DIARIO DOOM SHALL
RISE
(…mezzo serio)
Dalla prima
lettera di Omar ai discepoli del Doom…
Cari fratelli,
Il lungo weekend di doom comincia con la
sveglia che suona circa alla solita ora, proprio come se fosse un giorno
lavorativo, le: 7.00; con gli occhi ancora impastati mi avvicino al fornello
per la mia solita ricca colazione a base di the e la solita crostatina (cui nel
fine settimana si aggiunge una bella compressa per ovviare al perenne mal di
testa!!). Dopo un rapido riassemblamento fisico (quello psichico arriverà forse
poi…), l’espletamento delle necessità umane ordinarie e dei problemi che ne
derivano: centrare bene la tazza del cesso mentre pisci, evitare di
strangolarti con lo spazzolino da denti, evitare che quel bastardo del sapone
finisca negl’occhi togliendoti la poca visibilità mattutina ecc, ecc (non ho
menzionato la nemica-amica d’ogni metallaro con i capelli lunghi, in altre
parole la spazzola perché è un po’ di tempo che non la uso più!). Attendo il
fido Attilio e la sua consorte Elena
, do fuoco alla mia prima sigaretta
e mi metto
a guardare la TV; come al solito ci sono solo programmi inutili, quindi mi
soffermo su una televendita di batterie di pentole (un programma stupido a
caso!), ma proprio in quel momento..DRIIIIN!DRIIN! (io ho ancora il telefono a
gettoni in casa!!) arriva la telefonata del batterista…sarà solo una
coincidenza? Mah! In ogni caso, Attilio mi avvisa del suo ritardo causato da
alcuni lavori in corso sulla strada che collega Lodi alla mia magione; accendo
la seconda sigaretta (è la seconda di una lunghissima serie…) e continuo a
guardare la mia televendita. Verso le
8.30 il drummer arriva e, dopo un rapido
carico degli strumenti con stivatura modello aeronautico, volgiamo verso la
dimora di Serena (detta anche LaSerena), una nostra amica che ci accompagnerà
in questo lungo viaggio. 9.30: arrivo all’Autogrill vicino a Rovato (BS), dove
incontriamo i due pezzi mancanti (Fabio “Thunder” e Sandro); dopo il caffè, la
scorta di nicotina e il pieno alle due macchine, la carovana del Doom è pronta
a partire con destinazione Germania! Tra un CD e una cazzata, il tutto condito
da una dose massiccia di sigarette, arriviamo al confine austro-italico; la
macchina di Attilio vista dall’esterno poteva sembrare uno di quei piccoli
treni che cavalcavano, sbuffanti vapore, attraverso il selvaggio West… Solo che
la caldaia eravamo noi tre fumatori incalliti. I clima è comunemente clemente
con Thunderstorm
(ho detto “quasi” perché al primo Doom
Shall Rise, ci siamo beccati una potente nevicata al valico austriaco che ci
costrinse a rallentare l’andatura) e anche oggi è una bella giornata, cosicché
possiamo ammirare la maestà delle Alpi italo-austriache: questi enormi e saggi
giganti che racchiudono in sé la memoria di migliaia di anni, sembrano le
uniche cose che riescano a sfidare la vastità del cielo e a minacciare
l’onnipresenza della luce solare. Solo guardandole da così vicino ti accorgi
del perché i nostri avi non volessero provocare l’antico spirito della
montagna! Decidiamo di fermarci per una piccola sosta per un primo
rifocillamento a base di panini standard Autogrill (il sottoscritto a optato
per due menù compresivi di dolcetto) e l’acquisto del pedaggio austriaco, dopo
una manciata di minuti, il trenino-doom riparte sbuffante per il valico delle
alpi. I panini fanno veramente schifo, però la bibita gassata crea l’amalgama
giusta per la fermentazione e la produzione di gas, che, per ora, si limitano
ad uscire dal cavo orale (per fortuna dei miei auto-coinquilini!). I chilometri
scorrono belli veloci, poi Attilio percorre tanti chilometri con l’auto tanti
quanti con la lingua (beata la sua ragazza!); sono due campi in cui il nostro
batterista è temprato giacché fa il rappresentante o agente o come cavolo si
scrive; comunque non ci si annoia con lui in macchina, ogni tanto perdo il filo
del discorso poiché il mio cervello è un po’ a scoppio ritardato: devo
accenderlo un’oretta prima,
farlo scaldare ed entra in temperatura
solo dopo tre-quattro ore, poi devo subito spegnerlo perché va in ebollizione.
