19 dicembre Aderiscono le comunità cristiane |
Liberazione 10 dicembre 1998
Le comunità cristiane di base, riunite a Vico Equense per il XXIII seminario nazionale (6-8 dicembre) hanno approvato un documento contro il finanziamento alle scuole private e hanno deciso di aderire alla manifestazione nazionale del 19.
«Gli interventi ripetuti della gerarchia italiana e dello stesso Giovanni Paolo II, insieme alle spettacolari mobilitazioni a favore dei finanziamenti alle scuole confessionali, incitano a violare apertamente la Costituzione e ostacolano il radicale rinnovamento della scuola che tutti auspichiamo. Nel denunciare la responsabilità che questi settori del cattolicesimo italiano si assumono, anche nel legittimare la proliferazione di altre scuole confessionali, intendiamo riaffermare che l'esistenza di scuole cattoliche nulla ha a che fare con l'evangelizzazione compito primario della Comunità ecclesiale. Una scuola chiamata a partecipare alla missione evangelizzatrice della Chiesa, come sostiene il cardinale Pio Laghi, non può essere pari alla scuola pubblica che resta l'insostituibile sede della formazione critica necessaria in un paese democratico.
(...) La richiesta di finanziamenti alle scuole cattoliche quindi non impegna i cattolici in quanto tali. Non può neppure configurarsi come una battaglia di libertà. Poteva esserlo sotto il fascismo per sfuggire all'abbraccio del regime totalitario. Non ha piú senso nella Repubblica democratica impegnata nella Costituzione, approvata anche dal partito dei cattolici, a costruire una scuola di tutti e per tutti. In una scuola democratica e pluralista la presenza di tutti gli orientamenti culturali, la selezione dei docenti secondo criteri professionali, la garanzia della libertà di insegnamento offrono ai giovani le migliori condizioni per esercitare il loro diritto di scegliere liberamente e consapevolmente la loro identità personale.
(...) Proprio questo fa della scuola pubblica una istituzione della Repubblica a cui è affidata la formazione delle giovani generazioni alla democrazia, al dialogo, alla tolleranza, alla valorizzazione delle diversità e alla consapevolezza della differenza di genere. Di essa è ormai urgentissimo un radicale rinnovamento del quale i cattolici, proprio sentendosi popolo di Dio in cammino nella storia, devono farsi carico insieme agli altri cittadini invece di attardarsi a inseguire una forma di parità incostituzionale».