Tesseramento 98, in marcia Giuseppe DAgata intervista Milziade Caprili |
Liberazione 25 ottobre 1997
«La proposta è: partecipiamo alla manifestazione con la tessera del '98 di Rifondazione comunista». Milziade Caprili, responsabile organizzazione del Prc, lancia un appello ben preciso ai compagni e alle compagne giunti a Roma per il corteo unitario sul lavoro, l'ambiente e la giustizia sociale: quello di rafforzare il partito, oggi così duramente impegnato nella sfida per la riforma dello stato sociale e nella difesa delle garanzie costituzionali contenute nella Carta del '48. Un irrobustimento reso ancor più necessario alla luce degli attacchi durissimi dei massmedia giunti nei giorni del braccio di ferro con il governo Prodi. Quando i giornali e le tv ironizzavano sulla frase: «E' la crisi più pazza del mondo».
«Si tratta di un consolidamento della forza del Prc - ha detto Caprili - ormai ineludibile. Perché c'è chi punta a far regredire la forma partito in leggero e d'opinione. Un percorso che si inserisce nelle scelte pericolose che stanno avvenendo in materia di riforme istituzionali». Una deriva, questa, cui si deve rispondere sapendo bene che le condizioni per lo sviluppo del partito di massa sono strettamente collegate proprio allestensione della democrazia nel paese: «Partendo dal fatto che alcune condizioni sociali, economiche e di costume in questi anni si sono modificate».
Da qui l'impegno e il significato della costruzione del partito di massa. «Una riflessione teorica - ha ricordato Caprili - che deve andare avanti accompagnando la stessa costruzione del partito: non c'è via d'uscita e non ci sono modelli, e quelli che ci sono restano deboli». L'indicazione è avviare la campagna di tesseramento nei pullman, sui treni e durante il tragitto della manifestazione. «Per lavorare - ha aggiunto il responsabile organizzazione del Prc - su di una cultura politica collegata al radicamento sul territorio ed alla capacità di aprirsi all'esterno. E il partito ha risposto meglio dove ha saputo dare una risposta politica propositiva al tentativo di far apparire i comunisti come degli irresponsabili».
Certo Rifondazione è presente in poco meno della metà dei comuni italiani e non esistono ancora circoli in realtà locali dove si ottengono buoni risultati in termini di consenso ed è forte il sostegno alle iniziative del partito. «Dobbiamo crescere ancora soprattutto nei luoghi di lavoro - ha insistito Caprili lì il nostro sviluppo resta ancora insufficiente».
Ma è la stessa idea del circolo, come sostenuto anche dal segretario Fausto Bertinotti, ad essere messa in discussione. «L'idea del circolo si deve evolvere - ha proseguito Caprili - e su questo dobbiamo sperimentare una sua apertura al territorio: ad esempio, con il dopo scuola, l'ambulatorio medico per gli emarginati, portandolo ad essere un insieme variegato di esperienze, un centro che si rivolge non solo a chi ha il lavoro, ma anche a chi è disoccupato». Questo significa essere in grado di promuovere quei movimenti che rappresentano il vero punto di riflessione importante.