Appunti di Psicologia

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Riscrittura di articoli giornalistici da parte di bambini della scuola elementare

Dott.ssa C. Dore (Psicologa - Logopedista)


Questo articolo si pone all'interno di quella cornice teorica, la prospettiva vygotskiana, che sottolinea l'importanza del lavoro effettuato in piccolo gruppo come sede di costruzione e trasformazione delle conoscenze cioè il processo di interiorizzazione delle funzioni psichiche superiori messe prima in atto nell'interazione e poi interiorizzate (Pontecorvo, Ajello, Zucchermaglio, 1992). Nel caso specifico si tratta di piccoli gruppi di bambini (da un minimo di 4 a un massimo di 6/8) che lavorano tra di loro.

In questo lavoro non si prenderà in esame la scrittura di storie create da piccoli gruppi di bambini visto l'alto numero di articoli esistenti sull'argomento bensì una prova sperimentale di riscrittura di articoli giornalistici prendendo spunto da un articolo dalla Dott.ssa A Teberosky dell' Università di Barcellona (Spagna) (Teberosky, 1991).

Lo scopo di questa ricerca è stato quello di studiare i prodotti ottenuti facendo lavorare i bambini in piccoli gruppi con il compito di riprodurre articoli giornalistici dopo un accurata presentazione e analisi degli stessi.

Per gli scopi di questa ricerca si è scelto di lavorare con bambini di diversa scolarizzazione e competenza, cioè bambini di II e IV elementare con un livello Medio e uno Alto di competenza nella lettura,valutati attraverso la somministrazione di un test di livello della lettura, il Test di Cornoldi (Cornoldi, 1981); in totale si sono ottenuti quattro gruppi due di seconda (uno Medio e uno Alto) e due di quarta (uno M. e uno A.)

Il primo passo è stato quello di far familiarizzare i bambini con "l' oggetto giornale" essendo questo mezzo di comunicazione poco conosciuto (infatti secondo dati del 1991 la lettura media quotidiana del giornale a livello italiano è del 44.6 %).

Si è dato il giornale ai bambini per vedere chi lo conosceva in quanto l'aveva visto a casa, dai nonni e così via, poi si è andati a vedere insieme allo sperimentatore come è fatto un giornale e cosa c'è scritto dentro (articoli di politica, cronaca, spettacolo, previsioni, pubblicità e così via).

Si sono scelti insieme degli articoli, adeguati al loro livello per fare un' analisi propria della caratteristiche del testo giornalistico al fine di evidenziarne i "passi salienti" per imparare a definire un buon testo giornalistico distinto secondo la struttura di un articolo: l' occhiello, il sommario, il sottotitolo, il catenaccio.

Imparare ad evidenziare le regole che devono caratterizzare una notizia ben scritta (a livello di lessico, di frasi e di testo) e il cercare di rispettare la regola delle 5 W (who? chi ?, what? che cosa?, where? dove?, when? quando?, why? perchè?) ossia delle cinque domande a cui si deve cercare di rispondere nelle prime righe della notizia.

Ma passiamo a ricordare velocemente alcune di queste regole :

- usare possibilmente termini brevi e con un' alta frequenza d'uso

- usare delle strutture semplici,

- usare possibilmente i verbi al tempo presente e in forma attiva e affermativa,

- le norme di stile,

- evitare l'uso delle ripetizioni e dello stile nominale.

La parte sperimentale vera e propria è consistita nel dare direttamente ai gruppi degli articoli chiedendo poi di riscriverli (l'articolo era lo stesso per tutti e quattro i gruppi), registrando tutte le interazioni verbali e successivamente trascrivendole.

Per quanto riguarda le metodologie utilizzate essendo una ricerca a carattere descrittivo si è diviso il lavoro fra un'analisi dei processi e una dei prodotti: la prima è consistita in un analisi delle interazioni verbali con un sistema di categorie codificato da M. Pascucci Formisano (1991-1993).

Con la seconda invece attraverso una griglia elaborata dal GARS (Groupe Axois des Recherches en Syntaxe 1979) si è effettuata un' analisi sintattica dei testi prodotto dai bambini per evidenziare la presenza/assenza delle caratteristiche del testo giornalistico.

I risultati che si sono ottenuti sono i seguenti:

nelle interazioni verbali non ci sono grandi differenze nei risultati tra le produzioni dei bambini di II e di IV elementare , ciò mette in evidenza una non neutralità del curricolo e della metodologia di lavoro in classe. Infatti dai risultati della categorizzazione delle interazioni verbali è emerso come il lavoro di gruppo non è nè naturale nè spontaneo e che di fatto i soggetti non sono abituati a praticarlo.

Nella produzione scritta si ha da parte di tutti e quattro i gruppi la comprensione e riproduzione delle regole generali della scrittura giornalistica, dello schema dell'articolo oltre che delle sue componenti sintattiche e stilistiche.

In conclusione questo non è altro che un resoconto di un'esperienza di tipo espolorativo e come tale non si potevano verificare delle ipotesi ma solo osservare cosa accadeva in un determinato contesto sperimentale. In quest'ottica si può concludere che abbiamo ottenuto i risultati che ci aspettavamo cioè l'adeguatezza dei bambini di fronte a questo compito.

BIBLIOGRAFIA:

Pontecorvo C.,Ajello A., Zucchermaglio C., 1992 "Discutendo si impara" , Roma . La Nuova Italia Scientifica.

Teberosky A., 1991, "La scrittura di notizie in bambini tra i 6 e i 9 anni" in Orsolini M.,Pontecorvo C., (a cura di) La costruzione del testo scritto nel bambino , Firenze, La Nuova Italia.

Cornoldi C., Colpo G., e Gruppo M.T.,1981 "La verifica dell'apprendimento della lettura", Firenze O.S.

Formisano Pascucci M, 1993, "Processi interattivi nella costruzione di storie in gruppi di coetanei", in Pontecorvo C.,(a cura di) La condivisione della conoscenza, Firenze, La Nuova Italia.

GARS, 1979 "Des grilles pour le français parl‚" , Recherches sur le Français parl‚, 2.


Dr.ssa Costanza Dore

Psicologia dell'Età Evolutiva