NOTIZIARIO SU LAVORO E LOTTA DI CLASSE

Luglio 1998

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"1 luglio 1998"

ENEL DI BRINDISI

8 donne e 6 uomini da ieri mattina sono sul tetto della centrale a carbone di Cerano (Brindisi). A sostenerli i sindacati di categoria del commercio, per il rispetto del loro diritto, garantito dal contratto nazionale per le pulizie: il solito art. 4, che garantisce che qualsiasi ditta subentri in quella gara al macello che sono gli appalti, i lavoratori gia' in forza vengano assunti.
Questi lavoratori erano anche soci della cooperativa Ecoambiente: la nuova ditta, la Molpev, ha vinto grazie al prezzo stracciato offerto, un ribasso del 45%. E un tale risparmio lo si puo' ottenere solo sulla pelle dei lavoratori.
"L'offensiva padronale da tempo in corso sulla deregolamentazione, che si concretizza nei patti d'area, nella pratica degli appalti senza prezzo [...] tende a rendere il contratto nazionale di lavoro un optional da non dover onorare". Questo lo dice il segretario generale della Filcams di Brindisi.

Dovrebbe, questo sindacalista, ricordarsi delle manifestazioni che il suo sindacato sta facendo in favore dei contratti d'area.
La lotta di questi lavoratori e lavoratrici ha intanto convinto il direttore dell'Ufficio provinciale del Lavoro a dichiarare la Molpev fuori contratto, ed ha costretto l'ENEL a far decadere la gara d'appalto. Gia' a marzo l'Enel era stata costretta ad un simile passo, con l'impresa di pulizia "vincitrice" della gara a Mestre: allora c'erano stati scontri tra lavoratrici e polizia.
I lavoratori sono poi scesi dalla centrale.

POSTALMARKET

In 250 sotto la sede del Ministero del lavoro, per protestare contro la notizia del loro prossimo licenziamento, ad opera della PostalMarket, di Otto Versand, gruppo tedesco leader mondiale delle vendite per corrispondenza. Il padrone lamenta conti in rosso. Pero' manterra' in Italia Euronova e Bon prix, trasferendo ad essi l'indirizzario di Postalmarket: usufruira' cosi' di forza lavoro stagionale e flessibile.

 

"2 luglio 1998"

USA FINE SECOLO: LA LOTTA ... RIPRENDE

Non e' certo il caso di dover guardare sempre, e anche noi, oltre oceano per estrarre le previsioni per l'addivenire dell'economia e della societa'. Ma certo, dopo un ventennio di additamento degli USA come esempio della sottomissione dei lavoratori alle regole del libero mercato, alla flessibilità, come esempio di fine del pubblico servizio, questi ultimi 2 anni rappresentano una specie di "rivincita" per tutti coloro che credono che la lotta di classe sia un fattore oggettivo, un motore che obbligatoriamente e' acceso durante il capitalismo, e che accelerando, puo' far muovere la societa' capitalistica verso una sua trasformazione epocale.
Ma gli USA indicano pure qualcos'altro, utile a chi sogna (chissa' perche' poi) un mondo attuale di lavoratori disorganizzati, prodotto della fine del fordismo; un mondo di non operai, non salariati, ma sempre sfruttati. Chi crede che la riscossa verra' da questi settori, ritenuti maggioritari, del lavoro a-salariato. Ebbene, anche dagli USA viene l'indicazione forte che e' la classe operaia, i salariati (concetto fondante, nel bene e nel male della societa' capitalista) a sollevarsi per ripristinare regole certe di lavoro, diritti calpestati, riduzione, limitazione - almeno - dello sfruttamento. Dall'UPS ai maestri e infermieri, dalla GM agli edili, questa classe operaia, questi lavoratori dipendenti, del pubblico come del privato, dimostrano 2 cose:

1) che il liberismo capitalista non produce miglioramenti per la maggioranza della popolazione ma che anzi ne determina un suo arretramento economico e sociale e che, pertanto, induce una reazione contraria;

2) che il lavoro, nelle sue pur variegate forme, resta inquadrato complessivamente e globalmente, nella forma salariata, fatta in parte di supersfruttamento semi-schiavistico di certe aree, in parte di "privilegi", di aristocrazia operaia in altre. Ma nel mezzo, nocciolo duro dello sfruttamento, la classe operaia addetta alla produzione di beni materiali.

