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SPECIALE TURCHIA: DISLI |
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Deputato del partito di Governo AKP, di cui è vicepresidente e responsabile per relazioni internazionali, Saban Disli è uno dei maggiori esponenti dello schieramento guidato da Recep Tayyp Erdogan. Sergio Nava lo ha intervistato. DISLI: Sulla base degli ultimi rapporti della Commissione, i nostri Ministri competenti hanno preparato la lista di pacchetti legislativi che il nostro Parlamento avrebbe dovuto approvare. Su queste basi, abbiamo fatto approvare, tra il 2003 e il 2004, cinque pacchetti legislativi, relativi alla religione, alle minoranze etniche, e -la più importante di tutti- i rapporti tra esercito e potere civile. L'ultimo pacchetto riguarda invece il codice penale, approvato alla fine di settembre. NAVA: Proprio su questo punto è nata la crisi diplomatica tra Unione Europea e Turchia. Come è stato possibile? Innanzitutto noi siamo un partito conservatore, intendiamo conservare i valori della società turca. La famiglia è uno dei più importanti. Questo è stato anche il punto di partenza della cosiddetta legge sull'adulterio, che -vorrei far notare- si trovava già nella costituzione turca. Il tema dell'adulterio è stato una questione importante internamente ed esternamente, un tema che abbiamo dovuto discutere con la Commissione Europea. Si dice che questa controversia sia nata sulla spinta delle fazioni più conservatrici interne al vostro partito. Come potete assicurare un controllo su di loro? Certamente esistono correnti all'interno del nostro partito, ma uno dei pilastri politici del nostro schieramento resta l'uso del buon senso per le nostre decisioni politiche. Noi discuteremo qualsiasi cosa, chiunque ha il diritto di dire la propria nei nostri incontri politici. Ma alla fine occorre trovare la decisione più saggia: quando questa decisione è presa, tutti si devono adeguare. Questo è successo anche con la riforma del codice penale, ne abbiamo discusso ampiamente, sfortunatamente la stampa è venuta a conoscenza di alcuni dettagli prima che la discussione fosse finita. E la discussione proseguirà. Ma useremo saggezza, questo è uno dei pilastri del nostro partito. Inoltre, porteremo la barra politico del nostro partito verso il centro quanto più possibile. Quantopiù avremo successo in democrazia e in economia, gli estremi si sposteranno verso il centro. Sarà un processo graduale. Inoltre, eviteremo ogni ragione di conflitto: presenteremo pubblicamente leggi o disegni di legge, pronti a ritirarli, riformularli e ripresentarli in caso di obiezioni. Mi sembra una graanzia più che sufficiente per l'opinione pubblica europea o per i politici europei. Ciò significa che la Turchia è pronta ad accettare qualsiasi richiesta o imposizione dall'Europa? La cosa importante è capire cosa chiede Bruxelles, in qualsiasi campo. Quindi dobbiamo spiegarlo ai nostri elettori. Il sostegno pubblico all'adesione è pari al 75%, negli ultimi sondaggi. L'ingresso nell'Unione Europea è la priorità del nostro partito. La cosa più importante è spiegare alla gente cosa ci viene chiesto. Certo, anche la libertà dei nostri valori è importanti: caso per caso, dovremo spiegarli anche all'Europa. L'importante è tenere aperto il dialogo: occorre comprensione reciproca. Cosa chiedete all'Europa, ora? Nel 2002, a Copenhagen, i leader europei affermarono che -se il rapporto della Commissione fosse stato positivo- l'Unione avrebbe avviato i negoziati con la Turchia senza ulteriori ritardi. Noi ora attendiamo dicembre per avere una data di avvio dei negoziati. Ciò non significa un accesso diretto all'Unione. Alcuni leader europei pronosticano 5, 10, 12 anni, a seconda della velocità delle trattative. L'Europa deve dare una mano alla nostra democrazia, come ha fatto in passato con altri Paesi. Quando riceveremo questo aiuto, la Turchia proseguirà sulla strada di una maggiore democrazia e sviluppo economico. MILANO, 29/9/2004 |
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L'esponente dell'AKP Saban Disli | ||||||||||