DIARIO DOOM SHALL RISE

(…mezzo serio)

 

 

GIORNO UNO:

 

Dalla prima lettera di Omar ai discepoli del Doom…

 

Cari fratelli,

 

Il lungo weekend di doom comincia con la sveglia che suona circa alla solita ora, proprio come se fosse un giorno lavorativo, le: 7.00; con gli occhi ancora impastati mi avvicino al fornello per la mia solita ricca colazione a base di the e la solita crostatina (cui nel fine settimana si aggiunge una bella compressa per ovviare al perenne mal di testa!!). Dopo un rapido riassemblamento fisico (quello psichico arriverà forse poi…), l’espletamento delle necessità umane ordinarie e dei problemi che ne derivano: centrare bene la tazza del cesso mentre pisci, evitare di strangolarti con lo spazzolino da denti, evitare che quel bastardo del sapone finisca negl’occhi togliendoti la poca visibilità mattutina ecc, ecc (non ho menzionato la nemica-amica d’ogni metallaro con i capelli lunghi, in altre parole la spazzola perché è un po’ di tempo che non la uso più!). Attendo il fido Attilio e la sua consorte Elena, do fuoco alla mia prima sigaretta e mi metto a guardare la TV; come al solito ci sono solo programmi inutili, quindi mi soffermo su una televendita di batterie di pentole (un programma stupido a caso!), ma proprio in quel momento..DRIIIIN!DRIIN! (io ho ancora il telefono a gettoni in casa!!) arriva la telefonata del batterista…sarà solo una coincidenza? Mah! In ogni caso, Attilio mi avvisa del suo ritardo causato da alcuni lavori in corso sulla strada che collega Lodi alla mia magione; accendo la seconda sigaretta (è la seconda di una lunghissima serie…) e continuo a guardare la mia televendita. Verso le 8.30 il drummer arriva e, dopo un rapido carico degli strumenti con stivatura modello aeronautico, volgiamo verso la dimora di Serena (detta anche LaSerena), una nostra amica che ci accompagnerà in questo lungo viaggio. 9.30: arrivo all’Autogrill vicino a Rovato (BS), dove incontriamo i due pezzi mancanti (Fabio “Thunder” e Sandro); dopo il caffè, la scorta di nicotina e il pieno alle due macchine, la carovana del Doom è pronta a partire con destinazione Germania! Tra un CD e una cazzata, il tutto condito da una dose massiccia di sigarette, arriviamo al confine austro-italico; la macchina di Attilio vista dall’esterno poteva sembrare uno di quei piccoli treni che cavalcavano, sbuffanti vapore, attraverso il selvaggio West… Solo che la caldaia eravamo noi tre fumatori incalliti. I clima è comunemente clemente con Thunderstorm (ho detto “quasi” perché al primo Doom Shall Rise, ci siamo beccati una potente nevicata al valico austriaco che ci costrinse a rallentare l’andatura) e anche oggi è una bella giornata, cosicché possiamo ammirare la maestà delle Alpi italo-austriache: questi enormi e saggi giganti che racchiudono in sé la memoria di migliaia di anni, sembrano le uniche cose che riescano a sfidare la vastità del cielo e a minacciare l’onnipresenza della luce solare. Solo guardandole da così vicino ti accorgi del perché i nostri avi non volessero provocare l’antico spirito della montagna! Decidiamo di fermarci per una piccola sosta per un primo rifocillamento a base di panini standard Autogrill (il sottoscritto a optato per due menù compresivi di dolcetto) e l’acquisto del pedaggio austriaco, dopo una manciata di minuti, il trenino-doom riparte sbuffante per il valico delle alpi. I panini fanno veramente schifo, però la bibita gassata crea l’amalgama giusta per la fermentazione e la produzione di gas, che, per ora, si limitano ad uscire dal cavo orale (per fortuna dei miei auto-coinquilini!). I chilometri scorrono belli veloci, poi Attilio percorre tanti chilometri con l’auto tanti quanti con la lingua (beata la sua ragazza!); sono due campi in cui il nostro batterista è temprato giacché fa il rappresentante o agente o come cavolo si scrive; comunque non ci si annoia con lui in macchina, ogni tanto perdo il filo del discorso poiché il mio cervello è un po’ a scoppio ritardato: devo accenderlo un’oretta prima, farlo scaldare ed entra in temperatura