Bruno Tognolini
LILIM DEL TRAMONTO - Romanzo Salani

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In occasione della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna, la Salani ha deciso di pubblicare, in ciò che chiama "un trentaduesimo", un INVITO ALLA LETTURA: un fascicoletto con 4 capitoli di "Lilim del tramonto", da usare in Fiera e in seguito. Per arricchirlo ho chiesto a conoscenti e sconosciuti, che sapevo (o speravo) aver letto il libro, una serie di "giudizi" nello stile degli stralci dai giornali, o qualcosa di simile. Ho raccolto una buona messe.
 
 

Un bel romanzo per ragazzi? Non solamente! Lilim si rivolge a tutti, a prescindere da età, sesso e religione, per la sua capacità di raccontarci in maniera moderna, profonda e laica la Storia delle Storie. Il bambino protagonista del racconto vive nel nostro mondo, ma da qui intreccia relazioni sia virtuali che metafisiche con una storia di 2000 anni fa. Questo straordinario racconto è già pronto per divenire un film ed un CD-rom di sicuro successo.
 

ENZO D'ALÒ, regista cinematografico

 

C'è un segreto, qualcosa che tutti gli scrittori sanno, anche se non se lo dicono: in letteratura non ci sono rotture. Ce lo bisbigliamo nei corridoi delle Case Editrici quando prepariamo le rivoluzioni letterarie. E non c'è niente di più tradizionale del rifiuto della tradizione. Qualcuno, come Bruno Tognolini, scrive dei romanzi, come Lilim del tramonto, e svela l'arcano: da che mondo è mondo i bambini le storie importanti per organizzare il futuro le hanno sentite dai nonni.
 

MARCELLO FOIS, scrittore

 

Lilim è un libro sulla Luce. Libro luminoso con molte luci diverse: ora bianca, più spesso rossa, a volte ombrosa. Le stelle che brulicano, la luna che bagna, l'ultimo giorno di sole in centro, la facciata scura di San Sigismondo, le luci di Nazareth in festa, il sole che nasce tra la i e la emme della copertina, il sole che nasce da Myriam, il sorriso di Jod-He, la brillante fede di Zeitan, i led, il sorriso di padre Giuseppe l'ultimo giorno. Grazie.
 

MATTEO DE BENEDITTIS, lettore, 17 anni

 

Forse ho capito qual era l'ambizione nascosta di Bruno Tognolini. Dimostrare, ma anche mostrare come la pagina stampata renda bene la virtù reale del game, e lo faccia meglio di quanto altri media non sanno. Se è così, c'è riuscito, lo dico come lettore che si è appassionato alle storie racchiuse in Lilim. Ecco allora la prova alla quale mi auguro Tognolini vorrà sottoporsi nel futuro: inventare un game che renda altrettanto bene la virtù reale di questa narrazione.
 

ROBERTO MARAGLIANO, Docente di Tecnologie dell'Istruzione, Università Roma Tre

 

Il valore del virtuale, estremizzato nella vertigine tecnologica, non ha probabilmente tenuto mai molto conto della componente virtuosa che alberga in ogni irrealtà, sogno o visione. Bruno Tognolini colma in parte tale lacuna accoppiando un vecchio frate costruttore di cyberpresepi e un giovanissimo smanettone di video games. Entrambi virtualmente perseguivano il medesimo cammino virtuoso.
 

GIANLUCA NICOLETTI, golem della radio

 

Potrei mediare più altamente e proporvi di accosciarvi innanzi al presepe - o per caso non l'avete fatto? - e concentrarvi nella lettura del romanzo di Tognolini "Palestina Quest", dove si racconta di un ragazzino prossimo venturo che con il suo computerino costruisce un videogame del genere quest, nientedimeno che un'avventura ambientata in Palestina nell'anno zero, con l'ultimo difficilissimo livello da giocarsi a Betlemme nel giorno uno. Non era una brutta idea regalarlo quel libro ai vostri figli o nipoti, no, e intanto darci un'occhiata anche voi.
 