Riusciamo tenerci in contatto con l’altra vettura tramite degli walky-talky,
una vera e propria comodità se non si vuole elargire un patrimonio alle
compagnie telefoniche, il mio interlocutore è “Thunder” (Fabio o come diavolo
volete chiamarlo), che dopo qualche incertezza iniziale viaggia spedito come un
rodato camionista. Verso le 17.00, piccola sosta in terra teutonica, ormai
siamo in prossimità della nostra destinazione; facciamo merenda come da
tradizione “Thunderstorm” con il buon vecchio “Bifi”, una specie di salamino da
cocktail in vari gusti: peperoni, piccante o con una specie di biscotto attorno
(se volete visitare il sito mi sembra che sia ma non ne sono sicuro). Sandro
osa provare, una specie di involtino al sapore di pizza e crema di fagioli. Un
pazzo dallo stomaco di piombo! Grazie alle indicazioni forniteci
dell’organizzazione troviamo l’hotel al
volo e mentre scarichiamo gli strumenti ci accorgiamo, con nostro felice
stupore, che il padrone dell’albergo è italiano. Si chiama Cadeddu: di chiare
origini sarde. Ci ritiriamo ognuno nella propria camera: tutte stanze singole
tranne per Attilio ed Elena che hanno una doppia. La camera è spaziosa, non
come certe singole che mi è capitato di provare in Italia dove per scendere dal
letto dovevi essere un contorsionista, perché avevi venti centimetri tra te e
il muro, mentre se volevi sederti sulla tazza del cesso dovevi infilare i piedi
nella doccia. Vi piacciono le vacanze estreme? Vi do l’indirizzo di questa
specie di hotel! Dopo un veloce warm-up sulla tazza del cesso con annesso giro
più veloce e pit-stop, perché la tipa dell’albergo voleva a tutti i costi
entrare per darmi gli asciugamani puliti, accendo la TV e anche qui cosa ti
trovo…una televendita, non di pentole ma di attrezzi per la cucina, mi sdraio
sul letto e dolcemente sento in sottofondo la voce del venditore che si
allontana sempre di più, di più…di più……..di più………di più……..
merda!merda!merda! Mi ero addormentato! Gli altri si scolavano la prima succulenta
birra tedesca
, mentre io
ero lì che dormivo come un tricheco al sole (beh più che come tricheco mi ci
vedrei meglio come lucertola, visto il fisico!J). Mi sveglio pensando di essere ancora
sul divano di casa mia, cerco il telecomando per spegnere la TV, ma il tasto
“Stand-by” non funziona; mi alzo dal letto con la velocità di un bradipo
affetto da displasia, spengo l’apparecchio… Mi accorgo che non sono a casa
allora salto la fase di preriscaldamento del cervello e vado subito alla fase
ebollizione, per ovviare infilo la testa sotto il rubinetto dell’acqua
fredda…sono sveglio!! Più o meno. In quel momento Fabio bussa alla camera e mi
dice che è quasi ora di andare; accendo l’ennesima sigaretta per ripigliarmi,
ma non funziona (cominciamo bene la serata!). La navetta che ci porta
dall’albergo alla “location” è guidata da uno degli organizzatori chiamato
Roman un gran bravo ragazzo, però se gli fai girare coglioni, ti
ribalta. Sarà lui il “traghettatore delle
anime” dei musici e no. Arriviamo alla meta: “The Chapel”, questo è il nome del
locale dove dovremo suonare stasera, una vecchia cappella sconsacrata ed ora
adibita a “musichall”, perfetta per un ritrovo di doomsters!! Cominciamo a
portare gli strumenti nel backstage e facciamo un giro all’interno del locale;