solo dopo tre-quattro ore, poi devo subito spegnerlo perché va in ebollizione. Riusciamo tenerci in contatto con l’altra vettura tramite degli walky-talky, una vera e propria comodità se non si vuole elargire un patrimonio alle compagnie telefoniche, il mio interlocutore è “Thunder” (Fabio o come diavolo volete chiamarlo), che dopo qualche incertezza iniziale viaggia spedito come un rodato camionista. Verso le 17.00, piccola sosta in terra teutonica, ormai siamo in prossimità della nostra destinazione; facciamo merenda come da tradizione “Thunderstorm” con il buon vecchio “Bifi”, una specie di salamino da cocktail in vari gusti: peperoni, piccante o con una specie di biscotto attorno (se volete visitare il sito mi sembra che sia ma non ne sono sicuro). Sandro osa provare, una specie di involtino al sapore di pizza e crema di fagioli. Un pazzo dallo stomaco di piombo! Grazie alle indicazioni forniteci dell’organizzazione troviamo l’hotel al volo e mentre scarichiamo gli strumenti ci accorgiamo, con nostro felice stupore, che il padrone dell’albergo è italiano. Si chiama Cadeddu: di chiare origini sarde. Ci ritiriamo ognuno nella propria camera: tutte stanze singole tranne per Attilio ed Elena che hanno una doppia. La camera è spaziosa, non come certe singole che mi è capitato di provare in Italia dove per scendere dal letto dovevi essere un contorsionista, perché avevi venti centimetri tra te e il muro, mentre se volevi sederti sulla tazza del cesso dovevi infilare i piedi nella doccia. Vi piacciono le vacanze estreme? Vi do l’indirizzo di questa specie di hotel! Dopo un veloce warm-up sulla tazza del cesso con annesso giro più veloce e pit-stop, perché la tipa dell’albergo voleva a tutti i costi entrare per darmi gli asciugamani puliti, accendo la TV e anche qui cosa ti trovo…una televendita, non di pentole ma di attrezzi per la cucina, mi sdraio sul letto e dolcemente sento in sottofondo la voce del venditore che si allontana sempre di più, di più…di più……..di più………di più…….. merda!merda!merda! Mi ero addormentato! Gli altri si scolavano la prima succulenta birra tedesca, mentre io ero lì che dormivo come un tricheco al sole (beh più che come tricheco mi ci vedrei meglio come lucertola, visto il fisico!J). Mi sveglio pensando di essere ancora sul divano di casa mia, cerco il telecomando per spegnere la TV, ma il tasto “Stand-by” non funziona; mi alzo dal letto con la velocità di un bradipo affetto da displasia, spengo l’apparecchio… Mi accorgo che non sono a casa allora salto la fase di preriscaldamento del cervello e vado subito alla fase ebollizione, per ovviare infilo la testa sotto il rubinetto dell’acqua fredda…sono sveglio!! Più o meno. In quel momento Fabio bussa alla camera e mi dice che è quasi ora di andare; accendo l’ennesima sigaretta per ripigliarmi, ma non funziona (cominciamo bene la serata!). La navetta che ci porta dall’albergo alla “location” è guidata da uno degli organizzatori chiamato Roman un gran bravo ragazzo, però se gli fai girare coglioni, ti ribalta. Sarà lui il “traghettatore delle anime” dei musici e no. Arriviamo alla meta: “The Chapel”, questo è il nome del locale dove dovremo suonare stasera, una vecchia cappella sconsacrata ed ora adibita a “musichall”, perfetta per un ritrovo di doomsters!! Cominciamo a portare gli strumenti nel backstage e facciamo un giro all’interno del locale; devo dire che se l’esterno mi è piaciuto, l’interno è troppo fico: alle finestre dei mosaici di vetro, come lampadari dei candelabri, al posto dell’altare c’è il palco, cosa si può pretendere di più per uno spettacolo di Doom? Il buon Jochen (il chitarrista dei Mirror of Deception), ci consegna i “pass” e le varie consumazioni, che noi, da bravi ragazzi, andiamo subito a sfruttare prendendo una birretta bella fresca. Devo dire che accendere una sigaretta all’interno di un locale è gia qualcosa che mi sembra strano, allora sfrutto l’occasione. A poco a poco incontriamo tante facce già viste: l’armata dei Mirror of Deception con Siffi, Andy e Joseph; gli Well of Soul