Sommario

LA RISVEGLIA

quadrimestrale di varia umanità

n°3/4 Gennaio - Aprile 2000, Maggio - Agosto 2000

Egisto Serni (appendice)


Il fascismo a Grosseto

“Chi può fare a meno di sentire nel cuore una stretta? Chi può rimanere assente dinanzi a tanti dolori, a tanti spasimi subiti attraverso alla più bieca reazione delle squadre mercenarie finanziate dalla poliziottaglia agraria? Chi può dimenticare la vigliaccheria dei dittatori rossi... eroi... a comodo? Non certo gli uomini che vissero di lealtà anche nei tempi che regnavano i duci che in veste di organizzatori preparavano il tracollo di questa Maremma. Noi che mai promettemmo alle grandi schiere di miseri, noi esigua schiera di uomini liberi mai come oggi sentiamo [il dovere] di rivolgere parole amarissime ai dirigenti del movimento maremmano, anche sapendo di crearci dei nemici..., poiché è dovere nostro mettere a nudo le vergogne affinché il popolo sappia, mediti e pensi, e non venga ingannato nuovamente. Ed è proprio al proletariato che a mezzo di queste battagliere colonne domandiamo dove si trova l'organizzatore comunista...? Che all'invasione delle squadre fasciste prese coraggiosamente il volo a mezzo direttissimo, abbandonando vergognosamente tutto il suo lavoro di ben due anni di propaganda, che mercede il suo tradimento è stato frutto di tante lacrime e di tanta miseria per quelli che rimasero a subire tutte le violenze di una sferrata reazione, e daremo competente mancia a chi potrà rintracciarlo.
Lavoratori! Ricordate l'audace... propagandista...? compagno di fede... e di coraggio tipo Lessi? Che al momento dell'invasione fascista sentì il dovere di... andare a Roma, e che al suo ritorno, sempre da buon italianissimo si prestò al servizio di crumiro allo stabilimento Ansaldo, mentre voi subivate le tristi conseguenze della disoccupazione, servendo così di sgabello alla ditta nel montaggio dei vagoni...

Lavoratori! Non dimenticate. E pur sapendo di crearmi dei nemici rivolgerò una parola alla vecchia e terribile... avanguardia anarchica e più vero quel terribile... anarchico che si commosse fino alle lacrime e sentì il dovere dare il suo contributo d'affetto ad un fascista che la magistratura grossetana credé d'assolvere dall'imputazione del massacro di Roccastrada, ebbene volete ridere? Egli da bravo italianissimo gli mosse incontro, abbracciandolo e baciandolo calorosamente dicendogli: “Bacio un amico ed un onesto”. Povero... anarchismo... se tutti i buoni militi tuoi fossero così.


“Chi non vive in questo paese maremmano non può formarsi un concetto con quale brutalità la poliziottaglia sta sferrando la sua ira contro questi forti lavoratori. Il comandante le squadre mercenarie dei fasci maremmani, il cui nome viene pronunciato con orrore da quanti lavoratori ebbero la disgrazia di conoscerlo, che dopo avere cagionato l'eccidio di Roccastrada, oggi non solo passeggia impunito, ma ha preso domicilio negli uffici della pubblica sicurezza che sono diventati il covo del fascismo e là complottano agguati e criminosi attentati. Ed in una di queste infernali macchinazioni è caduto vittima pochi giorni or sono il nostro compagno Pecci Amedeo, che, come vi parlai, fu tratto in arresto sotto l'accusa di mancato omicidio verso Castellani. In questi giorni la poliziottaglia e i fascisti hanno fatto perquisizioni in molte abitazioni di compagni e noti sovversivi con risultati certo negativi, ma la sbirraglia vuole dare alla cosa grande... importanza; si ciarla della scoperta di documenti importantissimi..., di una famosa lista di arditi del popolo, di circolari segrete; mentre noi possiamo dichiarare che l'amministrazione dei gruppi nostri e la lista famosa... non è che l'elenco degli ascritti... e le circolari segrete... non sono che le relazioni e congressi pubblicati da tutta la stampa. Ecco a che cosa si riduce l'odiosa manovra della polizia per la quale si continua a tenere segregato un onesto operaio”.