devo dire che se l’esterno mi è piaciuto, l’interno è troppo fico: alle
finestre dei mosaici di vetro, come lampadari dei candelabri, al posto
dell’altare c’è il palco, cosa si può pretendere di più per uno spettacolo di
Doom? Il buon Jochen (il chitarrista dei Mirror of Deception), ci consegna i
“pass” e le varie consumazioni, che noi, da bravi ragazzi, andiamo subito a
sfruttare prendendo una birretta bella fresca. Devo dire che accendere una
sigaretta all’interno di un locale è gia qualcosa che mi sembra strano, allora
sfrutto l’occasione. A poco a poco incontriamo tante facce già viste: l’armata
dei Mirror of Deception con Siffi, Andy e Joseph; gli Well of Soul capitanati
dal chitarrista Frank dal cantante Petro; molta gente che è assidua frequentatrice
dei nostri spettacoli e che io non finirò mai di ringraziare. I gruppi si
susseguono nella “doom-arena”, ma non voglio recensirle, per queste cose ci
sono i cosiddetti “addetti ai lavori”, che sono molto più bravi di me. Toc!
Toc! Lo stomaco bussa e allora esco verso il chiosco delle cibarie anche perché
non voglio già massacrarmi le orecchie. Non capisco una mazza del cartello dei
vettovagliamenti, nonostante io abbia tentato di imparare il tedesco con delle
lezione private datemi del commissario Rex in “persona” e abbia visto molte
puntate de “l’ispettore Derrrick” (in italiano!); allora dopo tesi, ipotesi,
laboriosi calcoli matematici fatti dal mio cervello (che non starò qui ad
illustrarvi perché vi annoierei) e un mistico simposio tra io, me e il mio
amico invisibile arrivo alla conclusione……………. di……………….
Scegliere a caso! L’oggetto in questione
sembra una grossa fetta di prosciutto in mezzo ad un panino, chiedo alla oste
che tipo di carne fosse, lei mi guarda un po’ sconsolata e mi dice: ”Carne!”,
allora non faccio più nessuna domanda, prendo il panino, ricopro il cadavere
del povero animale ignoto con del ketchup e lo agguanto con le mie fauci(almeno
quelle poche buone che mi sono rimaste). Mi è sembrato dei udire un piccolo
gemito al primo morso, forse è la mia fervida immaginazione…forse! Sotto la
cappella c’è un altro locale in cui di solito si suona, ma, in questo caso, la
saletta è stata adibita ad area “chill-out” chiamata “Kripta”, dopo molte ore
di concerto hai bisogno di raffreddare le meningi per qualche minuto e parlare
senza che ti compaiano delle vene grosse come tronchi sulla gola. Facciamo
fatto la conoscenza di alcuni ragazzi venuti dai dintorni di Roma per assistere
allo spettacolo guidati dallo spirito “di-vino”!i Doomreiser! Tra una
chiacchierata e una birretta, tra una birretta e una sigaretta, tra u discorso
in pseudo-inglese e una birra, arriva il nostro turno di suonare, perciò
entriamo nel backstage per gli ultimi preparativi, mentre gli Warning stanno
finendo il loro show. Prima di salire sul palco io e Attilio ci spariamo una
bella pisciata all’aria aperta, Ah! Bella storia, peccato però di fuori piova
talmente intensamente che vedo: l’arca, Noè e i suoi cazzo di animali, mentre
vanno a fondo.
Espletati i bisogni, ognuno si concede
hai propri riti scaramantici, tassativamente privati per ogni musicista (e
sconosciuti agli estranei!). Io, appunto, per scaramanzia non li voglio
rivelare. Il pubblico sembra bello caldo, bello ubriaco e la sala è piena rasa.
