ALLARME TERRORISMO NELL'UE
I terribili attentati di Madrid hanno messo l'Europa nella necessità di agire contro il terrorismo internazionale: ma a che punto è l'implementazione delle strategie di sicurezza europee nel post-11 settembre? Sergio Nava ne ha discusso con Daniel Keohane, Research Fellow nell'area "Security & Defence Policy" del Centre for European Reform di Londra.

KEHOANE: Il problema dell'antiterrorismo a livello europeo è che, anche se sono state adottate misure già dopo l'11 settembre, come il mandato di arresto europeo, queste non vengono implementate da tutti gli Stati membri. Quindi che senso ha mettere in cantiere numerose iniziative se queste non entrano "de facto" in vigore? Il secondo problema è che l'Unione Europea ha risorse davvero minime per combattere il terrorismo a livello comunitario. Parlo della cooperazione di intelligence, perchè questo è l'elemento più importante nella lotta al terrorismo. I servizi segreti nell'Unione non trovano un'adeguata rappresentanza a livello europeo, nè sono intenzionati o preparati a condividere informazioni: preferiscono una cooperazione bilaterale.

NAVA: Come giudica le proposte della Commissione Europea?

Le recenti proposte della Commissione non sono così nuove, come ad esempio la clausola di solidarietà. Questo è parte del problema: esiste l'Europol, ma non ha sufficienti risorse, esiste Eurojust, ma gli Stati membri non ne fanno uso. Il reale problema è che gli Stati membri preferiscono ancora operare a livello nazionale.

Quali speranze ripone nel prossimo Consiglio Europeo? L'Europa saprà porre le basi per dotarsi di una vera strategia di intelligence antiterrorismo?


Sono un po' scettico sul fatto che il possimo Consiglio Europeo porti proposte più concrete: la presidenza irlandese ha suggerito l'istituzione di un coordinatore per la sicurezza. Non mi è chiaro come questa persona possa essere utile, a meno che non gli vengano assegnati un budget e uno staff adeguati. Forse gli unici progressi li vedremo nel settore della gestione delle frontiere esterne, ma se non riusciamo a migliorare il coordinamento dell'intelligence a livello europeo, difficilmente l'Europa diverrà un attore di peso nella lotta al terrorismo.

Milano, 18/3/2004
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