The Underground Revealed

- in girum imus nocte, ecce, et consumimur igni. -

Ho letto i vostri giornali. Anche oggi avete pubblicato la solita notizia. 
"Ragazzo arrestato per crimine informatico" 
"Hacker arrestato dopo essersi infiltrato in una banca" 
E infine oggi in cronaca: 
"Pirata informatico sfugge alla cattura." 
Dannati ragazzini. Sono tutti uguali. 
Ma voi, con la vostra psicologia da due soldi e il vostro tecno-cervello da 
anni 50, avete mai guardato dietro agli occhi di un Hacker? Non vi siete mai 
chiesti cosa abbia fatto nascere la sua passione? Quale forza lo abbia creato, 
cosa può averlo forgiato? Io sono un Hacker, entrate nel mio mondo, se potete. 

Il mio è un mondo che inizia con la scuola... Sono più sveglio di molti altri 
ragazzi, quello che ci insegnano mi annoia. Come quando leggi un romanzo a 
puntate, e ogni volta arrivi alla fine della puntata e capisci che neanche lì 
ti è stato detto quello che volevi sapere, e dovrai aspettare ancora chissà 
quanto prima della prossima lezione. 
Dannato bambino. Non vuole andare a scuola. Sono tutti uguali. 
Credo di essere alle medie. So che ho ascoltato l'insegnante spiegare per 
quindici volte come ridurre una frazione. L'ho capito, maledizione. La brutta 
? Quale brutta ? Per una stupidaggine del genere ? No, professoressa 
Lazzarini, non ho la brutta. L'ho fatto a mente. 
Dannato ragazzino. Probabilmente lo ha copiato. Sono tutti uguali. 
Ma oggi ho fatto una scoperta. Tornato a casa, sul mio tavolo, ho trovato un 
computer. Me l'ha comprato il mio babbo. Grande babbo! Lui mi aspetta a casa e 
mi spiega un mucchio di cose, sempre. Mi legge brani dell'enciclopedia, mi 
mostra illustrazioni dei libri di scienze. E sorride quando la gente pensa che 
stia sprecando fiato, che io non lo ascolti o non lo capisca. Possiamo stare 
insieme solo poche ore, tu torni alle 5, io alle 9 sono a letto. Ma aspetto 
questo momento con gioia. 
E oggi mi hai portato un computer. Aspetta un momento, questo è incredibile! 
Fa esattamente quello che voglio. Se commetto un errore, è perchè io ho 
sbagliato, non perchè io non gli piaccio... O perchè si senta minacciato da 
me... O perchè pensa che io sia un coglione... O perchè non gli piace 
insegnare e vorrebbe essere da un'altra parte... 
Dannato bambino. Tutto quello che fa è giocare. Sono tutti uguali. 
Ma tu no, vero ? Tu non me lo dicevi mai. Forse perchè le cose che sapevi 
(sapevi tutto; come diavolo facevi ?) non le avevi studiate a scuola, ma le 
avevi imparate da solo. Anche tu giocavi con le cose. Giocavi assieme a me, e 
mi insegnavi. Non avevi mai studiato il latino, ma sapevi perfettamente cosa 
vuol dire "ludendo docere", vero ? E poi un giorno non eri più tu. Mia madre 
sconvolse la mia vita, offuscata dal dolore. Cercavamo di sostenerci a 
vicenda, e per farlo ci allontanavamo. Rimasi solo. Solo, in un mondo dove 
tutti i ragazzini sono uguali. Dannati ragazzini. 
Poi successe una cosa... una porta si aprì per la mia mente... correndo 
attraverso le linee telefoniche, un impulso elettronico viaggiò attraverso una 
realtà parallela, una nuova frontiera inesplorata, un rifugio dagli 
incompetenti di ogni giorno. Una tastiera e un accoppiatore acustico come il 
carro che trasportava il pioniere. Una tastiera e un accoppiatore acustico per 
rinascere a una vita nuova nel mondo digitale. Morì il signor S.M., nacque 
$7€V€M@R¥®. 
"Questo è...questo è il luogo a cui appartengo..." Io conosco tutti qui...non 