L’intro parte, salvo qualche problema di suoni all’inizio, con il passare delle
canzoni tutto si aggiusta, anche grazie alla bravura dei “backliner” che quasi
nessuno di solito ri
ngrazia; il nostro “set” finisce
abbastanza tardi, perciò quando usciamo dal backstage la hall è già vuota,
perché l’orario di chiusura va rispettato tassativamente. Noi, dopo la birretta
della buonanotte, saliamo sulla navetta che ci riporta proprio davanti
all'hotel (me ne servirebbe una così per i fine settimana che mi riporta a
casa!), senza nessun guaio con la Polizei. La mazzata finale è farsi i tre
piani dell’albergo e con in più strumentazione in mano: sei rampe di scale,
ripide come quelle di un tempio Maya, che bruciano le ultime forze della
giornata. Parcheggio tutti i miei averi, attuando la stessa metodica già
utilizzata prima: un po’ nella doccia, un po’ sparsi per la camera e mi sbatto
dentro il letto (per meglio dire ci svengo praticamente dentro!), sembra un po’
un’amaca; arrotolo il cuscino modello cartina (non quella stradale!!!) per
fargli prendere un po’ di volume e mi infilo in questo maxi Saccottino del
Mulino Bianco!!! Di fuori, sento ancora l’anima raminga di Thunder che si
aggira nei corridoi, vagando di stanza in stanza, di porta in porta, di “vaffa”
in “vaffa”, ma ormai sto entrando nel mio universo onirico, che tutte le notti,
ci si spalanca davanti e ci tiene nel suo caldo abbraccio per ore…ore….ore…
CONSIDERAZIONI DELLA GIORNATA:
Due band su
tutte oggi gli Well of Soul che nonostante la dipartita del bassista, con la nuova
formazione a tre elementi ne hanno guadagnato in feeling; la seconda band i
Mirror of Deception hanno fatto un concerto straordinario: intensità, presenza
scenica e una bella dose di dinamismo, sono caratteristiche che hanno fatto
infiammare la folla! Al primo giorno sono sopravvissuto e, anche se un po’
malconcio, sono riuscito a portare il mio scarno culo nel letto sulle mie
gambe! Non male!!
Il risveglio non
è così faticoso, nonostante la stanchezza del giorno prima e le poche ore di
sonno. La luce penetra fioca, dalle tende marrone mogano; rimbalza, dolce,
sulle mie palpebre e saluto Morfeo, lentamente, per tornare alla realtà umana.
Cazzate!! Per me il risveglio è sempre un momento troppo traumatico. Dopo una
doccia rigenerante e tolti gli ultimi residui di sudore della serata
precedente, ritrovo i miei anfibi, lasciati debitamente nel bagno, per evitare che la loro pestilenza
divagasse per la piccola camera. Rinchiudo i calzini sporchi in un sacchetto
ermeticamente sigillato con la ceralacca, per evitare che i loro “ululati”
richiamino delle orde malvagie di calzini killer. Scendo le faticosissime rampe
di scale che, di mattina, sobrio e in discesa, non mi sembrano poi tanto
pericolose; vedremo stasera. Arrivo al piano terra, dove scopro che sono il
primo ad arrivare a tavola per la colazione; Ah! Il buon vecchio caffè
ristretto all’italiana, fatto dalle sapienti mani del nostro connazionale
sardo; mi getto a pesce sull’abbondante colazione continentale: quattro panini,
affetti vari, burro, marmellata e un bel bicchiere di succo di frutta. In pochi
minuti tutta l’allegra compagnia si è riunita al tavolo; io, Fabio, Sandro e
Serena decidiamo per un giretto per l‘allegra cittadina, mentre Attilio e Elena
decidono di fermarsi in albergo. Cosa c’è di più Doom di una bella gita al
cimitero cittadino? Tipico cimitero con tombe interrate e caratteri gotici per
gli epitaffi. Tra una certo scetticismo delle nonnine che bagnano i fiori,
facciamo qualche foto tra croci e lapidi,
sempre per non interrompere il
Doom-Feeling di questi due giorni interamente a tema. Constatata una notevole
longevità delle persone del luogo, ci allon
taniamo lasciando gli abitanti del suolo
al loro sonno eterno… Ritorniamo all’albergo, non prima di essere passati da un
piccolo supermarket, per comprare qualche stronzata da mangiare e da bere!
