Centomila posti al Sud, una grande idea di lotta Giuseppe Di Iorio (dir. Naz. Cgil Area Comunisti) |
Liberazione 4 novembre 1997
Lincredulità, scetticismo ed avversione avevano suscitato le norme previste nel "pacchetto Treu" per i giovani disoccupati del Mezzogiorno. A valle, però, della prima scadenza prevista per il 27 di ottobre, possiamo affermare che un primo obiettivo è stato raggiunto: 100 mila giovani del Sud a partire dal 1° gennaio 1998 cominceranno unesperienza lavorativa, una parte per la realizzazione di progetti di pubblica utilità, una parte - la più consistente - presso imprese attraverso le borse di lavoro. I progetti - entro novembre dovranno essere selezionati con particolare riferimento alla qualità ed alle prospettive. Poi si avvia la fase socialmente più significativa: la formazione delle liste di avviamento e il controllo perché esse si formino con criteri oggettivi, limpidezza e di trasparenza.
Questa è la fase che metterà a dura prova le strutture sindacali, le esperienze, dove si sono realizzate di comitati per il lavoro. Ricordiamolo sempre a noi stessi: nel Mezzogiorno convivono e si fronteggiano due diverse culture e schieramenti. Infatti la destra in tante realtà sa incrociare domande sociali profonde e lo scontro nel Sud è su questo terreno: quello dellegemonia e del consenso. Passa, allora di qui, la possibilità per il sindacato di rifare un bagno nelle contraddizioni della società meridionale e per la sinistra politica di divenire un punto di riferimento stabile e strutturale. Certo, se guardo, alla realtà della Campania al milione di disoccupati di cui 500 mila con unetà superiore ai 32 anni il risultato raggiunto è ben poca cosa.
Ma mi chiedo: oggi le condizioni perché il sindacalismo meridionale scateni una battaglia generale per il lavoro sono più favorevoli o no? Ci sono soggetti in campo, progetti, una condizione politica ed economica generale migliore: questo è il momento. C'è la possibilità di costruire una vertenza generale che abbia al centro le questioni del lavoro del creare lavoro. Di tessere così un intreccio politicamente forte fra l'idea della riduzione generalizzata dell'orario di lavoro e il Mezzogiorno. I rinnovi contrattuali del prossimo biennio devono poter portare questo segno. Il governo non ha più svolto la preannunziata conferenza per l'occupazione.
Mi sento allora di lanciare una proposta: perché non proviamo noi a convocare a Napoli o in qualsiasi altra città del meridione gli "stati generali" della sinistra meridionale, di quella sinistra fatta di camere del lavoro, di sindacalismo confederale e autorganizzato, di centri sociali, di personalità della cultura, della ricerca, dei partiti della sinistra, di quotidiani, per fare il punto della situazione e lanciare dal Mezzogiorno una grande idea ed una lotta per il lavoro. Ricordo a tutti che così prese le mossa il movimento degli anni 70, delle vertenze regionali che tanto hanno segnato in positivo la vicenda sociale e politica del meridione.
Scrivo queste note ed ho sotto gli occhi il dramma dei terremotati dell'Umbria e delle Marche. Mi chiedo se non sia il caso di destinare una parte dei fondi del pacchetto Treu per finanziare progetti di manutenzione del territorio e per il recupero dello straordinario patrimonio artistico di quelle terre.