Salutiamo percio' con gioia e forza le recenti lotte dei proletari americani. Lo sciopero dei 9.200 della GM di Flint mostra la debolezza del sistema di sfruttamento globale e la possibilita' di riunificazione della classe operaia attorno a chi lotta. Un sistema GM basato sulla delocalizzazione come superamento dell'organizzazione operaia, della sindacalizzazione, riduzione dei salari al minimo vitale. E poi tentativo di reimportare questo modello stile messicano negli USA, dove trova la resistenza della classe operaia sindacalizzata (negli USA possono scioperare solo coloro che sono iscritti ai sindacati). L'insurrezione semi-spontanea di 40.000 edili a New York Š tutta contro la logica del subappalto, del mancato rispetto della sicurezza nei cantieri: tutte cose che sarebbe bene prendere ad esempio qui da noi, visto che entrambe abbondano. Le migliaia di edili che hanno attaccato gli Uffici pubblici preposti agli appalti e il cantiere stesso incriminato sono stati attaccati duramente dalla polizia del "democratico" sindaco Giuliani. Hanno imparato, cosi', quanta democrazia c'e' nel loro paese che, non solo riduce garanzie per gli occupati, ma cerca di dividerli, mettendoli gli uni contro gli altri, strappando un assenso al lavoro sottopagato e insicuro, senza sindacalizzazione con il ricatto della disoccupazione. Come concludeva un bel film di quelli che non vedremo più perché fin troppo chiari:

METTONO BIANCHI CONTRO NERI, GIOVANI CONTRO VECCHI, UOMINI CONTRO DONNE; FANNO DI TUTTO PER TENERCI ALLA CATENA! (da "Tute blu")

 
"7 luglio 1998"

L'ECONOMIA ITALIANA SECONO L'ICE

L'Istituto per il commercio Estero (ICE) ha delineato un quadro dell'economia italiana certamente foriero di tempesta per quanto riguarda il lavoro. Uno dei primi aspetti sottolineati e' la "delocalizzazione" delle imprese: questo secondo l'ICE è un fatto positivo. "La strategia multinazionale e' un aspetto dinamico e positivo [...] dell'economia italiana": pertanto basta a giustificare tutte le cose negative che porta con se'. Secondo l'ICE non si tratterebbe di una "fuga" dettata dalla maggiore competitività del lavoro all'estero - cosa che sostengono tutti i padroni - ma di una naturale ricerca di nuovi mercati. E' quindi "irragionevole" lanciare un allarme anche perche', e questo e' un altro dato che l'ICE vede positivamente, "il 75% degli investimenti nell'Unione Europea non e' costituito dall'industria manifatturiera ma dai servizi finanziari, assicurativi, commerciali".
In altre parole, in Europa non si lavora piu'! La produzione viene fatta nel terzo mondo e nella aree in via di sviluppo: non potendo competere con il costo del lavoro in Albania, per esempio, tanto vale lasciare a questo paese la produzione di massa e dequalificata per concentrare in Italia la produzione altamente qualificata.
Questo significa, da una parte un supersfruttamento dei lavoratori di questi paesi "non europei", in cui comunque non si sviluppera' una loro industria ma quella imposta e realizzata finanziariamente dai capitali europei, dall'altra riduzione della base produttiva in Italia, disoccupazione e dipendenza per le materie di base della produzione "qualificata" dal lavoro fatto a costi ridotti e senza garanzie. L'Italia, secondo l'ICE si sta gia' specializzando: meccanica strumentale (44,4% dell'esportazione), mentre perde settori tipici del made in italy come le calzature.

 

APPALTI E SICUREZZA

Sono gli invisibili della vita lavorativa delle imprese ed enti: il personale delle imprese di pulizia. Sono circa 750mila in Italia, e sono "all'avanguardia" - si fa per dire! - per quanto riguarda il deterioramento delle condizioni di lavoro, di sicurezza dovuto alla esternalizzazione che colpisce grandi e piccole imprese. E sono vittime della logica perversa degli appalti al ribasso nella pubblica amministrazione. Questa stessa logica influisce sulle condizioni di lavoro di quei "fortunati" che sopravvivono ai tagli delle imprese: lavorare sospesi da terra senza cinture di sicurezza, maneggiare detergenti senza guanti ecc.
Eppure questi lavoratori devono poi a loro volta rendere igienicamente accettabile il posto di lavoro di altri lavoratori, e come possano farlo lavorando in queste condizioni, con bassi salari e sempre a rischio di licenziamento, è un mistero che solo il capitalismo può spiegare!

 
"8 luglio 1998"

HYUNDAI

Mentre continua lo sciopero contro i licenziamenti (50.000) previsti alla General Motors (USA), anche in Corea del Sud la crisi dell'auto, uno dei settori piu' forti dell'economia capitalistica, si fa sentire. Spinti anche dalle misure imposte dal FMI, "tutti i costruttori di auto devono tagliare la forza lavoro", secondo il presidente della Hyundai, che ha cosi' dato il via a 5.000 licenziamenti. Oggi finisce uno sciopero di 48 ore, il secondo e non l'ultimo, di una serie prevista contro l'attacco all'occupazione. La settimana prossima va all'asta la Kia, 3° produttore sudcoreano, fallita lo scorso anno: i capitalisti USA stanno tentando una invasione in grande stile del mercato sudcoreano, aiutati dall'intervento del FMI, delle derivate leggi sulla liberalizzazione del mercato e dalla crisi economica. Cosi' Ford e' interessato a Kia, mentre GM si concentra su Daewoo.