Incontriamo Attilio, è appena uscito dalla farmacia per acquistare una pomata
per Elena che deve essere stata morsa da un insetto. Il dialogo con il
commesso, però, è stato da subito abbastanza problematico: prima il povero
drummer ha mimato con la mano un ragno, poi, dato l’esito negativo della
simulazione, si è destreggiato in una seconda parodia, l’imitazione de
"L'uomo ragno"! Non oso pensare cosa si sarebbe inventato se il povero
interlocutore non avesse capito: vederlo vestito con una calzamaglia rossa e
blu in mezzo ad altri clienti, con in sottofondo Micheal Bublè che canta
“Spiderman, Spiderman...” Sarebbe stato veramente uno spettacolo imperdibile; è
proprio vero che quando serve una telecamera non c’è mai! Fabio prende la prima navetta per Göppigen,
perché la sera prima si era dimenticato qualche pezzo di strumentazione in giro
(le solite Thunderate!) e lo voleva recuperare, prima di lasciarlo in Germania
definitivamente; noi ce ne stiamo tranquilli su di una panchina a mangiare,
bere e leggere; la navetta ritorna,
saliamo…Ci aspetta un altro lunghissimo
giorno di Doom. Oggi, finalmente, possiamo goderci il DSR III con molto più in
tranquillità; arriviamo nei pressi della cappella, vediamo nel prato di fronte
ad essa molta gente che ha passato la notte lì, in tenda o in macchina
nonostante il diluvio (questa sì che è attaccamento alla musica!). I vari mal
di collo e dolori alle articolazioni, ci fanno intuire che il giorno prima
abbiamo dato veramente il massimo (o stiamo diventando anziani?); il vento,
costante, che
spazza l’area di fronte l'ingresso, non è
di certo il benvenuto! Dopo un spuntino si comincia subito con le solite tappe
al bancone del bar; iniziano a suonare i Gorilla Monsoon che da subito
richiamano la mia attenzione, allora me li vado a vedere. Sti ragazzi spaccano
veramente! La sera scende su di noi e il cielo si dipinge di colori della
notte, al grigiore plumbeo delle nuvole si sostituisce il classico nero (nera è
la notte!non blu come molti pensano!). Instauro un bel discorso con Andy, il
bassista dei Mirror of Deception; “bello” forse è dire tanto perché dati il mio
tasso alcolico da ritiro-cremazione patente, il mio inglese biascicante e il
notevole volume della musica, il mio povero interlocutore non so realmente cosa
capisca dei miei discorsi un po’ troppo “Ozzianici”! Per fortuna almeno lui
parla un buon inglese e perciò riesce ad intuire abbastanza bene i miei
messaggi. Individuo di nuovo i miei compagni di avventura ( sempre col solito
criterio del “vai a caso”!) proprio prima dei Gates of Slumber, una vera forza
della natura, un doom bello acido molto vicino ai St.Vitus, sia nella
filosofia, sia nella sostanza! Faccio conoscenza con un bel po’ di gente ci fa i complimenti per lo show della
sera precedente; comincio a parlare con il bassista dei Forsacken, formazione
maltese di Doom; per fortuna con lui si parla un mix di italiano e inglese
(perché da loro non si studia solo la lingua nazionale come da noi!!!Eh!Eh![DA
CHE PULPITO VIENE LA PREDICA!!]). La domanda più frequente postaci dei
metalloni teutonici è: “Dicci qualcosa sulla scena Doom italiana”, io rispondo
che tante volte in Italia il Doom è messo in secondo piano, solo perché è un
genere che non è “trendy“; negli ultimi tre-quattro anni comunque si vede
un discreto fermento, ma ben lontano da
quello di altri paese europei!!( so già che questa frase mi costerà dei bei
cazziatoni da molta gente, ma non me ne frega proprio niente!). La fatica comincia
a farsi sentire: le ore di viaggio,
il concerto, il rimanere in piedi
immobile tipo militare in garrita, la birra… mi dirigo verso la “Krypta” dove