capitanati dal chitarrista Frank dal cantante Petro; molta gente che è assidua frequentatrice dei nostri spettacoli e che io non finirò mai di ringraziare. I gruppi si susseguono nella “doom-arena”, ma non voglio recensirle, per queste cose ci sono i cosiddetti “addetti ai lavori”, che sono molto più bravi di me. Toc! Toc! Lo stomaco bussa e allora esco verso il chiosco delle cibarie anche perché non voglio già massacrarmi le orecchie. Non capisco una mazza del cartello dei vettovagliamenti, nonostante io abbia tentato di imparare il tedesco con delle lezione private datemi del commissario Rex in “persona” e abbia visto molte puntate de “l’ispettore Derrrick” (in italiano!); allora dopo tesi, ipotesi, laboriosi calcoli matematici fatti dal mio cervello (che non starò qui ad illustrarvi perché vi annoierei) e un mistico simposio tra io, me e il mio amico invisibile arrivo alla conclusione……………. di………………. Scegliere a caso! L’oggetto in questione sembra una grossa fetta di prosciutto in mezzo ad un panino, chiedo alla oste che tipo di carne fosse, lei mi guarda un po’ sconsolata e mi dice: ”Carne!”, allora non faccio più nessuna domanda, prendo il panino, ricopro il cadavere del povero animale ignoto con del ketchup e lo agguanto con le mie fauci(almeno quelle poche buone che mi sono rimaste). Mi è sembrato dei udire un piccolo gemito al primo morso, forse è la mia fervida immaginazione…forse! Sotto la cappella c’è un altro locale in cui di solito si suona, ma, in questo caso, la saletta è stata adibita ad area “chill-out” chiamata “Kripta”, dopo molte ore di concerto hai bisogno di raffreddare le meningi per qualche minuto e parlare senza che ti compaiano delle vene grosse come tronchi sulla gola. Facciamo fatto la conoscenza di alcuni ragazzi venuti dai dintorni di Roma per assistere allo spettacolo guidati dallo spirito “di-vino”!i Doomreiser! Tra una chiacchierata e una birretta, tra una birretta e una sigaretta, tra u discorso in pseudo-inglese e una birra, arriva il nostro turno di suonare, perciò entriamo nel backstage per gli ultimi preparativi, mentre gli Warning stanno finendo il loro show. Prima di salire sul palco io e Attilio ci spariamo una bella pisciata all’aria aperta, Ah! Bella storia, peccato però di fuori piova talmente intensamente che vedo: l’arca, Noè e i suoi cazzo di animali, mentre vanno a fondo. Espletati i bisogni, ognuno si concede hai propri riti scaramantici, tassativamente privati per ogni musicista (e sconosciuti agli estranei!). Io, appunto, per scaramanzia non li voglio rivelare. Il pubblico sembra bello caldo, bello ubriaco e la sala è piena rasa. L’intro parte, salvo qualche problema di suoni all’inizio, con il passare delle canzoni tutto si aggiusta, anche grazie alla bravura dei “backliner” che quasi nessuno di solito ringrazia; il nostro “set” finisce abbastanza tardi, perciò quando usciamo dal backstage la hall è già vuota, perché l’orario di chiusura va rispettato tassativamente. Noi, dopo la birretta della buonanotte, saliamo sulla navetta che ci riporta proprio davanti all'hotel (me ne servirebbe una così per i fine settimana che mi riporta a casa!), senza nessun guaio con la Polizei. La mazzata finale è farsi i tre piani dell’albergo e con in più strumentazione in mano: sei rampe di scale, ripide come quelle di un tempio Maya, che bruciano le ultime forze della giornata. Parcheggio tutti i miei averi, attuando la stessa metodica già utilizzata prima: un po’ nella doccia, un po’ sparsi per la camera e mi sbatto dentro il letto (per meglio dire ci svengo praticamente dentro!), sembra un po’ un’amaca; arrotolo il cuscino modello cartina (non quella stradale!!!) per fargli prendere un po’ di volume e mi infilo in questo maxi Saccottino del Mulino Bianco!!! Di fuori, sento ancora l’anima raminga di Thunder che si aggira nei corridoi, vagando di stanza in stanza, di porta in porta, di “vaffa” in “vaffa”, ma ormai sto entrando nel mio universo onirico, che tutte le notti, ci si spalanca davanti e ci tiene nel suo caldo abbraccio per ore…ore….ore…

