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RICHARD STRAUSS, STEFAN ZWEIG

Vuole essere il mio Shakespeare?
Lettere 1931-1936

Archinto Editore 2009

Nel 1957 l'editore Fisher, sotto il titolo di BRIEFWCHSEL (scambio di lettere) pubblicò la corrispondenza intercorsa fra Stefan Zweig e Richard Strauss fra il 1931 ed il 1936.

Roberto di Vanni ha appena curato una nuova edizione italiana della raccolta, arricchendola con ulteriori lettere, telegrammi, altro materiale, nonché una ricca prefazione.

Come avrà intuito chi sta leggendo queste righe, non trattasi di un romanzo epistolare, ma di autentici messaggi che Zweig e Strauss si scambiarono quando quello era il tipico modo per comunicare a distanza.

Fisicamente distavano duecento chilometri l'uno dall'altro: Strauss scriveva essenzialmente da Garmisch, Zweig rispondeva da Salisburgo.

Alcune di queste lettere contengono ampie riflessioni, altre non sono che semplici comunicazioni: se fossimo al giorno d'oggi, i due avrebbero certamente prediletto l'e-mail per conferire e per scambiarsi quel tipo di rapide informazioni pratiche. Ma proprio perché trattasi di autentici messaggi, la raccolta diviene interessante.

Ed infatti, a parte la gran quantità di dati e di spunti che possiamo attingere da quelle lettere, il lettore coglierà i toni eleganti, ancorchè non formali, con i quali i due interloquiscono.

Il legame fra Zweig e Strauss nasce da un comune denominatore: la grande figura di Hugo von Hofmannsthal.

Questi, era venuto a mancare nel 1929, cioè a dire due anni prima che iniziasse quello scambio epistolare.

Von Hofmannsthal, noto scrittore e drammaturgo, grande amico di Zweig, era il librettista di Strauss.

Il sodalizio fra Strauss e von Hofmannsthal, era nato vent'anni prima, con l'Elettra. L'amicizia fra Zweig e von Hofmannsthal, invece, era ancor più antica.

Zweig, che nutriva per von Hofmannsthal un'immensa stima, al fine di sottolinearne la grandezza racconta, nella sua autobiografia, quest'episodio:

quando il comune amico Arthur Schnitzler lo aveva incontrato per la prima volta, von Hofmannsthal era solo un ragazzino timido coi calzoni corti.

Il giovane era stato invitato dal "Gruppo Vienna" per leggere una sua breve pièce teatrale. Gli astanti erano prevenuti, ritenendo che avrebbero ascoltato il solito lavoro da studente.

Von Hofmannsthal cominciò a leggere e "dopo alcuni minuti", racconterà Schnitzler, "ci facemmo attenti e cominciammo a scambiarci sguardi stupiti, quasi atterriti. Non avevamo mai udito da un vivente versi di tale perfezione, di tale plasticità impeccabile,...". 

Dopo la morte di von Hofmannsthal, Zweig riuscì ad ereditarne il ruolo nei confronti di Strauss. Ruolo assai prestigioso, a cui persino il nostro D'Annunzio, a quanto pare, aveva in passato ambito (ancorché l'editore Sonzogno lo abbia poi smentito).

E Strauss, nel riporre fiducia in Zweig, seppe veder bene. Il delizioso libretto della "Donna Silenziosa", opera comica i tre atti, è, infatti, oggigiorno, molto ben considerato anche dalla critica (traduz. italiana di Ottone Schanzer, Sonzogno, 1936).

Ma poco prima che l'opera andasse in scena a Dresda, nel '35, le autorità posero un problema: Zweig era ebreo.

Della questione volle addirittura occuparsi Hitler personalmente. Il Führer lesse i tre atti del libretto e, quindi, conferì con i suoi consiglieri; alla fine chiamò Strauss in privato e gli riferì che "in via eccezionale", benché ciò contravvenisse alle leggi del nuovo Reich tedesco, gli permetteva comunque la rappresentazione.

