Allargamento /Atene: Intervista Verheugen
IL COMMISSARIO EUROPEO ALL'ALLARGAMENTO GUENTHER VERHEUGEN, SU CRISI IRACHENA E ALLARGAMENTO ALLA VIGILIA DEL CONSIGLIO EUROPEO DI ATENE

Commissario Verheugen. Iniziamo la nostra intervista dalla crisi irachena. Germania e Francia hanno espresso forti critiche nei confronti delle posizioni filoamericane assunte da alcuni Paesi candidati. Non rischiamo che, in futuro, in un'Europa a 25 membri, la poltica estera comune si riduca a un lontano miraggio?


Questa domanda sottintende due aspetti: uno legato all'attualità e un altro centrato sulle fondamenta dell'architettura europea. Sul piano dell'attualità mi viene da dire: "quale politica estera comune i Paesi candidati dovrebbero rappresentare"? Questi Paesi spesso mi hanno chiesto: "cosa dobbiamo fare"? Io ho sempre risposto: "seguite la linea europea". E loro, giustamente, mi hanno ribattuto: "qual è la linea europea? E' quella franco-tedesca o quella anglo-spagnola"? Quindi mi sembra ingiusto pretendere che i Paesi candidati seguano una posizione europea, quando questa non esiste. Comunque ritengo che -dopo la firma dei Trattati di Adesione all'Unione, in programma ad aprile, questi 10 Paesi saranno sempre più coinvolti nella costruzione della politica comune. L'altro aspetto: l'allargamento a est può contribuire a un approfondimento della politica estera e di sicurezza europea? Io sono convinto che l'allargamento non rappresenti per nulla un ostacolo alla maggiore integrazione europea... al contrario. Ne riceveremo una spinta ulteriore. Sul piano invece di quanto la politica estera europea ne risentirà in termini di rapporti con l'America, io non credo che l'essere antiamericani sia un distintivo di affidabilità agli occhi dell'Unione. Non vedo contraddizioni fra l'essere buoni europei e il coltivare buone relazioni transatlantiche. Il punto fondamentale è se i nuovi Paesi membri si lasceranno coinvolgere in una politica estera comune o no. A questa domanda ho già risposto: "sì".


E' rimasto sorpreso del mancato accordo sulla riunificazione di Cipro?

Chiunque si sia occupato della questione cipriota è rimasto sorpreso, perchè eravamo riusciti a produrre un panorama politico, nel quale forse e per la prima volta, si forniva una possibile soluzione al problema. Eravamo molto vicini, e il fatto che alla fine abbiamo fallito presenta una serie di motivazioni. La prima: la mancanza di disponibilità da parte del leader dei turco-ciprioti a seguire le proposte delle Nazioni Unite. La seconda: il fatto che il nuovo Governo turco non fosse ancora così stabile da prendere in mano la situazione. La mia impressione è che gli stessi militari abbiano fatto in modo che non venisse esercitata la pressione necessaria sulla parte turco cipriota. Io penso però che non siamo arrivati al capolinea: la Turchia si sta preparando all'inizio dei propri negoziati di adesione all'Unione, che desidera con urgenza, e penso che prima o poi, in questo contesto, si tornerà a parlare ragionevolmente della questione cipriota.


La Turchia vi ha accusato di aver fatto alcuni errori nella gestione della questione cipriota...

Non posso dirlo. Se la Turchia avesse veramente voluto, avremmo raggiunto un accordo. Ma non penso abbiamo commesso errori, al contrario. Abbiamo cercato di collegare il processo di pace dell'Onu a quello dell'entrata nell'Unione, per creare una situazione favorevole ai colloqui.


E per quanto riguarda la Turchia, come potrebbe cominciare i negoziati se -a quella data- occuperà formalmente una parte di territorio di un futuro Stato membro?


Se la situazione a Cipro non migliorerà, vedo grosse difficoltà perchè la Commissione prenda una posizione favorevole all'entrata della Turchia nell'Unione.


Un'ultima domanda: fra poco più di un anno la Commissione concluderà il proprio mandato. Ha pensato a una ricandidatura?

Il mio lavoro finirà quando scadrà il mandato di questa Commissione, alla fine del 2004. Per quella data l'attuale round di allargamento sarà concluso. Probabilmente ci troveremo alla quasi conclusione anche delle trattative con Bulgaria e la Romania, e probabilmente saremo sul punto di decidere sulle nostre future relazioni con la Turchia. Dopo, secondo la mia opinione, non ci sarà più bisogno di un Commissario per l'Allargamento. La nuova Commissione Europea sarà organizzata diversamente. Per cui, penso proprio che rimarrò il primo e l'ultimo membro della Commissione Europea responsabile per l'allargamento dell'Unione.

MARZO 2003
Il Commissario Europeo all'Allargamento Guenther Verheugen