mi accorgo che non sono l’unico ad avere bisogno di un attimo di distacco; vedo
Attilio che mi offre un caffè, non all’italiana, il classico caffè lungo che si
beve in Germania, che ho imparato ad apprezzare come sostitutivo del the. Da
bravo Bergamasco, il caffè me lo “correggo” io! Zap! Zap! Per magia appare una
bottiglietta di rum dalla mia tasca sinistra; dopo la prodigiosa aggiunta il
caffè si tramuta in una specie di cocktail! Bello caldo! Mi fa riprendere un
po’ dalle fatiche della giornata (infatti, ormai è sera inoltrata!), mi accendo
la solita sigaretta all’interno del locale!! Mi accorgo che dopo la
seconda e abbondante correzione, la sostanza medicamentosa ha degli effetti
indesiderati: sono talmente rilassato che non riesco più a schiodarmi dalla
sedia! Non è un grosso problema: meno per meno fa più, allora Fabio prende
un’Africola (un tipo di cola tarocco) e ci facciamo un bel Cubalibre nostrano!
Dopo un po’ becco un certo cantante-chitarrista di un gruppo Bergamasco che
comincia per “T” e finisce per “hunderstorm” che canta nel cesso! Mah! Le vie
dell’alcol sono infinite!Ci disperdiamo in mezzo alla folla della “cappella”
ognuno in preda alle sue visioni e sempre con in sotto fondo del buono, sano e vecchio Doom, ci
ritroviamo, comunque, sempre costantemente di fuori a fumare una sigaretta o la
bancone del bar a farsi una birretta
. Ormai mi
sembra di convivere con tre entità in uno stesso corpo. Le mie gambe che vagano
senza meta e senza forza totalmente sconnesse dal cervello. La mia mente
(parlare di “mente” è veramente qualcosa di grosso!!!!) è annebbiata dai vapori
e dai fluidi, che si sono mischiati in dosi abbondanti, col poco sangue in
circolo. La bocca produce suoni più vicini alla cacofonia che a un vero e
proprio
linguaggio (tipo malato terminale di
"Parkinson"): dei bisillabi con terminazione nelle vocali “o” e “u”.
Volete provare voi a casa? E' un buon esercizio di Yoga, se fatto
intenzionalmente! Faccio ancora un giro nelle bancarelle di CD mentre stanno
suonando i “Place of Skull”! Capisco dai sintomi avvertiti precedentemente e da
un “leggero” annebbiamento della vista che ormai sono arrivato alla frutta,
l’ho passata e sono già arrivato alla grappa dopo il caffè. Arriva la navetta
con un certo rammarico misto gioia, perché il concerto non è ancora finito però
io non ce la faccio proprio più ragazzi! Saluto un po’ di gente con la promessa
di rivederci il più presto possibile. Striscio modello lombrico fino alla
navetta e rotolo all’interno. Mi siedo accanto al cantante-chitarrista
precedentemente incontrato nel cesso e noto, che il suo alito è molto vicino
agli aromi che si possono percepire nelle camere mortuarie degli ospedali
in pieno Agosto e con l’aria
condizionata rotta, frutto della moltitudine di panini alle cipolle in
precedenza ingurgitate. Mi è sembrato di vedere anche qualche fuoco fatuo
generato dalla moltitudine di “gas” nel furgone, nessuno si è azzardato ad
accendere un sigaretta per tutto il tragitto!! Salgo le mie solite sei rampe di
scale, entro in camera e mi accorgo che c’è qualcosa che non va…un piccolo
pinguino col becco tutto congelato e il berrettino di lana rosso infeltrito
stava morendo di freddo!NOOOOOO! Ho lasciato la finestra aperta!! Merda ! La
chiudo e mentre aspetto che si scaldi l’ambiente mi finisco il rum e esco
fumarmi l’ultima sigaretta della giornata e chi ti trovo… lo spirito errabondo
un tempo chiamato “Thunder”( Azz! È diventato peggio di Prince con sti
soprannomi!). Finita la sigaretta e anche la saliva per parlare, rientro in
camera e mi schiaffo sotto le coperte. Anche stavolta le mie chiappe sono
tornate nel letto sulle proprie gambe!!!
