Di Maurizio Beleggia
Programma
La competizione internazionale
Fattori che hanno reso la competizione internazionale di moda
Varie tipologie di comportamento dellimpresa
Le fasi del processo di internazionalizzazione
Il marketing nellimpresa internazionalizzata
Centrazione e localizzazione delle attività di marketing
Il piano strategico di marketing nellimpresa internazionalizzata
Il piano operativo dellimpresa internazionalizzata
Assetto organizzativo e implementazione
Capacità organizzativa
Soluzione strutturale
_______________
modello transnazionale
caratteristiche dellimpresa transnazionale
costruzione e gestione dellimpresa transnazionale
1° capitolo di Porter (competizione globale)
La competizione Internazionale
Esaminare le implicazioni della concorrenza internazionale per le strategie competitive. Quali differenze esistono tra i problemi posti dalla concorrenza internazionale e quelli propri della concorrenza in atto nel mercato nazionale?
Molte questioni strategiche dellimpresa internazionale sono simili a quelle dellimpresa nazionale:
analizzare struttura del settore dei concorrenti
definire la posizione competitiva in termini di costi. (posizionamento)
Valutare le motivazioni dei consumatori e relative percezioni di valore
Cercare di conseguire un vantaggio competitivo ne mercato o in un segmento.
Altre invece sono diverse:
Influenza reciproca dei paesi.
A partire da metà degli anni 50 il tasso di sviluppo del commercio internazionale è andato sopravanzando a quello del RNL.
Modelli della competizione internazionale
Unità di analisi è il SETTORE INDUSTRIALE: rappresenta larea nelle quale il vantaggio competitivo è conquistato o perduto.
I settori industriali possono assumere diverse caratteristiche, da quello multidomestico a quello globale.
Settore multidomestico = carattere nazionale e locale: la competizione in atto in ciascun paese è
indipendente da quella svolta in altri paesi
la concorrenza è determinata da
fattori locali. (distribuzione al dettaglio, assicurazioni, credito, beni di largo
consumo)
Qui le imprese devono gestire le proprie attività come un portafoglio
e UL dotate
di autonomia.. strategia a orientamento nazionale. (country centered) .. i concorrenti
sono sia imprese nazionali, sia multinazionali
Settore Globale : quello nel quale la posizione competitiva di un paese è influenzata in modo significativo dalla sua posizione in altri paesi e viceversa costituisce una serie di industrie tra di loro collegate. Le imprese competono su basi mondiali. (aerei, televisori, copiatrici, auto, orologi)
Bain: la struttura del settore influenza il mercato
Porter: (allievo di Bain) analisi della concorrenza significa analisi del settore
Porter intende per globalizzazione: un settore è globale se esistono vantaggi
competitivi dallintegrazione di attività su base mondiale.Se non esistono vantaggi dalla globalizzazione, (e ciò avviene in alcuni settori), si opta per strategie orientate ai singoli mercati: settore multidomestico.
Ambito competitivo (per Porter)
Estensione dellattività che limpresa svolge al fine di competere in un dato settore.
È vitale per il conseguimento del vantaggio competitivo.
Può assumere 4 dimensioni fondamentali:
Del segmento (es. classi di prodotto, tipologie di clientela: ES BMW)
Del settore industriale (allinterno del quale limpresa sviluppa la propria strategia competitiva sono settori che devono essere globali: farmacie, computer)
Di integrazione verticale (attività che limpresa svolge nei cfr dei fornitori e clienti)
ambito geografico: (.. aree geografiche verso le quli limpresa rivolge la propria strategia alcuni tipi di offerta si può fare solo in ambito nazionale: es. pasta)
Attività a valle:
(attività in uno specifico paese)
reputazione dellimpresa.
Immagine di marca
Rete di assistenza
Barriere allentrata
Attività a monte
Vantaggio determinato dal sys complessivo di paesi in cui unimpresa opera piuttosto che dalla posizione di ciascuno di essi.
Le dimensioni della strategia internazionale
Alto Max. coord: |
|||
Basso Massima autonomia |
|||
Decentramento geografico Parcellizzate in giro per il mondo |
Concentrazione geografica Attività concentrate che poi si spostano |
||
Configurazione delle attività: localizzazione dellattività nella catena del valore.. |
fattori che favoriscono la concentrazione
Economie di scala
Curva di apprendimento
Vantaggio comparato (di uno o più luoghi) : la differenza tra i fattori costo- qualità, inducono a concentrare la produzione in determinati paesi ed esportare in altri. (es. laboratorio a Silicon valley) concerne le singole attività, non la catena del valore, che è spezzettata in tutto il mondo ..(le imprese non si trasferiscono, cambiano di posto ad esempio alla produzione certo cambiano di posto anche i posti di lavoro)
Vantaggio di coordinamento da localizzazione comune è più facile la comunicazione se le persone sono vicine .. è importante la comunanza dei luoghi.
Fattori che favoriscono il decentramento.
Fattori economici
Bisogni locali differenziati: (si decentra il processo in vari paesi: es. confezionamento diverso di paese in paese => si trasferisce solo una perte del processo: il confezionamento)
Know how: per facilitarne lo sviluppo si decentra le unità per ottenere input diversi.
Costi di trasporto
Costi di comunicazione
Gestione delle scorte.
Fattori istituzionali
Barriere tariffarie
Barriere non tariffarie: se si vuole operare in un dato paese, aumentere loccupazione.
Rischi
Di cambio
Politici
Vantaggi e svantaggi del coordinamento
sfruttamento congiunto del Know how: es. moda: tendenza di un paese a seguire tendenze di un altro paese
rilevazione di segnali di cambiamento: se in USA avvengono tot cambiamenti, è probabile che avvengano anche in Francia
Accumulo e trasferimento di competenze: ogni mercato mi da dei sensori
Economie di scala (specializzazione) : diversi centri di ricerca in diversi paesi per diversi tipi di ricerca (necessario coordinamento tra i centri)
Reazione spostamento vantaggi comparati: ho un centro di produzione in Taywan, uno in polonia.. se in polonia aumenta il costo del lavoro, posso trasferire il processo a taywan (sempre che io sia coordinato)
Accrescere la reputazione: il fatto di avere clienti internazionali mi accresce la reputazione, però è necessario forte coordinamento
Accrescere il potere contrattuale: se un paese ci pone vincoli, minaccio di trasferire in un altro.
Flessibilità delle risposte competitive: per combattere un concorrente internazionale, uso il coordinamento di diversi paesi: a svantaggio della produzione di un paese per avvantaggiare un altro.
