Capitolo 62: Il traditore si rivela

 

“Dov’è?”, tuonava in quel momento Marut, che di scatto si era voltato nel sentire una voce bestiale urlare, maledicendo Odisseus, “L’essere che ha tradito l’Eccelso Rahama si presenti a noi se ha onore”, ringhiò il Guerriero del Tai, privo della sua proverbiale calma, mentre con lo sguardo scorreva fra i Senku presenti intorno al Navigatore.

“Eccolo!”, esclamò Odisseus, scorgendo gli occhi rossi, che male si confondevano adesso nella folla, “Lui?”, domandò sorpreso Marut, “Non può essere”, balbettò a quel punto Awr’ien, sbalordita dall’identità del loro nemico.

 

Nella foresta sottostante, nell’ampia torre rossa in cui si stava svolgendo la prova, tutti e sei gli Arvenauti si fermarono, “Ma cosa starà succedendo?”, si chiese Acteon, alzando velocemente il capo, “Mi sembra ovvio”, replicò Shura, che ancora viveva, fermo vicino ad Iason, al suolo ferito.

“Che cosa è ovvio, Jinma? Tu sai chi è il nostro nemico?”, tuonò Argos, “No, stupido, ma mi pare chiaro che non si tratterà di certo di un semplice Senku, poiché siamo stati scelti noi sei, i Jinma più pericolosi e sanguinari dell’intero regno di Tenkia, pensi forse che sarebbe stata una prova meno equa con degli esseri meno terrificanti? No, anzi lo sarebbe stato di più, poiché non sareste dovuti arrivare fin qui feriti come siete adesso”, rispose Shura, “ne vedere il vostro compagno morire”, concluse voltandosi verso Iason.

L’Arvenauta si era però già mosso, appoggiandosi sulla mano ancora illesa e sollevandosi su questa, così da colpire Shura con un possente calcio, che conficcò nel cranio del nemico lo stesso chiodo che aveva ferito il Guerriero.

Il Jinma non ebbe il tempo di replicare o colpire, cadde al suolo, morto, senza più vita nel corpo.

“Non ci servivano notizie date solo da supposizioni, quindi è meglio completare la prova”, sentenziò Iason, cadendo rovinosamente al suolo.

Subito gli altri cinque si avvicinarono al compagno, “Sei stato bravo, ragazzo, hai saputo abbattere il nemico nonostante le gravi ferite, complimenti, abbiamo vinto questa prova”, si congratulò Atanos, sollevando il corpo di Iason, “Ma il pericolo più grande ora lo sta correndo Odisseus, sopra le nostre teste”, osservò Pandora, guardando verso l’alto.

“Argos, tu vedi qualcosa?”, domandò a quel punto Acteon, “Si, vedo il Navigatore, i due Guardiani e diversi soldati disporsi intorno ad un’unica figura, un nemico certamente, che è coperto da qualcosa, un abito sembrerebbe…”, balbettò il Guardiano prima di fermarsi, “Che succede?”, domandò allora Iason, “Ho appena scoperto chi è il traditore e posso dirvi che è una delle Nove Teste dell’Idra”, concluse titubante l’ex semidio. “un’Idra molto pericolosa, poiché non riesco a vedere oltre la sua pelle”, continuò dopo qualche secondo Argos, “Che intendi dire?”, domandò allora Atanos, “Di norma riesco ad attraversare pelle ed ossa con lo sguardo, se voglio, ma con lui non vi riesco e questo vuol dire che al di sotto della pelle le sue ossa possono essere di un solo materiale”, spiegò con voce titubante il Guardiano, “Quale?”, incalzò Acteon, “Il Tomatos, lo stesso con cui è stato ferito Iason”, concluse l’ex semidio, indicando le ferite del Guerriero.

Solo allora tutti si accorsero della strana forma di quei chiodi, “Questi sembrano”, balbettò Acteon, avvicinandosi, “non sembrano”, si corresse poi, “sono ossa di metallo”, concluse il Cacciatore sbalordito. “Ossa di Tomatos, deve essere incredibilmente resistente questa nuova Testa dell’Idra, molto più pericolosa di Gyst”, osservò allora Argos, che teneva sempre il capo sollevato per osservare l’evolversi della situazione.

