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Pagine a cura di Rosaria Secondulfo

Tolleranza e Repressione
all'epoca della Riforma
  di Rosaria Secondulfo
Informazioni, chiarimenti, discussioni at Contact point maryrose_na@hotmail.com 


Nel "dizionario di Educazione Civica di Marchese-Mancini-Grieco-Asuini" si legge che tolleranza e' un termine che il linguaggio politico ha ereditato dalle controversie religiose adattandolo nel significato di rispetto.
"Il principio di tolleranza - si legge nel testo - impone il rispetto dei diversi punti di vista sulla base del presupposto che tutte le opinioni hanno diritto di cittadinanza.
Il concetto di Tolleranza si afferma dopo conflitti sorti a seguito della riforma protestante e impegna l'intero dibattito filosofico e politico del XVI - XVII secolo, anche se i primordi del dibattito vanno rintracciati gia' nelle attivita' Inquisitoriali del Medioevo, quale risposta della Chiesa agli eccessi dei movimenti ereticali, che insidiavano non solo la teologia ma anche la societa' civile. Di qui la lotta contro il dualismo menicheo dei Catari che sotto l'apparente austerita' dei suoi proseliti nascondeva un'ideologia sovversiva.
Cosi', il termine si lega a quello del Boccaccio di "humanitas", nel quale gli storici rintracciano un nuovo atteggiamento degli uomini di fronte al mondo ed alla vita. Un mutamento che si manifesta nel concetto di "rinascita" che gia' era stato dell'uomo classico e che nel Medioevo dichiara legato un nuovo spirito, frutto di un'economia in espansione, di aumento demografico (dopo il calo conseguente alla "peste nera" del 1348), di stimolazione delle attivita' produttive in generale. Una nuova dimensione,dunque, nella quale aveva posto centrale l'uomo, che rivendicava la sua autonomia di essere razionale che si concretizzava in una nuova arte, in una nuova concezione del mondo, in una nuova scienza che sara' poi quella destinata a dare nei secoli successivi e fino ad oggi cospicui risultati, in una nuova concezione della storia, della politica, dei rapporti tra gli uomini. Una concezione che oltre ad essere alla base dell' "ethos" della civilta' occidentale, diventa espressione del rinnovamento dell'uomo nel suo rapporto con Dio, cosi' come sostengono Burdach e Hildbrand, che sottolineano una connessione tra Medioevo ed Umanesimo. In questo legame con il passato s'inserisce la teorizzazione del "ritorno al principio" che ritroviamo in Ficino, in Pico della Mirandola, in Bruno ed in Campanella, proprio per ribadire la totalita' dell'uomo e il suo valore.
Siamo agli albori della formazione degli stati: siamo nell'ambito delle monarchie parlamentari anche se non siamo ancora nello stato Assoluto (XVI-XVII sec.); siamo in un'Europa caratterizzata dalla politica espansionistica, sostenuta sopratutto dalla Spagna. Di qui la lotta tra gli Asburgo e la Francia per il controllo dell'Italia punto cruciale del Mediterraneo. Del resto le guerre rappresentavano la "caratteristica del '500: il che ovviamente richiedeva sostegno economico, amministrativo, ed un apparato per cosi' dire "giuridico" che appunto si riscontra nell'Inquisizione. E' proprio nella Spagna, tra la fine del '400 e il '500 che si consumava quello che Galano e Bruno Serge hanno, poi, definito un vero e proprio "genocidio", riferendosi al fenomeno di antisemitismo, ( tra l'altro gia' noto nel MedioEvo e legato alle predicazioni di Vincenzo Ferrer ) fino all'espulsione nel 1492 voluta da Ferdinando ed Isabella. Lo storico francese Dumont in "Inquisizione fra miti ed interpretazioni" rintraccia le cause in fattori economici e sociali, evidenziando come agli ebrei fosse consentito tenere botteghe aperte, effettuare prestiti ad interesse, in un'epoca in cui il denaro non era un mezzo per realizzare ricchezza ed individuando nella presenza dei "conversos", fenomeni di disagio. Cosi' il 1492 non e' l'anno in cui la Spagna conquista Granada, ma e' anche la fine  della guerra di Reconquista, in una Spagna che fondava tutto sulla questione religiosa, favorendo l'unione di castigliani, aragonesi e catalani.