Costi:
Distanza geografica
Barriere culturali e linguistiche: asimmetria informativa..
Rivalità interna: difesa di competenze ..es R&D
Eterogeneità dei prodotti: diverse culture, diversi prodotti, diverse pubblicità.. maggiori costi al crescere delletrerogeneità dei prodotti se sono troppo coordinato.
Il coordinamento di certe attività può essere necessario per sviluppare i vantaggi delle configurazione di altre: Limpiego di materie prime in comune favorisce leffettuazione di acquisti su scala mondiale.
STRATEGIA INTERNAZIONALE: non consiste nel risolvere lalternativa decentramento/concentrazione, bensì di eliminarla, o ridurla al minimo: concentrare o decentrare alcune attività in relazione alla struttura del settore, decentrare alcune attività per favorire la decentrazione di altre.. e ridurre al minimo il trade off fra concentrazione e decentramento mediante il coordinamento di attività decentrate.
Il processo di globalizzazione
Porter: Un settore si globalizza, in quanto il vantaggio competitivo derivante da una configurazione ed un coordinamento globali è significativo.
Perché:
talvolta è dovuto alle modifiche esogene dellambiente: trasferimenti di tecnologia politiche pubbliche infrastrutture del paese evoluzione globale dei clienti e/o dei concorrenti.
Riduzione dei costi: prodotti progettati presso un unico centro in funzione delle esigenze locali
Accrescimento dellomogeneità di un prodotto: mediante lincorporazione in un prodotto delle caratteristiche richieste in ogni paese
Omogeneizzazione della domanda mondiale: attraverso il riposizionamento
Da cosa deriva il processo di globalizzazione ?
Aspetto fondamentale: AUMENTO DELLA COMUNICAZIONE .. cioè aumento della tecnologia comunicativa:
Trasporti
Telecomunicazioni
Internet
Fattori esogeni:
Tecnologia dei bisogni
Politiche pubbliche (gli standard europei servono a favorire la globalizzazione)
Infrastrutture paese (es. infrastrutture della telecom)
Innovazione imprese: risposta differenziata ad esigenze locali senza dispersione
Vantaggio comparato
La logica del vantaggio comparato si estende non solo alle attività produttive, ma anche alle altre della catena del valore: R&D, distribuzione, e promozione concerne le singole attività, e non lintera catena del valore.
Limpresa GLOBALE ha un vantaggio in questottica: può distribuire le varie attività in modo da riflettere le OPPORTUNITA locali: esempio: componenti a Taiwan, software in India, R&D a Silicon Valley.
I vantaggi competitivi in senso ampio (Piattaforma Globale) possono essere sostenuti con più possibilità di successo (infatti il paese con il costo della manodopera più basso è superato da un altro in qualche anno).
Piattaforma Globale
Porter
modifica il concetto di vantaggio comparato in Piattaforma Globale : un paese costituisce una valida piattaforma globale nellambito di un settore qualora costituisca per limpresa ( che in esso opera) un vantaggio ai fini della competizione globale.È sufficiente che limpresa consideri il paese come
propria base per operare globalmente Il paese deve essere però considerato come piattaforma globale, e non come sede delle attività dellimpresa.Il paese costituisce quindi una base importante per la competizione.
ES. la collocazione geografica di 2 paesi può favorire la possibilità di commercio se questi paesi sono vicini.
Vi sono 2 elementi fondamentali che costituiscono una buona piattaforma globale:
Vantaggio comparato: dotazione di fattori di cui un paese dispone
Fattori semplici (es. vicino ad un corso dacqua; manodopera a buon mercato)
Fattori complessi (know how; disponibilità di tecnici e scienziati)
Ambiente locale:
Caratteristiche delle Domanda (la domanda locale stimola il settore, ad esempio Pasta.. porta allesportazione o moda)
Caratteristiche dellAmbiente operativo: La concorrenza stimola loperatività del settore .. perché stimola il processo di apprendimento e sviluppo di nuove aree di sviluppo.; usi e costumi locali in materia di affari
Il vantaggio di avere tale paese come base è quello di :
percepire per prima il momento più opportuno per effettuare la prima mossa.
Motivazione: clienti dotati di potere contrattuale; prooblemi operativi complessi; le imprese locali rivali, sono una spinta per compiere rapidi progressi in termini di know how e individuare nuovi metodi per competere
Possibilità di poter disporre di un mercato per varietà di prodotto che in seguito potranno essere richieste dai mercati internazionali.
Ciò che può costituire uno SVANTAGGIO COMPARATO per alcuni fattori di produzione, può divenire un vantaggio nella competizione globale. (le non favorevoli condizioni per lo sviluppo dellagricoltura in Israele, hanno portato allo sviluppo di tecniche di irrigazione e coltura)
DA MULTIDOMESTICO (MULTINAZIONALE) A GLOBALE:
IMPLICAZIONI STRATEGICHE:
Se sono a capo di un UL in ambito multinazionale mi importa solo dell UL
Se sono a capo di un UL in ambito GLOBALE mi importa di tutta limpresa
Negoziazioni bilaterali con paesi ospiti concatenazione di impianti
Valutazione dellimpatto di ogni UL sui risultati di altre UL
Nel processo di transazione da COMPETIZIONE multidomestica a quelle globale si determinano molteplici problemi
in tutti quei settori dove i concorrenti barriere allentrata e alla mobilità a livello di specifici mercati.. (le imprese operanti nel settore hanno unimmagine consolidata e forti posizioni nei canali e relazioni con la clientela tradizionali)
difficoltà nel passare ad un orientamento globale se hanno operato tradizionalmente attraverso decentramento e autonomia delle UL. Le imprese NAZIONALI invece, possono conseguire un maggiore successo nel passaggio a globale in quanto la situazione iniziale è più chiara e semplice.
MUOVERSI PER PRIME:
Le imprese LEADER nei settori globali sono quelle che hanno iniziato per prime: Honda, Boeing, Kodak: hanno dei VANTAGGI: SCALA e APPRENDIMENTO che rendono difficile il competere con loro.
VANTAGGIO NAZIONALE applicato al processo di globalizzazione
Le imprese globali leader hanno spesso iniziato il proprio processo evolutivo basandosi su qualche vantaggio acquisito nel proprio mercato nazionale usandolo come leva per entrare nei mercati stranieri
Evoluzione storica della competizione INTERNAZIONALE
AMBITO LOCALE O REGIONALE (difficoltà di comunicazione, economie di scala inesistenti) massimo ESPORTAZIONE (non cerano barriere doganali )
Dal 1880: Prima ondata di concorrenti globali.
