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L'EUROPA E L'AMBIENTE: MARGOT WALLSTROM | ||||||||
INTERVISTA A MARGOT WALLSTROM, Commissario Europeo all'Ambiente by Sergio Nava REACH - REGOLAMENTAZIONE PRODOTTI CHIMICI La proposta più importante riguarderà la necessità di colmare il vuoto di informazione sui prodotti chimici che usiamo ogni giorno in Europa e nel mondo. In secondo luogo sposteremo la responsabilità della prova: non saranno più le autorità a provare la pericolosità di certi prodotti chimici, ma saranno le industrie a dover fornire le informazioni; in terzo luogo ci assicureremo che le piccole e medie imprese che usano questi prodotti chimici abbiano tutte le necessarie informazioni al riguardo, e infine ci assicureremo che sia disponibile una maggiore informazione al pubblico. Tutte queste cose ci aiuteranno a esercitare un migliore controllo, eliminando gradualmente o sostituendo le sostanze più pericolose, come quelle cancerogene, e rimpiazzandole con sostanze meno pericolose. Il problema maggiore è trovare un bilanciamento tra la necessità di mantere competitiva l'industria chimica europea e garantire la sicurezza dei cittadini, in materia di salute ed esposizione ai rischi ambientali... Io penso che abbiamo trovato questo bilanciamento: la nostra proposta ha una solida architettura, ha un forte elemento di raccolta di informazioni, e al tempo stesso si indirizza in primo luogo verso i prodotti chimici di grande quantità e le sostanze più pericolose. Certamente tutto questo ha un costo, ma noi proviamo a renderlo efficiente proprio in termini di costi. E ricordate: il sistema che c'è attualmente in vigore è estremamente lento e pesante, e non permette di creare un ambiente innovativo e favorevole alla ricerca e all'ambiente. Dobbiamo fare qualcosa: in dieci anni siamo stati in grado di fare stime di rischio solamente per undici sostanze chimiche... quando ne abbiamo 30mila in uso. KYOTO La Russia si rifiuta di firmare il protocollo di Kyoto. Equivale questo alla fine del protocollo? Preferisco avere fiducia nell'impegno politico e nella promessa russa: Mosca ha detto che ratificherà il protocollo. A Johannesburgh è questo quello che tutti abbiamo capito. In effetti la Russia non ha affermato che non firmerà: hanno detto che è una questione di tempo e di vantaggi economici per la Russia. Hanno tutto da guadagnare dalla firma del protocollo di Kyoto, anche da un punto di vista economico. Noi continuiamo a lavorare a stretto contatto con Mosca per prepararli e preparare l'Europa per una collaborazione con la Russia. Non c'è altra strada all'approccio multilaterale nei confronti del cambiamento climatico. EUROCORPO ANTICATASTROFI Alla fine dell'estate, dopo mesi di devastanti incendi, all'interno della Commissione è nata l'idea di creare una forza di intervento europea per combattere le catastrofi naturali. A che punto è questa proposta? Abbiamo allestito una task force per considerare quali ulteriori tipi di azioni possano essere intraprese dagli Stati membri e a livello comunitario per affrontare i disastri naturali. Una delle riflessioni di questa task force potrebbe essere quella di sviluppare una forza europea, magari composta dalle unità nazionali specializzate già esistenti. Dipende tutto da come sarà possibile finanziare questa forza, dalla sua eventuale sede, e dal tipo di lavoro che dovrà svolgere. Penso che sia una buona idea, e la considereremo sicuramente. Qual è la sua personale opinione al riguardo? Non ho ancora un'opinione precisa, ma penso che possiamo sviluppare questa forza sviluppandola dal centro di reazione che già esiste: dobbiamo assicurarci innanzitutto una formazione coordinata a livello europeo, dovremo poi allargare il nostro network, rendendo immediatamente disponibili gli esperti necessari per il tipo di disastro che occorre affrontare. Occorrerà infine evitare di creare un mostro burocratico, dovremo essere efficienti. ITALIA DIRETTIVE AMBIENTALI Infine l'Italia: qual è l'atteggiamento del nostro Paese in materi ambientale? L'atteggiamento generale da parte dell'Italia è sempre stato costruttivo e soddisfacente quando occorreva produrre nuova legislazione. Ma questo atteggiamento diviene meno soddisfacente quando passiamo alla trasposizione delle norme concordate, e ancora meno soddisfacente quando si parla dell'implementazione dei regolamenti e delle direttive in materia ambientale. La mia impressione è che l'Italia abbia cominciato a prendersi cura dell'ambiente molto più tardi degli altri Paesi europei. Negli anni '90 la tendenza si è invertita in positivo, ma ora il trend ha nuovamente rallentato. Nel settore della qualità dell'aria e anche in altri settori la performance italiana in materia di infrazioni è abbastanza negativa. Insieme alla Grecia, l'Italia registra il maggior numero di casi di infrazione aperti. 9 ottobre 2003 |
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