Più investimenti nella scuola di tutti

Giampiero Cazzato intervista

Alba Sasso, Presidente del Cidi

(Coordinamento degli insegnanti democratici ).

Liberazione 2 novembre 1997

«Non è solo questione di inopportunità come dice D’Alema. E' un fatto sbagliato perché la discussione è tutta aperta e non si può ipotecare con un emendamento alla finanziaria». Alba Sasso, presidente del Coordinamento degli insegnati democratici vede con preoccupazione la sortita dei popolari di Marini che ieri hanno insistito per ottenere un aumento di 150 miliardi ai fondi per le scuole private (considerando l'arco di tre anni la cifra sale a oltre 400 miliardi)..

Da parte del Pds c'è stata una levata di scudi contro questa ipotesi...

Si ed è un fatto molto positivo. Ho sentito richiami alla laicità dell'istruzione che da tempo mancavano nel dibattito politico.

I Popolari dicono dl non volere bracci di ferro. Pero con la loro iniziativa gettano un macigno sulla maggioranza, considerano di fatto superato il programma dell'Ulivo sulla scuola - che non prevede finanziamenti alle private - e restringono, anzi annullano, le differenze programmatiche con i moderati del centrodestra. C'è una strategia complessiva?

Se ne accorgerebbe anche un cieco. Hanno iniziato a scaldare i muscoli sulla giustizia, ora arriva la scuola, domani, chissà, metteranno in discussione l'aborto e il divorzio. Ma qui e ora quello che trovo scandaloso è che con questa operazione intendono saltare il parlamento. C'è, fermo, alla commissione Istruzione del Senato il disegno di legge Berlinguer, un ddl che noi come Cidi abbiamo aspramente criticato perché, tra l'altro, introduce seppur in forma ambigua i finanziamenti agli istituti privati. Ebbene, voler mettere in finanziaria aumenti alla scuola privata prima che si discuta questa legge, che prevedibilmente incontrerà una forte opposizione, è inaccettabile. Significa che la politica si fa nella finanziaria e che tutto il resto non conta.

Per Marini non conta neppure l'articolo 33 della Costituzione

E no, quello conta eccome. Per Marini ma anche per il disegno di legge di Berlinguer che potrebbe benissimo essere, domani sottoposto al giudizio di illegittimità della Corte Costituzionali. L'articolo 33 è chiaro, laddove dice "senza oneri per lo stato" intende espressamente senza oneri. Eppoi bisogna fare chiarezza anche su questa formula "sistema formativo integrato" cominciando col dire che le scuole di tendenza per loro natura non fanno parte del sistema pubblico. La verità è che siamo al lobbismo: si vogliono risolvere, a spese della collettività, i problemi delle scuole cattoliche, che, in questi ultimi anni stanno chiudendo una dietro l'altra.

Come mai?

Una premessa: non ha mai sentito nessuno strapparsi le vesti perché non riusciva a mandare il figlio alle scuole parificate. I lavoratori di questo paese hanno ben altri problemi. Lo dicono i numeri, la scuola privata è solo il 5% dell'utenza complessiva. E per un motivo molto semplice: nonostante in questi anni si sia fatto molto per svilirla, la scuola pubblica continua ad essere una scuola di qualità.

Nonostante i tagli in arrivo?

Il piano di valorizzazione dell'istruzione pubblica promesso da Prodi per ora appartiene al regno delle buone intenzioni. Di concreto c'è, scritto in questa finanziaria, un taglio di circa 500 miliardi. Ma allargando lo spettro temporale la cifra sale vertiginosamente. In questi anni la scuola pubblica ha pagato 17mila miliardi. Nello stesso periodo la privata non ha pagato niente. Si vogliono sottrarre 150 miliardi alla difesa per l'istruzione? Allora diamoli alla scuola nel suo complesso. Vorrei ricordare che in questo '98 la morsa sulla scuola sarà pesante: già si dice che per il rinnovo del contratto degli insegnanti si prevede pochissimo.

Spesso si confonde la parità con il finanziamento. O meglio, si dice: la parità per essere tate deve sostanziarsi nell'allentamento dei cordoni della borsa.

E' una confusione strumentale. La parità, prevista dalla Costituzione, è a garanzia dell’utenza. Lo stato deve cioè controllare l'offerta formativa ovunque essa avvenga. Insomma verificare i programmi, controllare che ci sia un prodotto di qualità e - cosa non secondaria - di libertà.

Qual è la tua opinione sugli sgravi fiscali alle famiglie degli studenti?

Può essere accettabile, ma ad una sola, precisa, condizione: che si estenda a tutta la scuola.

In queste settimane gli studenti sono scesi in corteo in molte piazza italiane per una riforma della scuola pubblica. Cosa 1i spinge?

Sostanzialmente due cose: la richiesta di una scuola come tempo e spazio di vita e più investimento nella scuola di tutti.