Crescenti economie di scala
Domanda omogenea
Sistemi di trasporto
Comunicazioni + efficienti
1920-1950: lo sviluppo della globalizzazione si esaurisce, le globali divengono multinazionali .. poi si trasformano in confederazioni o consociate autonome per:
nazionalismo
guerre mondiali
protezionismo
i concorrenti globali decentrarono la propria catena di valore (Ford)
1950-1970 GLOBALIZZAZIONE
vantaggio ad operare su basi concentrate
ridotti i costi della concentrazione
alti costi R&D
omogeneizzazione per la riduzione della differenza dei redditi.
VINCOLI ALLENTATI
Tariffe ridotte
Cee
Variabilità dei tassi di cambio
Alternative strategiche
Molte imprese possono non avere le risorse o non godere di una posizione iniziale per seguire una strategia globale.. necessità di esplorare alternative strategiche prima che sia possibile realizzare una completa strategia GLOBALE:
Strategia Globale |
Strategia orientata al mercato nazionale |
||
Ambito Geografico |
Implicazioni funzionali della concorrenza globale
Il competere su scala internazionale mediante una strategia globale, consente di cogliere opportunità per ogni area funzionale dellimpresa nettamente maggiori.
PRODUZIONE
Definizione attività da concentrare o decentrare (Giapponesi: concentrano tutte le attività ed esportano)
Distribuzione di beni su scala internazionale (esportazione- network produzione su diversi paesi)
MARKETING
Bisogni acquirenti locali (es. Cornflakes su bar italiani.. non cè questa cultura in Italia)
Caratteristiche canali (il latte estero costa meno, ma non viene distribuito in Italia per il tipo di distribuzione: barriera distributiva)
R & D
Localizzazione (La Xerox pone la R&D per le piccole fotocopiatrici in Giappone e per le grandi in USA)
Coordinamento (Grande problema: le tecnologie devono essere trasferite in paesi diversi con diverse esigenze)
FINANZA
Sfruttare presenza globale per diminuire il costo del capitale (maggior raccolta di mezzi finanziari in molti paesi)
Gestione valutaria
Trattamento fiscale
Relazioni con i pubblici poteri: le autorità di governo costituiscono un ostacolo o incentivo.
ORGANIZZAZIONE: ogni struttura organizzativa, per poter competere, sul piano internazionale, deve bilanciare le dimensioni: una a carattere nazionale (poiché alcune attività sono correlate al paese in cui vengono svolte) e una a carattere globale (i vantaggi da conseguire dipendono dalla struttura a livello mondiale)
Aldilà delle soluzioni strutturali
Cè un altro modo per entrare allestero:
Le coalizioni:
(es Join Ventures)
Limpresa configura su base mondiale lattività della catena del valore congiuntamente con una o più imprese.
Secondo Porter il
TREND è:
Alto Max. coord: |
elevato investimento allestero con elevato coordinamento | STRATEGIA GLOBALE Concentrazione meno necessaria o meno possibile Limiti delle economie di scale mediante concentrazione: · Diseconomie di aziende di grandi dimensioni· Diffusione di nuove tecnologie di produzione meno legate alla scalaIl concentrare attività è meno necessario e meno realizzabile per i vincoli governativi |
|
Decentramento
geografico Parcellizzate in giro per il mondo |
Concentrazione
geografica Attività concentrate che poi si spostano |
||
Configurazione delle attività: localizzazione dellattività nella catena del valore.. |
Caroli
Caroli: impostazioni che derivano da Porter e Ghoshal
Parte I : la prospettiva di marketing nella formulazione della strategia nellimpresa internazionalizzata
Internazionalizzata: termine usato in maniera generica: impresa che è presente in mercati esteri
Non è sufficiente il fatto di approvvigionarsi nei mercati esteri ne il possesso di strutture produttive allestero: se gli output della produzione sono destinati allinterno, limpresa non è internazionalizzata.
E azienda internazionalizzata se:
Significativa presenza allestero oppure,
O nel proprio mercato in relazione con aziende estere facenti parte di gruppi esteri (fornitori, clienti, concorrenti)
Orientamento strategico
Si articola in 3 dimensioni:
grado di diversificazione verticale (numeri di business che ha lazienda)
grado di diversificazione geografica
grado di integrazione verticale (pone laccento sullampiezza del ciclo produttivo)
estensione e unitarietà quali caratteristiche della struttura di unazienda internazionalizzata.
Estensione: dipende dalla numerosità di combinazioni mercato/area geografica. E richiede UL con grado + o elevato di indipendenza dalla casa madre
Unitarietà: omogeneità di indirizzi di fondo della casa madre: necessarie procedure di coordinamento e integrazione
Secondo il Caroli:
La fisionomia di unazienda internazionalizzata dipende da:
Profilo strategico
Profilo organizzativo.
Profilo strategico
Obiettivi da conseguire (relativamente a: redditività, quota di mercato, sviluppo)
Mercati, prodotti e segmenti in cui operare
Modalità di entrata
Posizionamento di ogni mercato (diversi mercati => diversi posizionamenti)
Interrelazioni
Profilo organizzativo
Inserimento attività esterne nella struttura organizzativa
Dimensione ruolo e risorse da allocare alle singole UL
Livello autonomia UL
Coordinamento e scambio info. (solito discorso della carriera personale)
Controllo fra diverse unità operative.
Gestione risorse umane
Il processo di internazionalizzazione: diversi modelli teorici che interpretano linternazionalizzazione dellimpresa
VERNON:
modello del ciclo di vita:
devo andare a vendere in Africa perché è un paese con un mercato in via di sviluppo
progressiva rilocalizzazione delle attività produttive.
limpresa accresce gradualmente il suo coinvolgimento internazionale..partendo dallesportazione.
Eclettico: basato sullipotesi di razionalità delle decisioni e centralità dei costi di transazione.
Process school of international management: problemi di gestione delle grandi multinazionali.. grado di integrazione globale a livello di adattamento locale.
Aspetti dellinternazionalizzazione:
limpresa che ha deciso di competere in ambito internazionale deve affrontare 2 temi chiave:
Comprendere il cambiamento della natura del vantaggio competitivo
Analizzare le nuove regole del gioco e le implicazione di queste sulla necessità di cambiamenti strategici e organizzativi.
