FEDERICO II HOHENSTAUFEN DI SVEVIA (1194-1250)
Nella lotta per le investiture i duchi di Sassonia e
Baviera i Welfen, da cui il termine guelfi) sostengono il Papato, mentre i duchi
di Svevia (gli Hohenstaufen, proprietari del castello di Waibligen, da cui il
termine ghibellini) appoggiano l'imperatore. Alla morte di Enrico V (1125) si
apre una crisi dinastica, durante la quale Welfen e Waibligen si contendono la
corona.
Il guelfo Lotario di Suppliburgo (1125-1137) viene spodestato dal ghibellino
Corrado III, che resta al potere fino al 1152, pur subendo la concorrenza del
guelfo Enrico il Leone. Nel 1152 l'ascesa al trono di Federico I di Hohenstaufen,
detto il Barbarossa, appiana i contrasti tra le due fazioni.
Per le continue lotte tra Guelfi e Ghibellini il controllo degli imperatori sul
Regno italico è limitato; in Italia centro settentrionale riescono a
svilupparsi i Comuni, mentre in Italia meridionale si afferma la dominazione
normanna.
Il Papato è indebolito dalle lotte tra le famiglie romane che controllano
l'elezione del pontefice.
Nel 1130 la doppia elezione di Innocenzo II (appoggiato dai Pierleoni) e di
Anacleto II (appoggiato dai Frangipani) provoca uno scisma che dura fino al 1138
e si risolve con il successo di Innocenzo II.
Nel 1145 le più potenti famiglie e gli uomini d'affari si ribellano al papa
Lucio II e fondano il Comune Romano, retto dal Senato presieduto da un membro
dei Pierleoni.
Arnaldo da Brescia, riformatore politico e religioso che sostiene la necessità
che il Papato abbandoni il potere temporale perché la Chiesa torni alla
povertà evangelica, va a Roma e caccia il nuovo papa Eugenio III con la
collaborazione del Senato.
Federico Barbarossa, per sottomettere l'Italia all'Impero, si allea con Eugenio
III (patto di Costanza, 1153), promettendogli di sconfiggere il Comune romano e
il regno normanno in cambio della corona imperiale.
Federico I riunisce la prima Dieta di Roncaglia (1154), nella quale enuncia la
sua intenzione di recuperare i diritti usurpati dai Comuni, che spettano a lui
in qualità di re d'Italia, il diritto esclusivo di battere moneta, di
riscuotere le imposte e di dichiarare guerra.
Le città dell'Italia settentrionale rifiutano queste imposizioni e gli
resistono con le armi.
Federico I incendia Asti, distrugge Tortona e ottiene un parziale successo
contro Milano.
Nel 1155 arriva a Roma, dove imprigiona Arnaldo da Brescia e lo consegna al
nuovo papa Adriano IV. Questi lo manda al rogo come eretico e incorona
Federico Imperatore; ma in seguito timoroso di un eventuale successo del
Barbarossa contro i Normanni, che provocherebbe l'accerchiamento del territorio
della chiesa da parte dell'Impero, il papa si allea con Guglielmo I detto il
Malo riconoscendolo re di Sicilia.
Le tensioni tra il Papato e Impero si manifestano alla Dieta di Besançon(1157),
dove il legato pontificio Ronaldo Bandinelli e il cancelliere imperiale Rainaldo
di Dassel si scontrano pubblicamente.
Il Bandinelli difende idee teocratiche di origine gregoriana, mentre l'inviato
del Barbarossa afferma che l'imperatore dispone anche dei poteri ecclesiastici.
La discesa in Italia si apre con la seconda Dieta di Roncaglia (1158) dove
Federico I emana la Costitutio de regalibus.
Dopo aver consultato i giuristi dell'Università di Bologna, l'imperatore
conferma i decreti della prima Dieta di Roncaglia e dispone che i Comuni
accolgano un podestà di sua nomina. Milano e Crema si oppongono, ma vengono
sconfitte e rase al suolo.
Rolando Bandinelli viene eletto papa con il nome di Alessandro III (1159-1181).
