NOTIZIARIO SU LAVORO E LOTTA DI CLASSE

Marzo 1998

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"4 marzo 1998"

APRILIA

I ritmi di lavoro all'Aprilia sono particolarmente gravosi - quei ritmi che Piaggio prende ad esempio nel suo processo di ristrutturazione; inoltre il precariato e l'esternalizzazione e i contratti atipici fanno la loro parte nell'aggravare le condizioni degli operai. Su questo la RSU aveva aperto una vertenza da alcune settimane, ma le trattative sono ora interrotte. L'azienda non ne vuole sapere di trattare su queste condizioni, tantomeno di aumenti salariali in cambio della grande flessibilita' che e' stata concessa - grazie ai sindacati confederali - forse facendo intravedere chissa' quali miglioramenti che poi, puntualmente, non si verificano. Oggi a Scorze' e Noale (Venezia) i 1300 lavoratori si riuniranno in assemblea. Sulla pausa (anche questo nodo che la Piaggio ha mutuato e su cui ha vinto contro la cedevolezza sindacale) c'e' lo scontro piu' duro: la RSU vuole aumentare i tempi di riposo per turno da 14 minuti a mezz'ora, ma la direzione non vuole concedere nulla, o meglio vuole che il tempo non lavorato venga "multato, con una perdita in busta paga equivalente a tempo di non lavoro. La questione dell'orario di lavoro ancora una volta si gioca non sulle grandi cifre - la cui attuazione puo' essere demandata solo da uno scontro reale tra classe operaia e padronato - ma sui piccoli tempi, sui ritmi nella produzione che non sono legati tanto all'orario quanto all'intensita' del lavoro per unita' di tempo, alla riduzione delle pause.

CROTONE

I contratti d'area sono uno degli strumenti che il governo ha creato per favorire l'utilizzo flessibile della manodopera, in particolari situazioni sociali di ricattabilita' della classe lavoratrice. Nell'area di Crotone e' stato messo in atto uno di questi espedienti, il primo "autentico", firmato in Italia (il che significa che ci sono situazioni che si rifanno ideologicamente a questa pratica, pur non essendo ufficiali). Oggi dovrebbe essere firmato quello per Manfredonia, ed entro marzo quello dell'area torrese-stabiese. Estensione dell'utilizzo dello straordinario e dilazione per i contratti piu' "favorevoli" per gli imprenditori (quelli a tempo determinato e di formazione lavoro), fino a 36 mesi (c'e' anche qualche caso di 42 mesi). L'orario deve essere flessibile, naturalmente, ripartito su base annua o pluri settimanale; per gli apprendisti, salario al 60% di quello normale. Gli accordi prevedono anche un capitolo sulla sicurezza, ma mentre si e' rapi- daamente arrivati a definire la questione orari e salari (a vantaggio dei padroni), questo capitolo e' rimasto da definire: chissa' come mai! Questo favore ai padroni si sperimenta non a caso nell'area crotonese, dove lo smantellamento dell'Enichem ha lasciato un deserto nei rapporti sociali, nelle condizioni dei lavoratori, nel patrimonio industriale. Finita l'era delle cattedrali nel deserto, il deserto torna a prevalere. Lo si vuol rendere fertile col sudore dei lavoratori, strappando loro ogni possibile grammo di energia al minor costo possibile.

 

"5 marzo 1998"

BREED

A Moncalieri c'e' una azienda che lavora nel settore dei sistemi di sicurezza delle auto; alcuni mesi fa viene rilevata da una multinazionale, la Breed appunto, che nel giro di un mese comunica la messa in mobilita' dei 109 dipendenti e la chiusura dello stabilimento. La lotta va avanti da un mese e mezzo: i 109 lavoratori, per lo piu' lavoratrici, dopo le 8 ore di turno si fermano e presidiano i cancelli, 24 ore su 24. La Breed ricolloca parte delle attivita' fuori del Piemonte, a Napoli, dove è gia' presente. Questa mattina, indetta da Fiom, FIM e Uilm, si terra' una manifestazione davanti ai cancelli della fabbrica. La zona di Moncalieri e' pesantemente colpita dalla ristrutturazione: ma anche in Val di Susa si e' dovuto scendere in piazza contro le chusure delle fabbriche e la perdita di posti di lavoro, come accade alla Elcit.

