Bologna, 16-06-1998                           

Alla Presidente del Consiglio Regionale

RISOLUZIONE
presentata dai consiglieri Patrizia Cantoni e Rocco Gerardo Giacomino

Il Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna

considerato

- che l’aumento delle domande di scolarità si concentrano essenzialmente sul 
sistema scolastico pubblico di ogni ordine e grado mentre da anni si registra un 
sostanziale e netto calo di richieste legate a scuole particolaristiche private;

- che l’Art. 33 della Costituzione Repubblicana prevede una parità scolastica, 
peraltro già attuata, incentrata sull’equipollenza del titolo di studio perseguito in una 
scuola pubblica o privata riconosciuta di pari grado;

- che questo concetto costituzionale di parità scolastica non ha alcun collegamento 
reale né con il finanziamento pubblico alle scuole private, espressamente vietato 
dallo stesso Art. 33 della Costituzione, né con il sistema integrato pubblico-privato 
previsto dal Ddl Berlinguer, che ha come unico precedente in Europa la "Legge 
Fallù" nella Francia di Napoleone III;

- che l’oratore di maggioranza nella Commissione Scuola del Senato ha 
onestamente riconosciuto, nella sua relazione introduttiva di presentazione del Ddl 
governativo, l’incostituzionalità del sistema integrato pubblico-privato;

- che la scuola pubblica, col suo progetto educativo pluralista, è la sede naturale di 
confronto e sintesi tra le diverse culture e luogo di costruzione di una reale 
coscienza democratica;

- che la scuola privata persegue finalità educative particolaristiche e non 
pluralistiche e, di conseguenza, non può essere finanziata con denaro pubblici, che 
deve essere utilizzato per migliorare il sistema scolastico pubblico, al quale tutti 
possono avere libero accesso, dove è garantita la piena libertà di insegnamento e 
dove il personale docente viene reclutato sulla base di criteri oggettivi e non con 
pregiudizi ideologici;

- che è impossibile parlare di riforma scolastica in modo credibile se non si procede 
immediatamente ad una politica di cospicui investimenti nella scuola pubblica che 
restituisca fiducia al corpo docente, premessa per garantire un miglioramento della 
qualità dell’insegnamento pubblico;

- che senza questo cospicuo rifinanziamento la riforma rischia di trasformarsi in 
semplici dimensionamenti della rete scolastica, con un conseguente aumento del 
numero degli alunni per classe e calo del personale docente e non-docente con 
enormi disagi per insegnanti, studenti e genitori ed uno scadimento nella qualità 
dell’istruzione pubblica;

impegna il Parlamento

- a varare una legge di parità in linea col dettato costituzionale, che preveda 
l’equipollenza del titolo di studio ma vieti espressamente ogni ipotesi di 
finanziamento pubblico alle scuole private o sistema integrato pubblico-privato;

- a predisporre un piano di consistente rifinanziamento della scuola pubblica, 
rinunciando a dimensionamenti selvaggi sul territorio, a drastici ed ingiustificati
 tagli di personale docente e non-docente;

- ad annullare, con atto apposito, la delegificazione del numero degli alunni per 
classe, che sta provocando un indiscusso peggioramento degli standard educativi 
mortificando ulteriormente la funzione docente.

Patrizia Cantoni                           Rocco Gerardo Giacomino

    Source: geocities.com/CapitolHill/6633

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