Il Barbarossa che considera tale elezione una provocazione, gli oppone
l'antipapa Vittore IV (1159-1164), aprendo così un nuovo scisma.
Alessandro III che appoggia i Comuni, scomunica Federico I e il clero
tedesco.
I Comuni alleati con Alessandro III contro l'Imperatore, fondano la Lega
Lombarda (1167), ricostruiscono Milano e erigono, in onore del Papa, la città
di Alessandria, che viene assediata invano durante la V discesa in Italia di
Federico I.
Questi non ottiene dal guelfo Enrico il Leone l'aiuto militare sperato e viene
sconfitto a Legnano (1176).
Con la pace di Venezia (1177) il Barbarossa, costretto a porgere l'omaggio ad
Alessandro III, firma una tregua con i Comuni e con il Regno di Sicilia.
La pace di Costanza (1183) sancisce la fine del conflitto con i Comuni, ai quali
Federico I riconosce il diritto di eleggere i consoli e di riscuotere le regalie
entro la cinta delle mure urbane, riservandosi il diritto di esigere un tributo
dai Comuni stessi e di confermare ogni cinque anni l'elezione dei consoli.
Nel 1186 il Barbarossa torna in Italia per celebrare il matrimonio tra suo
figlio Enrico VI e Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II, il Normanno, re
di Sicilia.
L'anno seguente il Saladino toglie ai cristiani Gerusalemme. Federico I il
Barbarossa decide di partire per la III Crociata, durante la quale annega nel
fiume Salef, in Cilicia.
Enrico VI ottiene dunque la corona imperiale e quattro anni dopo, in virtù dei
diritti acquisiti sposando Costanza, diventa re di Sicilia, realizzando l'unione
personale dei due domini che tanto temeva il papa.
Federico II nacque a Jesi (Marche), sotto
un tendone appositamente eretto nella piazza del mercato, il giorno di S.Stefano
del 1194.
Sua mamma, Costanza D'Altavilla (1154-1198) figlia di Ruggero II, avrebbe voluto
chiamarlo Costantino, ma suo padre Enrico VI, gli impose il nome di Federico
Ruggero, in memoria dei suoi nonni.
Quando muore Enrico VI, Federico non ha ancora tre anni.
L'imperatore l'anno prima lo aveva fatto eleggere re in Germania.
Nel settembre 1197 suo zio Filippo di Svevia, fratello di Enrico VI, era in
viaggio in Italia per venire a prendere il bambino per l'incoronazione. Quando
in riva al lago di Bolsena venne raggiunto dalla notizia della morte di suo
fratello, pensò bene di tornarsene indietro.
Costanza imperatrice, in Sicilia, non sa che farsene dell'impero e odiando i
germanici che trovava rozzi e violenti, cerca di rimettere insieme per il figlio
il regno normanno in Sicilia licenziando tutta quella gente che aspiravano alla
reggenza, che era scesa in Sicilia assieme a EnricoVI.
Per quest'ardua impresa conta su un potente alleato: il pontefice, un alleato
che non mancherà di rivelarsi anche esigente.
Lotario dei conti di Segni, papa Innocenzo III, divenne una specie di
"padre putativo" di Federico, quando il giovane sovrano, dopo essere
rimasto orfano del genitore, perse nel 1198 anche la madre Costanza.
Il papa da Roma gli nomina un consiglio di reggenza di vescovi, con Gualtieri di
Pelaria cancelliere e da incarico al cardinal legato Cencio Savelli di vegliare
sull'incolumità di Federico.
Dieci anni di reggenza coincidono con una sequenza di lotte e intrighi, danni e
rovine per le genti di Sicilia e di Puglia.
Federico si forma in un ambiente come la Sicilia: un miscuglio di razze e
civiltà diverse, dimostrando una innata intelligenza e una straordinaria
eloquenza, per la sua giovane età.
Nel 1202 il papa lo fidanza con Sancha, sorella del re d'Aragona, poi lo
sfidanza e rifidanza con un'altra sorella dell'Aragona: Costanza, vedova recente
del re d'Ungheria, che ha dieci anni più di lui.
Il 26 dicembre 1208, il giorno stesso in cui compie 14 anni è proclamato
maggiorenne.