FONTI DI VANTAGGIO COMPETITIVO NELLO SCENARIO INTERNAZIONALE
Minori costi
Economie di scala (Maggiori volumi)
Economie di esperienza
Accesso agli input (fonti alternative di input che possono essere vantaggiose)
Ciclo produttivo su basi plurilocali per avvantaggiarsi di:
Relazioni con soggetti pubblici
Riduzione del rischio di eventi extraeconomici
Vantaggio comparato esistente in una certa area geografica
Differenziazione (il successo in un paese può essere il successo in altri paesi: es. cinema ad Hollywood o profumi a Parigi) rispetto ai prodotti locali
Accordi e alleanze per lo sfruttamento di risorse
Sviluppo dellimpresa su mercati esteri
Fasi: (modelli di comportamento non sempre validi.. es politica di entrata massiccia della swatch)
ENTRATA
Investimenti limitati (anche perché il peso strategico dei nuovi mercati è limitato)
Adeguamento limitato struttura e procedure
Inizio processo di apprendimento (Johnson borotalco, scopre che in Giappone vogliono il piumino)
Comportamento reattivo
ASSESTAMENTO
Processo di apprendimento assume il primo livello soddisfacente
Interventi organizzativi
Peso del marketing esterno in strategia (il peso della swatch USA cresce)
Coordinamento
Minor autonomia delle unità destinate alle attività internazionali
Maggiori investimenti
Relazioni strutturate con interlocutori stranieri
Attivazione dei canali informativi
SVILUPPO
Stabilizzazione della presenza (allinterno dellazienda matura una solida cultura internazionale)
Gestione integrata (le attività internazionali acquisiscono pari importanza) le UL riacquisiscono autonomia nellambito di una precisa struttura di relazioni con la HQ
Marketing esterno parte integrante strategia
Osservazioni:
Se siamo già entrati su altri paesi il processo di apprendimento sarà più veloce perché si conoscono già le problematiche.
La grandezza del mercato è molto importante: una impresa che opera in USA molto probabilmente riuscirà a sopravvivere in mercati più ristretti.
Attrattività di un mercato: se un mercato è attrattivo cè più concorrenza: cerco di entrarci a costo di perderci per svilupparvi tecnologie che potrò sviluppare in altri paesi
Il tempo: se voglio entrare velocemente devo usare certe modalità es. comprare unazienda locale.
ORIENTAMENTO ALLO SVILUPPO: Dallorientamento ETNOCENTRICO allimpresa ETERARCHICA
Lanalisi delle 3 fasi sopra descritte può essere ulteriormente approfondita: ogni orientamento può essere fatto corrispondere ad una fase cronologicamente distinta dello sviluppo dellimpresa sui mercati esteri.
ETNOCENTRICO (il mercato domestico è lunica area competitiva rilevante per limpresa)
Marketing estero in espansione (nazione -> paese estero confinante -> paese + lontano)
Scarsi adeguamenti marketing mix (estendo i confini del mercato agli altri paesi, senza modificare i przzi, la pubblicità ecc.)
Il management è quello dellHQ
POLICENTRICO (tipico dellapproccio multidomestico)
Mercati come aree autonome
Scarse interrelazioni
I mercati sono Portafoglio di attività internazionali
Alta autonomia UL
UL svolgono attività primaria catena del valore
Centralizzazione (HQ) di finanza, R&D, risorse umane
REGIONCENTRICO
Aree geografiche pluripaese: (raggruppo i paesi in cui sono presente in macroaree es. Europa, Africa, USA)
Integrazione nellarea (limpresa cerca di raggiungere una presenza integrata in ogni paese)
HQ ogni area che costituisce che agisce in posizione intermedia di area
Area relativamente autonoma
Paese: forte integrazione
GEOCENTRICO (SIMILE ALLIMPRESA GLOBALE)
offerta standardizzata su scala mondiale
interdipendenza UL e HQ
UL elementi di sistema
Transazioni intragruppo non sono gerarchiche
Evoluzione nel modello di impresa ETERARCHICA
Limpresa geocentrica può evolvere in eterarchica
Rete integrata di U operative
Relazioni di tipo sistemico (tra UL e HQ )
UL: informazione totale (info circolare)
Vantaggio competitivo da presidio e combinazione di molte aree
Minor enfasi su HQ e UL
Strategia UL su gruppo
Forte rilevanza struttura organizzativa (perché circolano risorse e info)
Diffusione conoscenza
Integrazione: valori e condivisione
Orientamento e condizioni ambientali che favoriscono i modelli
ETNOCENTRICO
Mercato limitato
Imprese dimensioni limitate
Scarsa esperienza internazionale
POLICENTRICO
Tanto + efficace quanto + il settore è multidomestico cioè Differenziazioni locali
Mercati esteri economicamente significativi
REGIONCENTRICO GEOCENTRICO
Riguarda segmenti globali
Standardizzazione
Rete di comunicazione e controllo
CAP 2: Gestione e pianificazione strategica nellimpresa internazionalizzata
Evoluzione della pianificazione: Passaggio da:
Pianificazione (definizione di un budget basato su costi e ricavi)
a pianificazione a lungo termine (sempre pianificazione con dati del passato, ma + di un anno)
a pianificazione strategica (riguarda anche lanalisi delle condizioni esterne allazienda.. evoluzioni ambientali)
a gestione strategica: strategic management (la pianificazione coinvolge orizzontalmente tutta lazienda. Comportamento strategico e diffuso e sviluppo dello spirito imprenditoriale) cioè ps + pianificazione delle capacità + gestione sistematica della resistenza al cambiamento la pianificazione non nasce da un centro, ma dalla negoziazione di tutti .
La pianificazione svolge i seguenti compiti:
definisce la linea di azione
allocazione di risorse
favorisce lo sviluppo del management
lazione strategica deriva da un processo inconsapevole: è
comportamento strategico.Essa si svolge attraverso un processo di apprendimento, caratterizzata da gradi di razionalità sempre maggiori
Lo sviluppo incrementale facilita il superamento delle barriere interne di cambiamento.
In questa prospettiva il planning è strumento di razionalizzazione delle decisione che esistono e si sono formate nei sottosistemi dellimpresa
La pianificazione Strategica è a livello di:
a livello di corporate: obiettivi di LP per i singoli business. (prodotto- mercato- aree)
creazione e mantenimento di un linguaggio comune
diffusione di una visione aziendale riconosciuta
sviluppo di azioni di coordinamento orizzontale tra i business
definizione di obiettivi
sviluppo di collegamenti laterali
a livello di business o ASA: decisioni circa il posizionamento, le azioni competitive, le modalità di utilizzazione delle risorse di uno specifico business
a livello di funzione: definisce gli indirizzi della specifica area funzionale.
