LA
LEPRE VARIABILE O ALPINA: Molto simile alla precedente, si distingue per
le orecchie e gli arti posteriori più corti, muso rotondo, zampe posteriori coperte di
folto pelo. Di colorazione variabile, dal grigio scuro-ruggine al grigio-giallastro
d'estate, è completamente bianca d'inverno, ad eccezione della punta nera delle orecchie.
Presente dai 1300-1400 metri di altitudine fino oltre i limiti della vegetazione arborea,
si ciba di erbe alpine di ogni tipo, anche di origine legnosa. Prolifica 2-3 volte
all'anno, dando alla luce 2-4 piccoli e ciò dipende da annate più o meno favorevoli alla
sua riproduzione. LA MARMOTTA: Il suo habitat più congeniale è
situato oltre il limite della vegetazione arborea, dove domina con altri nuclei animali il
territorio in cui vive; scava con facilità profonde e lunghe tane, ove si rifugia dai
pericoli e per trascorrere 6-7 mesi del suo letargo invernale. Si ciba di erbe e di
radici. E' abbastanza socievole e molto accorta. Dotata di vista e udito molto sviluppati,
di giorno sta volentieri a godersi il tiepido sole ed un forte fischio delle compagne la
fa rintanare. Di norma, nel mese di giugno, da alla luce 2-5 piccoli. E' molto facile
avvicinarsi ad osservarla durante il periodo estivo.
LA VOLPE COMUNE: Tipico
animale di bosco, poco socievole, di abitudini prevalentemente notturne, talvolta caccia
anche di giorno, per procurarsi più cibo all'epoca del mantenimento della prole. Odorato,
vista udito sono molto sviluppati; audacia, furbizia e velocità, fanno di questo canide
un ottimo predatore, che procura seri danni alla selvaggina ed anche agli animali da
cortile. L'accoppiamento avviene in gennaio, ed in marzo-aprile dà alla luce 4-8 piccoli.
L' ERMELLINO: E' uno dei
più piccoli predatori. Accade spesso di vederlo sbucare da vecchi muri di sassi o da
accumuli di legname dove trova rifugio. Dalla tarda primavera fino in autunno il suo pelo
è bruno- rossiccio, mentre d'inverno diventa bianco e soltanto l'estremità della coda
rimane scura. Si ciba prevalentemente di piccoli animali, rovistando ogni buco o tana che
trova lungo il suo percorso. L'accoppiamento avviene in febbraio-marzo e dopo due mesi dà
alla luce 4-8 piccoli.
L'AQUILA DEL BONELLI:
Stanziale, è presente nelle nostre zone in due coppie, che si possono notare osservando
minuziosamente in particolare le creste del Monte Ferro, le cime del gruppo delle Terze,
il Monte Chiadin ed il Peralba, dove probabilmente nidifica in luoghi poco accessibili,
deponendo da 1 a 3 uova. Ha vista acutissima, caccia normalmente in coppia al limite dei
boschi alle cime delle montagne, con più frequenza in zone abitate da lepri e pernici
bianche, galli forcelli e altri grossi uccelli, piccioli di camoscio, capriolo, marmotte,
volpi, martore e animali morti. E' molto interessante osservarla quando si tuffa in volo
per sfruttare le correnti ascensionali di aria calda, formando dei cerchi concentrici
sempre più piccoli, per poi lasciarsi andare, senza sbattere le enormi ali, dirigendosi
unicamente con piccoli tocchi di ala e di coda.
LA PERNICE BIANCA: E'
presente e vive al di sopra della vegetazione arborea, dai 1500 metri alla cima delle
montagne; il suo habitat è costituito da ghiaioni e brughiere. Di colorito variabile,
secondo la stagione, cambia la muta tre volte all'anno: estiva - autunnale e invernale. La
livrea invernale è completamente bianca. Fa parte della famiglia dei tetraonidi.
IL FAGIANO DI MONTE O GALLO FORCELLO: Di
colorito generale nero, ha riflessi blu-porporino sul collo e parti superiori, specchio
alare bianco, penne della gola leggermente allungate come barba, becco nero, occhio bruno
coda lunga e lira, tratto nudo rosso sopra l'occhio, ingrossato all' epoca degli amori. La
femmina ha piumaggio fulvo rossastro con fasce, macchie, stirature nerastre cinerine, gola
più chiara. Poligamo, vive in piccole brigate da settembre a primavera. Gli adulti sono
solitari; nel periodo degli amori, da metà aprile a metà maggio circa, i maschi si
riuniscono in radure aperte, dando luogo a combattimenti, a dimostrazione delle
superiorità individuale per il possesso delle femmine, che avvicina emettendo un verso
simile ad un fischio soffocato, il cosiddetto "canto". Le femmine nidificano sul
nudo terreno, mimetizzandosi, e depongono da 6 a 10 uova. La specie si ciba di germogli di
abete, larice, foglie di rododendro, piccoli frutti di bosco, insetti, uova di formica. Un
consiglio: sarebbe da evitare il disturbo nel periodo degli amori ai visitatori inesperti!
