INTERVISTA alla coppia di autori Marco Giorcelli e Aldo Ottobrino
Quando avete scritto "Reduci" da cosa siete partiti
Siamo partiti da un soggetto che aveva in testa Aldo (Ottobrino). Sicuramente sono spunti che maturano da esperienze personali, è normale. E' un testo che essenzialmente parla di dinamiche familiari.
Avete fatto delle prove di lettura ad alta voce
Una lettura scenica al festival Andersen di Sestri Levante direi nel 2002. C'era l'opportunità di farlo. E  ne siamo rimasti soddisfatti.
A quale punto della elaborazione i personaggi  hanno avuto una loro fisionomia precisa
Alla fine della scrittura dell'ultima versione di Reduci. Un testo continuamente modificato. Una fisionomia mai definitiva quindi,  nemmeno ora!
Nello scrivere il Finale avete avuto dei ripensamenti
Mai particolarmente preoccupanti. La scrittura, a nostro giudizio, deve lasciare al regista un buon margine di lavoro, per poter interpretare il testo come meglio crede. Figurati il finale.
Vi siete ispirati a un certo tipo di teatro
Sicuramente in quel periodo leggevamo un sacco di novecento. Beckett, Ionesco, Pinter. Pazzesco, Harold Pinter ha settantaquattro anni ed è già un classico. Ci pice da morire.
Hai un autore di teatro che consiglieresti di leggere più di tutti e perché
Shakespeare. Ha scritto tutto ed era un genio assoluto. Storie fuori dal tempo, immortali. Confrontatevi con lui e verrete inceneriti.
Puoi dare 3 istruzioni brevi da seguire, per  chi volesse scrivere un Atto Unico
Studiare i classici, DIMENTICARE IL CINEMA e cercare di sorprendere continuamente, specialmente nella costruzione dei dialoghi che non vuol dire trovare escamotage fini a se stessi. Una domanda secondo noi, non deve mai avere una risposta scontata, ma nemmeno assurda, a meno che non sia una scelta studiata
Quali sono le esperienze teatrali che più ti  hanno fatto fare un salto di qualità nella tua esperienza professionale
La conoscenza con Egisto Marcucci, Aldo Ottobrino, Maurizio Viani e Matthias Langhoff
Questa è di Marzullo: Scelti tu la domanda a cui vorresti rispondere in virtù degli scopi di questa intervista
D: Il teatro fa bene alla salute?
R: No. Accorcia la vita e rende egoisti
Che ne pensi del UAI Festival, pensi che ti abbia dato un'opportunità in più di quelle che avevi già a disposizione
Certo, bella esperienza. Ci auguriamo possa avere un seguito e un sacco di edizioni future. Ringraziamo particolarmente la compagnia di Reduci: senza l'ottimo lavoro di Giulio Costa e di tutti i ragazzi di Reduci oggi saremmo molto più tristi e depressi del solito. Davvero.