Nel 1209 si celebrano le nozze con Costanza, giunta dalla Spagna col fratello
Alfredo di Provenza.
A Federico comincia a pesare la tutela e nonostante le rimostranze papali, si
sbarazza di Gualtieri di Pelaria, deciso a regnare in proprio.
Quel giovane ardito e robusto di statura forse lievemente inferiore alla media,
di pelo biondo rossiccio come il padre e il nonno, ampia la fronte e il corpo
snello e muscoloso, gran cacciatore e buon cavaliere, ha imparato molto, perché
tutto gli ha insegnato la vita.
In Germania intanto Filippo di Svevia viene eletto re, ma i principi renani
eleggono dal canto loro il giovane Ottone di Brunswick, nato in Normandia
durante l'esilio del padre, Enrico il Leone, avversario del Barbarossa.
Morto Filippo di Svevia, Ottone rimane il solo padrone del campo e viene eletto
con voto unanime ad Aquisgrana.
Dopo una lunga cavalcata pacificatrice dalla Germania all'Italia viene
incoronato imperatore a Roma il 1209.
Molto precisi i suoi impegni col papato; troppi e pesanti ora a colui che è
imperatore.
Già Innocenzo teme che voglia sottrarvisi e glielo rinfaccia, ma questi gli
risponde sprezzante:" pergamene per i vostri archivi".
In ogni tempo come si vede, i trattati potevano essere solo dei pezzi di carta.
La crisi precipita quando nel 1210 Ottone attacca il regno normanno, marciando
su Capua, Napoli e Salerno.
Questo è troppo per Innocenzo, che del regno è sommo feudatario.
Piove la scomunica su Ottone, ma a distorglierlo dall'impresa vale soprattutto
il drammatico annuncio che lo raggiunge a metà ottobre del 1211: un certo
numero di principi e vescovi tedeschi riuniti a Norimberga l'hanno deposto.
Gli contrappongono ora il figlio di Enrico VI, il giovane biondo
"aquilotto" Federico, nipote del Barbarossa.
E' l'asso nella manica che Innocenzo III getta sul tappeto al momento giusto e
perché prevalga il suo pupillo non esita a mettere in piedi una guerra europea,
la prima della storia, è lecito dire.
Federico il 17 marzo del 1212 raggiunge Roma dopo essere sbarcato a Gaeta e
riparte con la benedizione ed i pochi mezzi che gli ha potuto fornire il papa.
Sbarca a Genova e da lì raggiunge Coira in Svizzera dove l'attende il vescovo e
si radunano i principi fedeli alla sua casata.
A Vaucouleurs si incontra con il figlio di Filippo Augusto (futuro Luigi VIII) e
con lui stringe l'alleanza di non concludere pace separata.
La grande avventura comincia a diventare realtà. Federico II è ormai lontano
dalla Sicilia e si è lasciato alle spalle il piccolo Enrico, natogli pochi
giorni prima di partire.
Nel 1214 un complicato gioco di alleanze favorisce la candidatura di Federico
alla corona imperiale.
Suo massimo sostenitore sarà il re di Francia Filippo Augusto, che spera in tal
modo di contrastare più validamente l'influenza inglese sul continente.
Ottone, attaccato da ogni parte, fiaccato dalle energie fisiche più ancora
nelle risorse morali, sopravvive alla disfatta e si ritira con la moglie, prima
a Colonia e poi in Sassonia dove muore all'età di 36 anni, nel 1218.La dinastia
sassone è così tramontata.
Finalmente sta per compiersi per Federico quell'incoronazione a re "dei
Romani", premessa e anticipazione di quella imperiale, che suo padre aveva
prevista per lui tanti anni prima.
Federico proclama Aquisgrana capitale e sede dei re di Germania...perché in
questa città i re dei Romani sono stati incoronati e consacrati... seconda
soltanto a Roma medesima.
Decide di datare l'inizio del suo regno dal luglio 1215, nel suo ventesimo anno
di età.
Si è deciso di far coincidere l'incoronazione con la traslazione dei resti di
Carlomagno in un'urna d'argento decorata degli apostoli e degli imperatori del
Sacro Romano Impero, compreso Federico II, anche se non è stato ancora incoronato.
