Le contraddizioni del samurai giallo: crescono produzione e disoccupazione Giappone: boom economico e cifre record di senza lavoro (3,5%) Nico Perrone |
Liberazione 28 giugno 1997
Lultima conferma di un rapporto perverso che si sta instaurando, ariva oggi dal Giapppone. La produzione industriale nipponica, in maggio, è cresciuta del 3,8 per cento rispetto al mese precedente, ma la disoccupazione ha raggiunto un livello che lì viene considerato estremamente preoccupante: il 3,5 per cento. In Italia, e in genere in Europa, siamo abituati a percentuali di disoccupazione più devastanti, ma nella struttura della società e del mercato giapponesi, il 3,5 per cento rappresenta un record.
Il punto da considerare è quello del rapporto inverso che tende sempre più a stabilirsi fra incremento della produzione e occupazione.
Laumento della produzione è frutto sempre più di processi di "razionalizzazione", di "modernizzazione" e di "ottimizzazione". Se lottimizzazione degli impianti rappresenta lo sfruttamento al massimo delle potenzialità di uno stabilimento industriale, la modernizzazione implica il ricorso sempre più esteso a procedimenti automatizzati, mediante limpiego di robot e delinformatica. La razionalizzazione implica invece un più diretto, e generalmente sfavorevole, intervento sugli uomini: perché consiste nello sfruttamento più intensivo, nel precariato, nellindividuazione di esuberi di personale, e sempre più nel decentramento ovvero nella mondializzazione del ciclo produttivo.
In tali condizioni laumento della produzione non si traduce in aumento delloccupazione, ma solo in incremento del profitto.
Tutto questo spiega perché glindici della borsa americana - ma in Europa si comincia a riscontrare il medesimo fenomeno - scendono quando vengono resi noti dati che indicano il ridursi della disoccupazione. Talvolta questi cali borsistici tendono a verificarsi in modo drammatico, a sottolineaere limpatto emotivo di segno negativo che il ridursi dei disoccupati produce sulla finanza e lindustria.
Quale può essere una soluzione possibile, che riporti in primo piano i problemi delluomo? Innanzi tutto lo studio di vincoli e di imposte che agiscano rispetto a un incontrollato movimento dei capitali, che costituisce al tempo stesso la premessa indispensabile del decentramento produttivo e un forte fattore di instabilità delle monete. Quindi - bisogna incominciare a discuterne senza pregiudizi e senza farsi condizionare da interessi che non sono quelli dei lavoratori - si dovranno impostare regimi doganali a protezioine del lavoro dipendente, che tendano a compensare lingiusto arricchimento del capitale derivante dallo sfruttamento del lavoro non tutelato e schiavile che si effettua in aree dellEuropa orientale, dellAsia, del Nord Africa e dellAmerica latiba, ove si localizza il decentramento produttivo. Su queste premesse, che imbriglierebbero in qualche modo le operazioni più indecenti della finanza e delle multinazionali, deve impostarsi un ampio discorso per la riduzione dellorario di lavoto.