LAVORO NERO

Ancora cinesi in uno scantinato: stavolta a San Gennaro Vesuviano. In una sartoria clandestina vivevano e lavoravano 10 cinesi in condizioni igieniche precarie e naturalmente senza alcuna sicurezza (tra le balle di materiale grezzo, macchinari e prodotti finiti). Questa e' l'ennesima "fabbrica" clandestina scoperta nell'area vesuviana dove centinaia di immigrati clandestini e di napoletani lavorano in infime condizioni di vita, senza garanzie e con salari da fame per produrre articoli che poi faranno la fortuna di ricchi negozi del nord, disposti a truffare il fisco, o la gioia di compratori con pochi soldi da spendere nelle fiere e nei mercati.

 

"10 marzo 1998"

APRILIA

Il marchio su un manifesto delle Spice Girls vale cinque miliardi, un minuto del tempo di un operaio cento lire: questa è la politica aziendale di padron Beggio. E' l'indifferenza capitalista per il lavoro operaio, a parte il bramoso interesse per il profitto che se ne può ricavare, per il quale non c'è nessun riconoscimento per gli operai. Il successo del marchio Aprilia in questi ultimi anni, il passaggio da piccola fabbrica di biciclette a leader mondiale delle motociclette è dovuto alla compressione dei salari, flessibilità degli orari (oltre 120 ore annue di straordinari e plurimansionalità), disponibilità di forzalavoro giovane, cultura lavorista del nord-est. La classe operaia di queste due fabbriche "cacciavite" (solo assemblaggi) ha subito livelli di sfruttamento altissimi in questi anni, uno sfruttamento che anche la Piaggio vuole prendere ad esempio. Ora i lavoratori non ce la fanno più, ed è iniziata una dura vertenza. I sindacati e le RSU di Noale e Scorzè hanno chiesto un prolungamento della pausa, da 14 a 30 minuti: di fronte al rifiuto dell'azienda hanno deciso una fermata collettiva degli impianti (ossia tutti in pausa contemporaneamente). L'azienda voleva ripagare tale scelta con una riduzione di salario, lenita da una indennità aziendale di "100 lire al minuto per ogni lavoratore"! A quel punto sono iniziati gli scioperi, cui hanno partecipato anche i giovani operai, "perla" del sistema flessibile. L'azienda passa al ridicolo e al provocatorio: ricavare i 16 minuti di pausa in più dall'ora di mensa, ossia mangiando più in fretta! La questione dei tempi e dei carichi di lavoro è fondamentale nella lotta contro le ristrutturazioni, i modelli flessibili e lo sfruttamento, e non è cosa da poco che una lotta del genere cresca e si sviluppi in quel territorio preso a modello per il capitalismo italiano. Tra le richieste sindacali c'è anche la riduzione dei contratti stagionali a vantaggio di contratti a tempo indeterminato. Oggi nuovo sciopero degli operai dell'Aprilia, con partecipazione di delegazioni di altre fabbriche.

MACCHINISTI

Le FS hanno deciso di "sospendere" il licenziamento di 2 dei tre licenziati, quelli che avevano aderito all'arbitrato. Questo gesto (che comunque non toglie il licenziamento) è stato giudicato sufficiente dai sindacati confederali e autonomi, che hanno sospeso lo sciopero del 13. Ma il Comu, sindacato di base dei macchinisti, ritiene che i 3 licenziamenti debbano essere tutti ritirati, unica condizione per fermare lo sciopero dell'11. L'azienda, d'accordo con i sindacati confederali, attua manovre di divisione dei lavoratori, tentando di isolare il Comu. Lo sciopero di domani del Comu è rafforzato da un referendum interno che ha bocciato l'intesa contrattuale, firmata solo da CGIL-CISL-UIL e azienda: intesa che invece, a livello generale ha spaccato la categoria, essendo stata approvata col solo 51%.

