Il documento di maggioranza

Liberazione 7 ottobre 1997

Documenti della Direzione del giorno 7 ottobre il primo è stato approvato a larghissima maggioranza (tre i voti contrari: Salvato,Ferrando e Grisolia) ;il secondo firmato Ferrando e Grisolia ha ottenuto due soli voti a favore e tre astenuti.

La direzione nazionale del Prc,sentita la relazione del segretario Fausto Bertinotti sugli esiti del confronto che la delegazione del Prc, su preciso mandato della stessa direzione, ha tenuto con il governo, la approva.

Abbiamo proposta al governo una svolta di politica economica e sociale, che si articola in precise e concretamente realizzabili misure, che abbiamo rese pubbliche, che richiedono diversa impostazione della legge finanziaria e dei provvedimenti collegati, e che configurano un'intesa programmatica per un anno.

Abbiamo ricevuto dal governo risposte del tutto inadeguate. Sia le proposte più significative di giustizia sociale (quali la riduzione dei tickets sanitari e la difesa delle pensioni di anzianità) che quelle di lotta reale alla disoccupazione e all'evasione fiscale sono state rifiutate.

Una svolta di politica economica e sociale è invece oggi necessaria e possibile.

E' necessaria perché, malgrado il miglioramento di molti indicatori economici, dall'abbattimento del deficit a quello dell' inflazione, la disoccupazione continua a crescere, i redditi dei lavoratori dipendenti ristagnano, le condizioni di vita delle masse non sono migliorate.

E' oggi possibile perché il risanamento con equità, che è avvenuto in quest'anno di governo con il contributo determinante e responsabile di Rifondazione Comunista, e il mutamento del quadro politico europeo, grazie alla sconfitta delle destre in importanti paesi, mettono il nostro paese nelle condizioni concrete di potere affrontare senza indugi le cause strutturali della disoccupazione di massa e del disagio sociale.

A questa linea si oppongono in primo luogo i grandi poteri finanziari e i mercati internazionali, le forze di destra interne e la Confindustria, che vogliono utilizzare la ripresa che si annuncia per rilanciare la logica della ricerca del massimo profitto, per dare un colpo decisivo allo stato sociale, per puntare alla totale flessibilizzazione di orari e salari.

Queste sono le vere cause e le vere responsabilità della crisi politica che si sta aprendo nel paese.

Il governo e le altre forze della maggioranza sono di fronte ad una scelta decisiva e ad una grave responsabilità.

Il Prc rivolge un appello estremo al governo affinché abbandoni la sua linea di chiusura e accolga nelle comunicazioni del presidente del Consiglio il senso delle proposte che continuiamo ad avanzare.

Nelle attuali condizioni, e sentite le risposte del tutto inadeguate e negative giunte alle nostre proposte, la Direzione Nazionale conferma la scelta dei gruppi parlamentari ad esprimere un voto contrario a questa legge finanziaria e a manifestare questo atteggiamento nel dibattito parlamentare che si apre oggi sulle dichiarazioni del presidente del Consiglio.

Su questa linea di politica economica e su questa finanziaria il governo non può disporre della sua maggioranza.

La Direzione Nazionale promuove una consultazione ed una mobilitazione di tutti gli iscritti al Prc, secondo le modalità che verranno precisate nei prossimi giorni, sulle decisioni che il partito dovrà assumere in questa grave situazione.

La manifestazione nazionale unitaria indetta a Roma per il 25 ottobre deve diventare il primo grande appuntamento di massa al quale vuole concorrere con tutte le forze che compongono la sinistra antagonista e con tutti coloro che vogliono battersi per la difesa e la riforma dello stato sociale e per una svolta di politica economica, di cui il nostro paese e l’Europa hanno profondamente bisogno.

 

Il documento di minoranza

La direzione nazionale ritiene che l'esito negativo dell'ultimo incontro col governo chiarisca una volta di più l'incompatibilità di fondo tra gli interessi e le ragioni dei lavoratori e gli interessi e le ragioni organicamente difesi dal governo Prodi, non a caso sostenuto sempre più apertamente dal capitale finanziario nazionale e internazionale. Verifica il definitivo fallimento di un'ipotesi di correzione dell'indirizzo politico del governo in direzione anche solo neokeynesiana e riformatrice. Pertanto, sulla base di questa valutazione generale, dà mandato alla segreteria e ai gruppi parlamentari del Prc di: annunciare il voto contrario alla legge finanziaria, non emendabile; dichiarare il ritiro della fiducia al governo e il passaggio del partito all'opposizione, come scelta politica di fondo, anche in relazione ad altri eventuali forme governative di centrosinistra; sviluppare un'analoga scelta a livello di governi locali a partire dalle grandi regioni e dalle grandi città chiamate a gestire e ad applicare le linee della finanziaria cui ci opponiamo; attuare la più ampia iniziativa di massa anche con la manifestazione del 25 ottobre a partire dalla presentazione di una vera controfinanziaria fuori dai parametri e dai vincoli del Dpef e dalla definizione di una proposta rivendicativa per una vertenza generale del mondo del lavoro.

Più in generale la direzione nazionale ritiene che la nuova situazione imponga l'apertura nel partito di una riflessione generale di bilancio e di prospettiva, politica e programmatica. L'obiettivo fallimento di un'impostazione politica congressuale tesa ad imprimere un corso riformatore al governo; la verifica pratica della crisi delle ipotesi riformistiche neo-keynesiane impongono la ridefinizione di un orizzonte politico e strategico.