Le quote latte, un nodo al pettine Luciano Ceretta (Segretario Prc Vicenza) |
Liberazione 28 novembre 1997
La vicenda quote latte deve essere esaminata con la massima chiarezza: nell'ultimo trentennio chi rappresentava coloro che oggi protestano è stato complice se non artefice del clientelismo Dc.
Le quote latte sono solo la spia di un settore al collasso, dove i grandi e la rendita parassitaria hanno strozzato i piccoli e chi ha rispettato le regole. Oggi competizione quantitative e costi per l'innovazione tecnologica fanno perire i piccoli, se essi non sapranno innovarsi e stringere un patto con i consumatori per la loro tutela.
La restituzione del prelievo è giusta ma non basta. Il governo deve predisporre in tempi brevi una conferenza agricola nazionale che indichi obiettivi e strategie.
Per le quote latte la restituzione del super prelievo deve essere contemporanea alla istituzione di un bollettino aziendale che ricostruisca la storia delle aziende produttrici e individui chi ha prodotto in eccesso con la palese intenzione di lucrare.
Politicamente sarà lo strumento con cui porre fine al tentativo di Alleanza nazionale e Lega di mettere il cappello sulla mobilitazione e far credere che onesti e disonesti hanno oggi gli stessi interessi. Irap e nuova Iva vanno eliminate per le aziende che operano in aree marginali e di montagna dove sono più a rischio la residenzialità e con essa l'avanzata o meno del dissesto del territorio.
Il capitolo dei capitoli riguarda però il rapporto dell'Italia con la Pac (politica agricola comunitaria) a causa della quale l'80% delle risorse comunitarie è finito nelle casse del 20% delle aziende. Sono state così penalizzate le piccole unità e quelle medie insieme appunto alle aree marginali che, in assenza di progettualità hanno difficoltà a ricorrere ai fondi europei. Non è infatti un caso che anche nelle regioni più efficienti l'utilizzo delle risorse comunitarie sia sempre parziale e gestito senza mettere a frutto le reali potenzialità del territorio interessato.