 

"17 marzo 1998"

DISOCCUPATI

Napoli continua ad essere teatro del malcontento generato dalla disoccupazione, in attesa che i contratti d'area e la pratica dei sottosalari generalizzi la situazione esplosiva a tutto il Sud. Questa volta gli scontri sono avvenuti tra polizia e disoccupati di una lista vicina al Polo (Berlusconi non è riuscito a mantenere neanche quei pochi posti?). Feriti e fermati, il risultato. La protesta di ieri era per chiedere che questa lista, la FLD (forza Lavoro disponibile) venisse inserita in un progetto per raccolta differenziata.

CONTRATTI D'AREA

Il resto del meridione diventerà un nuovo laboratorio per pratiche di sfruttamento intensivo, con manodopera di bassa qualifica, senza futuro, per capitali in cerca di valorizzazione, che anziché fuggire all'estero cercheranno saggi di sfruttamento ideali in casa propria. Questo è lo scenario su cui stanno trattando i sindacati con il governo, non per impedire questo sfacelo delle condizioni, già pessime, di vita e di lavoro, ma per gestire la situazione, ritagliare una fetta di potere. Nel Sud stanno per scadere 110mila "lavori socialmente utili", con un sottosalario da 800mila al mese, tutto escluso. I sindacati si sono allineati con i propositi del governo per l'entrata in Europa, che prevede per il "lavoro" solo riduzione dei suoi costi. Sono gli stessi sindacati che rimproverano al governo i ritardi in tale materia, per esempio sugli sconti fiscali che permetterebbero i "contratti d'allineamento", con cui i padroni dovrebbero uscire dal lavoro nero. Della durata di 2 anni, questo "condono" di tutti i crimini da essi commessi, è bello che saltato. In Puglia alcuni di questi condoni durano da 8 anni, e il lavoro nero non risulta certo diminuito. Venerdi' 20 a Napoli ci sarà uno sciopero generale regionale per la dignità e i diritti dei lavoratori, contro il sottosalario. Ma non è ammissibile che CGIL-CISL-UIL se ne facciano interpreti.

MARELLI

La RSU della Marelli di Venaria (Gruppo FIAT) hanno bocciato ieri a maggioranza l'accordo separato siglato il 4 marzo da Fim e Uilm per concedere 5 sabati di straordinario extracontrattuale. Lo scambio offerto dall'azienda consisteva nella trasformazione di 23 degli attuali 130 contratti a termine in contratti formazione-lavoro: in sostanza, prometteva di prolungare il periodo di incertezza per i lavoratori, e di paradiso contributivo per se stessa. Tra i delegati "contro", anche esponenti delle due sigle firmatarie, fatto che pone in crisi la rappresentatività delle stesse in fabbrica. Il 19 ci sara' una assemblea dei lavoratori.

MELFI

La sicurezza alla Fiat di Melfi (che si chiama SATA) è diventata un nodo dolente, tanto da indurre la Fiom a scioperare senza le altre due sigle. Lo sciopero di sabato e' stato indetto nell'area di montaggio porte, nella quale le stesse sono piu' volte precipitate da un'altezza di 3 metri mettendo a rischio l'incolumita' dei lavoratori. Lo sciopero e' pienamente riuscito. Per la Fim, contraria a qualsiasi sciopero alla SATA, Melfi e' "una sorta di laboratorio che non deve essere messo in crisi. Con la Fiat si ottiene di piu' discutendo che opponendosi", ecc. Ossia, non disturbare il padrone, anche se ti fa cadere in testa le porte!