 

CONSIDERAZIONI DELLA GIORNATA:

 

Due band su tutte oggi gli Well of Soul che nonostante la dipartita del bassista, con la nuova formazione a tre elementi ne hanno guadagnato in feeling; la seconda band i Mirror of Deception hanno fatto un concerto straordinario: intensità, presenza scenica e una bella dose di dinamismo, sono caratteristiche che hanno fatto infiammare la folla! Al primo giorno sono sopravvissuto e, anche se un po’ malconcio, sono riuscito a portare il mio scarno culo nel letto sulle mie gambe! Non male!!

 

 

GIORNO DUE:

 

 

Il risveglio non è così faticoso, nonostante la stanchezza del giorno prima e le poche ore di sonno. La luce penetra fioca, dalle tende marrone mogano; rimbalza, dolce, sulle mie palpebre e saluto Morfeo, lentamente, per tornare alla realtà umana. Cazzate!! Per me il risveglio è sempre un momento troppo traumatico. Dopo una doccia rigenerante e tolti gli ultimi residui di sudore della serata precedente, ritrovo i miei anfibi, lasciati debitamente nel bagno, per evitare che la loro pestilenza divagasse per la piccola camera. Rinchiudo i calzini sporchi in un sacchetto ermeticamente sigillato con la ceralacca, per evitare che i loro “ululati” richiamino delle orde malvagie di calzini killer. Scendo le faticosissime rampe di scale che, di mattina, sobrio e in discesa, non mi sembrano poi tanto pericolose; vedremo stasera. Arrivo al piano terra, dove scopro che sono il primo ad arrivare a tavola per la colazione; Ah! Il buon vecchio caffè ristretto all’italiana, fatto dalle sapienti mani del nostro connazionale sardo; mi getto a pesce sull’abbondante colazione continentale: quattro panini, affetti vari, burro, marmellata e un bel bicchiere di succo di frutta. In pochi minuti tutta l’allegra compagnia si è riunita al tavolo; io, Fabio, Sandro e Serena decidiamo per un giretto per l‘allegra cittadina, mentre Attilio e Elena decidono di fermarsi in albergo. Cosa c’è di più Doom di una bella gita al cimitero cittadino? Tipico cimitero con tombe interrate e caratteri gotici per gli epitaffi. Tra una certo scetticismo delle nonnine che bagnano i fiori, facciamo qualche foto tra croci e lapidi, sempre per non interrompere il Doom-Feeling di questi due giorni interamente a tema. Constatata una notevole longevità delle persone del luogo, ci allontaniamo lasciando gli abitanti del suolo al loro sonno eterno… Ritorniamo all’albergo, non prima di essere passati da un piccolo supermarket, per comprare qualche stronzata da mangiare e da bere! Incontriamo Attilio, è appena uscito dalla farmacia per acquistare una pomata per Elena che deve essere stata morsa da un insetto. Il dialogo con il commesso, però, è stato da subito abbastanza problematico: prima il povero drummer ha mimato con la mano un ragno, poi, dato l’esito negativo della simulazione, si è destreggiato in una seconda parodia, l’imitazione de "L'uomo ragno"! Non oso pensare cosa si sarebbe inventato se il povero interlocutore non avesse capito: vederlo vestito con una calzamaglia rossa e blu in mezzo ad altri clienti, con in sottofondo Micheal Bublè che canta “Spiderman, Spiderman...” Sarebbe stato veramente uno spettacolo imperdibile; è proprio vero che quando serve una telecamera non c’è mai!  