CONSIDERAZIONI DELLA GIORNATA:
Oggi due nomi su tutti: Gorilla Monsoon e
Gates of Slumber!!Sul palco sono stai impareggiabili!
Fegato a parte sta andando tutto bene!
Suona la
sveglia!! Qui è il capitano Kirk che vi parla!!Spook! Spook! Dove sei? Perché
non hai passato la cera sul ponte dell’Enterprise?? Tu sei qui senza permesso di soggiorno e io posso sempre
rispedirti da dove sei venuto! No! Ho sbagliato settore celebrale Mi con un
lieve mal di testa! Da cosa sarà causato? Colpi d’aria? Letto scomodo? Allergia
a qualche tessuto? Pianeti non allineati con il mio Karma? Strani riti Voodoo
fatti su di me? Tento di armonizzare almeno la maggioranza del mio corpo (basta
anche il 50+1%!J), fatto
questo prendo i mie pochi averi e li porto al piano inferiore. Colazione.
Carico dei bagagli e strumenti in auto. Saluti doverosi all’amico sardo. Carico
delle membra stanche e ancora intorpidite. Partenza per l’Italia. Da veri
stacanovisti del Doom io, Attilio e Elena ci ascoltiamo i CDs di Doom appena
acquistati: devo dire che dal vivo queste canzoni hanno tutto un altro
“spirito” e su supporto magnetico suonano un po’ troppo fredde! Niente da
menzionare durante il viaggio solo un’alternanza di silenzi a brevi discorsi (
le poche ore di sonno cominciano a farsi sentire!); anche dall’altra macchina
nessun segno di vita, l’walkytalky si attiva solo quando capta delle
interferenze. Si parla un po’ del nostro show e di quelli delle altre bands. Ci
fermiamo per una sosta in Austria e una nei pressi di Bolzano per un breve
spuntino. L’altra macchina viene bloccata dalla finanza per un controllo: forse
cercavano uno spaccio di Doom clandestino? Comunque anche se ci fosse stato
qualcosa di sicuro non l’avremmo riportato indietro. Salutiamo l’allegra combriccola
in zona casa “Thunder”. Anch’io arrivo a casa e scarico tutti i miei possessi e
mi getto a pesce nella doccia. Anche quest’avventura è finita. Magari ci si
risentirà al DSR quattro, cinque o sei, chi lo sa.
CONSIDERAZIONI DELLA GIORNATA:
VIVO E NON VINTO
Spero di non essere stato troppo noioso nel
raccontarvi questi tre giorni di Doom visti con un occhio un po’ meno critico
di quello che troverete sulle web-zine o sulle riviste. Spero vi siate fatti
un’idea di come vi apparirebbe questo festival se un giorno lo vorreste
visitare. Mi scuso anticipatamente con la lingua italiana e “l’Accademia della
Crusca” per il mio pessimo italiano, ma purtroppo io sono un elettricista (più
o meno!!) e come narratore non valgo molto. Se doveste trovare degli errori di
qualsiasi tipo non perdete tempo a comunicarmeli, per il momento mi piace
navigare nella mia ignoranza (devo dire che ci vivo proprio bene!J). Quando sarò ricco e famoso
(praticamente mai, neanche nei miei sogni!)
e potrò permettermi uno “scriba” personale allora troverete qualcosa di
più esauriente e con una forma migliore, per ora dovete accontentarvi di me.
Alla prossima favola doom per grandi e piccini!! Buona notte Doomsurfers!!!
OMAR