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INTERVISTA A MATTI VANHANEN | |||||||||||
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NAVA: Un punto fondamentale quando parliamo di energia sono le forniture di gas e petrolio, in questo caso dalla Russia all'Europa. Secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, Vladimir Putin non avrebbe offerto garanzie concrete all'Unione sulle forniture per il prossimo inverno. Un tema che interessa da vicino i cittadini europei. Rischiamo davvero un'altra crisi del gas con la Russia, o non c'è motivo di preoccuparsi?
VANHANEN: Gli inverni freddi sono una delle maggiori ragioni per le quali abbiamo bisogno di una cooperazione più profonda con la Russia. Anche la Russia ha inverni freddi, se non addirittura più freddi dei nostri. Il problema nel settore del gas e dell'elettricità è che Russia ed Europa non hanno -neppure unendo le forze- una produzione sufficiente per far fronte ai giorni più freddi. Per questo la Russia è molto interessata all'Europa: le nostre compagnie potrebbero muoversi a est e investire nel settore energetico russo, per far sì che Mosca possa essere in grado di produrre più energia rispetto a oggi. Questo coprirebbe anche i nostri bisogni energetici, destinati a crescere nel futuro. La maggior parte del problema comunque è estremamente pratica: persino la Russia, nei giorni più freddi, ha maggiore bisogno di energia. "C'è quindi abbastanza energia?", è la domanda a cui dobbiamo rispondere. Dobbiamo cooperare, affinché anche la Russia possa produrre maggiori quantità di energia. Tornando alla domanda iniziale: qual è la sua personale previsione? Rischiamo una nuova crisi del gas questo inverno? Penso che dipenderà dall'inverno e da quanto freddo farà. E' successo lo scorso anno in Finlandia, quando fummo avvertiti che la Russia avrebbe potuto avere problemi a venderci la quantità di gas concordata, poiché nell'area di S. Pietroburgo c'erano problemi molto seri. Ma ce la fecero, in ogni caso. Tuttavia le nostre compagnie energetiche dovettero negoziare le quantità di gas giorno per giorno, cooperando. Dovremmo anche comprendere che pure la popolazione russa vuole elettricità e riscaldamento. Per questo serve cooperazione: noi capiamo i loro problemi tecnici e pratici. La cooperazione sarà probabilmente il modo migliore per garantire le nostre forniture di gas ed elettricità. Ma la risposta base al problema è quella di rafforzare l'efficienza energetica sul fronte russo, investendo nel loro settore, affinché siano in grado di produrre quantità maggiori di energia. Ma Vladimir Putin vi ha dato rassicurazioni sulle forniture? Ha preso impegni concreti su gas e petrolio oppure no? Forse la migliore risposta alla sua domanda sta in questo esempio: la Russia sta attualmente progettando di vendere il gas dell'Artico, dell'area di Stokmanovskaya, all'Europa centrale. Originariamente il piano era diverso: volevano liquefare il gas e venderlo in tutto il mondo. Ma ora intendono inviarlo con gasdotti verso l'Europa Centrale. Nel lungo periodo ciò rappresenta la garanzia che avremo più gas dalla Russia. Ma questo piano richiederà tra i cinque-quindici anni. Nel breve periodo, invece, è un problema tra le compagnie produttrici e distributrici. Ciascuna compagnia energetica deve fare accordi con la controparte russa. Ma sappiamo pure che le infrastrutture russe sono sempre più vecchie, mentre Mosca non investe abbastanza per l'ammodernamento. Se vogliono offrire maggiori garanzie sulle forniture di energia, devono investire di più. Questa è anche un'area dove le compagnie energetiche europee possono trovare una coincidenza di interessi con la Russia: ma prima di procedere a questi investimenti abbiamo bisogno di regole e principi chiari sulla cooperazione. Dovrà essere basata sul mercato, sulla reciprocità, e dovrà garantire alle compagnie russe ed europee gli stessi diritti. Vladimir Putin ha rinviato ancora qualsiasi impegno per la firma della Carta Internazionale sull'Energia. Che significa questo? Le nostre relazioni con la Russia nel settore sono destinate a restare una sorta di partita di scacchi piena di imprevisti, oppure lei stima che un accordo del genere possa venire firmato in futuro? Il premier italiano Romano Prodi stima che una firma russa del protocollo sull'energia potrebbe arrivare già a marzo. In generale sono abbastanza ottimista: la Russia, già lo scorso luglio al G8, accettò di sottoscrivere una dichiarazione contenente gli stessi principi base già presenti nella Carta dell'Energia. Mosca ha quindi detto di poter accettare questi principi: ora dobbiamo però trovare il modo di giungere a un accordo formale tra Europa e Russia. Non sono sicuro che ce la faremo entro marzo, perché le trattative sul nuovo accordo di partnership strategica potrebbero richiedere un po' più di tempo. Ma in ogni caso il mese di marzo sarà molto importante, anche perché al Consiglio Europeo avremo un vero dibattito sull'energia. La Commissione presenterà il primo apporto annuale sulla strategia di politica energetica comunitaria. Che non riguarderà solo la nostra politica estera, ma anche le questioni da affrontare sul fronte nel mercato interno, e ciò che dovrebbero fare i Paesi per sviluppare una maggiore efficienza energetica, investendo anche sulle fonti rinnovabili. In sintesi, questo rapporto dirà ciò che dovremo fare -da parte nostra- per produrre più energia, senza aspettare che siano la Norvegia, la Russia, o l'Algeria a vendercela. |
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Una via di Helsinki (foto Nava) |
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