ci siamo mai incontrati, non abbiamo mai parlato faccia a faccia, non ho mai 
ascoltato le loro voci...però conosco tutti. Capisco tutti. Parlate un 
linguaggio che mi è noto. Provate un sentimento che mi è noto. Amici, 
fratelli, compagni. 
Dannato studentello. Si è allacciato nuovamente alla linea telefonica. Sono 
tutti uguali. 
Sapete una cosa? 
Ci potete scommettere il culo che siamo tutti uguali! A scuola ci avete 
nutriti con cibo da bambini mentre avremmo desiderato una bistecca, ci avete 
dato pezzi di cibo già masticati e privi di sapore, invece di insegnarci 
quello che ci serviva per procurarcene di nuovi. Siamo stati di volta in volta 
ammansiti da sdolcinati, dominati da sadici o ignorati dagli indifferenti. I 
pochi che avevano qualcosa da insegnarci trovavano in noi volenterosi allievi, 
ma queste persone sono come gocce d'acqua nel deserto. Dove sei scomparso, 
babbo? Perchè? 
Dannato ragazzino. Sempre a trafficare con quella trappola, e a consumare 
scatti. Sono tutti uguali. Guarda che bolletta. 
Adesso questo è il nostro mondo... il mondo dell'elettrone e dello switch, la 
bellezza del baud. Noi eravamo pronti ad esso, ed è inutile che proviate a 
confonderci e chiamarlo vostro, ad appropriarvene, a ingozzarvi di cose che vi 
saranno indigeste. Guardatevi, usate il web come uno spot televisivo, per 
vendere mortadelle. Siete ridicoli. Noi siamo nati nel cibermondo, siamo suoi 
fratelli di sangue, abbiamo giurato i suoi patti, respirato i suoi ritmi, 
abbiamo succhiato i suoi impulsi al posto del latte che non ci avete dato, 
compreso le sue arti in luogo di quelle che non ci avete spiegato, appreso la 
sua morale in luogo di quella che ci avete insegnato a parole, infrangendola 
quando vi faceva comodo, con la scusa che noi siamo ragazzini, tutti uguali, 
non sappiamo come funziona il mondo. 
E ora noi sappiamo vivere in esso, ci è più intimo di un fratello, mnoi 
vediamo le sue vere potenzialità. Se fosse per noi (se fosse per lui, anche: 
ha una sua personalità, un organismo quasi vivente, palpitante) esso non 
costerebbe nulla; ma purtroppo è alimentato solo da approfittatori ingordi. Ed 
è solo perchè ci rifiutiamo di assecondare la vostra smania di assimilarlo 
nella vostra mentalità capace soltanto di fare soldi da qualsiasi cosa 
(ringrazio tutte le divinità per avervi impedito di trovare un modo di fare 
soldi anche sull'aria, che nonostante tutto e con disgusto debbo continuare a 
condividere con voi) che voi ci chiamate criminali ? 
Noi esploriamo...e ci chiamate criminali. Nel kernel di fortezze di silicio 
cerchiamo la verità che vorreste negarci, e ci chiamate criminali. Noi 
esistiamo, senza colore di pelle, nazionalità, credi religiosi, e ci chiamate 
criminali. Noi non ci tradiamo l'un l'altro (cosa che voi non credo potreste 
mai capire), e ci chiamate complici, rete di criminali. Ma sopratutto, noi 
cerchiamo conoscenza... ed è per questo, diciamoci la verità, che ci chiamate 
criminali. Vi dirò una cosa che vi spaventerà: non è la prima volta che mi 
succede. E so già che la vostra è una battaglia destinata alla sconfitta. Chi 
comprende il nemico, chi governa il suo cuore, vincerà cento battaglie senza 
subire sconfitta. Sun-Tzu, "Ping-Fa", duemilaseicento anni fa. Noi abbiamo 
compreso il vostro nulla. Voi non potete nemmeno capire quello che proviamo. 
Guardatevi. Avete paura di noi. Mobilitate risorse enormi per prenderci. Come 
re Dario a Gaugamela, trecentomila uomini, carri falcati, elefanti, contro i 