 
"18 marzo 1998"

MARELLI

La Marelli sta diventando sempre piu' un tipico esempio di divisione orizzontale della classe operaia, all'interno della stessa azienda. 137 assunzioni a termine, 3 o 4 mesi: soltanto per una trentina ci sara' qualche possibilità di essere assunti definitivamente. Quando si dice che il lavoro operaio non esiste piu', che i giovani vogliono essere precari e flessibili, si confondono i propri sogni con la realta'. Infatti, nonostante gli sforzi di padroni, governi e sindacati per renderci tutti schiavi della flessibilita', senza certezze per il domani, i giovani sono ancora alla ricerca del mitico "posto fisso", anche quando questo e' in fabbrica. Racconta Andrea, vent'anni, contratto a termine alla Marelli di Venaria: "Ho lasciato un lavoro che certamente non sara' stato edificante ma era sicuro. L'ho lasciato, ho voluto correre questo rischio, perche' pensavo che un posto in fabbrica significasse avere più garanzie, oltre che una migliore retribuzione". Andrea vede come dei colleghi piu' fortunati i giovani entrati con contratto di formazione-lavoro, e qui si evidenzia gia' una prima divisione fra operai "Perche' una volta assunto con contratto di formazione lavoro, difficilmente rischi di perdere il posto... Dopo essere stato formato dall'azienda... non ti possono mandar via per poi prendere al tuo posto qualcuno cui insegnare nuovamente tutto". Andrea ha avuto 12 giorni di tempo per "imparare" e poi subito in linea. La Magneti Marelli però non sembra dar retta al ragionamento di Andrea, ovviamente. Per trasformare 30 dei contratti a termine in formazione lavoro, la direzione ha dovuto lavorare a spaccare il sindacato, per ottenere, in cambio, 5 sabati straordinari in piu'. I giovani assunti sono quindi al centro di mille ricatti del padrone, strumento di scambio fra questo e sindacati compiacenti. Sono usati per spezzare la rigidità contrattuale dei lavoratori più anziani. "... accettiamo le imposizioni dell'azienda, anche su quando e' ora di andare al bagno. I piu' anziani ci hanno fatto capire che certi comportamenti compromettono diritti che loro si sono guadagnati con anni di lotte. E poi ci sono i turni: entri alle due e finisci alle dieci di sera e il sabato ti alzi alle quattro per fare un nuovo turno..." La coscienza operaia però si trasmette pian piano anche ai nuovi venuti, e dopo un primo momento di smarrimento e rabbia è cresciuta la solidarietà tra giovani e anziani. Ed è cominciata una battaglia contro gli straordinari, che ha innescato un clima da "anni cinquanta", con minacce ai lavoratori che si rifiutavano di fare il sabato.

 

"20 marzo 1998"

35 ORE E LAVORO AL SUD

Non che le due questioni siano separate, ma certo e' diversissima la coscienza messa in gioco in queste due mobilitazioni, quella di oggi in Campania "per il lavoro e contro la camorra" e quella di domani a Milano "per le 35 ore". Al Sud, grazie al governo e ai sindacati, i padroni hanno avuto bei regali, anche se aspirano ad avere sempre di più: contratti d'area con riduzioni salariali fino al 40% rispetto ai contratti nazionali, niente diritti, precariato ecc. La manifestazione di Napoli, anche se non esplicita direttamente queste parole d'ordine, nascondendosi dietro un generico diritto al lavoro (quale, in che condizioni?) è di fatto voluta dai sindacati per sollecitare il governo nell'applicazione di quegli accordi che sanciscono la precarietà e il caporalato legale nel Sud. Domani a Milano, operai di tutta Italia chiederanno che l'orario di lavoro venga ridotto a 35 ore. Una richiesta legittima, quando viene da un movimento operaio che lotta per i propri diritti, con la coscienza anche dei limiti che la fase di crisi del capitalismo pone all'acquisizione degli stessi. Anche in questa manifestazione si nasconde l'equivoco: il gioco politico tra le parti, tra Rifondazione e il governo e il dubbio concetto di riduzione d'orario che non coincide nell'esperienza pratica dei lavoratori con la riduzione della "fatica". Molte avanguardie dei lavoratori hanno mostrato di saper cogliere questa sostanziale differenza: che la lotta, cioe', prescinde dalle 35 ore per legge, e si accentra piuttosto nella riduzione di ritmi ormai impossibili, degli straordinari, di tempi di lavoro che si sono allargati a dismisura, e questo in barba alle riduzioni d'orario che pure in tante fabbriche sono state conseguite in contrattazioni articolate. Ma la chiarezza, in questo caso, è davvero "operaia", deve fare piazza pulita di strategie politiche istituzionali che confondono i lavoratori e aprono la strada alla flessibilità totale. In questo senso, i lavoratori di Napoli e Campania, oggi, e di Milano domani si muovono mossi dagli stessi stimoli, e possono rompere le divisioni su cui giocano CGIL-CISL-UIL e i partiti di governo se sapranno cogliere gli elementi unitari dell'attacco portato da governi e padroni, al di là dei camuffamenti formali (35 ore e lavoro al sud).

