La Turchia e lo scontro delle civiltà.


Samuel P. Huntington è docente all'Università di Harvard, è il presidente della "Harvard Academy for International and Area Studies" e dirige il "John T. Olin Institute for Strategic Studies".

È autore di diversi studi sintetizzati nel libro "Lo scontro delle civiltà", da tale libro (edito da Garzanti, euro 12,91) traggo alcuni brani riguardanti in particolare la Turchia e il suo rapporto con l'Unione Europea.
Come sempre accade, estraendo un particolare dal contesto, il rischio è di dare un'idea falsata. Questo è tanto più vero quando, come in questo caso, si prendono poche frasi da un testo di circa 500 pagine. Ovviamente cercherò di riportare nel modo migliore il pensiero di Huntington sulla Turchia e sul suo ingresso in Europa, spero che a ciò segua la lettura dell'intero libro che, ricordo, non tratta esclusivamente della Turchia, ma del nuovo ordine mondiale.

Per rendere maggiormente chiaro il testo, ho arbitrariamente diviso le citazioni in due categorie: Turchia e Unione Europea; Turchia e Islam.
Le citazioni dal testo di Huntington sono del solito colore accompagnate dal riferimento alla pagina, mentre così sono i miei commenti al testo.

Turchia e Unione Europea

La generale incapacità della democrazia liberale di attecchire nelle società musulmane, manifestatasi alla fine dell'Ottocento, appare una costante in tutto il secolo successivo. Tale incapacità trova almeno in parte spiegazione nella natura inospitale della cultura e della società islamica per i principî liberalistici occidentali. (pag. 163)

L'Iran vanta per certi aspetti uno dei regimi più democratici del mondo islamico. (pag. 289)

Se l'Iran è uno dei regimi più democratici del mondo islamico, figuriamoci la Turchia.

Le potenze europee fanno chiaramente intendere di non desiderare l'ingresso nell'Unione europea di uno stato musulmano, la Turchia, e non appaiono per nulla contenti di ritrovarsi un secondo stato musulmano, la Bosnia, nel continente europeo. (pag. 178)

Su pressione statunitense, l'Unione europea ha negoziato con la Turchia un'unione doganale, ma l'ammissione a pieno titolo nella comunità resta una possibilità dubbia e remota. (pag. 209)

I paesi europei non volevano trovarsi di fronte all'eventualità di dover aprire i propri confini all'immigrazione di un paese di sessanta milioni di musulmani e con un altissimo tasso di disoccupazione. Ma, più ancora, ritenevano che i turchi non appartenessero culturalmente all'Europa. (ibidem)

I funzionari europei, da parte loro, concordavano sul fatto che l'Unione europea fosse un «club di cristiani» e che «la Turchia è troppo povera, troppo popolosa, troppo musulmana, troppo rigida, troppo diversa culturalmente, troppo tutto». [...] «L'Occidente ritiene che in Europa non ci sia posto per una Turchia musulmana». (pag. 210)

Nel decidere l'ammissione all'Ue, la preferenza va ovviamente agli stati che fanno culturalmente parte dell'Occidente. (pag. 232)

L'ingresso della Turchia nell'Unione europea appare problematico e improbabile, mentre la sua adesione alla Nato è stata contestata dal Partito del Benessere. (pag. 234)

La Grecia ha sviluppato una comunanza di interessi con la Russia contro il nemico comune, la Turchia. [...] i ciprioti greci hanno accolto a braccia aperte sull'isola sia i russi sia i serbi. [...] La Grecia ha anche studiato insieme alla Russia la possibilità di far giungere il petrolio dal Caucaso e dall'Asia centrale fino al Mediterraneo attraverso un oleodotto bulgaro-greco che aggiri la Turchia e altri paesi musulmani. (pag. 235)

Ecco uno dei motivi che porteranno nel 2007 all'entrata nell'U.E. di Bulgaria e Romania. Anche se le loro economie sono disastrate al pari di quella turca, con un oleodotto tutto in territorio europeo non si dovrà sottostare alla Turchia e ai suoi ricatti per il fabbisogno energetico dell'Unione Europea..

Vi sono anche altri paesi resisi colpevoli di omicidio e che restano impuniti: Turchia, Indonesia, Colombia e Algeria non hanno subito critiche di nessun tipo. In questo modo, la commissione [Commissione dell'ONU per i Diritti Umani, n.d.r.] aiuta di fatto i governi che praticano la tortura e l'omicidio di massa. (pag. 285)

Se non fosse chiaro: la Turchia pratica la tortura e l'omicidio di massa.