Piano strategico e internazionalizzazione
Ambiente VS impresa (se ci sono nel mercato condizioni favorevoli: basse barriere allentrata ecc.)
Mission Impresa: ( a volte ci possono essere opportunità in un dato mercato, ma se gli obiettivi non sono coerenti con la Mission, si possono creare problemi)
Obiettivi di sviluppo e posizionamento (Qual è lobiettivo per ogni area geografica.. lo strumento immediato è il BGC)
Definizione delle modalità di entrata (semplice esportazione o filiale accordi ecc. : secondo il rischio di mercato scelgo il rischio più alto o più basso)
Piano di Marketing (con tutte le variabili del marketing mix)
Impatto organizzativo
La PS in un impresa internazionalizzata appare essere + necessaria che in un azienda locale.. diverse considerazioni che la giustificano:
incertezza delle manifestazioni dellambiente
dimensioni dellunità di affari (divisione in ASA): tendenza allautonomia
complessità del sistema aziendale
resistenza al cambiamento
Natura degli obiettivi: Si possono individuare diversi conflitti tra reddito- strategia e politica: ad esempio i potenziali conflitti col soggetto pubblico:
Impresa e soggetto pubblico: potenziali conflitti
Equilibrio finanziario del paese
Controllo dei settori chiave (es. difesa del settore informatico in Italia.. favorire imprese locali con barriere)
Controllo della ricchezza prodotta ( es. se si vuole entrare bisogna impiegare la ricchezza prodotta nelle imprese nazionali)
Controllo giuridico e politico (La cocacola per entrare in Ungheria, non porta via ricchezza ma materie prime)
Nazionalità della dirigenza o dei dipendenti (preferenza per le autorità locali di dirigenza interna)
Il marketing strategico
Il piano di marketing si articola in una serie di compiti in parte sovrapposti con il piano strategico:
Info delle tendenze del mercato
Comportamento + efficiente in relazione con lambiente
Traduzione dellindirizzo strategico in comportamenti operativi.
Rilevazione delle reazioni di mercato
Sposta il focus della gestione del prodotto al cliente
Ha come obiettivo la creazione del consenso a favore dellimpresa (problema tipico è quello di essere accettata allestero)
Massimizzazione del benessere di tutti gli stakeholders dellimpresa
Il marketing strategico nellimpresa internazionalizzata: Passaggio a dimensione internazionale
Nel passaggio occorre tener conto di 3 aspetti per poter adattare il piano di marketing alle realtà estere:
Fattori strutturali del paese (che rendono diversi i mercati esteri da quello domestico)
Impatto diversità di mercato sulla competitività del prodotto.
Azioni di marketing necessarie per ridurre le differenze.
Adattamenti di prodotto necessari per rendere il prodotto competitivo nei nuovi mercati.
Presenza allestero dellimpresa (da cosa dipende?)
Cultura aziendale
Dinamica struttura del settore che influenzano le scelte.
Definizione di strategia e di mercati (da parte dellimpresa): scelta del numero di mercati in cui essere presente, tipo di intervento in ognuno, grado di standardizzazione delle operazioni.
Modalità di entrata
Politiche funzionali
Problemi specifici del paese
Rapporti economici e politici tra paesi
Potere di intervento del governo ospite
Capacità negoziale delle imprese
Impatto economico e competitivo vincoli di governo (se i vincoli sono rigidi, sviluppo una qualità che sbaraglia i concorrenti)
Dimensione relazionale
Il collegamento tra HQ e UL spinge verso un orientamento transnazionale => maggiore complessità
Attività marketing estero
Si distinguono 3 livelli di marketing estero:
attività di marketing Necessarie per portare il prodotto sui mercati esteri:
Gestione delle differenze nazionali
Comunicazione
Distribuzione
Adeguamenti del prodotto
Attività di marketing Realizzate nel mercato estero:
posizionamento (il fatto che le persone viaggiano, pone un problema se si utilizzano strategie diverse in diversi paesi: Levis costa di meno in USA)
Marketing mix
Attività di coordinamento e standardizzazione delle strategie realizzate nei diversi paesi per realizzare un marketing integrato internazionalmente.
Parte II (Caroli)Il piano strategico di marketing nellimpresa internazionalizzata
Analisi del piano strategico di marketing con particolare riguardo a quelle problematiche che insorgono quando limpresa opera nei mercati esteri.
Il piano strategico di marketing, in linea generale, definisce i mercati nei quali limpresa deve operare e il relativo posizionamento, per raggiungere gli obiettivi di fondo stabiliti nel piano strategico generale.
Marketing strategico: raggiungimento dellefficacia
Marketing operativo: assicura che le scelte efficaci siano implementate in maniera efficiente attraverso lottimizzazione dellutilizzo delle risorse disponibili.
Il piano strategico in unimpresa internazionalizzata deve:
formalizzare gli indirizzi strategici
prevedere meccanismi per apportare aggiustamenti alla condotta dellimpresa necessari per soddisfare le condizioni del paese ospitante.
Occorre bilanciare 3 capacità
rispondenza alle esigenze locali
efficienza e competività su scala internazionale
capacità di trasferire conoscenze allinterno del gruppo.. e sfruttarle
problema cruciale quindi è il controllo della complessità
3 alternative per risolvere tale complessità
ridurre attività o aree geografiche
raggruppare i diversi business in macroaree
categorizzazione di aree geografiche: divise non per contiguità geografica, ma per rilievo strategico.
5 sono le aree di decisione
selezione del paese estero
scelta del grado di coinvolgimento strategico ed economico di ciascuna area
decisione e modalità dei tempi di entrata
selezione della struttura organizzativa internazionale di marketing (coordinamento tra strategie e operazioni delle diverse aree geografiche)
orientamento del piano operativo di marketing (in relazione alle caratteristiche delle diverse aree geografiche, si differenziano le componenti del marketing mix)
per essere efficiente, richiede la diffusione dellattività di pianificazione ai diversi livelli del gruppo. (necessario forte flusso di informazioni)
le componenti del piano strategico di marketing nellimpresa internazionalizzata
Con riferimento allimpresa internazionalizzata si possono individuare 6 aree decisionali in sequenza logica, rispetto alle quali si sviluppano i processi incrementali di formazione della strategia di mercato:
Segmentazione
Diversificazione / concentrazione
Portafoglio attività internazionali
Sfruttare allinterno del portafoglio il maggior numero possibile di interrelazioni (es. centro approvvigionamento in comune)
Capire come si gestisce lo stesso prodotto in diversi paesi: per alcuni paesi un prodotto obsoleto potrebbe essere attuale) vedi BCG
Maggiori possibilità di confronto con la concorrenza nel senso di scontro e cooperazione. (manovre competitive: es contromossa di attacco laterale)
Scelta del grado di standardizzazione
Individuazione e interrelazioni tra i business e tra le sussidiarie
Scelta della modalità di entrata nel nuovo mercato
1. Segmentazione
Individuare gruppi omogenei di consumatori rispetto ai quali è possibile max i propri vantaggi competitivi.