MAURIZIO MAGGIANI, scrittore

 

Già: c'è il finale biografico del frate, con un climax tranquillo che è perfetto. Tu lo sapevi che già nella stretta della Via, prima della casa della strega, gli anticorpi del lettore sono all'erta, proprio nel cuore dell'intreccio, sentendo non solo che arrivano i guai, ma anche che il libro sta per finire, cioè la storia per compiersi? Premeditato o no, questo asincrono è un bel colpo da maestro.
Poi credo che ci sia un tipo di frase poetica, o ad alta densità poetica, che ti riesce particolarmente bene; forse te ne freghi della storia - e dell'abuso - di queste espressioni nell'italiche lettere: scrivi e funziona. È roba autentica. Somiglia ai Salmi più che a D'Annunzio. Tiene su il tema senza abbassare il battito alla trama.

SILVIA TEBALDI, lettrice, 40 anni

 

Bruno Tognolini - l'autore impagabile delle filastrocche di "Mal di pancia calabrone" - ci regala un romanzo bellissimo, che parla delle inquietudini di sempre con le parole di oggi, anzi, di domani, e non demonizza i videogiochi ma ne coglie le potenzialità nascoste in un quadro più grande, in cui tutto concorre a farci più ricchi, più consapevoli, più umani. E tutto senza perdere ritmo neppure una volta, con soluzioni geniali che trovano riscontro nei vangeli apocrifi: come quando il gioco s'ingrippa, e il tempo sembra fermarsi, ed è invece la grande sosta cosmica che accolse la nascita di Gesù a entrare nel videogame e a piegarlo alle regole della vita.
 

TERESA BUONGIORNO, scrittrice e giornalista

 

Ma come fa Tognolini a sapere tutte quelle cose sulla Palestina dell'anno zero e i suoi dintorni? Che ci sia stato?... O magari si è inventato tutto... Fa lo stesso. Quello che importa è che quel passato remoto noi possiamo visitarlo insieme al futuro prossimo di Lele, il ragazzino che costruisce mondi al computer. È un mondo salvato dai ragazzini quello che visitiamo attraverso gli occhi di Lilim, la ragazzina che salva il salvatore. Un mondo in cui si viaggia nel tempo senza grandi turbamenti... Fantastico! Perché, alla faccia di Lele e del suo computer, un libro è ancora la più efficace ed economica macchina del tempo.
 

GABRIELE VACIS, regista teatrale

 

È una necessità immanente, un destino ineluttabile che conduce tutti verso un unico punto di luce, un luogo, un evento straordinario nel romanzo di Bruno Tognolini "Lilim del tramonto". I protagonisti vengono da lontano, chi attraverso la Palestina, che Palestina non è ancora, chi attraverso il tempo, da mille e mille anni nel futuro. Sono Lele, il piccolo mago dei video, e padre Giuseppe che giocano allo stesso gioco estremo, così come Zahel il sicario di Sparta e Lilim Tamaliel, la misteriosa fata del tramonto: tutti devono arrivare, perché il tempo, tanto atteso, si è compiuto. Lilim del tramonto è il risultato di un'operazione letteraria affascinante, il frutto insolito dell'intreccio tra realtà e iperrealtà, tra mondi e linguaggi differenti, del convergere di piani di racconto apparentemente paralleli in un unico nodo focale. Dove la Bibbia cede il passo al fantasy, il virtuale alla tradizione, Tognolini dà vita a un romanzo avvincente e di grande impatto emotivo.
 

LUISELLA SEVESO, giornalista

 

Che rapporto c'è tra un videogame d'avventura e un presepe meccanico? L'accostamento è inusuale ma entrambi sono mondi virtuali che prendono vita dai giocatori, o degli osservatori del presepe, trascinati in un reticolo narrativo che presuppone, al di là di un evento principale, le mille storie di cui i personaggi sono protagonisti. Con "Lilim del tramonto" Bruno Tognolini ci invita a guardare con meno apprensione a quei bambini e ragazzi che maneggiano con perizia videogame e computer. C'è un filo comune che unisce il gioco in "virtù reale" di Lele e la meticolosa manualità di frate Giuseppe, costruttore del presepe. Entrambi esprimono il bisogno insopprimibile di uscire dal mondo, di creare una realtà fittizia in cui ciascuno possa vivere molte e differenti avventure, come uno scrittore che moltiplica se stesso nei personaggi delle sue storie.
 

LUCA GIULIANO, sociologo, studioso delle comunità virtuali e dei giochi di ruolo

 
 

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Questa pagina è stata inserita il 25/04/00.

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