20 November 2000

Holotype of C. cribraria var. Exmouthensis Melvill 1888 with the original description
Reproduced from Raybaudi in The Connoisseur of seashells, 1987, 14:7
Il Genere Cribrarula JOUSSEAUME 1884 è senza dubbio tra quelli che più di altri continuano a riservarci nuove sorprese e più o meno interessanti dispute tassonimiche. E' sufficiente ricordare solo alcuni dei nuovi taxa di recente istituiti ad infoltire la già nutrita schiera di nomi presenti in questo affascinante genere:
- C. lefaiti Martin & Poppe 1989
- C. taitae Burgess 1993
- C. pelliserpentis Lorenz 1999
- e numerose presunte sottospecie e varietà.

Non è mia intenzione entrare in un così complesso mondo. Certamente molti contributi sono stati di recente pubblicati su questo Genere tanto amato anche dai collezionisti per l'indiscutibile fascino delle specie che vi appartengono, tutte caratterizzate dal dorso finemente maculato che contrasta con la base talora bianchissima. Una sintesi aggiornata è oggi disponibile nella nuova edizione dell'ormai famosissima guida di Lorenz ma molto continuerà ad essere scritto e pubblicato in futuro. Il sito di Lorenz costituisce al momento la migliore risorsa della rete per seguire gli sviluppi degli studi e degli approfondimenti sul Genere Cribrarula, da sempre al centro degli interessi di questo studioso di cose malacologiche.

Ma tra le tante specie, è proprio la più antica (tassonomicamente parlando) a riservarci le sorprese forse più interessanti. Certamente, Cribrarula cribraria Linneo 1758 è una specie fortemente variabile nel suo immenso areale che dall'Est Africa si protende fino al centro del Pacifico, dando vita ad una infinità di varietà e forme, talora difficili da riconoscere ma sempre molto attraenti e ricercate.

Tra tutte, la popolazione che più mi ha da sempre affascinato è quella che si distribuisce lungo le coste del West Australia e che non è forse azzardato estendere anche al Mar di Timor e a parte delle Isole della Sonda.
Le vicende tassonomiche, travagliate e discordanti, unitamente alla rarità e bellezza delle sue forme di profondità, la rendono, a mio avviso, una delle popolazioni più accattivanti di tutto il genere Cribrarula e forse di tutta la Famiglia Cypraeidae.

Per lungo tempo a questa popolazione è stato attribuito il taxon C. fallax Smith 1881, oggi invece riconosciuto come il nome legittimo della specie prima nota come C. haddnightae Trenberth 1973; più di recente era stata quindi ribattezzata, come C. cribraria occidentalis da Raybaudi nel 1987, come sottospecie distinta dalla variante di profondità con le ocellazioni giallo/arancio e a cui è stata riservata la denominazione di C. cribraria exmouthensis Melvill 1888.

Qui si accoglie la proposta ,avanzata da Lorenz, di riconoscere in

Cypraea cribraria var. Exmouthensis Melvill 1888
il taxon più appropriato ad identificare tutta la  popolazione del West Australia, certamente complessa ed articolata, ma che tuttavia si presenta (in maniera più netta e costante soprattutto nelle sub popolazioni a Sud del Golfo di Exmouth e proprio in quelle di profondità) con alcuni caratteri comuni e distintivi rispetto ad altre popolazioni di cribraria:
  • forma più marcatamente piriforme, più globosa, spesso molto callosa;
  • colorazione del dorso sovente di un marrone più scuro, fino a ricordare, nelle forme più estreme, spettacolari e ricercate (ma, ahimè, inesorabilmente più rare e costose) il colore del cioccolato fondente;
  •  Lorenz segnala anche la presenza di denti labiali meno distinti, ma questo non sembra un carattere costante nei numerosi esemplari presenti nella mia collezione.
Per una ricognizione dettagliata delle numerose forme presenti lungo le coste del West Australia è comunque opportuno richiamare il contributo fornito da Raybaudi con un articolo pubblicato nell'ormai lontano 1986 su The Connoisseur of seashells, # 11, pagg. 23-28 (ulteriormente ripreso sul # 13, pagg. 41-43 e sul #14, pagg. 6-11).
E proprio in quel lavoro veniva segnalata l'inesistenza di ritrovamenti di cribraria a Sud di Mandurah, fino alla grande Geograph Bay, e tuttavia venivano anche raffigurati alcuni esemplari dichiarati dragati e "trawled" in acque profonde, addirittura nella zona di Albany.