Un segmento deve essere:
Accessibile
Omogeneo (costituito da soggetti con simili comportamenti)
Protetto (barriere sufficientemente alevate)
Per segmentare il mercato occorre chiedersi
quale sia il tipo di beneficio richiesto dal cliente.
Quali elementi influenzano tale beneficio,
qual è la funzione che lofferta del produttore svolge in relazione ai benefici ricercati
la considerazione dellarea geografica è molto importante nella scelta dei segmenti in cui operare.
La segmentazione risente del tipo di approccio allinternazionalizzazione seguito dallimpresa.
Etnocentrico .. rimane valida la segmentazione locale
Policentrico : si segmenta in relazione delle diverse aree geografiche cercando di realizzare il massimo adattamento alle caratteristiche locali.
Geocentrico: 2 alternative
Si individua unarea di mercato che può essere soddisfatta con prodotti standardizzati.
Identificazione di segmenti trasversali: porzioni di mercato con caratteristiche abbastanza omogenee
Limpresa si trova di fronte a scelte:
marketing indifferenziato: ignorare le specifiche richieste locali
operare in alcuni segmenti in cui il mercato internazionale può essere diviso con una strategia differenziata per ogni area di interesse
pochi segmenti con caratteristiche comuni in ampie aree geografiche
Le fasi della segmentazione: 3 passaggi
MACROSEGMENTAZIONE aggregare paesi in aree omogenee e eliminare le aree in cui esistono ostacoli
MICROSEGMENTAZIONE allinterno delle aree: ricercati segmenti di mercato specifici con obiettivo di identificare le opportunità di ingresso e di sviluppo.
RIAGGREGAZIONE sovranazionale dei segmenti in base alle affinità di comportamento rilevate trasversalmente nelle aree geografiche.. consente allimpresa di individuare segmenti TRANSNAZIONALI
Transnazionalità = è intesa qui come numero di elementi comuni che possono essere riscontrati nello stesso segmento in aree geografiche diverse
Le scelta della segmentazione risente delle politiche di pianificazione top-down e bottom-up
Top-down: ricerca ampia varietà di segmenti
Bottom-up: segmentazione realizzata utilizzando indicatori della propensione dei consumatori
2. concentrazione/diversificazione dalla presenza dei mercati esteri
Una volta segmentati i mercati, limpresa deve stabilire il numero delle aree geografiche in cui operare.
Concentrazione = incremento della propria quota di mercato in una specifica zona ricercando il massimo grado di penetrazione possibile, prima di entrare in altre aree
Diversificazione geografica = presenza commerciale nel maggior numero di mercati possibile, indipendentemente dallo sviluppo che hanno raggiunto.
Quindi duplice scelta per limpresa internazionale
Prodotti/segmento
Paesi e aree geografiche
IV : la duplice diversificazione causa complessità gestionale e assorbimento di risorse
I: impresa nella fase iniziale di internazionalizzazione
III: concentrazione geografica: concentrazione una o più aree con business diversi.
IV: diversificazione geografica: operare in segmenti simili ma in aree geografiche diverse
Criteri di scelta tra concentrazione / diversificazione
Funzione di risposta delle vendite (andamento delle vendite in funzione delle risorse investite nellarea geografica)
Grado di stabilità delle vendite di ogni mercato.. tanto meno è prevedibile landamento delle vendite, tanto più è necessario diversificare per ridurre il rischio
Tasso di crescita delle vendite in ogni mercato: se è basso diversificare per garantire maggiore sviluppo del tasso
Tempo di risposta dei concorrenti: se breve diversificazione
Importanza e costo degli adattamenti del prodotto e della comunicazione del prodotto allesterno se maggiore lentità degli adattamenti, + costosa la politica di differenziazione.
Economie di scala e di esperienza: + forti + concentrare.
Effetti di spill-over (esternalità positive) allora diversificazione in tali aree
Grado di controllo dei mercati: se vuole controllare le attività estere concentrazione
Risorse umane disponibili: poche => concentrazione.
altri vincoli: vincoli esogeni: es. norme valutarie, barriere ecc.
concentrazione/ diversificazione delle attività della catena del valore in ambito internazionale
vantaggi dispersione delle attività della catena del valore:
migliore comprensione delle caratteristiche del mercato locale
migliore possibilità di avvantaggiarsi degli incentivi offerti dalle autorità locali
minori costi di trasporto
migliore disponibilità delle informazioni
minori rischi finanziari - valutari
minori difficoltà di gestione a livello di corporate
vantaggi concentrazione geografica delle attività della c.v.
possibilità di sfruttare i vantaggi comparativi propri di ogni area geografica nelle diverse fasi della c.v.
specializzazione delle attività => sfruttamento economie di scala
+ elevato potere contrattuale nella realizzazione di una attività per maggiore massa critica.
Costruzione del portafoglio area geografica e segmento mercato prodotto
Il portafoglio si articola quindi in 3 dimensioni:
attrattività del business
attrattività dellarea geografica
forza competitiva dellimpresa
Lattrattività dellarea può essere definita da 2 variabili:
importanza dellarea, considerata come mercato
importanza dellarea considerata come serbatoio di risorse
Contrapposizione tra standardizzazione e differenziazione
Bisogna considerare anche armonizzarsi con lambiente.. quindi in alcuni casi evitare leccessiva standardizzazione
Think globally, act locally
Gli adattamenti locali dovrebbero essere accettati ma a carico della sussidiaria se il vantaggio è solo suo, o del gruppo se viene avvantaggiata unaltra sussidiaria
Un impresa globale supera tale dicotomia perché ha le caratteristiche di essere sia globale che locale.
