NOTIZIARIO SU LAVORO E LOTTA DI CLASSE

giugno 1996

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Il manifesto 04/06

34.000 SOSPESI: FIAT CONTA SULL'ASSENSO DEL GOVERNO

Corso Marconi ha preannunciato casse integrazioni massicce a luglio: fuori tempo per legge, salvo proroghe ad hoc, decise dal governo. Si prevede un taglio della produzione di 24.000 auto a luglio La cassa integrazione riguarderebbe tutti gli stabilimenti tranne Melfi e Cassino. La mossa della Fiat, certamente dovuta alla crisi di mercato, ha anche una valenza nella battaglia coi sindacati.

DIRITTI: ACI INFORMATICA, RSU SOTTO TIRO

Il delegato, chi era costui? Nonostante di rappresentanti eletti dai lavoratori sia pieno il mondo, apparentemente qualcuno ancora stenta a rendersene conto. Tra questi la direzione dell'ACI Informatica, la quale a dispetto dell'accordo nazionale che regola le Rappresentanze sindacali unitarie, ritiene che 3 delegati siano più che sufficienti (x 260 dipendenti). E siccome la RSU è composta da 12 persone ha pensato bene di disconoscere l'intera struttura. Mossa che ha prodotto una bella denuncia per attività antisindacale. In azienda è in corso da più di sei mesi la vertenza per il rinnovo del contratto integrativo: assemblee, scioperi, una prima denuncia per comportamento antisindacale. La parola al pretore.

LAVORO: OGGI SCIOPERA L'ITALTEL

I circa 17mila lavoratori dell'Italtel scioperano contro la decisione dell'azienda di fare ricorso alla cassa integrazione per 3200 lavoratori. FIOM-FIM-UILM hanno interrotto le trattative.

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Note

Mentre le ultime valutazione di Bankitalia indicano che la crescita dei profitti è stata la più alta dagli anni '50, i dati riguardanti la ristrutturazione mostrano che questi profitti sono possibili grazie alla messa fuori produzione di migliaia di lavoratori: sia tramite licenziamento, sia tramite cassaintegrazione, sia tramite riciclaggio da lavoratore dipendente a autonomo, imposto dalle aziende. Le lotte che i lavoratori conducono contro tale tendenza, sono ancora troppo frammentarie, ma sono pur sempre un indice della volontà di non cedere ad una svendita della propria professionalità, delle garanzie conquistate in decenni di lotte.

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"Il manifesto 05/06"

"LEGA MON AMOUR". UN SONDAGGIO ESPLOSIVO

Un operaio su tre in Lombardia ha votato per Bossi. E' il risultato di una ricerca condotta dalla CGIL, che ora cerca di riattrezzarsi per cominciare a risalire la china. Dall'inchiesta risulta che solo il 14,5% vota PDS e il 10,4% Rifondazione. Dice Agostinelli che sono due le questioni che il sindacato deve affrontare: "La prestazione di lavoro che negli ultimi 5 anni è stata completamente stravolta e la Lega che è esplosa". L'inchiesta rivela anche una sostanziale omogeneità del voto alla lega per fasce professionali, sociali o d'età: tra il 20 e il 33%.

PADRONI: ITALTEL E FIAT PARLANO AL SUD

Un terreno di scorrerie dei grandi gruppi che si contendono la primazia del ridisegno della mappa delle telecomunicazioni in Italia, in Europa e a livello intercontinentale. Ieri FIOM-FIM-UILM hanno risposto all'Italtel, che pretende di mettere in cassa integrazione a zero ore 1900 lavoratori (prevalentemente impiegati) e di sospenderne altri 1300 nel triennio '96-'98. Da ieri sono state convocate assemblee in tutte le fabbriche e annunciato uno sciopero generale del settore. Vista dal punto della pretesa di "strapotere sulla forza lavoro", che avanza fra gli imprenditori sempre più insofferenti di qualunque confronto regolato, la vicenda Italtel richiama anche l'annuncio appena avvenuto da parte FIAT di voler lasciare a casa in CI a luglio oltre 30.000 lavoratori. Entrambi i gruppi, per la loro rilevanza nazionale, "sembrano chiamare in causa una complicità del governo dell'Ulivo". Questo è un campanello d'allarme da non sottovalutare per i sindacati.

SINDACATO: "INDIPENDENTI". LA SFIDA DEI MECCANICI

"Sindacato indipendente": si gioca tutto su questo slogan, sulla rottura di senso che rappresenta il congresso nazionale della FIOM. "La CGIL ha cominciato a parlare di "autonomia" negli anni '50.[...] [...] è necessaria una svolta molto più radicale: il sindacato deve ridefinire una sua strategia politica generale senza prendere a prestito analisi e culture da nessuno". Così dice Sabatini. "La globalizzazione dei mercati, i modi e la distruttività della competizione tra imprese, hanno messo in crisi le politiche di scambio nate con la svolta dell'EUR. L'equazione "moderazione salariale=più occupazione", ammesso che sia stata vera in passato, oggi non funziona più. Il sindacato deve quindi abbandonare la difensiva [...]