Le polemiche sulla Camera del lavoro di Grosseto

In risposta all'articolo pubblicato sul Comunista dobbiamo ora ripetere quanto già scrivemmo sul Martello e su Umanità Nova precisando i fatti. E di questa esposizione chiara e imparziale lasciamo il giudizio al proletariato grossetano. I comunisti il giorno 20 novembre 1921 dietro loro iniziativa (?), con l'adesione completa di tutti i partiti di avanguardia, eccettuati i repubblicani, cercarono di costituire un Comitato di difesa proletaria per fronteggiare la reazione agraria fascista e provvedere alle più urgenti necessità che la situazione richiedeva. Di questa bella iniziativa non facemmo mai cenno perché il Comitato sopra citato subito morì, per apatia di alcuni elementi sovversivi, come il Comunista stesso dichiara nel suo articolo del giorno 9 febbraio. Di questo fatto ci saremmo potuti servire per un forte punto d'appoggio ad una critica ai locali comunisti, sapendo che i comunisti non se ne fecero iniziatori se non dopo un ordine pervenuto da Roma, che per sbaglio di indirizzo [fu ricevuto da] un nostro compagno. Dunque non si può smentire che l'iniziativa fu tutt'altro che spontanea.

Noi anarchici, per il bene del proletariato, di fronte a questi retroscena ben noti, abbiamo sempre taciuto. Di questo faccio cenno solo oggi per chiarire la situazione del Grossetano, e dare a Cesare quello che è di Cesare.
Svanita la formazione del suddetto Comitato, il proletariato maremmano restò solo in balia di se stesso, bersaglio indifeso delle organizzazioni fasciste, benché avesse una Camera del lavoro rossa, manipolata dai comunisti e trasportata a Piombino, dove naturalmente non aveva nessuna efficacia per fronteggiare gli eventi e influire... sul morale degli organizzati grossetani.
Di fronte a questa situazione gli anarchici, “in combutta” con i repubblicani, mentre i comunisti dormivano, attendendo forse qualche altro ordine dall'alto, cominciarono il lavoro per la formazione di una nuova organizzazione operaia che avrebbe dovuto funzionare fattivamente per il benessere del proletariato maremmano martoriato.

Nell'elenco delle adesioni, sequestrato dalla Questura, e che, a suo tempo, potremo pubblicare, vi è l'adesione anche di molti comunisti, che poi furono fatti ritirare dai loro compagni, insinuando che si trattava di un trucco degli anarchici per la formazione di una Camera del lavoro sindacale, attraverso la quale avrebbero potuto svolgere la propria direttiva politica.
Ma gli anarchici, che non aspirano alle prebende camerali, al pontificato rosso, al predominio delle masse, perché la propaganda la fanno liberamente con l'esempio e la parola fra i lavoratori, senza ambizioni e senza velleità autoritarie, pensarono, di fronte a questo inqualificabile contegno dei comunisti, di indire una adunanza generale di tutti i partiti politici il 12 gennaio u.s. per la formazione di una Camera del lavoro autonoma, alla quale, dietro suggerimento dei repubblicani, si doveva collegare quello che doveva essere appunto il Comitato di difesa proletaria, del quale i comunisti erano stati gli iniziatori. A questa formazione della Camera del lavoro autonoma, che avrebbe dovuto corrispondere alla praticità di un fronte unico, i comunisti si astennero con la famosa lettera... “per ragioni di principio, tattiche e contingenti”, lasciando ricadere nel vuoto, per la seconda volta, con questo atteggiamento, il tanto decantato Comitato di difesa proletaria. Della formazione di questa Camera del lavoro autonoma i comunisti hanno voluto fare una questione di secessionismo da parte degli anarchici!