Turchia e Islam

Nel 1969 i leader dell'Arabia Saudita organizzarono, in collaborazione con quelli di Pakistan, Marocco, Iran, Tunisia e Turchia, il primo summit islamico a Rabat, da cui prese vita l'Organizzazione della Conferenza Islamica (OCI), [...] I governi cristiani, ortodossi, buddisti o induisti non hanno organizzazioni internazionali il cui criterio di ammissione è la religione. (pag. 256)

Sarebbe bello vedere le reazioni dei soliti "progressisti" se nascesse un'Organizzazione delle Nazioni Cristiane: urlerebbero sicuramente che siamo dei razzisti.

La Turchia ad esempio ha vissuto uno scontro assai aspro tra la vecchia generazione di donne laiche e quella delle loro figlie e nipoti, seguaci dei precetti islamici. (pag. 160)

Di fronte alla marea montante dell'Islam, i governanti turchi hanno tentato di adottare costumi islamici e di guadagnarsi il sostegno dei fondamentalisti. [...] il governo ha in pratica concesso alle studentesse di indossare il tradizionale velo islamico, settant'anni dopo che Ataturk vietò il fez. [...] La rinascita dell'Islam ha mutato il carattere della politica turca. [...] I maggiori partiti politici avvertono sempre più la necessità di cercare sostegno elettorale tra le risuscitate tarika musulmane. [...] Sia nei Balcani sia in Asia centrale e in Medio Oriente, la politica estera turca è andata sempre più islamizzandosi. (pag. 212-214)

Infine, la Turchia possiede la storia, la popolazione, il livello medio di sviluppo economico, la coesione nazionale, la tradizione e la competenza militare necessari a fungere da stato guida dell'Islam. [...] Tra i paesi musulmani, la Turchia è l'unica che possa vantare profondi legami storici con i Musulmani dei Balcani, del Medio Oriente, del Nord Africa e dell'Asia centrale. (pag. 260)

La Turchia è il leader ideale del mondo islamico, con rapporti con tutti gli ambiti islamici: balcanici, caucasici, africani e asiatici. Ha la storia dalla sua parte come massimo nemico del mondo occidentale e cristiano, è un paese popoloso ed è una potenza militare. La maggiore potenza militare del mondo islamico (anche se non ha l'atomica come il Pakistan, che però manca delle altre qualità).
La Turchia non accetterà di essere l'ultima ruota del carro europeo (diversa in tutto dagli altri membri), potendo essere il leader del mondo islamico, questo ne fa un pericolo per l'Unione Europea nel caso della sua adesione. I turchi lo sanno e si stanno islamizzando sempre più.

Il 18 aprile 1994 duemila persone scesero in piazza a Sarajevo sventolando le bandiere dell'Arabia Saudita e della Turchia. (pag.13)

Nel conflitto jugoslavo, la Russia ha offerto appoggio diplomatico ai serbi, mentre Arabia Saudita, Turchia, Iran e Libia hanno fornito armi e denaro ai bosniaci, il tutto non per ragioni ideologiche, strategie di potere o interessi economici, ma per motivi di affinità culturale. (pag. 17)

In Turchia e Pakistan esponenti militari di primo piano denunciarono esplicitamente l'allineamento dei propri governi con la coalizione [cioè la coalizione occidentale anti-saddam, n.d.r.] (pag. 371)

Nel gennaio del 1993, inoltre, i governi arabi più la Turchia si opposero agli attacchi aerei sull'Iraq. [...] la reazione internazionale si divise in campi che rispecchiavano le rispettive civiltà di appartenenza. (pag. 373)

Ecco l'affidabilità turca di fronte al dilemma stare con gli alleati occidentali (NATO) o con i fratelli musulmani (Umma = comunità islamica).

Nel gennaio del 1996, la guerra [russo-cecena, n.d.r.] si allargò alla Turchia. L'opinione pubblica turca salutò con una certa simpatia la cattura di una nave russa e relativi ostaggi... (pag. 413-414)

Semplificando: la rivolta cecena, stroncata brutalmente dai russi, in realtà conta su pochissimi uomini, tutti reduci dall'Afganistan. Costoro sono finanziati dall'Arabia Saudita (essendo musulmani wahabiti come i sauditi e i talebani) e dalla Turchia, che vorrebbe controllare gli oleodotti caucasici. La popolazione cecena (musulmani sunniti) non li appoggia e ha eletto un governo filo-russo. I ceceni non amano i russi, ma sotto i wahabiti starebbero peggio (come gli afgani sotto i talebani).
L'opinione pubblica turca appoggia i terroristi ceceni perché uccidono i cristiani e perché fanno il gioco della Grande Turchia.