cinquantamila macedoni di Alessandro. Ma noi scommettiamo, come lui, sul fatto 
che più difese ammassate, meno le comprendete, meno siete in grado di usarle. 
Capiamo che, se cercate di fermarci con tutti i mezzi, vi stiamo facendo 
paura, e proprio per questo abbiamo già vinto il nostro duello con voi. Noi 
siamo come i ninja di Koga, come fantasmi che passano attraverso i muri che 
costruite. Ombre che si muovono nel ciberspazio, ignorando i regolamenti 
assurdi che vorreste dettare. 
Costruite pure bombe atomiche, poi smantellatele e infilateci i rimasugli nei 
denti; finanziate pure le vostre immonde guerre, dipingendo le insegne 
dell'ONU sotto le bombe. Uccidete, ingannate e mentite, come fate da sempre, 
come fate sempre meglio, e cercate di farci credere che lo fate per il nostro 
bene; e cercate di convincerci che ammazzare sempre meglio è il progresso. 
Così arriviamo al paradosso che un uomo delle caverne se ammazzava un suo 
simile, si riteneva un assassino; la Nestlè uccide ogni anno qualche milione 
di bambini sudafricani con le sue polverine biancastre di origine ignota, e si 
ritiene una moderna multinazionale. Voi tenete il dito sul pulsante che 
potrebbe cancellare mille volte la terra, e vi ritenete saggi. E in tutto 
questo, ovviamente, i criminali da perseguire siamo noi. 
Vi dirò una cosa, un messaggio antico, che vi recapito sfruttando questa 
tecnologia che conosco meglio di voi che la controllate (ma potete davvero 
controllarla ? Siete sicuri di possedere la saggezza antica che vi serve per 
farlo ?). Noi crediamo fermamente, come una fede, che la verità non possa 
essere oggetto di restrizioni legali. Se mettete fuorilegge la verità, allora 
saranno i fuorilegge ad avere la verità. E noi, infatti, siamo criminali. Ma 
il giorno in cui qualcuno di voi deciderà di tagliar fuori la gente dalle 
informazioni, indovina un po' chi sarà a combattere la battaglia per 
rendergliele? 
E indovina un po' chi vincerà quella battaglia? 
Intendiamoci, io non sono un eroe, e non ci tengo ad esserlo. Eroe è chi 
incarna gli ideali della società. Ma finchè l'ideale sarà quello 
dell'ignoranza, dell'apparire contrapposto al sapere, io seguirò 
l'anti-ideale. Io resterò un antieroe, sono e resto soltanto un criminale. Il 
mio crimine è la mia curiosità. Il mio crimine è desiderare di sapere quello 
che voi non vorreste dire, desiderare di sapere tutto ciò che la mia natura di 
essere umano mi dà il pieno "e inalienabile diritto di conoscere". Lo avete 
scritto voi, una cinquantina di anni fa. Ma ve ne siete dimenticati, vero? 
Però non vi dimenticate di perseguire il mio crimine. 
Vi racconterò una storia: la moglie dell'arcivescovo di Worcester, dopo aver 
ascoltato Darwin enunciare le sue teorie, esclamò "L'uomo discende dalla 
scimmia? Mio Dio! Speriamo che non sia vero... o per lo meno, che non si 
sappia in giro". 
Diciamo che la voce è circolata. Appena appena. 
Sappiate che di quello che state facendo, nulla resterà nascosto. 
La verità sarà sempre rivelata. 
Questo è, e sarà, il mio compito, il nostro compito, negli anni a venire. 
Questo è stato il mio compito, in lunghi secoli passati. 
Io sono mortale, ma la lotta per la verità è eterna. Io sono la sua 
incarnazione qui, e oggi. Io sono un Hacker, e questo è il mio manifesto. 
Potete anche fermare me (potete provarci, almeno), ma non potete fermarci 
tutti... dopo tutto, siamo tutti uguali, no? 

Grazie Raistlin.

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