«Ciampi vuole la rottura»

Un intervento di Angelo Coniglio

(segretario regionale Prc Calabria)

Liberazione 29 agosto 1998

La Confindustria e la grande stampa mettono al centro dei loro ragionamenti la presunta divisione del Prc invece di fare uno sforzo per indicare la strada giusta per risolvere il problema del lavoro.

Essi accecati dal desiderio di vedere rimpicciolito il Prc non si accorgono che oggi nel nostro partito vi è una totale convergenza di un giudizio della disoccupazione e della povertà che creano disagio sociale e disaffezione politica al punto da configurare una crisi nel rapporto tra il centro sinistra ed il paese reale.

Non c'è militante o elettore del Prc che non condivida questo giudizio. Noi comunisti abbiamo la coscienza a posto in quanto siamo stati leali e coerenti avendo consentito la nascita del governo di centro-sinistra e avendo contribuito a realizzare il risanamento economico e l'approdo in Europa. Dopo questa prima fase noi abbiamo avanzato delle proposte per mettere il governo nazionale in condizioni di impedire che Fini e Berlusconi ritornino con le loro disastrose politiche alla direzione della vita politica italiana. Noi abbiamo pubblicato il testo del documento di proposta programmatica inviato al governo e alle forze di maggioranza per aprire il confronto sulla svolta da imprimere alla politica dell'esecutivo.

Con le nostre proposte abbiamo voluto e vogliamo seriamente salvare il governo del centro-sinistra da una sconfitta inevitabile qualora dovesse continuare ad andare avanti senza affrontare la questione lavoro e senza eliminare quel disagio tanto visibile tra la gente.

Come si fa a perdonare all'onorevole Prodi il fatto di aver rinviato la conferenza governativa sull'occupazione?

Un governo di centro-sinistra ha il dovere di favorire il confronto tra la gente, tra le organizzazioni sindacali, tra le associazioni di massa del mondo dell'artigianato, del commercio e dell'agricoltura, tra le intellettualità presenti in Italia, tra gli stessi disoccupati per discutere, approfondire e sintetizzare le proposte per combattere la disoccupazione.

Non si può governare in modo verticistico perché così facendo si allontana la gente dalla politica e dalle scelte che possono incidere positivamente per portare il paese al cambiamento.

Un governo che non favorisca la partecipazione della gente è inevitabilmente un governo senza futuro.

È, dunque, improcrastinabile per questo governo avviare una fase politica riformatrice che non consideri il meridione come una zona franca in cui la linea del liberismo risolva i problemi.

È necessario cambiare perché attraverso i patti territoriali ed i contratti d'area non si risolve il drammatico problema del lavoro.

In Calabria dopo anni di incontri tra comuni, province, camere di commercio, associazioni imprenditoriali ed organizzazioni sindacali si sono fatte parole e soltanto parole.

Dopo la fase di risanamento proprio perché abbiamo pagato migliaia di miliardi in imposte, tasse, tagli e sacrifici è arrivata l'ora di imboccare un'altra strada che consenta al governo di ascoltare le varie proposte avanzate anche dal Prc e di determinare un piano di lavoro attraverso un pubblico intervento fondato su uno sviluppo possibile.

È necessario un governo con scelte finalizzate all'occupazione intervenendo in Calabria e nel mezzogiorno con una politica di infrastrutture.

Ogni giorno aumenta il lungo elenco degli incidenti spesso mortali e decine e decine di paesi sono invivibili, le zone interne sono nell'assoluto abbandono ed altri interventi per le reti idriche, per l'agricoltura e per il risanamento ambientale. La regione è isolata dal resto d'Italia.

È il caso di dire che il governo Prodi deve incominciare ad avere una anima riformatrice per lo sviluppo delle cose possibili.

In mancanza di ciò il governo dell'onorevole Prodi implicitamente ed inavvertitamente regalerà il governo al centro-destra.

Se il governo dell'onorevole Prodi resterà sordo e farà finta di non capire non ha senso per il Prc tenere in piedi un siffatto governo.

Il Prc deve restare ancorato alle motivazioni della sua nascita ed al ruolo storico per l'emancipazione, per l'equità e la giustizia sociale.

La Calabria ed il Mezzogiorno non possono convivere eternamente con la disoccupazione, col disagio, col mancato sviluppo, con aree povere e con la mafia.

Al bivio non siamo noi ma il governo di centro-sinistra.

Se il governo non cambia politica vuol dire che non vuole il sostegno del Prc perché pensa a perpetuare la politica dell'abbandono del Mezzogiorno.

In tale sciagurata ipotesi noi comunisti continueremo nel parlamento e nel paese a fare il nostro dovere intensificando la nostra presenza nei momenti di lotta per migliori condizioni di vita e di equità del popolo italiano.