Viene aperta l'urna affinché contempli il fondatore dell'impero. Poi oppone con
le sue mani i chiodi che la suggellano.
Sigfrido, legato pontificio e arcivescovo di Magonza impone il diadema d'argento
sul capo di Federico, che ascende al trono di Carlomagno.
Ma Federico non ha finito di stupire, preso la croce dalle mani
dell'arcivescovo, proclama, quale re dei Romani, per l'onore e la gloria di
Cristo, dinanzi al Padre al Figliolo e allo Spirito Santo, di condurre una
crociata per liberare i Luoghi Santi dall'infedele.
Intanto a Roma Innocenzo III col IV Concilio lateranense dove presenziarono più
di 1500 delegati, celebra il trionfo del papato e ignorando il gesto di
Federico, bandiva la crociata fissandone il termine entro un anno.
Il Concilio conferma Federico imperatore non senza aver prima deposto
definitivamente Ottone.
Il 16 luglio del 1216 muore papa Innocenzo III, gli succede Cencio Savelli, che
prende il nome di Onorio III.
Il Savelli è una vecchia conoscenza di Federico, sulla cui vita era stato
incaricato di vegliare, da cardinal legato.
Alla notizia della sua nomina Federico dovette sentirsi sollevato dalla lunga
tutela a cui il precedente papa lo aveva assoggettato.
Alcune curiosità di vita giustizia e religione ai tempi di Federico II Allo spergiuro e al bestemmiatore si bucava la lingua con un ferro rovente. Le donne pettegole venivano scaraventate più volte nei corsi d'acqua, e, se colpevoli di un delitto, dovevano essere sepolte vive.
Gli Amalfitani perfezionarono la bussola " il bossolo" e la sospensione cardanica, che consentiva di restare immobile anche se la nave beccheggiava. Uno scritto di
Arcimatteo, De instructione medici, diffuse nel XII secolo le norme di
comportamento cui avrebbero dovuto uniformarsi i medici nello esercizio della
professione. Stabilito che il medico doveva essere necessariamente un uomo retto
e pio, lo si invitava a curare molto l'abbigliamento e la bardatura del cavallo,
in quanto soltanto un medico dall'abito sfarzoso può chiedere un onorario
elevato. |
Federico, alcuni giorni prima che morisse
Innocenzo III, gli scrisse da Strasburgo, che non appena incoronato imperatore
avrebbe perfezionato la rinuncia al Regno di Sicilia.
Il figlio, Enrico, già incoronato re, sarà emancipato.
Il governo del reame, finche Enrico non raggiunge la maggiore età, toccherà ad
un consiglio di reggenza nominato d'accordo con il papa.
Solo a queste condizioni, Innocenzo III consente alla moglie e al figlio di
raggiungere la Germania.
Un primo passo per sciogliere quei nodi sempre più gravosi, fra Federico e il
papa, è l'investitura di Enrico a duca di Svevia era un dominio ereditario, che
comunque va oltre i patti.
Onorio III appare più indulgente del suo predecessore.
Al nuovo e anziano papa, preme più di tutto la crociata. Purché Federico
parta, è disposto a passar sopra a certe inadempienze, ma Federico non parte,
rimanda a più riprese perché prima vuole stabilizzare il suo impero.
Sistemata la Germania, cala in Italia come uomo di pace e viene incoronato a
Roma nella basilica di San Pietro, Il 22 novembre del 1220 da papa Onorio III.
Dopo l'incoronazione, Federico incontra grossi ostacoli per la sua politica
unificatrice, ed è costretto a sguainare la spada per riconquistare il regno di
Sicilia che i baroni si erano divisi in sua assenza.
Frattanto Costanza, prima moglie dell'imperatore moriva a Catania il 23 giugno
del 1222.
Federico convolò a nuove nozze il 9 novembre 1225 con Jolanda, figlia di Jean
di Brienne, re di Gerusalemme. Un motivo in più per andare in Terra Santa.