“Una sola cosa non ci hai detto, Guardiano”, sussurrò con voce cupa Eracles, il cui comportamento era più silenzioso e triste del normale per ragioni che solo Atanos e Pandora capivano, “chi è questo nemico appena apparso?”, domandò il figlio di Urros, alzando anch’egli il volto rigato dalle lacrime.

 

I diversi Senku si erano allontanati dal nuovo nemico appena rivelatosi fra loro, “Voi? Come potete averlo fatto, celeste signore?”, domandarono alcuni, sbalorditi dall’identità del nemico, “Come hai potuto fra questo a noi?”, incalzò il fratello di Rahama, “Come ho potuto fare questo a voi, fratello? Voi chi? Tu e l’esercito? Tu e Rahama? O solo tu, idiota megalomane?”, tuonò l’altro fratello dell’Eccelso Rahama, mentre i suoi occhi riprendevano il normale colore.

“Non usa più il plurale parlando di se”, osservò allora Awr’ien, che si era schierata in prima fila, con Marut ed Odisseus, “No, giovane donna, non ne ho più bisogno. Questa era solo una fissazione di mio fratello, quel fallito megalomane, ma io adesso sono più potente di lui”, tuonò il nemico, indicando Smartash, “Io sono una delle Nove Teste dell’Idra, sono Anirva, l’Invincibile”, concluse, strappando via il lungo abito bianco che copriva il corpo, corpo che subito iniziò a mutare.

Dalle spalle la pelle iniziò a strapparsi, lasciando fuoriuscire delle sottili scaglie metalliche, scaglie grigie che lentamente si disposero sulle spalle, raggiungendo quasi gli avambracci ed il collo per quanto si espansero, strappando lembi di carne. Subito dopo, vicino ai polsi, spuntarono dei lunghi aculei, usciti da sotto la pelle, anch’essi dello stesso metallo e tanto lunghi da raggiungere quasi le dita delle mani, sia dal lato del palmo che dall’altro, medesima cosa accadde intorno alle ginocchia.

Altre scaglie apparvero sul petto, disponendosi intorno all’addome, mentre sul collo apparve, fuoriuscendo dalla pelle un medaglione, lo stesso che già Argos e gli altri Arvenauti, escluso Odisseus, avevano visto a Ten-Lah, rappresentante un’oscura Idra con Nove Teste.

Subito dopo dalle spalle di Anirva provenne un rumore, rumore che esplose acuto quando due ali sottili di metallo si aprirono sulle sue scapole, scendendo poi leggiadre e maestose lungo le braccia, simili a quelle di un mostruoso pipistrello metallico.

Fu infine il volto a cambiare: la mascella si fece acuminata, circondata da piccoli aculei simili ad una barba d’argento, i canini furono coperti da altri, di metallo, appuntiti e taglienti, che si mostrarono mostruosi nella bocca della passata divinità, gli zigomi sembravano quasi voler uscire fuori del volto, tanto la pelle era stirata dalla loro pressione su di essa, mentre sulla fronte si aprì un piccolo foro metallico, che rigettò la gemma, sostituendola con un ovale di metallo, generato dalla pelle, furono poi i capelli dell’ex divinità a spostarsi, ora dispersi da quattro gigantesche corna che si aprirono sul capo dell’essere, mostrandone l’oscura e malefica natura.

“Inchinatevi dinanzi al potente Anirva, l’Idra Indistruttibile, colui che portò alla morte di Rahama”, esclamò soddisfatto l’oscuro nemico.

“Maledetto!”, tuonò allora Marut, lanciandosi contro il traditore.

Il Guardiano del Tai scattò con una velocità senza pari, roteò il bastone con i sonagli nella mano, scagliandolo con la potenza di un tornado contro il braccio destro del nemico, ma l’ala si alzò a copertura dell’arto, frantumando in mille pezzi il lungo bastone.

