Il sole 24 ore- Martedì 4 Maggio 1999 - Norme e tributi

Annuncio di Diliberto in occasione del "tavolo" con avvocati e magistrati Giudice unico, decreto legge per rinviare le norme penali

di Donatella Stasio

ROMA — Oliviero Diliberto conferma pubblicamente che la riforma del giudice unico partirà, il 2 giugno, senza una gamba a causa del ritardo del Parlamento nell’approvare le nuove regole del processo davanti al giudice unico monocratico. A slittare, dunque, sarà la parte processuale penale della riforma; quella, per intendersi, che allarga la competenza del giudice monocratico anche ai reati punibili con la reclusione fino a 20 anni. La sua operatività verrà rinviata a data da destinarsi con un decreto legge preannunciato, sempre ieri, dal ministro della Giustizia.
Diliberto ha atteso il primo "tavolo di concertazione" con gli avvocati e i magistrati per ufficializzare la notizia, peraltro ampiamente anticipata nei giorni scorsi ("Il Sole-24 Ore" del 14 e del 30 aprile). E forse non è un caso, visto che erano proprio avvocati e magistrati i più perplessi sulla puntuale entrata in vigore, il 2 giugno, della riforma, al punto che la scorsa settimana l’Unione delle camere penali ha proclamato 5 giorni di sciopero (14, 21 e 28 maggio; 4 e 10 giugno) per protestare contro i ritardi del Parlamento nell’approvare i disegni di legge collegati e per perorare la causa di un rinvio globale. Che ancora ieri il ministro ha escluso, mettendo però sul tavolo lo slittamento della parte della riforma più criticata dagli avvocati, preoccupati della riduzione dei casi in cui il giudice unico dovrà giudicare in composizione collegiale. Una preoccupazione in parte condivisa da Diliberto, che non ha escluso modifiche della riforma su questo fronte (leggi: un ampliamento della collegialità). Meglio, allora, un rinvio parziale piuttosto che niente, si sono detti gli avvocati, il cui obiettivo, comune a buona parte dei magistrati, resta quello di ampliare la portata del rinvio.
Giuseppe Frigo, presidente dei penalisti, assicura di essere "soddisfatto" di questo primo incontro anche perché, spiega, "il ministro si è impegnato a presentare emendamenti al Ddl sul rito monocratico per aumentare i casi di collegialità dei reati di competenza del giudice unico" (emendamenti che andranno ad aggiungersi agli oltre 300 con cui, da domani, comincerà a fare i conti la commissione Giustizia del Senato). Ma, nonostante la piena sintonia col ministro, i penalisti non intendono deporre le armi. "Non revocheremo i cinque giorni di astensione dalle udienze — spiega Frigo —, e soprattutto le conferenze nazionali sul tema, proclamate proprio per protesta contro la riforma del giudice unico di primo grado, perché continuano i ritardi nell’approvazione dei provvedimenti collegati". Peraltro, durante l’incontro Diliberto ha manifestato un certo ottimismo sul fatto che, entro il 2 giugno, il Parlamento possa licenziare i due Ddl delega sulla depenalizzazione dei reati minori e sul giudice di pace penale (a differenza del secondo, un po’ più indietro, il primo dovrebbe essere licenziato dalla commissione Giustizia della Camera giovedì ed essere calendarizzato per l’Aula prima del 13 maggio, quando cominceranno le votazioni sul Capo dello Stato). "Soddisfatto" anche il leader dell’Organismo unitario dell’avvocatura, Antonio Leonardi, ma più per "il metodo della concertazione" che per il merito, su cui, fa sapere, "i problemi restano". Lo conferma anche il presidente del Consiglio nazionale forense, Nicola Buccico: "Temiamo per i profili organizzativi — dice — ma abbiamo colto una disponibilità del ministro a recepire i nostri suggerimenti".
Al "tavolo" di ieri la magistratura era rappresentata da Achille Toro, togato del Csm aderente a Unità per la Costituzione, mentre per l’Anm c’era soltanto il presidente Antonio Martone, favorevole a un rinvio non solo della parte penale ma anche di altri aspetti della riforma. Una posizione, la sua, espressa a titolo personale, hanno fatto notare, con un comunicato polemico diramato in serata, il vicepresidente e il segretario dell’associazione, Claudio Castelli e Mario Cicala. "Non è possibile alcuna concertazione con l’Anm che non coinvolga l’intera Giunta — hanno scritto —. Perciò consideriamo l’incontro meramente preparatorio e organizzativo". La Giunta si riunirà giovedì per formulare le sue proposte e, se ci saranno divergenze, a fine settimana potrebbe essere convocato il Comitato direttivo centrale dell’Anm.
"Dalla prossima riunione — fa sapere Diliberto — cominceremo insieme a dare risposte sulla riforma. Molte perplessità sono superabili. E molte delle iniziali incomprensioni possono ritenersi già risolte". Intanto, oggi e domani il ministro riferirà, rispettivamente, alle commissioni Giustizia del Senato e della Camera.