Iniziative culturali e quotidianità Federico, nell'ambito della
sua politica culturale, promosse la fondazione dell'università di Napoli
(1225), sede delle scuole di filosofia, diritto, matematica e lingue. Strano a dirsi, proprio da quella scuola in cui presto i chierici avversari di Federico avrebbero visto ed additato uno strumento del diavolo doveva uscire un uomo di chiesa della statura di Tommaso d'Aquino, che lì s'era abbeverato agli insegnamenti d'Aristotele, rimessi in auge dalla scuola napoletana. Dal 1231 viene battuta una moneta aurea chiamata augustale di Federico II. A Federico si deve anche il riordino della famosa scuola medica di Salerno. e la costruzione dei castelli in Sicilia e nelle Puglie, il più famoso: Castel del Monte (Andria). Nel 1224 San Francesco scrive il primo testo poetico in volgare della letteratura italiana, il Cantico di frate sole. Proseguono intanto le traduzioni dall'arabo in latino degli scritti di Aristotele e Averroè da parte di Michele Scoto, astrologo di corte. Nel 1240-1248 Federico scrive il De arte venandi cum avibus, dove illustra le modalità della caccia con il falcone. Nella vita quotidiana, il benessere economico fa nascere la professione del sarto. Con l'apparire del bottone si restringe la manica dell'abito femminile. La veste delle donne si stringe per mettere in risalto la vita sottile. Lo sfoggio di ricchezza si riflette nell'abbigliamento maschile che comprende il guarnello (tunica di cotone), la gonnella, di solito in tessuto più pregiato, e la pelle (sopravveste di pelliccia). Molto diffuse sono le mutande e le calze dette solate, perché munite di una suola sotto il piede. Gli uomini cominciano a rasarsi il volto da un barbiere di professione, che taglia anche i capelli all'epoca di lunghezza media e con frangia.
Secondo l'usanza medioevale, a corte si mangia in tavoli separati.
salute
mangia poco e prende un solo pasto al giorno.
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Il papa preme ancora su Federico per
liberare i luoghi Santi, e questi giura per la quinta volta che partirà entro
il mese di agosto del 1227, ben sapendo che pende sul suo capo la scomunica se
non manterrà la parola.(bolla di Onorio III, che minaccia di scomunica chi
ostacoli la crociata).
Il 18 marzo del 1227 muore Onorio III.
Federico ormai non può più tergiversare ed imponendo sacrifici a tutti, riesce
a mettere insieme 50 navi che salpano nel mese di agosto 1227.
Anche l'imperatore salpa da Brindisi, ma tre giorni dopo approda a Otranto e ne
scende ammalato.
L'epidemia, che già aveva diradato le file dei crociati prima della partenza,
non l'ha risparmiato. Proseguono altri, guidati da due uomini esperti.
L'imperatore invia subito messaggeri a spiegare quel caso di forza maggiore al
nuovo pontefice.
Il nuovo papa era Ugolino dei Conti di Segni, che assunse il nome di Gregorio IX.
Se Onorio non era stato quel debole che pareva, questo papa non era disposto a
sentire ragioni. Infatti, senza nemmeno ricevere gli inviati di Federico lo
fulmina con la scomunica, già ventilata.
Federico si rimette in sesto e proprio quando la sua giovane moglie (lei aveva
14 anni e lui 31 quando si sposarono), gli ha dato un figlio (Corrado), riparte
per la Santa impresa, senza curarsi della scomunica, avendo ricevuto
informazioni favorevoli sull'andamento della guerra in Gerusalemme essendo
defunto il sultano Malik Moadham.
Siamo nel 1228 Jolanda è morta durante il parto, il 28 giugno Federico salpa
con cinque navi da Brindisi.
Federico vuole vincere con la diplomazia la dove altri hanno perso con le armi,
manda messi al papa per far revocare la scomunica e ambasciatori al nuovo
sultano Malik al-Kamil per stipulare un accordo, in considerazione che ora
Federico si è impadronito anche del titolo di re di Gerusalemme del suocero
(Jean di Brienne).
Nel febbraio del 1229 Federico e Malik si incontrano segretamente, unico
testimone fra i crociati Ermanno di Salza, Gran Maestro dell'Ordine Teutonico.