Va tenuto conto che la questione religiosa e' fondamentale in questi anni nell'intera Europa. Nel corso del XV secolo, dopo il Concilio di Basilea e di Costanza si senti una certa effervescenza nell'ambito della chiesa tale da richiedere riforme interne ed esterne anche nel campo dottrinale, per porre fine alla corruzione che era entrata nel potere ecclesiastico. Sono gli anni in cui si prepara il dibattito fra Riforma e Controriforma, maturato durante le pubblicazioni dell' Utopia di Tommaso Moro, l'isola immaginaria, in cui si rifugiava dalla repressione ciquecentesca dello Stato della Chiesa.
E' l'Umanesimo che esaltava l'interiorita' e affermava la "pax fidei" l'accordo tra le fedi, fondamento ideologico dell'Erasmo dell'"Elogio" e dell' " Enchyridiani", una concezione che all'interno della "devotio moderna" creva quella mistica diffusa tra Medioevo e Prima eta' moderna fondata sull'"Imitatio Christi", che propugnava un cristianesimo delle origini, attraverso monasteri fondati dai " fratelli della vita comune ", all'interno dei quali trovavano posto proprio Erasmo e Lutero due personalita' nei quali l'approccio religioso era l'uno l'opposto dell'altro. Lutero intendeva il sentimento religioso come bisogno di riconciliarsi con l'Onnipotente, di fronte ad una religione ridotta oramai a rito; Erasmo intendeva la religione restaurazione attraverso la filologia per arrivare ad una concordia fra religione e filosofia . In questa tormentata temperia maturava la posizione di "Chiesa e intolleranza" per intendere la reazione della Chiesa Cattolica alla Riforma luterana e ponendo le basi per le guerre di religione. Dalla rivoluzione emergeva il ruolo svolto dalla Chiesa; infatti, come sostiene Pepe in "Storia generale d'Italia ed'Europa" si ha la messa in atto di una cultura dogmatica che diffondeva una religione intesa come verita' istituzionalizzata e eretico diventava colui che, secondo l'osservazione di Cantimori, si ribellava a qualsiasi forma di comunita' ecclesiatica organizzata.
E' in questo contesto che diventarono eretici e sediziosi, uomini come Bruno esaltatore del sistema copernicano, e Campanella che aveva l'intento di unificare il genere umano in un cristianesimo riformato.
Sicche l'attivita' dell'Inquisizione piu' che mirare alle singole personalita', mirava a colpire una forma mentis in generale.
Un lavoro non solo svolto dall'Inquisizione Romana ma anche dall' Indice dei Libri Proibiti, emanato da Clemente VII Aldobrandini, che faceva cadere il De Monarchia di Dante ed i sonetti petrarcheschi tra cui "Fiamma del ciel su le tue traccia piove". Se oltre al rogo di Bruno, all'incarcerazione di Campanella, si unisce la condanna del copernicanesimo e la forzata abiura del 1633 di Galilei, si ha una visione dell'epoca in questione, l'evidente reazione degli eretici trova ulteriori concretizzazioni nel  movimento valdesiano (da Juan de Valdes che a Napoli creo' un cenacolo di intellettuali) definito anche "nicodemito" (da Nicodemo, il fariseo che visito' di nascosto Gesu') e nel socionianesimo (che intendeva la religione cristiana come morale derivata dall norme evangeliche).
Espressione dell'intolleranza luterana i fatti di Frankenhausen del 1552 dove seimila contadini trovarono la morte in seguito all'uscita dell'opuscolo "Contro le empie e scellerate bande dei contadini" con il quale Lutero rigetta il programma rivoluzionario di Muntzer di realizzare in terra il Regno di Cristo ad opera dei contadini. Nell'epilogo del 1552  anche Muntzer trovava la morte. Non meno intransigente il concistoro calvinista a cui nel 1555 era riconosciuto il potere di lanciare la scomiunica che comporta la morte a chi ne e' colpito. L'episodio di Michele Serveto, medico spagnolo, si inquadra in questo clima. Serveto aveva scritto un'opera contro la dottrina trinitaria, ma Ginevra  lo condannava al rogo.
Cosi' mentre S. Frank legato al misticismo tedesco rifiutava ogni dogmatismo, per una prospettiva evangelica, e in Spagna l'idea della tolleranza si associava alla difesa della liberta' affidata a S. Costellion, i primi successi del calvinismo si riscontrano in Francia, con gli ugonotti, costretti a difendersi dalle persecuzioni dei francesi, in una lunga lotta quella delle guerre di religione, combattute fra stati cattolici e stati protestanti che si protrassero fino al 1648 con la pace di Westfalia, edc ad esse si ascrivono le stragi di Vessy, fino al clamoroso episodio della notte di San Bartolomeo nel 1572 dove trovarono la morte oltre 3000 ugonotti per ordine di Carlo IX e Caterina de Medici. Tormentate vicende coclusesi con la pacificazione con l'editto di Nantes nel 1598 che riaffermava le precedenti disposizioni sulla liberta' di culto e proprio per questo rappresenta un atto di politica unitaria nazionale non meno che illuminata dalla tolleranza religiosa.
