GIUDIZI
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In occasione della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di
Bologna, la Salani ha deciso di pubblicare, in ciò che chiama "un
trentaduesimo", un INVITO ALLA LETTURA: un fascicoletto con 4 capitoli
di "Lilim del tramonto", da usare in Fiera e in seguito. Per arricchirlo
ho chiesto a conoscenti e sconosciuti, che sapevo (o speravo) aver letto
il libro, una serie di "giudizi" nello stile degli stralci dai giornali,
o qualcosa di simile. Ho raccolto una buona messe.
Un bel romanzo per ragazzi? Non solamente! Lilim si rivolge
a tutti, a prescindere da età, sesso e religione, per la sua capacità
di raccontarci in maniera moderna, profonda e laica la Storia delle Storie.
Il bambino protagonista del racconto vive nel nostro mondo, ma da qui intreccia
relazioni sia virtuali che metafisiche con una storia di 2000 anni fa.
Questo straordinario racconto è già pronto per divenire un
film ed un CD-rom di sicuro successo.
C'è un segreto, qualcosa che tutti gli scrittori
sanno, anche se non se lo dicono: in letteratura non ci sono rotture. Ce
lo bisbigliamo nei corridoi delle Case Editrici quando prepariamo le rivoluzioni
letterarie. E non c'è niente di più tradizionale del rifiuto
della tradizione. Qualcuno, come Bruno Tognolini, scrive dei romanzi, come
Lilim del tramonto, e svela l'arcano: da che mondo è mondo i bambini
le storie importanti per organizzare il futuro le hanno sentite dai nonni.
Lilim è un libro sulla Luce. Libro luminoso con
molte luci diverse: ora bianca, più spesso rossa, a volte ombrosa.
Le stelle che brulicano, la luna che bagna, l'ultimo giorno di sole in
centro, la facciata scura di San Sigismondo, le luci di Nazareth in festa,
il sole che nasce tra la i e la emme della copertina, il
sole che nasce da Myriam, il sorriso di Jod-He, la brillante fede di Zeitan,
i led, il sorriso di padre Giuseppe l'ultimo giorno. Grazie.
Forse ho capito qual era l'ambizione nascosta di Bruno
Tognolini. Dimostrare, ma anche mostrare come la pagina stampata renda
bene la virtù reale del game, e lo faccia meglio di quanto altri
media non sanno. Se è così, c'è riuscito, lo dico
come lettore che si è appassionato alle storie racchiuse in Lilim.
Ecco allora la prova alla quale mi auguro Tognolini vorrà sottoporsi
nel futuro: inventare un game che renda altrettanto bene la virtù
reale di questa narrazione.
Il valore del virtuale, estremizzato nella vertigine tecnologica,
non ha probabilmente tenuto mai molto conto della componente virtuosa che
alberga in ogni irrealtà, sogno o visione. Bruno Tognolini colma
in parte tale lacuna accoppiando un vecchio frate costruttore di cyberpresepi
e un giovanissimo smanettone di video games. Entrambi virtualmente perseguivano
il medesimo cammino virtuoso.
Potrei mediare più altamente e proporvi di accosciarvi
innanzi al presepe - o per caso non l'avete fatto? - e concentrarvi nella
lettura del romanzo di Tognolini "Palestina Quest", dove si racconta di
un ragazzino prossimo venturo che con il suo computerino costruisce un
videogame del genere quest, nientedimeno che un'avventura ambientata in
Palestina nell'anno zero, con l'ultimo difficilissimo livello da giocarsi
a Betlemme nel giorno uno. Non era una brutta idea regalarlo quel libro
ai vostri figli o nipoti, no, e intanto darci un'occhiata anche voi.
Già: c'è il finale biografico del frate,
con un climax tranquillo che è perfetto. Tu lo sapevi che già
nella stretta della Via, prima della casa della strega, gli anticorpi del
lettore sono all'erta, proprio nel cuore dell'intreccio, sentendo non solo
che arrivano i guai, ma anche che il libro sta per finire, cioè
la storia per compiersi? Premeditato o no, questo asincrono è un
bel colpo da maestro.