IL GALLO CEDRONE: Vive nei boschi ad alto fusto, è uccello
robusto, del peso variabile dai 4 ai 6 Kg., cammina celermente, s'invola con fragore, ama
trattenersi a lungo sugli alberi, molto nascosto. Nel periodo degli amori da metà aprile
a metà maggio circa - il maschio canta, posato sugli alberi. Sul terreno, poi, emette due
distinti tipi di canto. In atteggiamento di "parata nuziale", erige le penne
della barba, a volte quelle del collo, abbassa le ali, innalza ed allarga la coda,
muovendosi lungo il ramo o per terra. Il canto è un richiamo per le femmine. Mentre
esegue il secondo canto, diviene sordo e tiene gli occhi socchiusi. Le femmine sono di
mole più piccola e meno appariscenti; depone da 5 a 10 uova in un nido ricavato alla base
di un grosso albero, con i rami molto bassi, oppure sotto un cespuglio, dove in ogni caso
trova un possibile riparo da precipitazioni nevose - piovose, ma è esposto agli attacchi
dei predatori. La sua alimentazione è simile a quella del Gallo Forcello.
IL FRANCOLINO DI MONTE: Di
piumaggio essenzialmente grigio-bruno a striature, rossastro sulle ali, ha parti inferiori
chiare e macchiettate, simili a squame bruno-nerastre, piccole piume scure, che si ergono
sul capo a forma di ciuffo. La femmina è molto simile, ma con colori meno vivaci. Depone
a terra, sempre al ripara, da 6 a 12 uova. Si ciba di germogli in genere, bacche, piccoli
frutti di bosco e insetti. Vive nei boschi ad alto fusto, con preferenza per quelli di
conifere, dove si mimetizza appiattito lungo i rami o vicino al tronco. S'invola con molto
fragore e velocità.
IL CAPRIOLO: Tipico
abitatore dei boschi, ha vista, udito e olfatto molto sviluppati che, uniti all'astuzia,
particolarmente nei maschi, a prudenza ed agilità, fanno sì che si difenda bene dai
nemici. Di abitudini crepuscolari, se indisturbato pascola fino al mattino inoltrato. Si
ciba di erbe, germogli, foglie, funghi. L'accoppiamento avviene in luglio-agosto e, dopo
40 settimane circa a maggio-giugno, possono nascere 1-2, raramente 3 piccoli. A novembre
perde le corna, che ricrescono a dicembre e si completano da fine marzo a metà maggio
secondo l'età. Le corna sono ricoperte da una materia simile al velluto, che viene persa
strofinando le stesse su arbusti o piccoli alberi. Di natura poco socievole, vive gruppi
non molto numerosi; la femmina anziana normalmente guida il gruppetto, mentre il maschio
più vecchio si apparta a vivere solitario per raggiungere il gruppo soltanto durante il
periodo degli amori. Fedeli al territorio, i caprioli si spostano verso zone di minore
altitudine durante gli inverni rigidi e molto nevosi.
IL CAMOSCIO: E' il tipico
abitatore delle rocce, di ghiaioni, canaloni, pascoli e boschi di alta montagna. Durante
l'estate preferisce le zone poste a nord, mentre d'inverno predilige quelle a sud, dove la
neve lascia più spazi arborei allo scoperto. Vive in gruppi più o meno numerosi, secondo
il periodo dell'anno, sempre guidati da un vecchia femmina che, in caso di pericolo,
emette un fischio di avvertimento. I vecchi maschi vivono appartati e raggiungono il
branco all' epoca degli amori. Di abitudini
crepuscolari e diurne, pascola dall' alba al mattino inoltrato e verso sera, cibandosi di
erbe, muschi, licheni, germogli in genere e arbusti. Vista, udito e olfatto sono molto
sviluppati. E' un abile ed agile arrampicatore, veloce, coraggioso e vigoroso. Nel
maschio, all'epoca della riproduzione si gonfiano le ghiandole situate dietro le corna,
con le quali il camoscio segna arbusti vari, delimitando così il proprio territorio che
difende da eventuali contendenti. L'accoppiamento avviene a novembre-dicembre e, dopo 6
mesi circa, nascono 1, raramente 2 piccoli. Le corna dei camosci sono permanenti, a
differenza di quelle degli altri ungulati.
IL CERVO: Da circa vent'
anni, questo ungulato si è fatto notare nei nostri territori. Probabilmente proviene
dalla vicina Austria, è in forte aumento e ciò è dovuto alla situazione ambientale
favorevole che gli ha consentito di trovare spazi idonei alle proprie possibilità di
alimentazione, riparo e riproduzione. Ha abitudini simili a quelle del capriolo, con il
quale però entra in competizione per il territorio, a danno di quest'ultimo.
L'accoppiamento avviene tra settembre e metà ottobre, e dopo 35-40 settimane la femmina
da alla luce 1 raramente 2 piccoli. A febbraio-marzo, i maschi adulti perdono le corna,
che ricrescono velocemente.
il presente testo è stato estratto dalla
guida edita dal Circolo Culturale "Gosse" sez. Natura di Sappada, nata per
valorizzare il patrimonio ambientale e favorirne la scoperta ai suoi visitatori, la guida
completa è disponibile in un volumetto tascabile, presso tutte le edicole di Sappada.
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