Fabio prende la prima navetta per Göppigen, perché la sera prima si era dimenticato qualche pezzo di strumentazione in giro (le solite Thunderate!) e lo voleva recuperare, prima di lasciarlo in Germania definitivamente; noi ce ne stiamo tranquilli su di una panchina a mangiare, bere e leggere; la navetta ritorna, saliamo…Ci aspetta un altro lunghissimo giorno di Doom. Oggi, finalmente, possiamo goderci il DSR III con molto più in tranquillità; arriviamo nei pressi della cappella, vediamo nel prato di fronte ad essa molta gente che ha passato la notte lì, in tenda o in macchina nonostante il diluvio (questa sì che è attaccamento alla musica!). I vari mal di collo e dolori alle articolazioni, ci fanno intuire che il giorno prima abbiamo dato veramente il massimo (o stiamo diventando anziani?); il vento, costante, che spazza l’area di fronte l'ingresso, non è di certo il benvenuto! Dopo un spuntino si comincia subito con le solite tappe al bancone del bar; iniziano a suonare i Gorilla Monsoon che da subito richiamano la mia attenzione, allora me li vado a vedere. Sti ragazzi spaccano veramente! La sera scende su di noi e il cielo si dipinge di colori della notte, al grigiore plumbeo delle nuvole si sostituisce il classico nero (nera è la notte!non blu come molti pensano!). Instauro un bel discorso con Andy, il bassista dei Mirror of Deception; “bello” forse è dire tanto perché dati il mio tasso alcolico da ritiro-cremazione patente, il mio inglese biascicante e il notevole volume della musica, il mio povero interlocutore non so realmente cosa capisca dei miei discorsi un po’ troppo “Ozzianici”! Per fortuna almeno lui parla un buon inglese e perciò riesce ad intuire abbastanza bene i miei messaggi. Individuo di nuovo i miei compagni di avventura ( sempre col solito criterio del “vai a caso”!) proprio prima dei Gates of Slumber, una vera forza della natura, un doom bello acido molto vicino ai St.Vitus, sia nella filosofia, sia nella sostanza! Faccio conoscenza con un bel po’ di  gente ci fa i complimenti per lo show della sera precedente; comincio a parlare con il bassista dei Forsacken, formazione maltese di Doom; per fortuna con lui si parla un mix di italiano e inglese (perché da loro non si studia solo la lingua nazionale come da noi!!!Eh!Eh![DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA!!]). La domanda più frequente postaci dei metalloni teutonici è: “Dicci qualcosa sulla scena Doom italiana”, io rispondo che tante volte in Italia il Doom è messo in secondo piano, solo perché è un genere che non è “trendy“; negli ultimi tre-quattro anni comunque si vede un  discreto fermento, ma ben lontano da quello di altri paese europei!!( so già che questa frase mi costerà dei bei cazziatoni da molta gente, ma non me ne frega proprio niente!). La fatica comincia a farsi sentire: le ore di viaggio, il concerto, il rimanere in piedi immobile tipo militare in garrita, la birra… mi dirigo verso la “Krypta” dove mi accorgo che non sono l’unico ad avere bisogno di un attimo di distacco; vedo Attilio che mi offre un caffè, non all’italiana, il classico caffè lungo che si beve in Germania, che ho imparato ad apprezzare come sostitutivo del the. Da bravo Bergamasco, il caffè me lo “correggo” io! Zap! Zap! Per magia appare una bottiglietta di rum dalla mia tasca sinistra; dopo la prodigiosa aggiunta