Autoferro: democrazia da rinnovare

Dino Tibaldi

(Filt Cgil nazionale )

Liberazione 22 ottobre 1997

Con soli cinque voti contrari il comitato direttivo nazionale della Filt-Cgil ha approvato, giovedì 16, l'ipotesi per d’accordo per il rinnovo contrattuale degli autoferrotranvieri. Formalmente la decisione presa dal comitato direttivo è corretta: il 61% di coloro che hanno votato ha detto sì, il 33% ha votato contro e il 5% si è astenuto.

Se però si analizza più a fondo il voto, balza immediatamente agli occhi che nelle aziende maggiori del nord e del centro, laddove si è votato con voto segreto il contratto o è stato bocciato oppure il dissenso ha un'ampiezza estremamente preoccupante. Così è avvenuto per Milano, Torino, Trieste, Trento, Bologna, Reggio Emilia, Roma. In queste realtà ché vedono coinvolti circa 17mila lavoratori su un totale di circa 22mila consultati il voto a favore non raggiunge la maggioranza, mentre la somma dei voti contrari ed astenuti è abbondantemente superiore al 50%. Diverso è l’andamento laddove si è votato per voto palese.

Il voto evidenzia quindi una situazione di grande critica e sofferenza rispetto ai risultati raggiunti e necessita di una forte inversione di tendenza, nel proseguimento della contrattazione, sia sugli aspetti di carattere nazionale che locale.

E' necessario riprendere il confronto con i lavoratori e con loro mettere in moto le correzioni che saranno individuate. Contemporaneamente va aperto un confronto nella Filt sulle regole della democrazia e sulle regole per la verifica del mandato. Il congresso della Filt ha deciso a suo tempo che il referendum con voto segreto per l'approvazione del contratto è obbligatorio. Perché in questa occasione la scelta non è stata attuata? Comportamenti come questo sono o no, una palese violazione dello Statuto?

I gruppi dirigenti, territoriali sono tenuti, ad assumere gli orientamenti che i lavoratori esprimono nelle loro realtà? Se sì, perché tanti dirigenti territoriali hanno votato a Roma in maniera difforme da come si sono espressi i lavoratori che loro rappresentano?

Anche in questa occasione lo scarto fra enunciazioni e comportamenti reali, è stato enorme, non solo per i compagni e le compagne della maggioranza congressuale.

A differenza dei compagni di Alternativa sindacale che nel comitato direttivo hanno espresso il loro voto favorevole al contratto, i compagni dell'Area dei comunisti hanno votato contro.

Il voto contrario è stato motivato dalle ragioni sopra espresse (merito e metodo). E’ importante oggi riprendere il confronto tra i lavoratori e dare continuità alla battaglia politica iniziata prima e durante la consultazione.

I contenuti di merito, la definizione di nuovi obiettivi e le regole della democrazia sono il terreno della nostra iniziativa nelle prossime settimane.