 

"Il manifesto 06/06"

GERMANIA, MODELLO A PERDERE

Il 15 giugno, a Bonn i sindacati nazionali di tutta la Germania terranno una grande manifestazione di protesta contro i progetti di tagli allo stato sociale preparati dal governo. [...] La manifestazione sarà tutta politica, per ostacolare i progetti del governo. [...] Sul fronte politico e contrattuale gli argomenti forti non mancano ai sindacati, che dovrebbero essere in grado di mobilitare la gente al massimo. Ma tutto ciò non vuol dire che le cose cambieranno, anzi: mentre in casa dei sindacati l'aria è tesa e visibilmente pessimista, sul versante della confindustria si ostenta sicurezza.

LA FRANCIA RIPROVA CON GLI SCIOPERI ANTI-DEREGULATION

Settimana calda sul fronte sindacale francese: le manifestazioni di oggi, che dovrebbero essere le più importanti, saranno un test per misurare la combattività del movimento. I pubblici dipendenti sfilano a Parigi "contro le privatizzazioni e per il servizio pubblico". [...] A sinistra è ancora in piena effervescenza il dibattito sul significa del movimento di dicembre. Da un lato, i "movimentisti" (trotzkisti, sinistra alternativa, Verdi, frange più radicali del sindacalismo, PCF) ritengono che sia entrata in scena una "nuova generazione di scioperanti". Molto più prudente è l'analisi del partito socialista e di grossa parte dei sindacati, che constatano la calma relativa che ha seguito l'esplosione di dicembre.

TELEFONICI: MANIFESTAZIONE A TORINO

I lavoratori telefonici, quelli del gruppo Stet (Telecom, Tim, Nuova Telespazio, Telesoft, Sodalia Stream) sono in strada oggi a Torino. Il corteo passerà sotto la sede Stet dove è in corso l'assemblea degli azionisti, probabilmente allietata dall'azionista Beppe grillo). Difficilmente l'assemblea dedicherà troppa attenzione ai problemi dei lavoratori dei telefoni, se non per dire che il lavoro costa troppo, è troppo garantito e troppo lento. Beppe Grillo, se ci sei rispondigli tu.

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Note

Un movimento unitario dei lavoratori, che travalichi persino le frontiere degli stati nazione imperialisti in Europa, può avere solo due obiettivi di partenza: lotta alle privatizzazioni (dei posti di lavoro pubblici e dei servizi pubblici) e lotta alla flessibilizzazione della manodopera (contro lo straordinario, il lavoro nero e precario, la disoccupazione). Questo è un primo obiettivo che i lavoratori sindacalizzati devono porsi.

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da "OPERAI CONTRO" n° 76, maggio '96

ANDIAMO DOVE CI PORTA LA TESTA

Orario tecnologico Necessario a far funzionare l'industria, dirà il dirigente. Il progresso è questo, chiede costi umani che qualcuno deve pagare. Bisogna essere flessibili, produrre merci che il mercato richiede. Questa è la verità apparente che ci propinano ogni giorno. Questo sistema non deve produrre solo oggetti utili, ma merci che possono essere utili, ma devono essere soprattutto un mezzo di arricchimento per una classe sociale. Scopo della produzione se fosse quello di produrre merci utili, perchè non ridurre gli orari di lavoro, perchè non suddividere il tempo di lavoro fra tutta la forza-lavoro disponibile. La risposta è semplice, ma solo per chi ha interesse a capire. Nel capitalismo si produce per il profitto, che vuole semplicemente dire mettere un uomo nella condizione di lavorare una parte della giornata per produrre il valore della sua forza-lavoro (il salario) e la restante parte un valore di cui il padrone si impossessa gratuitamente. E' facile capire come i padroni si accaniscano nel tentativo di allungare la giornata lavorativa (straordinario), cercando di renderla ancora più produttiva, aumentando i ritmi. Diminuisce il tempo in cui l'operaio lavora per se e aumenta quello che lavora per il suo padrone.

I giovani entrano per rinnovare forza-lavoro consumata. Vengono spesso da situazioni precarie con contratti a termine e sperano, ovviamente, di essere confermati. vengono anche usati perchè ricattabili, per dettare i nuovi ritmi alla catena di montaggio. L'attuale impostazione della lotta per il lavoro, a qualunque costo, lavoro a qualunque condizione, produce guasti, è una linea che il sindacato e i padroni usano per vincere la concorrenza. Senza una critica radicale al sistema ci troveremo sempre più schierati al fianco del nostro padrone, il quale ci usa e ci getta in base all'esigenza del mercato.

