Gli U.S.A., Israele e la Turchia.


Una premessa è necessaria, a togliere ogni dubbio a chi spera o teme un qualche parallelo tra Israele e Turchia.
Israele è uno Stato profondamente democratico, anzi è l'unico Stato democratico del Vicino Oriente (= zona tra le coste asiatiche del Mediterraneo e il Golfo Persico). Israele non è neppur lontanamente paragonabile alla Turchia, ne i Palestinesi agli Armeni o ai Kurdi.
Le stragi peggiori contro i palestinesi sono state compiute da altri arabi (non dagli israeliani):
1) la strage del "Settembre Nero", in assoluto la peggiore, fu compiuta dall'esercito giordano per reprimere il tentato colpo di Stato contro la monarchia compiuto dai palestinesi "ospiti" in Giordania dopo la guerra del 1967;
2) la strage di Sabra e Shatila fu compiuta dai libanesi delle milizie maronite. Il ricco Libano, la "Svizzera d'Oriente", aveva un delicatissimo equilibrio politico tra le componenti etnico-religiose interne: Drusi, Maroniti, Sunniti e Sci'iti. I palestinesi, "ospiti" in Libano come prima in Giordania, avevano appoggiato militarmente una delle parti, i Sunniti, di fatto rompendo l'equilibrio e facendo scoppiare la guerra civile. Inoltre avevano compiuto direttamente degli attentati contro i leader delle altre comunità, uccidendo il presidente della repubblica libanese (leader dei Maroniti). Per questo i maroniti si vollero vendicare, gli israeliani (alleati dei maroniti) non intervennero, pur essendo vicini e avendo la forza militare per difendere i palestinesi.

Se e quando sono state commesse delle violenze contro i civili palestinesi, e in molti casi sono evidenti, sono state commesse da singoli o da gruppi indipendentemente dallo Stato israeliano e dai suoi vertici e sono state limitate nel tipo e nella quantità. Al contrario dello Stato turco che è l'artefice e il mandante di crimini contro l'umanità.
In Israele esistono comunità etniche e religiose disparate, ognuna di loro è tutelata. I palestinesi cittadini israeliani, come tutti gli altri cittadini israeliani, hanno diritto al voto e hanno i loro rappresentanti in parlamento eletti nelle liste di partiti palestinesi o di partiti multietnici.

Penso che possa bastare, visto che si parla di turchi e non di israeliani, per puntualizzare la radicale differenza tra Israele e la Turchia. Adesso al dunque.

Israele e la Turchia in effetti qualcosa in comune l'hanno: ambedue sono i più fedeli alleati degli U.S.A. nel Mediterraneo e ambedue hanno chiesto l'ingresso nell'Unione Europea.
Per questo motivo gli U.S.A. hanno fatto da padrini all'alleanza militare turco-israeliana del 23/02/1996 (vedi "Limes. Rivista italiana di geopolitica" n.3 del 1999 dal titolo "Turchia-Israele. La nuova alleanza"). Esemplari le manovre navali congiunte U.S.A.-Turchia-Israele nel gennaio 1998. Da allora gli scambi di tecnologia militare (ma anche di prodotti industriali e agricoli), il reciproco utilizzo di basi militari e gli addestramenti comuni sono diventati per Turchia e Israele normale attività.
Fondamentale ricordare che Israele (che controlla le Alture del Golan, tolte alla Siria, ricche di acqua) e la Turchia (che controlla con una serie di dighe l'acqua di Tigri ed Eufrate) controllano insieme il 90% dell'acqua dell'intera regione. Possono quindi distruggere l'economia agricola di un paese limitrofo (tutti arabi e ribelli all'autorità americana), semplicemente chiudendo "i rubinetti" in momenti strategici per le coltivazioni. Senza contare che Turchia e Israele hanno gli arsenali bellici più potenti dell'area (Israele è anche potenza nucleare).
Ovviamente l'asse turco-israeliano è fondamentale per gli U.S.A. che così controllano l'intera area, quindi è naturale che gli U.S.A. facciano pressioni, in modo anche fastidioso e asfissiante, sull'Unione Europea perché accetti i suoi due fedeli alleati asiatici. In tal modo non solo terrà legati all'Occidente i turchi (gli israeliani non hanno molte alternative), ma controllerà anche l'attività dell'U.E. dall'interno, in modo che non sia troppo in contrasto con gli interessi americani, soprattutto in campo economico.
Gianni Riotta nel suo articolo su "Sette" (supplemento del Corriere della Sera di giovedì 19/12/2002) intervista il geopolitico americano Charles Kupchan che dice: "l'U.E. sta diventando troppo forte", "sarà proprio l'Europa il prossimo avversario degli Usa" e, parlando di Saddam, aggiunge che "il vero nemico è l'Europa".

Capito Berlusconi? Se spingi la Turchia per far contenti gli U.S.A., danneggi l'Unione Europea. Da che parte stai?