GRUPPO NAZIONALE POLITICHE SOCIALI
Illustrati, in un recente seminario, i nuovi strumenti di programmazione
negoziale. "Patto territoriale" e "Piani di zona" alla base
del nuovo impegno delle Caritas locali
Gli strumenti della programmazione e il suo ruolo di promozione che possono svolgere le Caritas diocesane sono stati al centro dei lavori svoltisi a Roma il 21 e 22 gennaio, in occasione dell'incontro bimestrale del gruppo nazionale per le Politiche Sociali, all'interno del quale la nostra Caritas è presente con Salvatore Gargiulo.
I "Patti territoriali" e i "Piani di zona" sono stati i protagonisti indiscussi del workshop e hanno confermato l'attenzione doverosa che gli organismi di promozione sociale dovranno prestare agli scenari nuovi che si apriranno nel campo dei servizi di aiuto alle persone e alle famiglie.
Tra le altre esperienze è stato presentato il "Piano di zona dell'Agro nocerino-sarnese", unica esperienza in Italia che vede questo strumento di concertazione sostenuto direttamente da una Caritas diocesana, in stretto raccordo con l'altro e più ampio strumento, qual'è appunto un Patto territoriale.
In particolare l'occasione è stat utile per prendere atto, tutti insieme, di alcuni punti chiave, basilari per le prospettive future relative alla solidarietà sociale.
Il Piano di zona, infatti:
• rende concreta, nell'attuazione di specifiche metodologie di lavoro, appositamente programmate, l'integrazione socio-sanitaria prevista dall'art. 3 del decreto legislativo n. 229 del 19 giugno 1999 ("Bindi ter")
• anticipa di qualche mese quanto previsto all'art. 20 della bozza unificata di legge quadro sull'assistenza ("bozza Signorino"), in via di definitiva approvazione nel prossimo inizio d'anno, che recita testualmente: "I Comuni associati, negli ambiti territoriali di cui all'articolo 8, comm 3, lettera a) (ambiti omogenei - n.d.r.), a tutela dei diritti della popolazione, d'intesa con le aziende sanitarie locali, provvedono per gli interventi sociali e socio-sanitari, secondo le indicazioni del piano regionale ..., a definire il Piano di zona".
Nella composizione con le altre regioni d'Italia altresì è stata illustrata, per la specifica realtà campana, la assunzione del "Piano di zona" dell'agro nocerino quale modello operativo sperimentale da trasferire agli altri territori omogenei della Regione.
Ricordiamo, a tal proposito, che la Regione Campania sta attualmente predisponendo il nuovo Piano di Programmazione Regionale per l'utlizzo dei Fondi dell'Unione Europea per il periodo 2000-2006 che ammontano a circa 22.000 miliardi di cui 2000 direttamente destinati alle politiche sociali e prevederà nei piani attuativi, il Piano di Zona dei Servizi quale strumento di programmazione attraverso cui veicolare il trasferimento delle risorse di area sociale sui territori.
La delegazione Regionale Caritas Campania è presente fin dall'inizio al tavolo di concertazione regionale che sta materialmente elaborando tutto il programma operativo.
Questo scenario, che caratterizzerà il mondo delle politiche sociali nazionale e regionale nel prossimo immediato futuro, impone un'azione immediata prima di informazione e poi di promozione di modelli organizzativi e metodologie di lavoro, finalizzati a consentire a tutte le realtà Diocesane che ne hanno magari la volontà ma non gli strumenti, di poter cogliere le opportunità che verranno offerte da queste nuove normative.
Si consolida, per questo, la convinzione che solo se le nostre Caritas Diocesane saranno capaci di partecipare da protagoniste ai processi di concertazione territoriale per le politiche di aiuto ai più poveri e ai più deboli e a rischio di esclusione sociale, gli stessi servizi potranno essere non solo realmente efficaci, ma adeguatamente plasmati secondo i valori della morale cristiana.
Salvatore Gargiulo