Per circa tre secoli, dalla fine del Quattrocento alla metà del Settecento, i Tarocchi furono usati in Europa quasi esclusivamente come gioco d’azzardo e, in Italia, come occasionale fonte di ispirazione letteraria e poetica.Come hanno dimostrato alcuni studi recenti, è possibile che i Tarocchi e le carte da gioco in genere siano stati utilizzati fin dagli inizi del Cinquecento a scopo divinatorio.
Bisogna attendere altri due secoli prima di vedere riscoperte le qualità “superiori” dei Tarocchi, pur non corrispondendo queste qualità, al pensiero medievale che aveva originato il gioco dei
Trionfi.
La nascita dei Tarocchi come strumento magico avvenne in Francia sul finire del
sec. XVIII, principalmente grazie ad un articolo apparso nell’ottavo volume
dell’enciclopedia Monde primitif analisé comparé avec le monde moderne ad opera di
Antoine Court de Gebelin, impegnato, fra le varie sue occupazioni, anche come membro influente di una società segreta dedita al recupero e allo studio di tutte le scienze
occulte. Ispirandosi ai Tarocchi di Marsiglia (carte derivate dai Tarocchi viscontei) e raffrontandoli con i simboli religiosi dell’antico Egitto, Court affermò che le allegorie trionfali e le carte numerali “sono conformi alla dottrina civile, filosofica e religiosa degli antichi
egizi”.
Non conoscendo le effettive linee di trasmissione in Occidente dei simboli ermetici, qabbalistici e astrologici, egli attribuì agli zingari la responsabilità di aver portato i Tarocchi in Europa. Coutt spiegò l’etimologia del termine tarocco con
Ta-Rosch, vocabolo inesistente nella lingua egiziana, che lo studioso tradusse in “Scienza di Mercurio”, il Thot degli egizi o l’Ermete dei greci, dio della magia e delle arti occulte.
Nacque così la leggenda che identificava i tarocchi con il mitico “Libro di Thot”, un manuale magico contenente tutti i misteri del
mondo. L’articolo di Court de Gebelin ebbe una risonanza immensa e servì di base per tutte le successive interpretazioni occultistiche. Il primo ad accogliere le idee del maestro massone fu Jean-Francois
Alliette, conosciuto come Eteilla, che elaborò ulteriormente la leggenda del “Libro di Thot” e disegnò un Tarocco egiziano in cui l’ordine e l’iconografia rispecchiavano gli insegnamenti contenuti nel Corpus
Hermeticum. I Tarocchi si arricchirono così di nuovi significati
magico-filosofici. Eteilla affermò che il suo Livre de Thot possedeva il segreto dell’origine dell’universo, il mistero dell’evoluzione spirituale degli uomini, le formule per realizzare la “Grande Opera Alchemica” e, soprattutto, il destino delle Nazioni e quello di ogni individuo. In seguito a queste intuizioni, Eteilla restaurò drasticamente i vecchi sistemi divinatori e, allo scopo di diffondere il suo pensiero, istituì la “Société des Interpretes du Livre de Thot”. Da allora la cartomanzia, che in Italia e Francia era praticata a livello popolare da almeno due secoli, divenne un’autentica moda ed ebbe in Marie Adélaide Lenormand (1768+1843), cartomante dell’Imperatrice Giuseppina, la più famosa praticante.Durante la seconda metà dell’Ottocento, la divinazione con i Tarocchi e le carte da gioco in generale era ormai divenuta una pratica popolare in tutta Europa. A questa moda se ne affiancò ben presto un’altra, anzi si sovrappose ad essa, ponendo l’accento su quelle particolarità dei Tarocchi, già indicate da
Etteilla, più vicine al laboratorio occultistico che al salotto cartomantico.
Il principale promotore di questa nuova tendenza fu Elifas Levi (pseudonimo), profondo conoscitore delle tradizioni magico-religiose occidentali e fondatore del moderno pensiero occultistico. Nel Dogme et Rituel de la Haute Magie (Parigi 1855-56) Levi riconsiderò l’antichità dei Tarocchi “marsigliesi” indicando una fitta serie di corrispondenze delle figure con il simbolismo
alchemico, astrologico, massonico e spiegandone il significato esoterico alla luce della Qabbalah
ebraica (altre
info sulla Qabbalah).
L’importanza della teoria di Levi è notevole, dal punto di vista
mistico-filosofico. In pratica tramite l’omologazione delle figure trionfali alle lettere dell’alfabeto ebraico e ai sentieri
dell’Albero della Qabbalah, il gioco dei Tarocchi si avvia a divenire il fulcro dell’occultismo occidentale: l’esatta conoscenza degli Arcani e la meditazione sul loro significato diveniva così la premessa per il conseguimento di una realtà psichica nuova e superiore.Tra la fine del 800 e i primi del 900 le idee di E. Levi vennero sviluppate all’interno di importanti confraternite occultiste francesi e inglesi. Ogni Società possedeva un particolare mazzo di Tarocchi che ne riassumeva gli insegnamenti esoterici.Fu così che, adattandosi alla dottrina di questa o quella confraternita le figure dei Tarocchi assunsero le spoglie più svariate: di volta in volta
egizianista, qabbalistica, alchemica, astrologica, massonica, neotemplare, eccetera, sin alle più moderne elaborazioni.
In virtù dell’intenso lavoro teorico sviluppato dagli occultisti, la moda dei Tarocchi ha preso uno slancio sempre più spinto, come dimostra la quantità di pubblicazioni che ogni anno vengono immesse sul mercato letterario e
collezionistico.
(Tratto da “Tarocchi - Storia e Divinazione”, Edizioni d’Arte Lo Scarabeo)
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