 

 

"Il manifesto 12/06"

ELETTRICI: L'FNLE APRE IL SUO CONGRESSO

343 delegati in rappresentanza di 50.000 iscritti (su 90.000 dipendenti all'ENEL). Il segretario generale Berni propone all'ENEL un patto di solidarietà: difesa del posto di lavoro e del contenuto professionale dei lavori, in cambio del consenso alla linea di sviluppo dell'ENEL. Nessuna spartizione tra produzione, trasmissione e distribuzione dell'Azienda. L'Enel dovrebbe investire energie e abilità nel risparmio, in ogni sua forma e nelle energie dolci e rinnovabili; e in direzione di una attività sicura per lavoratori e utenti: ma a chi piace una ENEL così?

VERSO IL CONGRESSO: "DOVE VA IL LAVORO?"

Il dibattito nella CGIL piemontese mette in luce le differenze d'analisi tra confederazione e metalmeccanici. Alla fine, nel voto, vincono i secondi. Quale è il futuro del lavoro? Ma soprattutto dov'è il futuro del lavoro? Nelle categorie forti dell'industria o nella precarizzazione selvaggia delle microimprese? Nelle linee di montaggio di Mirafiori o nelle cooperative di pulizia dove "la paga orarioa lorda è fissata in lire 8.500 per l'operaio generico" e "i soci lavoratori hanno diritto al godimento di un periodo di ferie di 12 giorni l'anno"? In passato quest'ultimo era considerato un residuo dell'arretratezza precapitalistica. Oggi non è più così: quelle stesse forme di lavoro precario e sottopagato che si consideravano in via di superamento "si sviluppano nell'industria, nel terziario, nella stessa pubblica amministrazione". Le posizioni dei meccanici della CGIL sono di critica agli accordi del 23 luglio del '93 e alla riforma delle pensioni e partono dall'assunto che la tutela del lavoro oggi e domani non possa avvenire con la concessione di nuove flessibilità.
Anche i delegati delle altre categorie si sono sentiti più tutelati dalla parola d'ordine della FIOM: "Fermiamo la ritirata".

LO ZAMPINO DEL SINDACATO NELLE GABBIE SALARIALI

La spina, per il congresso dei tessili della CGIL, sono gli accordi di "gradualità": gli sconti alle aziende perchè emergano dal "nero", che rischiano di legittimare il sottosalario al sud. Non è facile rientrare in un ambito da cui si è esclusi: se poi ciò significa l'ingresso in un orizzonte regolato che rispetta i diritti e il salario dei lavoratori - fin qui usati a lavoro nero da parte delle imprese - e se il teatro di questo tentativo è il mezzogiorno, si capisce che l'impresa è ardua, è un'avventura.

 

"Il manifesto 28/06"

 

LA FESTA E' FINITA. LA CGIL FURIBONDA COL GOVERNO

Le accuse al governo sono pesanti: "La variazione dell'inflazione programmata - si legge nel comunicato emesso dalla segreteria nazionale - determina un mutamento sostanziale della lettera dell'accordo del luglio '93, divide i punti di riferimento tra i diversi contratti di lavoro e rende impossibile la difesa del potere d'acquisto delle retribuzioni dei lavoratori".

MATALMECCANICI: E I PADRONI UCCIDONO IL 23 LUGLIO

C'era una volta l'accordo del 23 luglio '93 che stabiliva che i lavoratori italiani avessero diritto a esercitare il loro potere di contrattazione su due livelli: il primo, quello nazionale, di categoria; il secondo, quello aziendale, doveva redistribuire gli aumenti di produttivita'.

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Note

L'accordo del 23 luglio '93, che seguiva quello del luglio '92, non era certo vantaggioso per i lavoratori dipendenti: esso segnava il cedimento alla deregolamentazione voluta da padroni e governo sulla forza-lavoro, in cambio di qualche possibilita' di recupero azienda per azienda sulla produttivita'. E' da vedersi come e se questo sia poi avvenuto. Sta di fatto che se al padrone offri una mano, quello prima o poi si prende tutto il braccio. Perche' accontentarsi di qualcosa se oggi, con i revisionisti al governo, si puo' ben pensare di spuntarla su tutto l'arco della questione lavoro? Il problema per i lavoratori e': Chi rappresenta chi. La rappresentanza, gia' sacrificata con gli accordi estivi del '92-'93, oggi rasenta il vuoto, e solo l'aggregazione di base attorno ai lavoratori piu' decisi puo' riportare i lavoratori dipendenti, con in testa gli operai, a livelli di conflittualita' tali da far piegare la testa e le ginocchia ai padroni. E si'! e' ancora una questione di classe. qualcuno ne dubita?