Naturalmente la formazione a Grosseto di una qualsiasi Camera del lavoro non ordinata da Mosca annullava completamente quella esistente, che “per ragioni di principio, tattiche e contingenti” avevano trasportato a Piombino, dove con comodità e fuori pericolo potevano ben manipolare senza udire l'eco delle bastonate che piovevano sulle spalle dei loro tesserati. La nullità della Camera del lavoro a Piombino ha spinto noi anarchici a concretare appunto con qualsiasi organizzazione un'azione fattiva per arginare quello che è il disastro maremmano.
Se questo era necessario lo giudichi il proletariato. Ma voi comunisti, che dite di difendere il proletariato, faceste di tutto perché che le belle iniziative si arenassero, e se oggi il bastone più che mai violento piove ancora sulle spalle dei lavoratori, è colpa vostra. G.S. [Egisto Serni]


Serni segretario dei gruppi anarchici di Grosseto

Telegramma Grosseto 19.8.1922

Questore Roma

2835 Serni Egisto Gino fu Pietro già dimorante Grosseto era qui segretario gruppi anarchici Pietro Gori e Germinal. Nulla risulta atti di lui carico.
Commissario Cerabona
Ufficiale polizia giudiziaria


Serni in Francia

Questura di Roma 22.I.1927 anno Vº del Littorio
Div. Gab. N.02068

Ill.mo Sig. Questore Grosseto

L'anarchico Serni Egisto Giuseppe, e non Gino, di Pietro, nato a Castagneto Carducci, come risulta da comunicazione fatta, a suo tempo, a questo Ufficio dalla Sottoprefettura di Volterra, venne addì 6.9.1922 rimpatriato, con foglio di via obbligatorio per Volterra.
Successivamente risulta essere emigrato in Francia, nel 1923, dove avrebbe stabilito la sua residenza ad Ambagne (Marsiglia) Rue Silvestri, 8. Essendo, nel luglio u.,s., corsa notizia che il predetto era rientrato nel Regno e che trovavasi a Roma, venne diramata, in proposito, circolare agli uffici dipendenti per il suo rintraccio, ma finora l'esito è stato negativo. Tanto in relazione alla nota di V.S. Ill. n.3840 del 17 andante.
Il Questore

R. Questura di Livorno
Livorno 6 dicembre 1934 - XIII
Riservato 9 dicembre 1934 anno XIII
Oggetto: Serni Egisto di Pietro, nato a Castagneto Carducci il 29.5.1897, anarchico schedato.

Ill.mo Questore di Grosseto

Con riferimento lettera egual numero del 25.7. u. s. trascrivo quanyo fu comunicato al Superiore Ministero con foglio n.06275 dell'8 agosto u.s.:

“Di seguito alla sua lettera egual numero del 25.7. u. s. pregiomi informare che il sovversivo in oggetto risulta domiciliato in Francia al seguente indirizzo: Ladrize Francine chez M. Ladrize 18 Rue Jules Jarin Roanne. Loire””.
Il Questore
Falcone


Egisto Serni. Da terra d'esilio

...Questi arresti ed espulsioni ormai divenute quotidiane in numero abbastanza ragguardevole, non vengono eseguite per livore di un qualsiasi commissario di polizia, esse in primo luogo sono sollecitate e volute dal lurido Barone Avezzana, ambasciatore di Mussolini a Parigi, in secondo luogo sono queste eseguite cordialmente... per emanazione diretta del Ministero degli Interni di questa repubblica, e da tutta l'Union Sacrée del Quai d'Orsay.
Diritto d'asilo dunque?
Non certo per noi anarchici, per i rivoluzionari sinceri, ma diritto d'asilo per tutte quelle canaglie di rivoluzionari... a comodo che all'indomani dell'eroico atto e del supremo sacrificio di Gaetano Bresci per conquistare agli italiani “le libertà conculcate, soppresse o distrutte”,... dalle colonne del giornale “Avanti” strillavano: Gli anarchici sono delle belve e come tali vanno trattati; che dopo l'attentato del generoso nostro Antonio D'Alba, il 14 marzo 1911, salivano le scale dell'infame Quirinale per felicitare lo Spiombi dello scampato pericolo. Che nelle generosa rivolta della Settimana Rossa, mentre i rivoluzionari sinceri, il popolo generoso combatteva e moriva eroicamente sulle barricate per la conquista di tutte le libertà,... il 10 giugno 1914 alle ore 19 così telegrafavano al Prefetto d'Ancona: Rigola dirama circolare a tutte Camere del Lavoro confederali per cessazione entro mezzanotte dello sciopero generale.