 

SALARI E REDDITI: ALCUNI DATI

I dirigenti delle industrie italiane guadagnano 4 volte i loro operai. Le statistiche dicono che questo e' un mezzo scandalo in Europa, dove questa "diseguaglianza" e' molto meno vistosa. In realta' non e' tanto quanto guadagnano i manager che colpisce, ma quanto i salariati, la cui media e' inferiore a quella europea (superiori solo a greci spagnoli e inglesi) E' la famosa diatriba sul costo del lavoro in Italia, oggetto di un attacco senza precedenti da parte del governo "amico". I contadini italiani sono i piu' poveri d'Europa: nella quale, gli agricoltori se la cavano bene, con un salario/reddito superiore alla media nazionale dei salari. In Italia no: sono al 90%

EURODISNEY: SCIOPERO

Da 15 giorni all'Eurodisney si sciopera, e la parata dei divertenti personaggi e' a ranghi ridotti. Diverse le ragioni dello sciopero a seconda delle categorie di lavoranti: agli ingressi e alle stazioni picchetti di scioperanti informano sulle ragioni della lotta. Al centro della contesa il fatto che Eurodisney cuole applicare le definizioni del lavoro vigenti in USA, meno favorevoli di quelle francesi: una sorta di extraterritorialita', affatto strana in questa fase di ristrutturazione internazionale del capitale. Sono relativamente pochi coloro che possono permettersi di portare avanti uno sciopero visto che la maggioranza dei lavoratori sono precari estremamente ricattabili.

 

"9 luglio 1998"

RUSSIA: PROTESTA SOCIALE

Milioni di lavoratori senza stipendi: questo rappresenta la riaffermazione del capitalismo liberista in Russia. Ieri centinaia di cortei e picchettaggi hanno dato sfogo ad una crescente tensione: a Pietroburgo picchetti davanti ai cantieri navali (200.000 occupati), a Mosca davanti al ministero della difesa... mentre davanti alla sede del governo sono sempre accampati i delegati dei minatori, che dall'anno scorso non ricevono le paghe. Bloccato da sei giorni il traffico merci sulla Transiberiana: le forze dell'ordine solidarizzano con i manifestanti, visto che anche esse ricevono stipendi solo con ritardo. E poi e' la volta dei lavoratori degli arsenali di Vladivostock, dei medici, il settore elettrico. La situazione russa e' praticamente pre-rivoluzionaria: il capitalismo ripercorre le sue tappe, non lasciando evidentemente alcuna scelta in merito al suo abbattimento.

 

PORTORICO

Sciopero generale contro la privatizzazione dei telefoni: traffico aereo a singhiozzo, banche e centri commerciali picchettati. Il governo portoricano vorrebbe vendere il pacchetto di maggioranza alla GTE statunitense (ovviamente), secondo l'opposizione per fare bella figura con il Congresso USA e ottenere lo status di 51/o stato dell'Unione.

 

GENOVA: UNA VITA PER LA FRETTA DEL PROFITTO

Ieri un muletto ha schiacciato Furio della Casa, socio della Compagnia e commesso di bordo (colui che, per conto degli operai, controlla il carico). Il Molo e' lo stesso dove ad aprile era morto un altro camallo. L'elevata meccanizzazione del lavoro pur avendo alleggerito il lavoratore lo pone pero' a rischio della fretta, che tradotta negli spazi angusti di movimento a bordo delle navi, significa finire ammazzati per un nonnulla. Seicento portuali genovesi, quelli rimasti, sono oggi sottoposti a ritmi e fatiche ben superiori a prima: sono insieme imprenditori di se stessi e fornitori di forza lavoro qualificata. La compagnia da sola non puo' decidere gli standard di sicurezza: una volta c'era un sovrappiu' di personale, occhi in piu' che gridavano al pericolo. Oggi i ritmi del profitto riducono le garanzie e fanno piu' vittime.

 

ANSALDO

Rotte le trattative sul personale che l'azienda vuole licenziare, sono partite le lettere per la CIG: le prime sono arrivate agli impiegati della Corporate di Genova. E' subito scattata la mobilitazione, a Genova si scende in piazza.

