Canzone del Carnevale d'Ivrea
Parole: Prof. Ferdinando Bosio
Musica: Maestro Lorenza Olivieri (composizione ed orchestrazione)
Anno: 1858
Una volta anticamente
Egli è certo che un Barone,
Ci trattava duramente
Con la corda e col bastone;
Din sullalto Castellazzo,
Dove avea covile e possa,
Sghignazzando a mo di pazzo
Ci mangiava e polpa ed ossa.
Ma la figlia dun mugnaro
Gli ha insegnato la creanza,
Ché rapita alluom più caro
Volea farne la sua ganza.
Ma quellaltra prese impegno
Di trattarlo a tu per tu:
Quello è stato il nostro segno,
E il Castello non cè più.
E sui ruderi ammucchiati,
Dame e prodi in bella mostra,
Sotto scarli inalberati
Noi veniamo a far la giostra:
Sui quei greppi, tra quei muri,
Che alla belva furon tana,
Suonan Pifferi e Tamburi
La vittoria popolana.
Non vè povero quartiere
Che non sfoggi un po di gale,
Che non canti con piacere
La Canzon del Carnevale.
Con la Sposa e col Garzone
Che ad Abbà prescelto fu,
Va cantando ogni rione:
Il Castello non cè più.
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Ultimo Aggiornamento: martedì, luglio 07, 1998 21:05