E sempre loro che nell'ottobre 1917, mentre infuriava la guerra barbara e assassina, scrivevano: Possiamo filosofeggiare finché vogliamo, respingere ogni e qualunque solidarietà con coloro che l'hanno voluta, ma quando il “nemico” calpesta il nostro suolo abbiamo un solo dovere: quello di resistere!
Diritto d'asilo a questi messeri di socialisti capeggianti la Confederazione generale del lavoro Italiana, che il dieci settembre 1922 nell'ora in cui sotto i colpi della feroce bufera fascista c'era più da guadagnare che da perdere ad esibire le proprie benemerenze di tradimento a danno del proletariato italiano ricondotto alla catena, Ludovico D'Aragona, segretario dell'organizzazione, dichiarava in piena Camera dei Deputati:
“Resta onore e vanto nostro l'avere impedito lo scoppio di quella rivoluzione che dagli estremisti si meditava. Noi siamo forse responsabili di avere troppo concesso, ma abbiamo la coscienza di avere fatto tutto ciò che si poteva fare per infrenare gli impazienti. Dopo, quando noi avevamo avuto l'onore d'impedire la catastrofe venne il fascismo...”
Diritto d'asilo, inoltre, alle Iene in camicia nera, cioè ai vari Fasciolo, Rossi, Massimo Rocca, allo squadrista del Ravennate Dottor Mario Pistocchi...

Ecco come si esprimeva Filippo Turati (il premiatore delle dieci lire ai crumiri ferrovieri italiani) alla riunione del Gruppo Parlamentare Socialista Francese, tenutasi a Parigi il 17 febbraio scorso:
Fuggiaschi - dove potevamo dirigere i nostri passi? Non abbiamo esitato e siamo venuti qui, in questa nobile terra di Francia, perché eravamo sicuri che i discendenti delle generazioni gloriose che dettero a se stessi e al mondo i Diritti dell'Uomo e che attraverso tre rivoluzioni, conquistarono la libertà ci avrebbero compresi. E così è. E di ciò vi siamo grati.
In omaggio a queste piagnucolosità servili, la Francia dei Thiers li riceve tutti, li osanna, li intervista, li fotografa. Meravigliarsene sarebbe puerilità imperdonabile. Diremo solo che nello scrivere quanto sopra, nessun sentimento di astiosità ci muove per questa differenza di trattamento che la baldracca repubblica usa nei riguardi nostri e di tutti i rivoluzionari sinceri, perseguitandoci, arrestandoci e espellendoci, con trattamenti brutali, dal suo suolo. Diciamo subito che questo trattamento diverso ci onora, in quanto che esso è stato esercitato contro di noi, perché pur qui in terra d'esilio, senza rinunce, senza tergiversazioni, con coerenza adamantina abbiamo e continuiamo a combattere fieramente per le nostre idee.
Dicendo ciò senza la minima presunzione di atteggiarci a vittime, lungi da noi il pensiero di implorare un diverso trattamento dal governo assassino di Poincaré, decisi come lo siamo sempre stati, e lo continueremo ad essere per l'avvenire, a non accettare protezioni dagli strangolatori della libertà, del diritto e nostri acerrimi nemici.
Solo questa geldra di assassini, di traditori possono portare verso la Francia dell'Union Sacrée un senso profondo di gratitudine per l'ospitalità ricevuta, in quantoché essa è divenuta la negazione di questi “Diritti dell'Uomo” conquistati all'aristocrazia da una generazione di Eroi sulle barricate di Parigi e di Francia negli anni passati. Essa dopo questi annali gloriosi, ha rinfoderato vergognosamente questi scatti generosi ed eroici, ed è divenuta la abietta e barbara persecutrice di ogni diritto o di ogni libertà”.

Biografie: Muzio Tosi


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