Gerusalemme col Santo Sepolcro è ceduta all'imperatore, i maomettani sono
liberi di rimanervi padroni delle maggiori moschee.
In più l'imperatore ottiene i territori di Nazareth e Betlemme, con una strada
d'accesso al mare e facoltà di fortificarla.
Si erano incontrati due uomini geniali, fatti per capirsi.
A Federico avrà giovato i ricordi di quando ragazzo bazzicava fra i musulmani
di Palermo.
Federico invitando a gioire per l'avvenuta liberazione del Sepolcro di Cristo,
là nella chiesa che custodisce quel sepolcro, di sua mano s'incorona re di
Gerusalemme.
Questo accadeva il 18 marzo 1229 a Gerusalemme, in cui grava l'interdetto
dal papa.
Intanto si accaniscono contro di lui i Francescani e l'Ordine dei Mendicanti,
che sono attivi megafoni del pontefice.
Egli riparte da Antiochia, accompagnato dalle maledizioni della gente aizzatagli
contro dai predicatori, con un figlio natogli da una donna siriana che prenderà
il nome di Federico d'Antiochia.
In Sicilia, durante la sua assenza, bande armate ed eserciti, uno dei quali
quelli del suocero Jean di Brienne, mettono in grave pericolo la corona del
regno. Basta che l'imperatore si presenti il 10 giugno 1229 davanti alle coste
pugliesi perché di li a non molto la situazione si rovesci, quelli che prima
erano nemici ora sono amici.
Ristabilita la sovranità ora occorre trattare per far togliere la scomunica.
Le trattative durano oltre un anno, finche il 23 luglio del 1230 si giunge alla
riconciliazione, con pesanti imposizioni da parte del papa.
Fra queste lo sgombero dei territori della Chiesa occupati dagli imperiali, la
restituzione dei beni confiscati, l'amnistia ai partigiani del papa che hanno
invaso le terre del regno o si sono levati in armi contro l'impero e numerose
altre, che solo in parte riesce ad attenuare.
La grande riconciliazione fra Federico e il papa, trova il suggello finale nel
"santo bacio" con cui il 1° settembre 1230, Gregorio IX accoglie
nella sua residenza di Anagni, colui che di colpo era diventato il più caro
figlio del pontefice.
Anche nella fase più acuta della lotta con Gregorio IX il Regno Germanico era
rimasto fedele a Federico.
I guai dovevano venirgli dal figlio Enrico, messo sul quel trono dieci anni
prima.
Quanto più Federico s'era fatto Siciliano, tanto più il figlio, lasciato a se
stesso, era diventato tedesco.
L'impero era sempre in subbuglio e Federico cuciva e ricuciva come poteva. Nel
1232 convoca suo figlio ad Aquilea e gli impone di sottomettersi.
Enrico giura che seguirà i voleri paterni e Federico conferma le concessioni ai
principi laici.
Enrico però tornato in Germania, riprende coraggio e il 2 settembre 1234 con un
manifesto proclama l'aperta rivolta e l'alleanza con i comuni
lombardi. Con poco seguito e molto denaro Federico si imbarca
a Rimini nell'aprile del 1235 col figlio Corrado, sbarca ad Aquilea e da qui
risale la Germania privando Enrico della corona ed avendo facilmente ragione dei
rivoltosi.
Tre mesi dopo (15 luglio 1235) celebra le sue terze nozze con Isabella, sorella
di Enrico III d'Inghilterra, più giovane di lui di vent'anni, un matrimonio
favorito dal papa.
Il figlio Corrado, eletto senza difficoltà re dei Romani, non viene incoronato,
in modo da mantenere di fatto la posizione di vicario imperiale.
Il figlio ribelle Enrico sarà tenuto prigioniero di castello in castello in
Puglia fino alla morte nel 1242.
Quasi soltanto con la presenza imperiale e col prestigio e il fascino personale, Federico aveva vinto la partita contro la rivolta del figlio: Più che mai in quella occasione parve più calzante per lui l'appellativo di "stupor mundi". |
Alla corte di Federico, i
sinuosi arabeschi delle danzatrici orientali, velate quanto basta a risvegliare
gli esercizi censurabili della fantasia, s'intrecciavano spesso alle
funamboliche contorsioni di saltimbanchi e prestigiatori.