Strauss era fedele al Reich. Non solo aveva accettato la carica di Presidente della Reichsmusikkammer offertagli da Goebbels ma, soprattutto, l'incarico di dirigere a Bayeruth, cittadina della Baviera assurta a grande Tempio del Nazismo. Ruolo, quest'ultimo, che personaggi come A. Toscanini o B. Walter non avevano voluto, o potuto, assumere per quel che avrebbe significato.

Non di meno, a due giorni dalla Prima assoluta, Strauss venne a saper che il nome di Zweig sarebbe stato rimosso dalle locandine.

Il compositore protestò energicamente e quel provvedimento venne revocato. Non senza ritorsioni.

Cosicchè, nonostante si trattasse d'un importante ed assai atteso evento, le Autorità, Hitler e Goebbels in testa, disertarono la rappresentazione (in via ufficiale, un temporale avrebbe loro impedito di decollare da Amburgo) ed alla "Prima" piovve una grandine di fischi preorganizzati. Dopo appena tre repliche, "Die Schweigsame Frau" venne cancellata dal programma e dalla intera vita musicale tedesca. Ma v'è di più.

La Gestapo aveva intercettato la lettera con la quale Strauss si sfogava con lo scrittore austriaco: scriveva Strauss che per lui esistevano solo le "persone con talento e quelle senza talento" e che non gli importava se fossero  poi "cinesi, bavaresi o neozelandesi".

Strauss venne a sapere di quella intercettazione e s'offese a morte.

Il musicista scrisse, a quel punto, una lettera al Governo  (inserita nell'Appendice del volume curato da R. Di Vanni) e si dimise dalla carica di Presidente della Reichsmusikkammer.

Dopo questo episodio Zweig continuò a collaborare con Strauss sotto falso nome.

I libri di Zweig vengono bruciati e, nel 1936, saranno ufficialmente banditi.

Intanto, nel '34, la casa dello scrittore, a Salisburgo, aveva subito una pretestuosa perquisizione da parte della polizia austriaca. Nel mandato si parlava di "sospetta detenzione di armi".

Mancavano ancora quattro anni all'Anschluss. ma la polizia salisburghese ormai, di fatto, agiva sotto pressione diretta della Gestapo.

Salisburgo viveva nell'ombra della vicinissima Monaco.

Zweig intuisce in tempo cosa sarebbe presto accaduto e, nel '34, abbandona definitivamente Salisburgo per recarsi a Londra. La moglie non lo segue.

La lettura di questa raccolta è la cronaca vissuta, in diretta, del dramma degli intellettuali ebrei, come Zweig, durante il Nazismo, nel suo galoppante divenire.

Nel caso di Zweig il dramma risalta ancor più per il contrasto col suo parallelo successo. In quegli anni, lo ricordiamo, Zweig era celebre. I suoi libri erano i best seller del tempo.  Nel '35 la sua biografia di Maria Stuarda rimase per mesi in vetta alle classifiche dei libri più venduti in Europa come negli USA.

Dopo la caduta del Nazismo "Die Schweigsame" tornerà per la prima volta sulle scene il 23 novembre 1946, proprio nella città di Dresda.

O meglio, in quel che restava della bellissima Dresda, essendo stata la città completamente rasa al suolo dagli Alleati nel febbraio dell'anno precedente.

Il nome di Zweig era lì, sulla locandina.

Ma lo scrittore austriaco era morto suicida a Petropolis, in Brasile, quattro anni prima.

Giuseppe Fallica, 30.3.2009


Segnalo altre raccolte di lettere dello scrittore austriaco, ancorchè non reperibili nella traduzione italiana:
Stefan Zweig - Friderike Zweig. Briefwechsel 1912-1942 Bern 1951.
Unbekannte Briefe aus der Emigration an eine Freundin, Hrsg. Gisella Selden-Goth (Lettere sconosciute dall'esilio ad un'amica) Wien - Stuttgart - Basel 1964.
Maxim Gorki - Stefan Zweig. Briefwechsel, Hrsg. K. Böttcher Leipzig 1973 Francoforte 1974
Stefan Zweig-Joseph Gregor: correspondance 1921-1938 edited by Kenneth Birkin Dunedin - 1991
Briefe an Freunde (Lettere agli amici) a cura di R. Friedental 1978

La villa in cui risiedeva Strauss a Garmish

La villa in cui risiedeva Zweig a Salisburgo