SITE

I lavoratori della SITE di Benevento manifesteranno all'interno dello sciopero regionale di oggi con un proprio corteo, volto a mettere in piazza la situazione dell'azienda e il rischio di mobilità.

STRAORDINARIO

Se le aziende metalmeccaniche piemontesi abbattessero lo straordinario verrebbero creati 16mila posti di lavoro. Questo è quanto illustra uno studio della FIOM sul dilagare dello straordinario, nella sola categoria metalmeccanica. Le ore di straordinario nel '97 sono state circa 30 milioni. Per questo motivo la FIOM ha deciso di percorrere una strada antagonista a questa pratica padronale, decidendo "di non procedere piu', salvo casi eccezionali, alla concessione di ore straordinarie", dice Cremaschi. Dovrebbe così essere evitato quello scambio che tanto piace ai padroni tra straordinario e assunzioni: come nel caso della MARELLI, in cui e' in corso una vertenza che contrappone proprio la FIOM agli altri sindacati e alla Fiat.

LICENZIAMENTI

Il tribunale di Torino ha accolto il ricorso di costituzione di parte civile dei 142 lavoratori licenziati dalla VIBERTI di Nichelino (TO), dopo il fallimento dell'azienda. I lavoratori potranno chiedere un indennizzo per danni morali. La Viberti, che fabbricava autobus, chiuse nonostante avesse ancora commesse, e per questo la colpa e' della direzione, incapace di realizzare un piano industriale. Sciopero dei lavoratori OLIVETTI di Ivrea contro i tagli occupazionali. Anche i lavoratori ANSALDO hanno scioperato ieri per ore contro la minaccia di 2000 esuberi.

LAVORATORI PULIZIE

Sciopero di 12 mila addetti alle imprese di pulimento della provincia di Venezia, contro le cariche della polizia, in cui sono rimaste ferite 5 donne, avvenute mercoledi' contro una manifestazione davanti alla sede ENEL 105 di Mestre. Le addette cercavano di impedire l'ingresso dei dipendenti della MILES di Roma, società che si è aggiudicata il contratto d'appalto con un ribasso del 60%. I lavoratori di tutti gli altri settori attueranno un'ora di sciopero in solidarieta'. La piaga dei contratti al ribasso sta mettendo lavoratori contro lavoratori, anche se si ottengono risposte solidali da parte degli operai degli stabilimenti in cui le imprese di pulimento svolgono la loro attivita'.

 

"22 marzo 1998"

OMICIDI "BIANCHI" ALL'ILVA

L'ILVA di Taranto, ex siderurgico dell'Iri ora in mano ad uno dei padroni d'hoc italiani, Emilio Riva, sta provocando morti a raffica. Questa volta e' toccato a Ruggero De Feudis, 51 anni, colpito a morte dai frammenti di un disco di molatrice. E' il terzo dall'inizio dell'anno. Ritmi massacranti, sicurezza da primordi del capitalismo, manutenzione ridotta all'osso: sono queste le caratteristiche che Riva ha voluto imprimere all'Ilva, per ricavare il massimo profitto e poi smantellare tutto, per riaprire un po' piu' a nord e ricominciare. Questo omicidio e' contemporaneo alla condanna dell'azienda per attivita' antisindacali, per aver disposto provvedimenti - che ora devono essere ritirati - verso 50 lavoratori come ritorsione per gli scioperi fatti di recente. Il sindacato non riesce a contrattaccare Riva, eppure tutte le mancanze legali, le sanzioni, gli infortuni darebbero molto spazio per manovrare. Gli scioperi interni alla fabbrica non bastano più, secondo gli operai: ci vuole una mobilitazione generale. Il Cobas chiede che "vengano arrestati i capireparto e capiturno che assegnano lavori senza accertarsi delle condizioni di sicurezza e di manutenzione degli impianti".