Poi credo che ci sia un tipo di frase poetica, o ad alta
densità poetica, che ti riesce particolarmente bene; forse te ne
freghi della storia - e dell'abuso - di queste espressioni nell'italiche
lettere: scrivi e funziona. È roba autentica. Somiglia ai Salmi
più che a D'Annunzio. Tiene su il tema senza abbassare il battito
alla trama.
Bruno Tognolini - l'autore impagabile delle filastrocche
di "Mal di pancia calabrone" - ci regala un romanzo bellissimo, che parla
delle inquietudini di sempre con le parole di oggi, anzi, di domani, e
non demonizza i videogiochi ma ne coglie le potenzialità nascoste
in un quadro più grande, in cui tutto concorre a farci più
ricchi, più consapevoli, più umani. E tutto senza perdere
ritmo neppure una volta, con soluzioni geniali che trovano riscontro nei
vangeli apocrifi: come quando il gioco s'ingrippa, e il tempo sembra fermarsi,
ed è invece la grande sosta cosmica che accolse la nascita di Gesù
a entrare nel videogame e a piegarlo alle regole della vita.
Ma come fa Tognolini a sapere tutte quelle cose sulla
Palestina dell'anno zero e i suoi dintorni? Che ci sia stato?... O magari
si è inventato tutto... Fa lo stesso. Quello che importa è
che quel passato remoto noi possiamo visitarlo insieme al futuro prossimo
di Lele, il ragazzino che costruisce mondi al computer. È un mondo
salvato dai ragazzini quello che visitiamo attraverso gli occhi di
Lilim, la ragazzina che salva il salvatore. Un mondo in cui si viaggia
nel tempo senza grandi turbamenti... Fantastico! Perché, alla faccia
di Lele e del suo computer, un libro è ancora la più efficace
ed economica macchina del tempo.
È una necessità immanente, un destino ineluttabile
che conduce tutti verso un unico punto di luce, un luogo, un evento straordinario
nel romanzo di Bruno Tognolini "Lilim del tramonto". I protagonisti vengono
da lontano, chi attraverso la Palestina, che Palestina non è ancora,
chi attraverso il tempo, da mille e mille anni nel futuro. Sono Lele, il
piccolo mago dei video, e padre Giuseppe che giocano allo stesso gioco
estremo, così come Zahel il sicario di Sparta e Lilim Tamaliel,
la misteriosa fata del tramonto: tutti devono arrivare, perché il
tempo, tanto atteso, si è compiuto. Lilim del tramonto è
il risultato di un'operazione letteraria affascinante, il frutto insolito
dell'intreccio tra realtà e iperrealtà, tra mondi e linguaggi
differenti, del convergere di piani di racconto apparentemente paralleli
in un unico nodo focale. Dove la Bibbia cede il passo al fantasy, il virtuale
alla tradizione, Tognolini dà vita a un romanzo avvincente e di
grande impatto emotivo.
Che rapporto c'è tra un videogame d'avventura e
un presepe meccanico? L'accostamento è inusuale ma entrambi sono
mondi virtuali che prendono vita dai giocatori, o degli osservatori del
presepe, trascinati in un reticolo narrativo che presuppone, al di là
di un evento principale, le mille storie di cui i personaggi sono protagonisti.
Con "Lilim del tramonto" Bruno Tognolini ci invita a guardare con meno
apprensione a quei bambini e ragazzi che maneggiano con perizia videogame
e computer. C'è un filo comune che unisce il gioco in "virtù
reale" di Lele e la meticolosa manualità di frate Giuseppe, costruttore
del presepe. Entrambi esprimono il bisogno insopprimibile di uscire dal
mondo, di creare una realtà fittizia in cui ciascuno possa vivere
molte e differenti avventure, come uno scrittore che moltiplica se stesso
nei personaggi delle sue storie.
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Questa pagina è stata inserita il 25/04/00.
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