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ROLLING STONE (Italia) Marzo 2004 [Cinema] Se mi lasci ti cancello Michel Gondry, ovvero il cinema reinventato da Mtv STORIA MATTEO BITTANTI Non è un caso che alcuni dei registi più originali e innovativi dell'ultimo lustro - da Spike Jonze a Roman Coppola, senza dimenticare Jonas Akerlund, Mike Mills e Chris Cunningham - siano cresciuti a pane e Mtv. L'esercizio con un format relativamente fresco - il videoclip - ha permesso a queste personalità eclettiche/elettriche di sviluppare un'iconografia ibrida e osmotica, che potremmo definire, tra il sacro e il propano, "mediareferenziale". Di questa bande à part Michel Gondry è, insieme con l'amico Jonze, il membro più scanzonato e sbarazzino. Ma dietro a un'apparenza di pura goliardia si cela un genio post-romantico. Tanto per cominciare, il 31enne regista transalpino ha praticamente reinventato il videoclip, che da mero strumento promozionale è maturato a forma d'arte. Nella sua lunga carriera, Gondry ha firmato cult-da-quattro-minuti per Chemical Brothers, Bjork, Daft Punk, Massive Attack, Radiohead, Rolling Stones e, in tempi più recenti, Kylie Minogue (Come Into My World), e The White Stripes (il clip-Lego Fell in Love with a Girl). Non solo. Gondry ha introdotto la tecnica del "bullet-time" (o "time slicing") quando i fratelli Wachowski leggevano ancora fumetti di X-Men dal barbiere. Michel Gondry è un vero autore, impregnato di cinefilia fino al midollo. Anche i suoi spot commerciali (la Vodka Smirnoff, Levi's, Air France) sono incredibilmente pieni di amore per il medium dei fratelli Lumière. L'estetica caleidoscopica di Gondry - fatta di simmetrie impossibili alla Escher, trovate oniriche, sincronie spazio-temporali, nonché storie in bilico tra (e)scatologia (vedi il corto One Day in cui Gondry è perseguitato dal "suo" dirigibile marrone senza elica e timone) e lirismo pop - ha trovato la sua massima espressione nella lunga serie di pubblicità per Nike, culminata con lo splendido short "videoludico" Cross Training (2000). Dopo qualche corto di gran classe (come La lettre, 1998), Gondry debutta sul grande schermo con l'inclassificabile Human nature (2001). Frainteso e/o ignorato da critica e pubblico, questa parabola stranulata pone a tema il dramma della corporeità nella società dello spettacolo. Frutto della collaborazione tra Gondry e il geniale sceneggiatore Charlie Kaufman (Essere John Malkovich e Confessioni di una mente pericolosa), Human Nature andrebbe quantomeno recuperato in Dvd, se non altro per prepararsi psicologiamente a Se mi lasci ti cancello - Eternal Sunshine, seconda chicca della premiata ditta Gondry-Kaufman. A metà tra Philip K. Dick e Jonathan Lethem, il film racconta l'incommensurabile fardello dell'oblio e l'angoscia del ricordo (vedia anche l'ultimo Vincenzo "Cube" Natali Chypher, nelle pagine successive). In scena Jim Carrey (Joel), figlio di un demiurgo minore e una rossissima Kate Winslet (Clementine). Ma il vero fulcro del film di Gondry è il Dr. Howard Mierzwiak (Tom Wilkinson), inventore di una tecnica per rimuovere le reminescenze più fastidiose (per saperne di più: www.lacunainc.com, il sito Internet più brillante dopo quello di Requiem for a dream del sommo Darren Aronofsky e la sua gang di sgangheroni (Mark Ruffalo, Elijah Wood, Kirsten Dunst). Insomma, un autentico trip mentale. |
Uscita rinviata a maggio |
Regia: Mic |