il caffè si tramuta in una specie di cocktail! Bello caldo! Mi fa riprendere un po’ dalle fatiche della giornata (infatti, ormai è sera inoltrata!), mi accendo la solita sigaretta all’interno del locale!! Mi accorgo che dopo la seconda e abbondante correzione, la sostanza medicamentosa ha degli effetti indesiderati: sono talmente rilassato che non riesco più a schiodarmi dalla sedia! Non è un grosso problema: meno per meno fa più, allora Fabio prende un’Africola (un tipo di cola tarocco) e ci facciamo un bel Cubalibre nostrano! Dopo un po’ becco un certo cantante-chitarrista di un gruppo Bergamasco che comincia per “T” e finisce per “hunderstorm” che canta nel cesso! Mah! Le vie dell’alcol sono infinite!Ci disperdiamo in mezzo alla folla della “cappella” ognuno in preda alle sue visioni e sempre con in sotto fondo  del buono, sano e vecchio Doom, ci ritroviamo, comunque, sempre costantemente di fuori a fumare una sigaretta o la bancone del bar a farsi una birretta. Ormai mi sembra di convivere con tre entità in uno stesso corpo. Le mie gambe che vagano senza meta e senza forza totalmente sconnesse dal cervello. La mia mente (parlare di “mente” è veramente qualcosa di grosso!!!!) è annebbiata dai vapori e dai fluidi, che si sono mischiati in dosi abbondanti, col poco sangue in circolo. La bocca produce suoni più vicini alla cacofonia che a un vero e proprio linguaggio (tipo malato terminale di "Parkinson"): dei bisillabi con terminazione nelle vocali “o” e “u”. Volete provare voi a casa? E' un buon esercizio di Yoga, se fatto intenzionalmente! Faccio ancora un giro nelle bancarelle di CD mentre stanno suonando i “Place of Skull”! Capisco dai sintomi avvertiti precedentemente e da un “leggero” annebbiamento della vista che ormai sono arrivato alla frutta, l’ho passata e sono già arrivato alla grappa dopo il caffè. Arriva la navetta con un certo rammarico misto gioia, perché il concerto non è ancora finito però io non ce la faccio proprio più ragazzi! Saluto un po’ di gente con la promessa di rivederci il più presto possibile. Striscio modello lombrico fino alla navetta e rotolo all’interno. Mi siedo accanto al cantante-chitarrista precedentemente incontrato nel cesso e noto, che il suo alito è molto vicino agli aromi che si possono percepire nelle camere mortuarie degli ospedali in  pieno Agosto e con l’aria condizionata rotta, frutto della moltitudine di panini alle cipolle in precedenza ingurgitate. Mi è sembrato di vedere anche qualche fuoco fatuo generato dalla moltitudine di “gas” nel furgone, nessuno si è azzardato ad accendere un sigaretta per tutto il tragitto!! Salgo le mie solite sei rampe di scale, entro in camera e mi accorgo che c’è qualcosa che non va…un piccolo pinguino col becco tutto congelato e il berrettino di lana rosso infeltrito stava morendo di freddo!NOOOOOO! Ho lasciato la finestra aperta!! Merda ! La chiudo e mentre aspetto che si scaldi l’ambiente mi finisco il rum e esco fumarmi l’ultima sigaretta della giornata e chi ti trovo… lo spirito errabondo un tempo chiamato “Thunder”( Azz! È diventato peggio di Prince con sti soprannomi!). Finita la sigaretta e anche la saliva per parlare, rientro in camera e mi schiaffo sotto le coperte. Anche stavolta le mie chiappe sono tornate nel letto sulle proprie gambe!!!

