"Il dito nell'occhio"

Il cavaliere dimezzato

Nichi Vendola

Liberazione 4 dicembre 1998

Dall'operetta al melodramma.

Dai fasti azzurro shocking del trionfo, alla cupa mestizia del viale del tramonto. Ecco Silvio Berlusconi, la Gloria Swanson della politica italiana. Abituato a calcare la scena da primadonna carismatica e vincente, ora passeggia nervosamente dietro il sipario. Il suo teatro si sta svuotando.

Ieri era un cavaliere rampante, si concedeva al popolo con la stessa voluttà carnale di una Valeria Marini, rideva sempre e comunque (che pareva un indizio di paresi mandibolare), declamava sermoni politici scritti per lui dal mago Otelma, spergiurava deliziosamente sulla testa dei suoi figli: e il mappamondo ruotava attorno al meridiano di Arcore.

Oggi appare un blasonato caduto in disgrazia, un cavaliere dimezzato, un pover'uomo sempre e comunque accigliato, smanioso dei sondaggi del Gianni Pilo come di un viagra politico.

E la sua Arcore è oscurata dall'eclissi: è tornato a splendere il sole di Ceppaloni.

Come in tutte le disgrazie pubbliche, i fan si dileguano, i nani e le ballerine cambiano circo, i pii devoti si professano scismatici. Gli restano fedeli la doxa e l'abacus: pure Iva Zanicchi, se il prezzo è giusto, passerà all'Udr.

Nella sua traviata parabola, c'è la morale capovolta delle fiabe: lui nacque cigno e mori brutto anatroccolo.

Solo e disperato come la fanciulla del West. Rabbioso e fatale come Tosca prima di precipitarsi giù da Castel Sant'Angelo. Come Madama Butterfly all'ultimo atto, dopo aver cacciato la domestica Suzuki, ovvero Emilio Fede.

Forza Italia e povero Berlusconi, con quei pallori appena camuffati dal fondotinta!

Il fatto è che, dopo la scombinata villeggiatura sulle coste del Polo, la borghesia italiana torna a casa. La destra che resiste è quella post-fascista. Quella berlusconiana, la destra-canguro che portava nel marsupio i resti del craxismo-forlanismo, fuggita dallo zoo del centrismo doroteo, ora è di nuovo in gabbia: perché ora al centro c'è il centro.

Il grande cannibale è uscito dal letargo.

Qui non c'è spazio per dame con le camelie né per valzer in camicia nera. Qui c'è la ferraglia di Gladio, in transito verso il centro sinistra. Falce e piccone, falce e Mastella.

È cambiata la musica. Con il grande centro rimbomba la cavalcata delle Valchirie.

Questa sera si recita a soggetto. Sul proscenio avanza, contento come un puffo, una vecchia cariatide lustrata a festa. Cossiga 2, la vendetta.