Anirva lo bloccò subito alla gola con l’altro braccio libero, “Stupido monco sfregiato, cosa pensi di fare contro di me? Io sono una delle Nove Teste dell’Idra, furono i miei confratelli ad uccidere Rahama, la divinità che tu tanto amavi”, lo ammonì il terribile nemico, con un sorriso beffardo sul volto.

“L’Eccelso Rahama era tuo fratello e lo hai fatto morire”, ringhiò Marut, la cui voce era troncata dalla presa nemica, “Si, è vero, e vuoi sapere com’è andata?”, domandò beffardo Anirva, mentre gli occhi spiritati osservavano il volto segnato dell’interlocutore, “ebbene vi racconterò ciò che successe dopo che Marut svenne”, urlò la Testa dell’Idra, sollevando il corpo del Guardiano con la forza del solo braccio sinistro.

 

“Quando Marut cadde, colpito al volto dalla falce di uno dei Cavalieri, vidi Rahama restare da solo contro i quattro ed i due uomini incappucciati che li conducevano. << Fatevi pure avanti tutti assieme, tanto so già quale fine mi ha dato il destino, so bene che cadrò oggi perché qualcuno mi ha tradito, non è vero, fratello Anirva? >> domandò all’improvviso il vostro Eccelso signore, sbalordendo anche me con le sue estreme doti di chiaroveggenza, << Sei acuto, signore dell’Est >>, si congratulò uno dei due individui incappucciati, gli stessi con cui avevo fatto un accordo, << Anirva, mostrati >>, mi ordinò poi costui, prima che uscissi dinanzi a quei sette individui.

<< So già il motivo per cui hai scelto di seguire costoro, fratello, ma lo stesso vogliono chiederti di ripensarci, non per me, ma per il popolo che tanto ti ama e per la tua stessa anima celeste, che stai per sporcare con la più oscura delle macchie>>, mi ammonì subito Rahama, prima che un possente movimento del più alto dei due incappucciati non lo gettasse in ginocchio, dolorante, << Taci, divinità inferiore, tuo fratello ha scelto di stare con coloro che vinceranno, poiché anche tu sai che sarà così. Il nostro Signore ha adesso i Tre Tesori celesti, quindi potrà governare su tutto con la loro forza>> spiegò quell’essere dalla voce oscura, che trasmetteva persino a me un estremo terrore per l’alone di odio e morte che lo circondava.

<< Dunque era vero ciò che avevo percepito>>, esordì poi Rahama, restando in ginocchio, << Egli ha i Tre Tesori e vuole eliminare ciò che resta dei medesimi poteri, per questo attacca per primi noi, la Triade di Tenkia, perché eliminando me, che ho la Chiaroveggenza, e prendendo con se Anirva, che ha la dote della Cura, potrà rendere inutile il potere offensivo di Smartash e poi a cosa punterà? A distruggere gli altri dei?>>, domandò il vostro Eccelso Signore, << Si, ma senza fretta, prima ricreeremo le Nove Teste e richiameremo i nostri eserciti>>, rispose l’altro, voltandosi poi verso il secondo incappucciato, <<Confratello, costui è tuo>>, sentenziò, allontanandosi.

Il secondo avanzò di qualche passo, poi guardò i quattro che avevano abbattuto questo monco ed urlò: << Cavalieri, disponetevi a croce, che costui non possa tentare la fuga>>, ordinò, subito seguito da quelli che capì essere i suoi servitori.

Estrasse una spada quella figura oscura, una lunga lama argentea che finiva in un’impugnatura color rosso rubino con uno smeraldo al centro dell’elsa, << Se la vuoi fare più facile, Rahama, abbassa il collo, così ti decapiti in un singolo colpo>>, suggerì beffardo, ma il mio defunto ex fratello era troppo orgoglioso per ascoltarlo.

Si alzò di scatto Rahama, cercando di colpire il nemico, che subì in pieno l’assalto, riportando una ferita al volto, un volto pallido, quasi bianco, segnato solo da una barba riccia e violacea, ma subito la ferita si richiuse, come se non fosse mai arrivata su quel volto, << Mossa sbagliata, divinità dell’Est>>, lo ammonì beffardo, colpendolo poi con un singolo fendente, che aprì una profondissima ferita sul corpo del vostro Eccelso Signore.