Tenero e crudele, violento e cortese, generoso e autoritario, Federico è
l'ultimo imperatore medioevale e il primo signore di un'epoca
nuova, laica e mondana.
Contro l'opinione e il volere dei pontefici, e contro la mentalità imperante
nel suo tempo, non pensa, ne crede, che la Provvidenza guidi meccanicamente la
vita dell'uomo, benedica le crociate e le guerre sante; pensa piuttosto che
l'uomo
debba collaborare con la Provvidenza, se non
addirittura sostituirla: costruendo liberamente il proprio destino. "Fu uomo di gran cuore" scriverà Nicolò Jamsilla, uno storico del XIII secolo, amico del figlio Manfredi " ma la sapienza che molta era in lui temperò la sua magnanimità, in modo che mai non fu spinto a far niente per impeto, ma procedeva in tutto con la maturità della ragione...Erano nel felice tempo che egli governò pochi gli uomini dotti nel Regno di Sicilia, e l'imperatore stabilì nel Regno scuole di arti liberali e d'ogni approvata scienza, avendo chiamati, con la liberalità dei premi, maestri da tutte le parti del mondo e stabilito dal suo erario uno stipendio non solo ad essi ma anche agli scolari poveri, acciocché gli uomini di qualsiasi condizione e fortuna non fossero allontanati dallo studio della filosofia per ragioni d'indigenza...Similmente rispettò in tal modo la giustizia che a niuno era vietato con l'imperatore stesso contendere il suo diritto. Egli si studiava che nel suo Regno la giustizia fosse uguale per tutti. Né alcun avvocato dubitava d'intraprendere contro di lui la difesa di qualunque più povero si fosse, avendolo l'imperatore medesimo permesso, il quale stimava meglio che la giustizia fosse rispettata anche contro di lui piuttosto che avere vittoria nella lite. Ma se così rispettava la giustizia, pure ne temperò sovente il rigore con la clemenza."
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Il suo soggiorno in Germania dura dal 1235 al 1237,
riportando un pieno trionfo, in aperto dissidio con la Santa Sede che cova sotto
la cenere, quando convoca una dieta generale a Piacenza che segni il ritorno
dell'Italia del nord all'impero, perché dice questa parte intermedia
dell'Italia è nostra per eredità, come tutto il mondo riconosce.
Il papa risponde che sono stati in perpetuo affidati al Romano Pontefice lo
scettro e le insegne imperiali, assieme a Roma, e alle sue terre e all'impero
tutto, e, rivolgendosi direttamente a Federico dice:
"Tu dimentichi che i sacerdoti di Cristo
sono padri e padroni di tutti i re e di tutti i principi cristiani".
Pellegrini e viaggiatori possono andare in ogni dove, non mi avventurerò io,
l'imperatore, nelle terre dell'impero? Con queste parole Federico varca il
Mincio e mette a ferro e fuoco tutta l'Italia del nord, conquistando anche il
Carroccio, che viene inviato a Roma perché sia posto in Campidoglio.
Trionfo romano della Roma antica. Federico infatti è Caesar, Caesar Augustus
persino per le sue elargizioni ai romani, fra cui e popolare, anche per dispetto
al papa, è reincarnazione dell'antico impero, oltre che imperatore
modernissimo.
Ad aggravare la situazione con il papa fu la nomina del figlio naturale Enzo a
re di Sardegna, avendo questi sposato Adelaisia, erede dei Giudicati di Torres e
di Gallura.
Essendo la Sardegna destinata a diventare feudo papale, Gregorio IX non s'adatta
a questa nuova usurpazione.
Federico contrattacca esortando i cardinali ad agire arrestando i progetti
pericolosi del papa perché altrimenti sarà costretto a rispondere all'offesa
per l'offesa e alla violenza con la violenza.
La risposta del papa non tarda: il 20 Marzo 1239, domenica delle Palme, Gregorio
IX lancia la scomunica contro Federico e ribadisce la condanna il 7 aprile,
ponendo l'interdetto su Padova, sede imperiale e convoca un concilio per
deporlo.