MARELLI

Terzo sabato di sciopero contro gli straordinari alla Marelli di Venaria. Hanno partecipato allo sciopero anche 40 dei 132 giovani assunti con il contratto a termine. Il carattere precario dei nuovi assunti e' al centro della vertenza, perche' vengono usati per dividere i lavoratori, e ha finito per dividere anche i sindacati. La Marelli, per far fronte allo sciopero, aveva chiesto lo straordinario del sabato anche ai giovani che avevano lavorato il secondo turno di venerdi' (cioe' fino alla 22).

SOLIDARIETA'

Per l'ennesima volta negli ultimi mesi, lavoratrici e lavoratori di una impresa di pulimento che protestavano per le condizioni infami degli appalti cui si prestano le ditte, sono stati oggetto di violenza poliziesca. E' accaduto a Venezia, e ha coinvolto, questa volta, l'ENEL come ditta appaltante. L'Enel e' solito, come altri enti, ribassare gli appalti fino al 60%, con le conseguenti riduzioni di personale di ore di lavoro e sostanzialmente di salario per il personale impegnato nelle pulizie. Fra ditte entranti e uscenti nel servizio si crea un forte scontro, perchè le prime cercano di non rispettare l'articolo contrattuale che le obbliga a mantenere il personale gia' presente in servizio con il precedente appalto. La RSU ENEL di Roma solidarizza con questi lavoratori e invita i colleghi lavoratori dell'ENEL di Venezia a non restare indifferenti nello scontro che si verifica sotto i loro occhi, in cui possono far sentire il loro peso sia come lavoratori che come "utenti".

 

"26 marzo 1998"

MARELLI

La strategia FIAT, padrona della Marelli di Venaria, va avanti stravolgendo i sindacati, con una operazione di divisione molto efficace. La sostanza sta nel ricatto di tramutare o meno 32 dei 137 contratti a termine in contratti a formazione/lavoro, in cambio di 5 sabati di straordinario extra contratto. Passaggio quindi da contratto a termine a contratto a termine! Fim e Uilm non sembrano andare molto oltre lo specioso - in questo caso - nodo delle assunzioni, senza guardare alla qualità di questi contratti e al fatto che aprono le porte ad ulteriore precarizzazione. Inoltre, sembrano non avere in nessun conto il rapporto tra lavoratori, con differenti garanzie contrattuali, usati come ariete per rompere la solidarieta' di classe. Invece i lavoratori giovani, con contratto a termine dimostrano ora piu' sensibilita' verso questo aspetto, scioperando con i loro colleghi "anziani", apprendendo che non c'e' vittoria senza unita'. Ma la Marelli va oltre: mentre i sindacati litigano su 32 contratti F/L, essa ne presenta 100. Ossia, come gia' insegnano altre vertenze, 100 era l'obiettivo primario, ma quei 32 sono stati usati come elemento di ricatto, di divisione, per ottenere straordinario, per far credere a qualcuno che si stava in qualche modo contrattando, mentre la decisione gia' era stata presa. La Rsu, che riunisce delegati dei vari sindacati, ha respinto il ricatto: UILM e FIM si ostinano a non tenere conto delle posizioni dei delegati eletti dai lavoratori, e sabato ci sarà un altro possibile scontro davanti ai cancelli, tra lavoratori strumentalmente usati da queste due org. sindacali per fini di bottega.

