare gruppi di bambini allo sbando per le strade della capitale: col calare dell'oscurità li vedi -i bambini di Bucharest- nel centro cittadino, mentre chiedono l'elemosina a gruppi di turisti o avventori. Non danno loro tregua, li sfidano in una molestia prolungata e senza senso. A loro basta l'equivalente di 30 centesimi di euro per andarsene. Ma poi tornano, la notte seguente: per loro l'Europa è solo una parola scritta a caratteri cubitali sui giornali.


Bucharest, 21/5/2006
Bucharest by
night