I prelati cercano di raggiungere Roma sulle navi dei Genovesi, ma i Pisani,
alleati di Federico, affondano la flotta presso l'isola del Giglio (1241) e
catturano i cardinali.
A Gregorio IX succede Siniscalco Fieschi dei conti di Lavagna, con il nome di
Innocenzo IV, che al concilio di Lione (1245) scomunica di nuovo Federico e lo
depone.
I principi tedeschi si affrettano a sostituire il sovrano svevo eleggendo come
re prima Enrico di Turingia, quindi Guglielmo conte d'Olanda, ma Federico resta
di fatto al suo posto.
Nella guerra contro i Comuni italiani l'imperatore durante l'assedio di Parma,
subisce una dura sconfitta ed anche suo figlio Enzo, che gli era andato in aiuto
viene sconfitto dai Bolognesi a Fossalta e fatto prigioniero.Trascorrerà il
resto della sua vita in prigionia a Bologna.
Nello stesso anno viene ordita una congiura contro l'imperatore, nella quale è
forse coinvolto il fedele cancelliere imperiale Pier delle Vigne, che viene
accecato e si suicida, per non subire ulteriori torture.
Federico ormai politicamente isolato, muore in Puglia nel 1250, sembra fatto
avvelenare dal figlio naturale Manfredi (secondogenito avuto da Bianca
Lancia), perché era venuto a conoscenza che suo padre aveva designato quale suo
successore il figlio legittimo Corrado che viveva in Germania. (Federico era
stato padre di ben 18 figli, nati da nozze legittime e da relazioni
extra-coniugali; di tutti questi, alla sua morte, l'unico figlio legittimo era
Corrado).
Lo stesso trattamento Manfredi lo riservò al suo fratellastro Corrado IV,
quattro anni dopo, il quale avendo intuito i suoi piani cercò di isolarlo
togliendogli terre e potere, ma non vi riuscì e ci rimise la vita.
Alla sua morte l'erede al trono diventava suo figlio Corradino, che aveva due
anni, ma Manfredi riprese la reggenza del regno.
Dopo un po' di tempo i suoi seguaci fecero circolare la voce che il piccolo
Corradino era morto, per cui non essendoci altri eredi legittimi Manfredi si
fece incoronare re di Sicilia, l'11 agosto 1258 a Palermo, usurpandone il trono.
Il papa Innocenzo IV, dopo aver tentato inutilmente di dare il regno siciliano a
Edmondo, figlio del re d'Inghilterra Enrico III, è costretto a una trattativa
con Manfredi, il cui potere in Italia cresce per le numerose alleanze strette
con i ghibellini di diverse città.
Il Papato non può costruire un fronte antighibellino, poiché le sue
tradizionali alleate, Genova e Venezia, sono in lotta per il controllo del
commercio mediterraneo.
Frattanto Manfredi si allea con Pietro III, re d'Aragona, dandogli in moglie la
figlia Costanza.
Papa Clemente IV, il francese Gui Foulques, eletto alla cattedra di San Pietro
nel febbraio 1265 ( terzo pontefice romano dopo che Innocenzo era morto nel
1254, grande nemico degli Hohenstaufen), in cerca di appoggi per contrastare
Manfredi, ottiene che Carlo D'Angiò, fratello di Luigi IX di Francia,
intervenga militarmente nel regno di Sicilia.
Carlo D'Angiò, venuto in Italia con un forte esercito, sconfigge e uccide
Manfredi a Benevento (1266).
Il giovane Corradino, figlio di Corrado IV, sceso in Italia per riprendersi il
regno che fu di suo nonno Federico II, viene sconfitto e catturato nella
battaglia di Tagliacozzo (1268) e il 29 ottobre dello stesso anno, gli Angioini,
i nuovi regnanti designati, lo fanno decapitare nella piazza del Mercato a
Napoli (Nonostante fosse stato affidato in tutela alla Chiesa, dall'età di due
anni, per espresso desiderio di suo padre Corrado IV).
Qui termina la dinastia ereditaria degli Hohenstaufen e il passaggio del regno
di Sicilia agli Angioini.