 
"10 luglio 1998"

ORARIO E SFRUTTAMENTO

In vista del 2001, quando forse la legge sulle 35 ore sara' operativa, i sindacati e diversi centri di indagine stanno raccogliendo dati su cosa ne pensano i lavoratori. Sempre piu' si delinea quello che gia' avevamo preannunciato: ossia la sfiducia dei lavoratori verso una riduzione d'orario che non riduce affatto lo sfruttamento, ma anzi lo concentra e lo amplifica. A fianco a questa consapevolezza c'e', come nel caso dei giovani operai metalmeccanici del Centro Nord intervistati, la necessità di maggior tempo libero, ed e' sentita la mancanza di liberta' nel decidere dei permessi. Infine, non ci sono piu' aspettative verso miglioramenti nel lavoro, ci si e' accorti che i corsi di formazione sono scarsi, che vi partecipano solo quelli che devono in qualche modo essere "premiati" dalle aziende. Anche dal Coordinamento RSU di Milano e Lombardia vengono dati simili, ossia di necessita' di maggiore liberta' personale, di liberazione dal lavoro, e di sospetto verso una riduzione d'orario cosi' organizzata. La ragione di tanto sospetto sta nell'esperienza diretta. Negli ultimi due anni in molte aziende si e' giunti a forme di riduzione d'orario. Non si tratta mai di riduzione secca, che produce occupazione; si tratta invece o di "annualizzazione" dell'orario o di riduzioni con aumenti di produttivita'. E i sindacati vengono ritenuti colpevoli di aver fatto passare questi accordi. Comunque gli operai non associano a queste riduzioni d'orario un aumento di occupazione: hanno imparato a conoscere molto bene il padrone ed il sistema di sfruttamento capitalistico! Quando gli operai vengono intervistati in merito agli orari, emerge quindi sempre la questione dei carichi di lavoro. E degli straordinari. perche' o si ferma la pratica aziendale degli straordinari, oppure ogni riduzione diventa inutile. Quindi: niente straordinari, carichi di lavoro "umani", nuova occupazione e riduzione d'orario a parita' di salario. In quest'ordine, la lotta operaia puo' diffondersi, per ridurre lo sfruttamento e riportare i padroni a piu' miti consigli. Poi, se qualcuno dira' - come per esempio sindacati e partiti filopadronali - che cosi' i padroni non investono piu', allora, ebbene, che non lo facciano, ci pensino gli operai a gestire le fabbriche e la produzione: un primo passo per la trasformazione della societa'!

 

GENOVA: CAMALLI E ANSALDO

Dopo la morte di un camallo, due ore di sciopero in tutti i porti italiani contro la deregolamentazione, che aumenta i ritmi e causa incidenti. Genova protesta anche contro i licenziamenti alla Ansaldo: ieri corteo nella citta', oggi occupazione delle portinerie. Anche a Legnano, i lavoratori Ansaldo sono in mobilitazione: blocco della linea ferroviaria Milano-Domodossola e stato di agitazione permanente.

 

SIRTI

In lotta i 7200 lavoratori della Sirti (telefonia, maggiore azionista Telecom): l'azienda ha minacciato una ristrutturazione che prevede una riduzione d'organico di 1500 unita'.

 

SALARI E LAVORO PER I LAVORATORI BELLELI DI TARANTO!

I giochi speculativi sulla pelle dei lavoratori della Belleli devono cessare! Dopo la liquidazione della Belleli Montaggi e Belleli elettrostrumentale, stessa sorte vuole riservarsi per la Belleli Off-shore, 2.000 dipendenti e 500 all'indotto, specializzata nella costruzione di piattaforme petrolifere con commesse in tutto il mondo ed ordini per 300 miliardi. Proprio nelle settimane scorse, il varo della piu' grande piattaforma al mondo per l'estrazione del petrolio e gas a grandi profondita' marine, aveva posto all'ammirazione generale la classe operaia tarantina, tecnicamente specializzata e altamente produttiva. E ora i 'ringraziamenti' della direzione aziendale: la Belleli e' al centro di giochetti finanziari al ribasso, per renderla appetitosa a padroni-mignatte pronti a rilevarla a prezzi stracciati. Per gli operai la liquidazione, o il fallimento della societa' significheranno cassa integrazione almeno per un anno (estensibile a 18 mesi) e poi la messa in mobilita'. Ma il problema piu' drammatico, in questo caso, sara' l'impossibilita' di corrispondere le anticipazioni, dal momento che la societa' in liquidazione non ha capitali disponibili. Ancora una volta si dimostra la grande capacita' dei lavoratori e l'insipienza - indifferenza di padroni vecchi e nuovi.

-CHE PADRONI VECCHI E NUOVI DELLA BELLELI SIANO COSTRETTI A EROGARE SALARI E LAVORO!

- SOLIDARIETA' ATTIVA CON LA CLASSE

OPERAIA TARANTINA, ANCORA UNA VOLTA RAGGIRATA DA ACCORDI SINDACALI PERDENTI E DAL PADRONATO!

-LOTTA DURA ALLA BELLELI DI TARANTO!

Circolo comunista di Puglia 'Pietro Secchia' - sez.CCA,

via Oberdan n.3/Leporano (TA)

 

"14 luglio 1998"

 

SIGONELLA

A Sigonella c'e' una famosa base USA, dove atterrano piu' do 40 aerei al giorno.