Fin qui le cose note. Nel frattempo, dalla zona di Rottnest sono arrivati nelle nostre collezioni numerosi esemplari, talora spettacolari per dimensione e colore, della forma ormai a tutti nota come "rottnestensis",  mentre continua a rimanere rarissima, ricercatissima e costosissima la varietà di profondità, scurissima, con gli ocelli di un colore marcatamente aranciato e il cui luogo principale di ritrovamento è molto più a nord, nella zona di Broome.

Poco o nulla, almeno per quanto di mia conoscenza, si è invece detto di nuovo circa la presenza di cribraria nella zona a Sud di Mandurah.

Ho qui il piacere di presentare 3 esemplari che mi sono stati proposti recentemente, tutti con provenienza "ex-pisce", ossia dallo stomaco dei "Queen Snapper" catturati nelle acque profonde (oltre i 50 metri di profondità) prospicienti le coste tra Bunbury ed Augusta.

 

Queste le caratteristiche essenziali degli esemplari raffigurati:
- A => mm. 28, l'esemplare forse meno maturo, anche se la dentatura appare forte e completa;
- B => mm. 30, l'esemplare forse più interessante a fini di studio. Quest' esemplare è nel frattempo finito nella collezione dell'amico Massimo Cerutti, che ringrazio per la disponibilità fornita.
- C => mm. 27, l'esemplare più calloso ed affascinante per la maculazione rada e nitida;

Come gia detto, tutti sono pervenuti con cartellino indicante provenienze "ex-pisce" dalla zona tra Bunburry ed Augusta. Sono in ottime condizioni di conservazione.

A mio avviso sono esemplari piuttosto significativi in quanto:

  • da un lato confermano i caratteri generali di tutte le sub popolazioni del West Australia (colorazione scura o scurissima, aspetto marcatamente piriforme),
  • dall'altro presentano alcuni caratteri originali e distintivi. Ad esempio, la conchiglia (benchè perfettamente adulta come testimoniato dalla callosità basale visibile su tutti e 3 gli esemplari) sembra essere piuttosto leggera e meno globosa che nella confinante "rottnestensis". Anche l'apertura sembra essere più ampia e dilatata che in ogni altra popolazione. Le ocellature sono invece di un bianco purissimo, malgrado la notevole (presumibilmente) profondità a cui vengono rinvenute e ingoiate dai famelici snapper.
  • Infine, notevole ed estremamente significativa mi sembra la somiglianza con l'olotipo, in particolare dell'esemplare B. Quest'esemplare presenta, tra l'altro, lo stesso disegno confuso richiamato nella descrizione originale di Melvill e che ha indotto in errore tanti tassonomisti per circa un secolo.
Per una più completa valutazione, nelle figure che seguono, i 3 esemplari sono confrontati con altri provenienti dalla zona di Rottnest ed in particolare:
- D => 29.5 mm., molto calloso, piuttosto pesante e di colorazione chiara ma normale per la specie;
- E => 35 mm., gigante estremamente globoso e dalla colorazione molto scura.

 


 


 


 
 

Non posso che concludere, come sempre, con le solite considerazioni finali:
- sono personalmente interessato a visionare, fotografare e descrivire, scambiare e persino acquistare (se le condizioni proposte lo renderanno possibile) tutti gli esemplari di questa specie, e di questa popolazione in particolare, che vorrete sottopormi, sia per studio sia da collezione;
- sono ovviamente interessato a ricevere notizie, immagini e altri particolari sugli esemplari in vostro possesso che possano arricchire le mie conoscenze, con l'impegno a renderle disponibili per tutti attraverso la rete;
- rinnovo l'invito, rivolto a chiunque ritenga di avere qualche cosa di utile da dire e/o documentare, ad utilizzare queste pagine e questo sito per contribuire in prima persona al dibattito su questa come su altre specie della famiglia Cypraeidae.

 


© Francesco Zavattaro, 2000. All images by Francesco Zavattaro if not differently stated. Use of the images outside this site not allowed.


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