Berlusconi e la Turchia

Nell'Ulivo la politica filoturca è stata sostenuta dai vari leader (più per paura che per entusiasmo) che si sono succeduti nell'ultimo decennio, invece nel Polo la politica filoturca è dettata dall'entusiasmo berlusconiano (e dal desiderio di compiacere gli U.S.A.), più che dai suoi alleati. Quindi qui si parla di Berlusconi.

Povero Silvio Berlusconi, invece di appoggiare la politica agricola italiana (come avrebbe dovuto fare), si è perso dietro le "cose turche". Ha promesso al Segretario del partito islamico vincitore delle elezioni turche (che però non guiderà il nuovo governo turco perchè condannato per incitazione all'odio religioso. Ma che ingiustizia!) di appoggiare l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea. Anzi, appena arrivato a Copenaghen ha detto che sarebbe stato il più grande avvocato della Turchia. A parte il fatto che c'erano alcune questioni di politica agricola da discutere e se ne è dimenticato (ma chi ti ha eletto gli italiani o i turchi?), bisogna fargli i complimenti per le sue capacità di avvocato. Una sconfitta totale.
Ha detto che al massimo entro il gennaio del 2004 sarebbero iniziati i colloqui per l'ingresso turco, opponendosi a Germania e Francia che parlavano del 2005. Bene, alla fine dei colloqui anche i paesi moderati si sono schierati con Germania e Francia (frutto dell'aggressività della delegazione turca e della pesantissima ingerenza americana, come hanno detto i giornali, o delle "capacità" berlusconiane?): nel dicembre 2004 una commissione valuterà la situazione turca e, se conforme agli standard europei, nel 2005 verrà stabilita una data per l'inizio dei colloqui. Attenzione, non è che nel 2005 sia certo che inizieranno i colloqui, verrà stabilita la data! Altro che inizio dei colloqui nel gennaio 2004 come garantito da Berlusconi.

Ma perché Berlusconi vuole a tutti i costi la Turchia nell'U.E.? Gliel'ha ordinato il medico? No, gli U.S.A.
Gli americani è un po' che vogliono i turchi nell'U.E., per legare la Turchia all'Occidente e per meglio controllare l'U.E. dall'interno (e influenzarne le decisioni). Per questo da parecchi anni fanno forti pressioni in tal senso e questa volta le pressioni sono state tanto forti da provocare la reazione negative di vari esponenti dei governi europei. Alla fine Bush (che aveva promesso alla Turchia l'ingresso nel NAFTA in caso di bocciatura europea) ha ottenuto che tutti - anche i fedelissimi inglesi - si schierassero con Germania e Francia. Ovviamente escluso Berlusconi, che non capisce la differenza tra l'essere alleati e l'essere servi.
Berlusconi ha già dimostrato una notevole scarsità come storico e geopolitico, perché non lascia fare al ministro degli esteri? In Italia il Presidente del Consiglio che dice che i fondatori di Roma furono "Romolo e... Remolo", può anche far sorridere (... insomma), ma all'estero no.

Caro Silvio, siamo molto felici che tanto ti batti per i turchi (tanto da dimenticare i nostri agricoltori), hai ragione a spingere la Turchia: è una vergogna che la Turchia rimanga fuori dall'Unione Europea, dopo tutto ciò che i turchi hanno fatto per la storia europea (vedi distruzione dell'Impero Bizantino, battaglia di Lepanto, due assedi di Vienna, ecc.) e per la cultura e civiltà europea (vedi saccheggio e distruzione di chiese, monasteri cristiani e monumenti greco-romani nell'Europa centro-orientale e insulare - come a Cipro negli ultimi 28 anni) e per gli europei (stragi di Greci, Bulgari, Serbi, Ungheresi, Rumeni, Ciprioti, ecc. insomma di tutti quelli che hanno avuto la gioia di conoscerli da vicino). Non c'è dubbio, senza i turchi l'Europa sarebbe stata sicuramente diversa.

Non ti preoccupare di chi ti critica, anche il governo dell'Ulivo si era mostrato molto favorevole alla Turchia nell'U.E. Infatti nel 1997 l'allora governo di centro-sinistra non aveva voluto minimamente offendere la Turchia (paura o calcolo?) - disobbedendo alle risoluzioni dell'U.E. del 1987 - e non volle stabilire una data per ricordare i crimini contro l'umanità commessi dai turchi nel XX secolo (Ma allora non sarebbe il caso di non parlare più dei Lager nazisti per non offendere la Germania? Lo diceva anche il presidente croato Tudjiman, che l'U.E. appoggiava contro i Serbi.). E quando Ocalan, capo dei kurdi del PKK, era arrivato in Italia e aveva chiesto asilo politico, il Presidente del Consiglio D'Alema aveva fatto in modo di cacciarlo prima che l'asilo politico gli venisse concesso (come infatti è avvenuto) e la Turchia si incazzasse.

Di una cosa, però, c'è da sperare: caro Berlusconi devi essere ben chiaro con coloro che ancora credono che l'U.E. sia un'unione di popoli europei. Non è vero: l'U.E. è un'associazione di industriali.

Dire che la Turchia sarebbe l'unico paese asiatico in mezzo a nazioni europee; che sarebbe l'unico paese islamico in mezzo a nazioni cristiane; che sarebbe l'unico paese di lingua, cultura e tradizioni altaiche (come i mongoli) in mezzo a nazioni di lingua, cultura e tradizioni indo-europee e che quindi sarebbe un elemento disgregante per l'U.E., avrebbe senso soltanto se l'U.E. fosse un'unione di popoli, ma in realtà è un'associazione di industriali.
A quegli antipatici dei tedeschi e dei francesi, diglielo che la Turchia, per la sua comune origine altaica con i popoli centro-asiatici (Uzbechi, Kirghizi, Turkmeni, Kazachi, Uiguri, Tatari, ecc.) e non (Azeri, Iacuti, ecc.), garantirà all'U.E. l'accesso ai ricchissimi giacimenti di petrolio e gas naturale dell'Asia centrale, fornendo inoltre un enorme bacino per i prodotti dell'industria europea. Non solo, la Turchia ha una legislazione molto arretrata in tema di tutela dei lavoratori e dell'ambiente (la metà delle pericolose petroliere a scafo singolo sono turche, ad esempio), quindi le industrie europee potranno spostarsi in Turchia (in realtà molte lo hanno già fatto) dove troveranno manodopera a basso costo e nessun controllo.

Quindi, caro Presidente Berlusconi, grazie di cuore.
Cordialmente tuo, Carcarlo Pravettoni.