E' indiscutibile che fu il protestantesimo  a favorire l'affermazione di un atteggiamento di Tolleranza. Questo perche' la Riforma si fondava sul " libero esame ", sull'appello alla coscienzaad alla responsabilita' del credente, sulla lettuar diretta del testo sacro, ma anche perche' la Riforma diventa espressione di una minoranza di una " setta ", che in quanto tale come sostiene M. Weber  " non ha, come la Chiesa, pretese universalistiche e vuole vivere come libero gruppo di individui qualificati che deve schierarsi a favore della separazione tra Stato e Chiesa e della Tolleranza ( si pensi ad esempio alla chiesa Anglicana ).
Ma per il riconoscimento del principio di Tolleranza si dovra' attendere ancora del tempo.
La pace sempre troppo spesso compromessa vedeva nella definitiva cacciata dei mornescos dalla Spagna nel 1609 uno dei piu' gravi atti di intolleranza religiosa, intolleranza che di li a poco nella guerra dei trent'anni avrebbe trovato il suo apice (1618-1648). Le guerre combattute in quattro fasi tra imperatori e principi tedeschi e protestanti dall'altro erano volte a risolvere i problemi religiosi posti dalla dieta di Augusta nel 1555, a liberarsi dai vincoli di soggezione feudale ed ad opporsi agli Asburgo.
La coclusione con la pace di Westfalia, dava all'Europa un nuovo equilibrio, riaffermando il principio di Augusta "cuius regio eus relegio", mentre politicamente riconosceva agli stati membri autonomie di governo e facolta' di contrarre alleanze, ponendo fine all'Impero e mettendo le basi della nuova Europa di Ferdinando II, di Richeliu, di Pietro il Grande. Si ponevano cioe' le basi di quelle idee che saranno fondamentali tra il '600 ed il '700, dove la lotta tra empirismo e razionalismo, conduceva lo stesso Cartesio a dire di "seguire la religione del suo re"; si gettavano le basi per i cambi di egemonia e l'Inghilterra con la rivoluzione del 1648 e del 1688 conquista a spese della Spagna e dell'Olanda i traffici ed i mari. Sono anni in cui, come sostiene Kurt Kaser in "Eta' dell'assolutismo" si erano ridotti gli interessi delle classi previlegiate e si era creata un'unificazione politica che determinava  in principes  pace e benessere, salvo poi scadere in una forma di tirannide o essere causa di altre lotte contadine, come affermano Mousnier e Touchard.
L'approvazione nel 1689 della  Legge sulla Tolleranza riconosceva l'esistenza delle minoranze religiose.
Il passaggio tra '600 - '700 imponeva una notevole riflessione sulla tolleranza alla luce del contrattualismo di Hobbes teso a liberare lo stato da ogni trascendenza  e proiettato alla conservazione della pace. Qui maturavano le teorizzazioni di Locke che, oltre a stabilire i limiti del potere civile in materia religiosa, sosteneva che la Chiesa era una libera societa' di uomini, che si avvaleva di una pluralita' di fedi e riconosceva nel cristianesimo una religione razionale  introduceva considerazioni relativistiche ( in campo religioso non si possono raggiungere certezze obiettive, come quelle scientifiche, ma solo persuasioni soggettive ).
Si preparava il terreno della critica settecentesca alla tradizione scolastica metafisica del '600, cristallizzata dall'intellettualismo teologico  dell'ortodossia luterana. Allora che la ragione e' limitata, l'errore e' la norma e alla verita' ci si puo' solo avvicinare. Il principio della Tolleranza diventa emblema di innovamento e modernizzazione.
Le parole tolleranza, ragione, umanita' affiorate da Voltaire e Montesquie, erano proiettate a combattere l'intolleranza e la superstizione e a porre tutte le religioni sullo stesso piano. Simbolo ora dell'intolleranza settecentesca diventava  per Voltaire Jean Cales protestante, accusato di fanatismo, poi riabilitato dall'"opinion". Proprio sulla forza dell'opinione Voltaire invitava a riflettere su come una minoranza, seppure illuminata, riuscisse ad imporre la propria opinione plasmando le idee e le credenze nelle quali un popolo si riconosceva.
La nozione di Tolleranza stava subendo un decisivo passaggio semantico; da concessione di una grazia veniva oramai a significare affermazione di un diritto, un diritto ancora oggi troppo dibattuto e raramente riconosciuto.