Interdipendenze strategiche nellimpresa internazionalizzata:
condivisione dei costi (tramite business condivisi)
potere contrattuale verso il governo (si possono chiudere ad esempio degli stabilimenti e portarli in un altro paese)
trasferimento tecnologia in aree geografiche in diversi stadi di sviluppo (inferiore)
trasferimento immagine
offerta internazionale (mi compensa dai rischi del singolo paese)
Vantaggi delle interdipendenze:
economie di scala, aumento potere contrattuale
maggiore impatto del vantaggio competitivo in una fase della catena del valore, perché può essere sfruttato in altri paesi
maggiore sfruttamento di risorse
prodotto globale
maggior peso competitivo dellimpresa.
Costi delle interdipendenze:
costi di adattamento (es. richiesta di prodotti diversi per diversi paesi).
Costi di coordinamento spaziotemporale.
Più enfasi su interrelazioni che su posizionamento competitivo UL (non mi interessa il risultato della singola unità).
Impatto di unità con scarse performance. (se ho lo stesso marchio, non posso adattarmi con politiche diverse).
Flessibilità minori. (non posso chiudere uno stabilimento se è correlato)
Impatto costi e performance
Scelta delle modalità di entrata nel mercato estero
Contraddistingue il piano di marketing di unimpresa internazionalizzata rispetto quella domestica.
Limpresa opera attraverso Portafoglio di modalità di entrata nei mercati
Lo sviluppo dei mercati esteri ha Natura incrementale (la prima volta che si entra è esperienza per la seconda, anche se è andata male)
Non necessariamente limpresa accresce la propria presenza internazionale attraverso un passaggio sequenziale e unidirezionale.
Esportazione indiretta
Esportazione diretta
Licenze e franchising
Alleanze strategiche
Investimento diretto (es acquisizione dellimpresa)
esportazione indiretta:
intermediari domestici distribuiscono autonomamente la produzione allestero
non richiede forti investimenti
Limpresa non ha contatti con lestero (comporta uno scarso controllo)
canali di entrata
canali distributivi
laspetto critico è come scelgo lintermediario
esportazione diretta:
vendite tramite la propria struttura commerciale ad un acquisitore/distributore estero
intervento diretto posizionamento prodotto e adattamento marketing mix
impatto strutturale
agenti rappresentanti allestero
oppure: concessionari esteri
oppure: organizzazione diretta di vendita
VANTAGGI:
migliore controllo
migliore gestione
migliore impegno strategico
migliore apprendimento sul mercato internazionale
RISCHI: (comuni anche allesportazione indiretta)
barriere protezionistiche
fattori esterni
Licensing
(concedere la licenza di produrre e commercializzare un prodotto)
Diffusione rapida del prodotto su mercati internazionali
Vantaggi: | Svantaggi |
|
|
Importanza della definizione del contratto: es. ti concedo una licenza , ma non puoi venire a vendere in Italia.
Franchising
Dipende dalla possibilità di sviluppare un prodotto o marchio standardizzato
Presenza simultanea in diverse aree geografiche
Controllo attività del franchisee
Coerenza immagine
Politica commerciale
Indirizzi strategici
Costi di controllo e coordinamento
Alleanze strategiche e joint ventures
Condivisione / Sfruttamento di:
interrelazioni
conoscenze
rischi
investimenti
economie di scala!
Vantaggi | Svantaggi |
|
|
investimento diretto allestero
modalità + impegnativa e articolata
necessità di assicurare un flusso diretto di informazioni
alti investimenti
prospettiva di medio e lungo termine
consolidamento in precedenza del mercato domestico
Modalità
nuova impresa
acquisizione
variabili per scegliere tra le 2 modalità:
caratteristiche ambientali
capacità di sostenere lo sviluppo
condizioni di integrazione di nuova unità
dimensione e natura vantaggi potenziali
Criteri valutativi per scegliere tra le diverse modalità
dimensione esperienza capacità competitiva
natura del mercato in generale
clima organizzativo e cultura manageriale
condizioni specifiche del mercato ospite
sono decisioni poco reversibili nel breve termine per:
grado di coinvolgimento
grado di controllo del mercato estero.
Modalità di entrata e stratregia di marketing:
strategia di penetrazione del mercato (impatto forte e immediato con risultati a breve)
Strategia di Scrematura : ho sempre un buon grado di coinvolgimento ma non un impatto così forte come nelle strat. Di penetrazione, ma un impegno progressivo
Strategia di sfruttamento: non corrisponde ad un programma, ma ad una reazione: es richiesta da un paese di 1 miliardo di piastrelle, anche se non pensavo di entrare in quel mercato.
Strategia di esplorazione: finalità più strategiche che economiche. Obiettivo: esperienza per il futuro.
esplorazione diretta
accordo con locali
(Parte IV Caroli) Riflessi Organizzativi nella formulazione della strategia nellimpresa internazionalizzata
Adattamento delle strutture organizzative del processo di internazionalizzazione
Organizzazione: processo di coordinamento e regolamentazione allinterno e allesterno delle imprese
Lorganizzazione influenza la determinazione delle strategie e il processo di pianificazione strategica in quanto costituisce il punto di partenza del processo di formalizzazione del comportamento aziendale.
Il fattore organizzativo assume rilievo centrale in unimpresa internazionalizzata in relazione alla complessa interazione con lambiente.
Tuttavia è difficile distinguere tra esterne ed interno ad esempio:
caso Elettrolux
problema di mettere insieme 600 unità con differenze culturali distanze ecc..
cosa ha determinato questa situazione?
1985 acquisisce Zanussi(+ grande dellEL) ciòconsentica di diventare leader. La Zanussi era forte in paesi diversi rispetto quelli dellEL.. tuttavia problema di DISTANZA..CULTURA..LOGISTICA(anche le strutture vanno coordinate)
1986 acquista la White
87 acquisti di T ..
Una delle operazioni di EL è stata la creazione di un polo responsabile per la selezione delle componentistiche del gruppo con competenza su fornitori e R&D.
La sede a Pordenone + competente.
Quindi difficoltà di stabilire linterno e lesterno di unimpresa:
La struttura organizzativa a Network
Ciascuna delle operazioni con lesterno ha però un costo
selezione dei fornitori
controlli su qualità/mantenimento delle idee del fornitore
comunicazione (ordine, modifica ordine)
regolamentazione della transazione.