Davanti ai cancelli della base da piu' di un anno, decine di lavoratori si battono per riaffermare i propri diritti. Lottano contro i padroni americani che hanno appaltato i servizi interni alla PAE, multinazionale della Virginia, alla Aviation Management e alla Climega Sud, formanti un consorzio. Il consorzio vince l'appalto offrendo un risparmio del 43%, condizioni alle quali nessuna delle clausole ordinarie (mantenimento dei servizi e del personale) puo' essere mantenuta. Comincia la lotta, ma la UIL rompe l'unita' sindacale e firma, convincendo 72 operai a seguirla. Chi ricorda piazza Statuto? Le condizioni imposte dal consorzio sono inaccettabili: licenziamento dei 274 dipendenti e riassunzione di 260 di essi, con annullamento della parte normativa e dell'anzianita', arretramento di un livello riduzione del 50% del premio di produzione. Inoltre il consorzio pretende che i lavoratori si iscrivano alle liste di mobilita' in modo che per riassumerli possa ottenere rimborsi regionali.
Cominciano gli scontri con i crumiri e la polizia che li difende. Il 18 giugno l'accordo viene siglato da tutti tranne che dalla CGIL. I lavoratori decidono di riprendere il lavoro ma senza cessare la lotta. I crumiri occupano posti chiave, ma sono costretti a viverci nella base. Per gli altri fioccano le punizioni e l'emarginazione.
La lotta dei lavoratori ha ricevuto la solidarieta' da tutto il mondo: e' la stessa lotta dei portuali di Liverpool o di quelli giapponesi. I lavoratori hanno incontrato i loro compagni impegnati in Sicilia contro le ristrutturazioni, il sindacato, sempre piu' impegnato nella distruzione delle conquiste operaie li lascia soli, tranne il SULTA, sindacato di base del trasporto aereo.

 

AEROPORTI DI ROMA

"Negli aeroporti di Roma e Ciampino, negli aeroporti italiani, in tutto il settore del Trasporto Aereo sono evidenti in maniera emblematica le pesanti conseguenze della globalizzazione delle politiche neoliberiste, delle leggi del mercato e della liberalizzazione selvaggia", scrivono i lavoratori del Comitato Precari FCO/CIA e Partime e Stagionali di Linate. "Dato comune a tutte le aziende e' l'imposizione di condizioni peggiorative e discriminatorie per i lavoratori precari: turni di lavoro peggiori, ferie non godute, straordinari forzati, impiego come squadre anti-sciopero, ritmi e carichi di lavoro massacranti, allungamento quotidiano dell'orario di lavoro per i lavoratori part-time". "I piani di ristrutturazione delle aziende del settore, tutti orientati al drastico abbattimento del costo del lavoro, sono avallati e facilitati dalle misure legislative in materia di lavoro e dai vari accordi sottoscritti da CGIL-CISL-UIL".
I lavoratori precari, unitamente a quelli rappresentati dal SULTA, stanno organizzando ovunque azioni di lotta contro la ristrutturazione e precarizzazione. "La manifestazione che il Comitato precari FCO/CIA, degli stagionali e part time di Linate e del Sulta/CUb sta organizzando per il 25 luglio a ll'aeroporto di Fiumicino, risponde alla necessita' di mantenere alto il livello della mobilitazione per l'apertura di una vertenza occupazione in tutte le aziende operanti in questo aeroporto [...]"
"A Milano le iniziative del Comitato [...] hanno gia' prodotto risultati positivi: 58 assunzioni e l'apertura delle trattative per altre 150 e per il passaggio full time di 100 part time. Evidentemente e nonostante tutto la lotta paga, sempre!!!"
I lavoratori ricordano la manifestazione all'Aeroporto di Fiumicino il 15 luglio alle ore 15, dietro il Pronto Soccorso Aeroportuale.

 
 
"16 luglio 1998 "

COREA DEL SUD

Il governo e' passato alle maniere dure nei confronti delle lotte in corso da 2 giorni: e' stato ordinato l'arresto dei responsabili dei sindacati metalmeccanici e di quelli del gruppo Hyundai.

Gli scioperanti sono saliti a 158mila e hanno incrociato le braccia anche i lavoratori della Korea Telecom. Il lavoro e' bloccato in 33 stabilimenti metalmeccanici.

La Kctu che guida lo sciopero, chiede aumenti salariali del 25%, contro il 15% offerto dai padroni. ma la lotta principale e' contro il diritto per le imprese a licenziare, sancito dal governo in ottemperanza ai dettami del FMI, che ha concesso un prestito di 57 mld di dollari.

Questa facilita' ha portato a 4 milioni i disoccupati "veri".