Percorso Metodologico - Didattico

Motivazioni :
La scelta di una simile tematica consente da un punto di vista metodologico-didattico un approccio trasversale tale che partendo dai fenomeni di fanatismo del '500-'600 possa legarsi a quelle manifestazioni di intolleranza-tolleranza legati ai piu' recenti fatti sociali, fenomeni che evidenziano il passaggio dal " sopportar con pazienza " ( tipica dell'umanesimo ) alla nozione etico giuridica del '700. Inoltre il valore dell'opinione, sottolineata da Voltaire, puo' essere  un punto di partenza per un discorso metodologico e didattico. Anche Bird in "Illuminismo francese" sostiene che le opinioni sono il grande motore della storia e che sono i cambiamenti che producono le rivoluzioni.
Si evince che la tematica trattata consente l'impostazione di una "mappa concettuale" che, a partire dal concetto di tolleranza, snodi uno "sfondo" per un'intero ciclo di studi passando dalla storia medioevale a quella moderna e perche no; anche contemporanea. Sicche tale argomento e' collegamento tra i vari corsi di storia, ma e' sopratutto oggetto di studio nelle classi (diverse a seconda se parliamo di licei artistici, tecnici o magistrali) dove il programma curricolare prevede lo studio della storia medioevale e moderna (tenendo cioe' conto del periodo trattato). L'articolazione in "mappa concettuale" a partire dal problema tolleranza-eresia-opinione consente lo svolgimento di unita' didattich che, partite dal XII secolo, analizzano il fenomeno fino al '700. Cio' didatticamente significa prevedere tappa, rimandi interni e scansioni, significa attuare metodologie euristiche, di "problem solving", e di "circle time".

Concetti chiave : Tolleranza, repressione, fanatismo, sette, diritto, contrattualismo, giusnaturalismo , costituzione, liberta'

Tempo : 1500 - 1700

Spazio : Europa

Fatti : Umanesimo, Riforma/Controriforma, Guerre di religioni, barocco, rivoluzione scientifica, illuminismo

Obiettivi :
- Favorire il passaggio dalla concezionevista come "sopportar con pazienza" alla nozione etico giuridica.
- Favorire la conoscenza di diritto e legge di natura.
- Favorire la conoscenza del concetto di Tolleranza/Intolleranza in relazione all'eta' contemporanea ed all'intolleranza come
                fanatismo politico.
- Favorire l'interiorizzazione del concetto di liberta'.
- Favorire la conoscenza del concetto di democrazia in rapporto anche ai recenti fatti sociali.
- Favorire la conoscenza del laicismo come metodo di convivenza di tutte le filosofie e ideologie.
 

Si elabora una scheda di prerequisiti attraverso conversazioni; lezioni frontali e schede a risposta multipla. Il docente potra' verificare la conoscenza che ogni alunno ha dei concetti chiave, in modo da intervenire con letture appropriate si pensi ai passi di Voltaire " Trattato sulla Tolleranza ", ma anche a testi piu' recenti come Bobbio " Il futuro della democrazia ".
Si scelgono materiali e sussidi ; tra questi faranno la parte del leone i testi di Voltaire, Locke, Grozio, ma anche giornali e materiale telematico.
Si potranno preparare cartelloni / ricerca operati dagli alunni a nei lavori ibndividuali o di gruppo in modo che l'analisi della situazione economica, i cambi della alleanze le paci vengono inseriti in un processo dinamico di progettualita' cogliendo nessi ad essi portanti.

Verifiche : attraverso prove sommarie il docente verifichera' la capacita' di problematizzare. Verifiche interdisciplinari saranno utili ad intervenire da un punto di vista filosofico, filologico (con l'analisi del testo) da un punto di vista artistico ( si pensi all'influenza di Caravaggio su G. Bruno ) da un punto di vista scientifico ( metodo galileano )
Cio'  e' utile a creare un'articolazione in rete e a porre le basi per un team docente impegnato a lavorare in un contesto partecipativo, proiettato in un insegnamento non informativo ma formativo.

"Senza memoria non c'e' futuro" diceva Gramsci, ma per attuare cio' occorre che il docente ricerchi quei nuclei fondamentali mirati a formare spiriti liberi e critici, un lavoro possibile solo se ci si pone in una scuola orientata sulla centralita' dello studente, "orientato a "imparare e pensare", obiettivo che dovrebbe essere prioritario e dovrebbe orientare il senso di tutte le discipline di una scuola riformata.
 
 

Bibliografia

Marchese-Mancini-Grieco-Assini " Stato e Societa' " La Nuova Italia
Di Caro " Insegnare Storia " Franco Angeliù
Gaeta - Villani " Corso di Storia Vol II " Principato


Tolleranza e Repressione
all'epoca della Riforma
  di Rosaria Secondulfo
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