MENARINI

Questa azienda chimica sta vivendo un duplice momento di scontro: per il rinnovo generale del contratto nazionale - uno sciopero di categoria si tiene oggi - e per la minaccia di 207 "esuberi" e il mancato pagamento del premio di partecipazione da 3 anni. Nel corso del mese gli operai della Menarini (2800 addetti) hanno effettuato un pacchetto di 8 ore di sciopero, e oggi manifesteranno davanti all'Associazione industriali di Firenze. Il Gruppo Menarini riunisce i marchi Malesci, Firma e Guidotti, ed e' uno dei pochi sopravvissuti del settore farmaceutico in Italia, con 6000 dipendenti in tutta Europa. La produttivita' e' aumentata a suon di straordinari: ma la ditta sembra muoversi piu' verso la commercializzazione che la produzione, dismettendo settori di ricerca (50 ricercatori sono stati licenziati), che sono l'unico modo per sviluppare la parte produttiva. Sembra cosi' che la Menarini voglia tenersi le mani libere per una dismissione in grande stile.

SOFER
(da un comunicato dell'Ass. per la Liberazione degli Operai)

Alla Sofer riesplode il problema amianto, con secche comunicazioni a 14 dipendenti di approfondire le analisi, e per 2 di loro "consiglia" addirittura il ricovero immediato. Secondo il comunicato: "Questo fatto dimostra che l'azienda continua nel suo atteggiamento di omerta'... avvisando i lavoratori venerdi' a fine turno per evitare reazioni immediate". Inoltre si sottolinea "l'inadeguatezza dei controlli tesi ad accertare solo le malattie gia' in atto e non la presenza di amianto nei polmoni", perche' se sapessero di avere amianto nei polmoni gli operai si rifiuterebbero di lavorare in queste condizioni. E' chiaro che la Sofer vuole aggirare l'ostacolo, che se affrontato si tradurrebbe in aumento di costi, mentre i padroni "hanno dimostrato sempre che preferiscono rischiare sulla pelle degli operai pur di risparmiare sulle spese". "Operai, con l'amianto la classe dei padroni ha perpetuato una strage nei confronti della nostra classe, al solo scopo di arricchirsi e si e' tutelata contro questo crimine con leggi che, invece di colpire i responsabili danno loro la possibilità di chiudere e ristrutturare le fabbriche con la scusa dell'amianto".  

 

"31 marzo 1998"

TERZO CONTRATTO D'AREA

Industriali e sindacati proseguono nella santa crociata contro le condizioni dei lavoratori e per intensificare sfruttamento e profitti. Dopo Crotone e Manfredonia, hanno siglato l'accordo per il C.d.A. per Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, in Campania.
L'impianto e' lo stesso dei precedenti: le retribuzioni possono (=devono) scendere sotto i minimi contrattuali; per gli apprendisti e' stato stabilito che le condizioni salariali saranno inferiori al minimo contrattuale del 5% per il primo anno e del 9,5% dal secondo al quarto anno. E' previsto inoltre l'abbassamento di 2 livelli per l'inquadramento professionale, ulteriore elemento di abbassamento dei salari. Orari calcolati sui sei mesi o un anno.

BLACK & DECKER

Le multinazionali chiamano i sindacalisti a trattare in casa propria: cosi' il segretario della Camera del lavoro di Lecco e altri 4 sindacalisti si involeranno verso gli USA, convocati dal presidente della B&D, Nolan Archibald.
La multinazionale ha 30mila dipendenti nel mondo e un fatturato di 1 mld e 450 mln di dollari nel '97. I 672 dipendenti di Molteno rischiano il licenziamento perche' la casa madre vuole chiudere, perchè il "costo del lavoro" e' troppo alto, e l'Inghilterra, al pari della Cina, e' piu' conveniente. I lavoratori a Molteno si stanno facendo vincere dalla stanchezza, certi che la multinazionale, bene che vada, licenziera' almeno il 50% di loro, visti i precedenti, in Svizzera e Germania.
Lo stabilimento inglese si ingrandisce, invece, ma li' il sindacato non esiste neppure, la flessibilita' e' la norma e i finanziamenti statali pure.