 

ANSALDO

Oggi pomeriggio a Roma si riprende la trattativa, tra ministero dell'industria sindacati e azienda. Ieri intanto gli operai di Genova, di Legnano, i 18 dipendenti della Ansaldo Energia dislocati a Montalto di Castro, hanno continuato la mobilitazione. Ieri mattina hanno bloccato l'attivita' del cantiere a Montalto, e per oggi e' previsto un blocco dell'Aurelia. A Genova un corteo di circa 800 persone ha portato poi alla occupazione dei binari della stazione di Sampierdarena. A Legnano occupati gli uffici dei dirigenti.

 

STRAORDINARI

Mentre il balletto sulle riduzioni d'orario - senza nessuna preoccupazione per la riduzione reale dei ritmi di lavoro e del tempo in fabbrica - continua, Confindustria continua a chiedere la proroga dell'entrata in vigore del decreto adeguativo a livello europeo sul passaggio dell'orario settimanale legale da 48 ore a 40.
Lo scopo dell'opposizione sono gli straordinari. Da una parte il padronato usa a dismisura gli straordinari, dall'altra non accetta che, con l'orario legale a 40 ore, la 41ma ora diventi straordinario.

Di fatto pero' l'accordo e' molto blando su questo: permette infatti che le aziende denuncino all'Ispettorato del lavoro solo lo straordinario che eccede le 48 ore, proprio come ora. Anzi l'accordo che i padroni non vogliono risparmia loro anche l'obbligo di richiedere all'Ispettorato l'autorizzazione preventiva.
Insomma i padroni avrebbero tutto da guadagnare: ma sono ingordi, vogliono di piu', vogliono tutto. E lo vogliono subito! Il vecchio slogan della sinistra rivoluzionaria e' diventato proprio dei padroni!
Confindustria voleva addirittura che fosse sospesa la traduzione in legge del decreto adeguativo alle 40 ore, ma non la parte che liberalizzasse l'uso dello straordinario!
Ora che inizia la verifica dell'accordo truffa del 23 luglio '93, il terreno dello scontro, risolte a favore del capitale le problematiche relative alla rappresentanza, si gioca sul terreno del potere sulla forza lavoro, sulla flessibilita', sui carichi di lavoro.
Ma naturalmente questi accordi si fanno a fine luglio, in modo che non ci sia nessuno a contrastarli!

 

"17 luglio 1998 "

 

BELLELI: DISOCCUPAZIONE E REPRESSIONE

600 operai della Belleli di Taranto sono venuti ieri a Roma per manifestare fino al Ministero dell'Industria. Con loro le famiglie, i rappresentanti dei sindaci dei paesi coinvolti nel fallimento finanziario della Belleli.
Ma a meta' strada del corteo hanno trovato un cordone di barbari servi di quel potere, politico ed economico che produce sfruttamento e miseria: un cordone di utili sciocchi poliziotti.
Si sono riviste cosi' le scene classiche del rapporto tra potere e lavoratori: manganelli impugnati al rovescio e 5 poliziotti contro 1 lavoratore. M all'ospedale e' finito anche un bambino di 10 anni, segno che i poliziotti non sanno individuare avversari della loro portata!
"E' stato un atto immotivato, incomprensibile e irresponsabile", dice Ferrara segretario nazionale FIOM: bisogna vedere fino a che punto. Non e' piuttosto questo il clima che meglio si adatta ad una situazione di progressiva ingestibilita' della crisi, una situazione in cui si devono far passare e digerire ai lavoratori politiche di sacrifici ben piu' pesanti di quelle passate?
La Belleli ha appena consegnato alla Shell la piu' grande piattaforma off-shore del mondo, ed ha commesse di lavoro per miliardi, ma da due anni e' sottoposta ad amministrazione controllata in seguito al fallimento finanziario.

 

POSTALMARKET

In 500 hanno bloccato per un paio d'ore la statale Rivoltana, a Peschiera Borromeo. I lavoratori e le lavoratrici (queste sono circa l'80%) sollecitano un intervento del ministro Treu, dopo che Otto Versand ha ribadito che chiudera' la Postal Market alla fine dell'anno.
"Occorre bloccare le multinazionali che comprano le aziende italiane, sfr4uttano gli ammortizzatori sociali e poi chiudono senza pagare dazio", dice Elena Lattuada, della FILCAMS. La chiusura della Postal Market nasconde una manovra, permessa dalle nuove politiche del lavoro: chiudere da una parte, trasferire i clienti ad altri marchi di Versand, ed assumere piu' conveniente personale a tempo determinato, flessibile e ricattabile.

 

ANSALDO

Bloccata la trattativa, continua la lotta. Ieri a Montalto di Castro, dove lavorano 18 dipendenti dell'Ansaldo, un centinaio di lavoratori ha organizzato un'assemblea di solidarieta' con quegli operai che da 8 giorni sono barricati in un capannone. Anche gli operai di Legnano hanno proseguito con iniziative di lotta: ieri mattina hanno occupato la Milano-Laghi, e il pomeriggio sono entrati nell'aula consiliare del Municipio di Legnano.

