Lunedì 3 Maggio 1999
Tributi_contributi"L’Italia vince in attraenza"
Emilia Patta
"Per le imprese è proprio arrivato il momento di investire". Salvatore Biasco, deputato dei Ds e presidente della Commissione bicamerale per la riforma fiscale, dà un giudizio molto positivo sulla "legge Visco" appena approvata dall’aula di Montecitorio. Per biennio ’99-2000 le imprese potranno usufruire dell’aliquota Irpeg ridotta al 19% sulla parte degli utili che destineranno a nuovi investimenti in beni strumentali, al netto degli ammortamenti.
Basterà questo, onorevole Biasco, per dare linfa a un’economia un po’ depressa?
La legge prevede una detassazione fortissima per quanto riguarda gli investimenti realizzati dalle imprese e prospetta un percorso premiale: più investimenti si fanno, più si abbassa la tassazione per le imprese. In più si sovrappone alla Dual income tax potenziandone il meccanismo. I vantaggi della Dit, insomma, senza quest’ultimo incentivo sarebbero stati percepiti più lentamente.
Lei crede che ora le imprese, anche in presenza di una congiuntura economica negativa, saranno stimolate a investire?
Certo questo è il momento di approfittarne, poiché i provvedimenti durano fino a tutto l’anno 2000. E io penso che in questo anno e mezzo che manca alla fine della legislatura assisteremo a un’accelerazione delle decisioni in materia di investimenti. Per quanto riguarda le facilitazioni, infatti, la "legge Visco" pone l’Italia ai primissimi posti di convenienza nell’investimento per tutto il periodo in cui è in funzione la Dit. Questo lo dimostrano anche studi di organismi internazionali: l’Italia ricomincia ad essere un Paese conveniente per gli investimenti esteri, preso cioè in considerazione nelle decisioni e nelle valutazioni degli investitori internazionali per lo meno per le convenienze fiscali.
Sono stati fatti dei passi avanti o dei passi indietro rispetto alla "legge Tremonti"?
Giudico migliore la "legge Visco" almeno in un aspetto: è vero che contestualmente all’investimento l’impresa riesce ad abbattere la tassazione, e questo valeva anche per la Tremonti, ma in questo caso è condizionale alla patrimonializzazione delle imprese. Per quanto riguarda le società di persone, i nuovi incentivi valgono anche per quelle che sono in contabilità ordinaria per opzione; e per le società personali la Dit vale anche per la pura sostituzione dei beni capitali, mentre la Tremonti valeva soltanto per gli investimenti fatti in eccesso rispetto a quelli dei ultimi tre anni. La Tremonti era comunque una legge meritoria, perché andava nella stessa direzione: invogliare le imprese a investire.