Creare strutture di regolamentazione INTERNO/ESTERNO
avere obiettivi strategici
definire il ruolo delle unità rispetto alla HQ
equilibrio allocazione di risorse
gestione risorse umane
reazione / adattamento ai comportamenti della concorrenza
Impostazioni teoriche
Per ordinare la complessità ambientale:
contingency approach
adattamento specifico a seconda delle circostanze alle varie problematiche
cioè non esiste una struttura organizzativa migliore, ma bisogna adattarsi alle varie situazioni
Un modello causa logiche deterministiche, una logica preconfezionata ogni volta che si crea un problema.
Critiche a questa teoria:
distribuzione del potere allinterno dellimpresa determina la Scelta delle soluzioni organizzative
Lambiente deve essere inteso come insieme di soggetti organizzati
Comportamento proattivo
Resource dipendency
Evoluzione rispetto al c.a.
Assecondare la nostra capacità di massimizzare le nostre risorse.
Laddove abbiamo una forte competenza: accentramento
Le la competenza è nelle UL: decentramento
Tutto dipende dalla valutazione delle risorse interne.
Resource dipendency e impresa internazionalizzata
il percorso di internazionalizzazione è dovuto alla necessità di slegarsi (ridurre la dipendenza) dai processi di approvvigionamento locale ed accorciare le distanze
ma la maggior complessità aumenta il rischio di dipendenza da condizioni esterne (dipendenza dalle risorse)
reti di collegamento con attori internazionali.
La struttura organizzativa può essere descritta in relazione a 2 variabili strutturali:
capacità di azione (capacità per limpresa di agire coerentemente con levoluzione ambientale)
capacità di previsione (capacità di anticipare i cambiamenti ambientali)
La capacità di previsione dipende da:
capacità di acquisizione delle informazioni dal mercato
diffusione dei dati allinterno del gruppo.
lo sviluppo della capacità di azione è connesso a:
flessibilità del sistema organizzativo
condivisione degli obiettivi
vicinanza tra il momento della decisione e dellesecuzione operativa.
Nellimpresa Internazionale il miglioramento di capacità di azione e previsione dipendono ESSENZIALMENTE dal TIPO DI RELAZIONE E MECCANISMI DI COLLEGAMENTO tra casa madre e sussidiaria.
Quindi scelta tra: INTEGRAZIONE (scelte interne) / TRANSAZIONE (scelte di esternalizzazione)
Si pone il problema in duplice livello:
UL : deve scegliere se delegare o realizzare internamente attività di marketing mix
HQ: deve stabilire controllo di UL e integrazione
Costi di transazione:
che cosa influisce sui costi di transazione
Frequenza delle transazioni
Incertezza (esempio di operare in mercati tipo lAlbania)
Specificità di risorse (tanto + specifiche tanto meno esternabili)
Dunning
Ha sintetizzato 2 elementi che possono diminuire i costi di transazione per limpresa
Coordinamento delle diverse attività (vantaggi specifici dellimpresa)
Sfruttamento opportunità locali (Vantaggi specifici dellarea geografica)
Problematica organizzativa:
come deve essere la:
Formalizzazione:
azienda piccola => bassa formalizzazione (il dirigente conosce tutti i dipendenti)..
se cè una forte suddivisione internazionale => forte formalità (problemi linguistici e culturali)
Specializzazione:
alta: processi diversi in ogni unità
bassa : tutti i processi su ogni unità
Centralizzazione
alta: forte gerarchia
bassa: bassa gerarchia
Lindagine condotta da Egelhoff su 34 multinazionali, individua 4 forme di organizzazione internazionale
struttura funzionale internazionale (ruolo chiave dellHQ che orienta le attività delle UL a seconda della convenienza
divisionale internazionale: tutte le sussidiarie sono dipendenti da una divisione per le operazioni internazionali
regionale: orientata per aree locali in virtù del vantaggio paese
organizzazione per prodotto: specificità dei singoli prodotti (non sono famiglie di prodotto che vengono organizzate, ma linee di prodotto)
Le strutture organizzative dellimpresa internazionalizzata
1. struttura di tipo funzionale
la direzione marketing può avere al suo interno un ufficio vendite estero e uno per linterno.
2. organizzazione divisionale
1 responsabile per ogni area
controlla unità commerciali e produttive nelle diverse aree geografiche.
Macrostrutture organizzative:
impresa che opera direttamente sui mercati
5 forme organizzative che si riscontrano sui mercati internazionali:
1. divisione internazionale
attività autonoma che si occupa specificatamente delle attività di marketing internazionale
obiettivo: concentrare in ununica struttura tutte le operazioni realizzate dallimpresa in aree estere. Esse sono considerate un business tutto a se.
2. struttura globale per area
quando limpresa gestisce in ambito internazionale un numero limitato di prodotti, mentre è presente in un elevato numero di aree.
Gestione diverse dinamiche competitive
Specialisti per ogni area geografica
3. struttura globale per prodotto
da imprese multiprodotto che vogliono internazionalizzare le proprie attività
gestione ottimale degli effetti delle diversità delle AG. su posizione competitiva del prodotto
favorisce coordinamento tra funzioni nella divisione
difficoltà di controllo
ostacolo alle economie nei servizi centralizzati
4. struttura a matrice
serie di divisioni geografiche gestite da sussidiarie responsabili delle attività nei paesi in cui limpresa è presente, e in varie divisioni di business.
struttura internazionale ad ombrello
Quando lImpresa è strutturata in numerose divisioni globali di prodotto vi è il problema della duplicazione di strutture
Si può costruire quindi una holding (compagnia ad ombrello) che raggruppa e coordina le unità operative responsabili delle diverse aree di business in una certa area geografica.
IL MODELLO ORGANIZZATIVO A RETE INTEGRATA
Basato sullo sviluppo dellinterazione tra le unità operative che costituiscono limpresa, tramite comunicazioni e scambio di conoscenza.
La casa madre ha il compito di attivare il circuito di interrelazioni e sviluppare lo scambio di conoscenza tra dimensione globale e locale
sviluppo e interazione tra unità tramite scambio di risorse e conoscenze
collegamenti da serie di relazioni tengibili e intangibili
dal peso e dalla natura delle relazioni dipende la capacità delle UL di:
sviluppare interrelazioni
migliorare posizionamento competitivo
acquisire posizione guida del gruppo
Limpresa transnazionale è strutturata come una rete integrata, in cui ogni unità operativa ha compiti differenziati e specializzati, ma condivide con le altre lo sviluppo di un patrimonio conoscitivo comune.
Il potere e le conoscenze non sono ne accentrate, ne decentrate, ma circolano liberamente nel gruppo.