 

PRECARI SCUOLA

Il Comitato insegnanti precari ha intensificato la sua mobilitazione da 10 giorni a questa parte: contro il disegno di legge Berlinguer sul reclutamento del personale. Il DDL discrimina i precari attualmente occupati nella scuola (circa 150mila docenti) per la riassunzione a tempo indeterminato, svilendo una professionalita' acquisita con esperienza e pratica, nonche' sacrificio a causa della forma precaria dell'occupazione.

 

"22 luglio 1998"

 

RUSSIA

Terminata la tregua offerta dai minatori siberiani al governo russo, sono ripresi i picchetti che hanno bloccato la transiberiana. Intanto stanno per scendere in sciopero anche i lavoratori delle industrie atomiche di Sarov: 4000 operai hanno annunciato uno sciopero a tempo indeterminato, per protestare contro i salari arretrati e in favore di aumenti salariali. In Russia, e' proprio il caso di dire che il "capitalismo non paga".

 

COREA DEL SUD

Le due maggiori case automobilistiche sudcoreane, Hyundai e Daewoo, per soddisfare le richieste del FMI, hanno deciso prima di mandare lettere di licenziamento a centinaia di lavoratori e poi di sospendere la produzione, temendo incidenti agli impianti. Oltre 2000 agenti di polizia hanno circondato ieri la sede centrale della Hyundai, a Ulsan, dove migliaia di lavoratori e loro famigliari sono accampati per protestare contro al decisione dell'azienda di licenziare 2678 operai.
La Daewoo da parte sua ha comunicato ai sindacati che licenziera' 2995 dipendenti, il 15,6% della forza lavoro. I licenziamenti sono consentiti da una legge, varata all'inizio dell'anno, anche questa imposta dal FMI per sbloccare gli aiuti di 57 mld di dollari. Una delle condizioni per gli aiuti del FMI e' l'apertura del mercato ai capitali stranieri, ossia la riscossa USA sulle tigri asiatiche.
Anche in Italia, con la "riforma" dello statuto dei lavoratori si prepara il terreno ai licenziamenti facili.

 

"24 luglio 1998 "

 

SOTTOSALARIO

L'obiettivo del governo Prodi e' ridurre l'Italia alla pari della Romania: o avallando il ricorso illegale alla manodopera (lavoro nero) o legalizzandolo e cosi' facendo permettendone la generalizzazione.

Che bisogno c'e', quindi di andare in Albania, quando la manodopera a basso costo si trova in Italia? E si trova in Italia per due motivi: o perche' gli "albanesi" di turno sono venuti qui o perche' lo sfruttamento del lavoro nero, in aree fortemente "depresse", e' una "norma" da tempo accettata. Il calzaturificio di Lecce "New Trend" (nome che e' tutto un programma - di Prodi!) aveva piu' di meta' della manodopera in nero e i regolari assunti al di fuori del collocamento (che tanto ora verra' appositamente riformato per far rientrare nella legalita' questi sciacalli sociali). Per quanti pensano che lavorare al nero sia un vantaggio anche per gli operai (piu' soldi e meno - anzi niente - tasse), val la pena di sottolineare che al New Trend il "salario" era di 400.000 al mese, e l'orario di 10 ore giornaliere. Un po' meglio andavano i "segnati". Anche questo e' un "trend" prodiano, ossia salari al di sotto della media nazionale e dei contratti. Poi possiamo aggiungere che la fabbrica non aveva concessione edilizia, figuriamoci se erano attuate le misure di prevenzione infortunistica! Ecco, a questo prezzo non occorre andare lontano: in Cechia lo stipendio si aggira sulle 510mila lire, in Ungheria addirittura sulle 765mila.

E' vero che i lavoratori che sopportano queste condizioni spesso, come anche in questo caso, vedono male gli interventi legali e repressivi che nell'immediato li privano del lavoro. Ma anche per questo bisogna ringraziare il governo - non solo questo attuale, evidentemente - che non offrono altre possibilita', non fanno intravedere la possibilita' di migliori condizioni.

Una proposta banale: una volta sequestrata la fabbrica, la si mette a posto e la si da' in gestione ai lavoratori che c'erano. E questo potrebbe essere un obiettivo per togliere dalle mani ai padroni uno strumento di ricatto. Sappiamo pero' che non ce lo possiamo aspettare dal governo borghese. Come tante altre cose!