 

CONSIDERAZIONI DELLA GIORNATA:

 

 Oggi due nomi su tutti: Gorilla Monsoon e Gates of Slumber!!Sul palco sono stai impareggiabili!

Fegato  a parte sta andando tutto bene!

 

 

GIORNO TRE:

 

 

Suona la sveglia!! Qui è il capitano Kirk che vi parla!!Spook! Spook! Dove sei? Perché non hai passato la cera sul ponte dell’Enterprise??  Tu sei qui senza permesso di soggiorno e io posso sempre rispedirti da dove sei venuto! No! Ho sbagliato settore celebrale Mi con un lieve mal di testa! Da cosa sarà causato? Colpi d’aria? Letto scomodo? Allergia a qualche tessuto? Pianeti non allineati con il mio Karma? Strani riti Voodoo fatti su di me? Tento di armonizzare almeno la maggioranza del mio corpo (basta anche il 50+1%!J), fatto questo prendo i mie pochi averi e li porto al piano inferiore. Colazione. Carico dei bagagli e strumenti in auto. Saluti doverosi all’amico sardo. Carico delle membra stanche e ancora intorpidite. Partenza per l’Italia. Da veri stacanovisti del Doom io, Attilio e Elena ci ascoltiamo i CDs di Doom appena acquistati: devo dire che dal vivo queste canzoni hanno tutto un altro “spirito” e su supporto magnetico suonano un po’ troppo fredde! Niente da menzionare durante il viaggio solo un’alternanza di silenzi a brevi discorsi ( le poche ore di sonno cominciano a farsi sentire!); anche dall’altra macchina nessun segno di vita, l’walkytalky si attiva solo quando capta delle interferenze. Si parla un po’ del nostro show e di quelli delle altre bands. Ci fermiamo per una sosta in Austria e una nei pressi di Bolzano per un breve spuntino. L’altra macchina viene bloccata dalla finanza per un controllo: forse cercavano uno spaccio di Doom clandestino? Comunque anche se ci fosse stato qualcosa di sicuro non l’avremmo riportato indietro. Salutiamo l’allegra combriccola in zona casa “Thunder”. Anch’io arrivo a casa e scarico tutti i miei possessi e mi getto a pesce nella doccia. Anche quest’avventura è finita. Magari ci si risentirà al DSR quattro, cinque o sei, chi lo sa.

 

CONSIDERAZIONI DELLA GIORNATA:

 

VIVO E NON VINTO

 

 

 Spero di non essere stato troppo noioso nel raccontarvi questi tre giorni di Doom visti con un occhio un po’ meno critico di quello che troverete sulle web-zine o sulle riviste. Spero vi siate fatti un’idea di come vi apparirebbe questo festival se un giorno lo vorreste visitare. Mi scuso anticipatamente con la lingua italiana e “l’Accademia della Crusca” per il mio pessimo italiano, ma purtroppo io sono un elettricista (più o meno!!) e come narratore non valgo molto. Se doveste trovare degli errori di qualsiasi tipo non perdete tempo a comunicarmeli, per il momento mi piace navigare nella mia ignoranza (devo dire che ci vivo proprio bene!J). Quando sarò ricco e famoso (praticamente mai, neanche nei miei sogni!)  e potrò permettermi uno “scriba” personale allora troverete qualcosa di più esauriente e con una forma migliore, per ora dovete accontentarvi di me. Alla prossima favola doom per grandi e piccini!! Buona notte Doomsurfers!!!

 

 

                                               OMAR