<< Anirva, avvicinati>>, mi ordinò il guerriero incappucciato, dando il colpo di grazia a Rahama, poi, estratta la spada dal corpo del mio ex fratello, mi guardò, << China il capo, è tempo della tua iniziazione>>, esclamò.

Fui bagnato con il sangue del mio defunto fratello, mentre l’altro incappucciato esclamava termini antichi e per me quasi senza senso, poi, d’improvviso un fuoco mi circondò le carni, mi misi quasi ad urlare dal dolore, un dolore lancinante che mutò tutto il mio essere. Sentii la mia parte divina e quella mortale combinarsi con qualcosa di nuovo e di potente, una potenza fuori dal normale che mi tramutò, caddi in ginocchio per l’impatto di quella nuova energia.

Quando mi ripresi, dopo alcuni secondi di confusione mentale, ero stracolmo di potere, una forza senza pari aveva invaso il mio essere, mentre sul mio collo era apparso questo medaglione, il cui simbolo era rappresentato anche intorno al cadavere di Rahama, le Nove Teste dell’Idra Nera. << Alzati ora, Quinto Confratello, noi, i due Confratelli Anziani te lo permettiamo>>, esordì poco dopo l’uomo incappucciato, permettendomi di mettermi in piedi.

<<L’evoluzione in te è avvenuta subito, giacché la fonte del potere era uno degli dei Supremi, quindi sei già un nostro Confratello, ma non possiamo permetterti di venire fin da ora a conoscere il nostro Padrone>>, mi spiegò colui che aveva eliminato Rahama, <<Perché? Cosa devo fare prima?>>, domandai, <<Devi attendere>>, affermò l’altro, intromettendosi, << Attendi, poiché forse arriveranno individui che sanno di noi e che hanno scoperto parte del nostro piano, se così sarà dovrai farli scomparire insieme a Tenkia, oppure, attenderai l’arrivo di un altro confratello, che ti richiamerà dal nostro Signore>>, mi spiegò, quindi scomparve nel terreno.

<<Bene, confratello Anirva, non farti scoprire finché uno di questi due avvenimenti non sarà accaduto, capito?>>, tuonò poi l’altro, riponendo la spada e scomparendo in un bagliore oscuro.

Rimasi solo, con i miei nuovi poteri. Lasciai stare Marut poiché lo pensavo morto, ma in ogni caso non sapeva niente di me, quindi non era un pericolo e tornai nella nostra città, dove ho atteso il giorno per rivelarmi a voi stupidi, giorno arrivato quando voi, Arvenauti, parlaste dell’isola di Ten-Lah e delle scoperte fatte”, concluse Anirva, gettando a terra il Guardiano del Tai.

 

“Interessanti notizie sono queste che ci hai dato, Anirva”, esordì pochi attimi dopo Odisseus, “ma ho ancora una domanda per te”, affermò poi il Navigatore, “Quale?”, replicò con estrema calma il nemico, “La più semplice di questo mondo: perché? Perché hai tradito tutto ciò che esiste in questo regno? Di certo non per il potere, giacché sei una divinità in queste terre”, osservò l’Arvenauta.

“Ho scelto di unirmi all’Idra Nera per un semplice motivo, perché non volevo morire, non volevo fare una fine terribile come quelle degli uomini che avevo visti sconfitti in battaglia. Lo devo ammettere il terrore della morte mi aveva sempre torturato, io che fra i Tre signori della Triade ero l’unico dotato della facoltà di curare le proprie ferite, temevo la morte, buffo, vero? Ebbene, fu proprio per questo che l’assassino di Rahama mi contattò. Ricordo ancora il giorno, quello successivo la morte del vostro maestro Siddha”, affermò con tono beffardo.