 

COREA DEL SUD

In vista dello sciopero generale, il governo ha fatto arrestare 19 sindacalisti della Hyundai. Contemporaneamente si e' intravista la possibilita' di riaprire la trattativa, e la KCTU ha revocato lo sciopero generale. Di fronte alla repressione governativa, i sindacalisti e gli operai dell'industria automobilistica, dei cantieri navali e dell'industria pesante, hanno ripreso, come nel '97, fare base sul sagrato della cattedrale di Seul.
A Ulsan i lavoratori in sciopero bloccano il piazzale di movimentazione merci del porto, impedendo di fatto il lavoro: hanno inoltre cominciato a barricarsi nella sede delle rappresentanze sindacali, mentre nello stabilimento sono confluiti anche i famigliari dei lavoratori. Obiettivo principale e' il ritiro dei licenziamenti annunciati. In gioco, val la pena ricordarlo, sono diritti sindacali, il ritiro dei licenziamenti, l'uso del licenziamento politico fatto dalle aziende contro i sindacalisti.

 

ITALTEL

I sindacati dei metalmeccanici chiedono che la vertenza sia discussa in sede di governo, dopo che era stato reso noto il piano industriale, giudicato inaccettabile. Il piano prevede per i prossimi 3 anni la perdita di 5000 posti di lavoro, e la chiusura di alcuni stabilimenti "storici".

 

"25 luglio 1998 "

 

NAPOLI E MILANO: CRISI E REPRESSIONE

L'acuirsi della crisi generale capitalista non lascia molti margini di mediazione, e i lavoratori e i disoccupati capiscono sempre piu' che hanno a che fare con forze avvezze si' al potere, ma ormai incapaci di mascherare la propria crudelta' anche nei conflitti mediati che avvengono all'interno della societa' italiana.
A Napoli nuovamente i disoccupati e i lavoratori LSU hanno fatto sentire la propria voce davanti al palazzo in cui si erano riuniti una serie di ministri.
"Siamo stati caricati a freddo", accusa il Coordinamento di lotta per il lavoro e degli LSU organizzati. Sul selciato di Piazza Plebiscito rimangono i segni, e i segni restano sui feriti, di cui uno anche grave.
Stretti tra proposte di lavoro sempre meno garantito e piu' precario e un movimento che non riesce a spuntare, proprio a causa delle medesime condizioni che spingono il governo verso disegni di legge antiproletari - la crisi - niente di concreto, i senza lavoro napoletani, ancorche' organizzati possono solo che imboccare la strada dell'unita' con quei soggetti vittime della precarizzazione e flessibilizzazione all'interno dei posti di lavoro.
L'unita' non e' tanto per il lavoro, qualsiasi esso sia, ma contro la precarizzazione e la flessibilita', uniche soluzioni che offre la crisi ai porletari.

A Milano e' toccato invece alle lavoratrici della Postal Market, nota casa di vendite per corrispondenza in aria di chiusura per mano di Otto Verstand. Ieri mattina sono partiti con dei pullman circa 300 lavoratrici verso la stazione di Lambrate. Ad attenderle la polizia schierata: ed in 4 sono finite all'ospedale, fratture agli arti, trauma cranico e punti di sutura in testa.
I diligenti servi del governo borghese non vedono l'ora, ultimamente, di malmenare non solo i "noti facinorosi" disoccupati napoletani, ma anche e con piu' gusto i lavoratori "occupati". Evidentemente essendo questi in procinto di diventare "colleghi" dei napoletani, e' meglio che si abituino a prenderle!

La stessa cosa la settimana scorsa era toccata agli operai della Belleli, a Roma per manifestare contro la chiusura della loro fabbrica.
I funzionari di polizia hanno poi cercato persino di fare le loro scuse: immaginiamo che nessuna punizione colpira' i vili manganellatori: Angelo Tognoli, segretario della Fisascat-Cisl di Milano e' stato picchiato, buttato a terra, ripicchiato. "C'era gente per terra che sanguinava e loro picchiavano lo stesso". Lo sappiamo di cosa sono capaci questi cani servili: di infierire con chi e' indifeso e a terra.
Comunque dopo il pestaggio i lavoratori sono entrati nella stazione e bloccato cinque treni: la repressione non ferma la lotta se questa e' decisa e ben motivata.
E quello scagnozzo dei padroni che e' il prefetto di Milano ha giustificato il pestaggio, con la solita scusa dei "provocatori": li vedono solo loro, non sara' perche' ne conoscono bene il volto, visto che fanno parte della PS?

 

STRAORDINARI

E' stata alla fine varata la proroga degli straordinari, con approvazione della CISL e UIL. La norma sull'orario di 40 ore (e qualcuno sogna ancora le 35 ore per legge) e' ancora lettera morta con questa proroga concessa ai padroni sugli straordinari.
Le ore di lavoro tra la 40ma e la 48ma restano terra di nessuno, gestite liberamente dalle aziende, senza obbligo di notifica, che scattera' dopo la 48ma.
Quindi, anche nel settore del lavoro contrattualmente normato e definito, la flessibilita' si fa strada: in attesa della - speriamo - grande battaglia del contratto dei metalmeccanici.