“Ero seduto nelle mie stanze, scioccato dalla morte di un così forte maestro dell’Essenza, quando quell’essere apparve dal nulla, in un bagliore di luce nera, << Chi sei?>>, domandai, <<Un essere che non ha bisogno dei permessi degli dei per apparire in alcun luogo>>, rispose lui, con quel suo tono ironico e beffardo, << Sono qui per farti una proposta>>, mi disse, <<che di certo accetterai, poiché ti renderà talmente forte da non subire più alcuna ferita o colpo mortale da un nemico, non vivrai la stessa esperienza che è accaduta a Siddha, il grande Maestro e Guardiano del Sai>>, mi spiegò. <<Tu che ne sai?>>, domandai allora, stupito dalle parole di quell’intruso, <<Sono stato io a far impazzire il suo primo discepolo e scatenare quella lotta fra lui e lo straniero, con successiva morte del maestro e di uno dei due allievi>>, mi raccontò, sbalordendomi, <<ma, tornando a noi, ti posso assicurare che se ti unirai a noi, le Nove Teste dell’Idra Nera, diventerai così resistente da non aver più bisogno di temere la morte>>, concluse.

<<Chi mi assicura che tu non stia mentendo?>> domandai, << Il tuo sesto senso e questo mio potere>>, rispose, prendendo la sciabola che custodivo nella mia stanza, tagliandosi di netto il braccio, che non cadde, bensì rimase unito al suo corpo, poiché la pelle si ricongiungeva velocemente in lui, <<Delle nove Teste dell’Idra io sono considerato l’Immortale e solo un altro in tutto il creato è come me>>, mi raccontò, <<Anch’io posso diventare così?>>, incalzai. <<Sei già un dio, nemmeno il mio padrone può renderti immortale, poiché vorrebbe dire andare contro la tua natura, ma può renderti indistruttibile>>, mi spiegò, <<basterà solo un sacrificio affinché tu sia iniziato al nostro culto e riceva i poteri delle Nove Teste, diventando così pari a noi>>, concluse.

<<Sacrificio?>>, ripetei, <<Si, una linfa vitale deve essere donata affinché tu muti, diventando il potente essere che aneli e questo è perfettamente collimante con un desiderio del mio Padrone, quello di ricevere una determinata vita fra quelle di questo regno>>, replicò lui.

<<Quale vita?>>, domandai, <<Quella di Rahama, che conosce e vede tutto>>, rispose, sbalordendomi, <<per ora non ti obbligo a far niente, abbiamo altri impegni noi, Nove Teste, in questo momento, ma ben presto tornerò, ed allora dovrai decidere se seguirci o morire, insieme al tuo regno>>, concluse, scomparendo con la stessa abilità con cui era apparso.

Ovviamente non fu difficile come scelta per me, quindi, quando poi apparve di nuovo dinanzi a me, ascoltai il suo piano e feci in modo che Rahama si dirigesse nel luogo in cui è morto, diventando invincibile, come avete potuto scoprire.

Ora, al mio corpo le cui ferite si rimarginano grazie ai poteri divini, si è unita la forza di nuove ossa, composte di Tomatos, il metallo che Rahama creò. Come ben sapete questa lega ha una dote sorprendente, infatti, oltre ad essere indistruttibile, può mutare a contatto con linfa vitale e quella delle mie ossa, che alimenta ed è alimentata dal sangue divino che non può finire in me, mi permette di variare densità e quantità di ossa nel mio scheletro, oltre che la loro lunghezza e capacità distruttiva. Ho lanciato due ossa delle dita contro quel tuo alleato, Navigatore, senza per questo lasciarmi ferita alcuna o ricevere danno per il gesto compiuto. Come vedete, sono ormai Indistruttibile!”, esclamò gioioso Anirva.

“Pensi che questo ci fermerà?”, tuonò a quel punto Awr’ien, interrompendolo, “tu sapevi chi aveva costretto mio fratello ad attaccare il maestro ed Odisseus, eppure mi hai fatto soffrire per il gesto dell’uomo che amavo per tutti questi anni!”, esclamò la Guardiana del Say, “Tu hai tradito l’Eccelso Rahama e l’intero regno che avresti dovuto difendere”, continuò Marut, “Non avrai scampo alcuno adesso, Anirva, ti spazzeremo via!”, conclusero i due all’unisono, lanciandosi all’assalto insieme alle truppe di Senku.

Lo scontro stava ora per cominciare.